Il ripristino di palazzo Belmonte Riso

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Notizia importantissima nell’ambito dei ripristini delle parti della nostra città ancora offese dalla guerra. Finalmente sono partiti i lavori di ripristino dell’ala atterrata dai bombardamenti del palazzo del principe di Belmonte (poi Riso, oggi galleria d’arte contemporanea Riso).


Il palazzo, che sorge sul Cassaro, in posizione privilegiata davanti la “Platea d’Aragona” oggi piazza Bologna, appartenne a d. Giuseppe Emanuele Ventimiglia e Cottone, principe di Belmonte. Passò ai principi di Pandolfina e nel 1841 al Capitano di Marina Giovanni Riso. E’ suo lo stemma che sovrasta il balcone d’onore in asse con il portale (in sostituzione di quello originale di Ignazio Marabitti e di cui sopravvivono i simboli guerrieri tutt’intorno).
Le vicende costruttive cominciano nel 1777 nel luogo dove sorgeva la seicentesca casa del Pretore Afflitto demolita per fare posto al nuovo fastoso palazzo.
Il progetto iniziale era del Fuga ma la costruzione venne interamente seguita da Giuseppe Venanzio Marvuglia (che era impegnato nel cantiere del limitrofo palazzo Geraci).
La scelta dell’architetto da parte del principe non fu casuale vista la sua formazione romana. Avendo soggiornato a lungo nella città papale questi aveva avuto modo di ammirare la magnificenza delle dimore barocche romane.
Ispirato alla magniloquenza barocca presenta comunque una sobria decorazione, studiatamente ridotta all’osso.
L’austera facciata è interamente in pietra d’Aspra, con piano terreno bugnato e balcone continuo al piano nobile. Da questo si elevano paraste di ordine gigante. L’edificio presentava due cortili coassiali separati da un colonnato e venne in buona parte demolito dai ripetuti bombardamenti aerei del 1943, essendo sede del fascio maschile (l’immagine aerea mostra l’effetto devastante delle bombe dirompenti che distrussero palazzo Belmonte e il limitrofo palazzo Geraci), andò perduto anche il ciclo decorativo dei fratelli Manno, del Velasco e del Cotardi.
Miracolosamente indenni la facciata e il cortile.
Rimasto abbandonato per circa quarant’anni, dopo ripetuti saccheggi è stato acquistato dall’assessorato ai Beni Culturali, che ha avviato una complessa opera di messa in sicurezza e restauro. Tutto questo ha condotto alla sua attuale destinazione museale.
Dopo un incerto avvio dei lavori parecchi anni fa, questi sono stati interrotti. Ora è riapparso il cartellone informativo sintomatico della ripresa dei lavori.

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8 Thoughts to “Il ripristino di palazzo Belmonte Riso”

  1. punteruolorosso

    il complesso è molto grande e affaccia su piazza gran cancelliere in corrispondenza di quel muro tutto pieno di scritte ed escrementi. nella piazza ci sono una scuola, una moschea e il ricostruito palazzo del gran cancelliere, della benetton. speriamo che il progetto non sia la solita banale ripresa filologica dell’originale. ogni volta queste ricostruzioni mi sanno di maquillage e non hanno niente di antico, ma al tempo stesso niente di moderno. sono curioso di come verrà l’affaccio sulla piazza del gran cancelliere.

  2. cirasadesigner

    @punteruolorosso dalle immagine che stanno on line sembra che il progetto sia interessante, quantomeno diverso dai soliti interventi filologici, che hanno caratterizzato gli interventi a Palermo fino ad ora.
    Anche io come te, penso che sarebbe opportuno cambiare registro, questa potrebbe essere una bella occasione, sia per la grandezza del cantiere, sia per la posizione, ma sopratutto per la funzione che avrà in futuro.
    Collegare le due piazze penso sia la prima cosa che dovrebbe consentire la realizzazione del progetto, una sorta di passaggio che sfrutta la presenza museale, creando un vero e proprio percorso urbano che metta in connessione i due spicchi di centro storico al momento completamente separati, tra il Cassaro e la Via del Celso, che credo abbia tutto il bisogno di essere scoperta per la sua complessità e la sua bellezza. Si potrebbero immaginare una serie di percorsi che potrebbero connettersi con il mercato del Capo, e la via Sant’agostino, dando nuova linfa a questi mercati storici di Palermo. speriamo che il progetto cominci e sia stato pensato con questo scopo, sarebbe davvero una bella occasione di sviluppo. Ci sono delle presenze architettoniche e funzionali importantissime che al momento non hanno nessun dialogo fra di loro, ma sopratutto, cosa più grave con la città… E mi riferisco alla Biblioteca Regionale, al Convitto Nazionale , che in questo ambito potrebbero essere ripensati. Creando una simbiosi tra questi spazi, si potrebbe immaginare un percorso museale che porta anche a riconnettere il tessuto urbano e consenta di svilupparlo anche in altezza. Avete mai pensato ad esempio, che a Palermo non ci sta un solo luogo aperto al pubblico, dove sia possibile avere una vista sui tetti? e questo davvero ha dell’incredibile, pensando alla bellezza dei tetti della città e della fantastica attrattiva turistica che potrebbe rappresentare.
    Grazie maqueda per la tua scheda

  3. MAQVEDA

    Figurati, piuttosto potresti mettere il link dove hai trovato i rendering?

    Il passaggio di collegamento tra il Cassaro e la via Celso non è necessario crearlo e inventarselo, esiste già da secoli, solo che è chiuso dalle distruzioni belliche, il vicolo San Biagio, che dal corso accanto la banca, arriva sino alla piazzetta della Canna. Al momento è precluso da cancellate alle due estremità, perchè si trova a passare tra i ruderi dei palazzi Belmonte e Geraci. Speriamo in un vicino futuro.

  4. cirasadesigner

    hai ragione si vede anche da google, ma il vecchio tessuto della città araba è più delle volte negato o meglio quasi nascosto, di spagnola rimembranza.
    http://europaconcorsi.com/projects/18002-Progetto-Del-Nuovo-Centro-D-arte-Contemporanea-A-Palazzo-Belmonte-Riso
    Qui ci stanno delle immagini del progetto, ma non ho capito bene se è un semplice concorso o ci sta qualche attinenza con il progetto.
    Maqueda immagina se riuscissero a raginare in scala e far diventare il centro storico quello che è un vero è proprio museo i a cielo aperto così come hanno fatto a Barcellona, a Valencia e Siviglia. Milioni di turisti vanno li affascinati da questi percorsi e noi invece troviamo cancellate, cavalli dentro stalle ricavate da portali del 500

  5. cirasadesigner

    Maqueda poi mi dici che ne pensi, ci terrei ad avere una tua impressione, penso che sia un progetto valido e che soddisfi tutto quello che ci siamo detti e scritto nei post

  6. pamax

    Speriamo che venga realizzato l’ascensore, incredibilmente, allo stato attuale il museo ne è sprovvisto e i diversamente abili hanno a disposizione un trattorino apposito. Oltretutto il personale mi ha riferito che per il suo utilizzo occorre una specifica preparazione e quindi personale dedicato ad esso (lasciando capire che non viene utilizzato) . E’ assurdo che uno spazio museale non sia stato previsto un ascensore! Potevano inserirlo nello spazio esterno anche in modo provvisorio. E poi cerchiamo i turisti.. vergogna!

  7. punteruolorosso

    @cirasadesigner
    mi piace molto il rendering, sarebbe bello se venisse così.

  8. cirasadesigner

    @punteruolorosso Anche io credo sia un progetto interessante, bisognerebbe capire il vero progetto quanto differisca da questo pubblicato. Spero vivamente che sia lo stesso. Il fatto che recuperino il vicolo, che aprano sulla piazza retrostante e che risolvano il salto di quota in quella maniera, lo trovo interessante. Se poi il tutto verrà fatto utilizzando materiali che enfatizzino i colori , sarà magnifico.
    Piuttosto ragazzi, perché non proponete una idea che possa dare la possibilità di sfruttare le terrazze presenti in zona, coinvolgendo la Biblioteca e il Convitto Nazionale???

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