Qualche giorno fa il Comune di Palermo ha reso noto un documento statistico sulla città di Palermo elaborato dall’Ufficio Statistica. Un annuario riferito al 2011.
Al suo interno (potete scaricarlo qui) si trovano graduatorie e dati di vario genere: dalla composizione del consiglio comunale, a quella circoscrizionale, dagli indicatori metereologici (il giorno più freddo dell’anno è stato il 9 Marzo!) alle tipologie di superficie del territorio comunale con relativo calcolo delle superfici. E ancora, produzione di rifiuti solidi urbani, rilevamenti sulla qualità dell’aria, svariate analisi demografiche, sanitarie ed economiche.
Presenti anche dati sul turismo, suddivisi per nazionalità e tipologia di alloggio, sulla cultura e sulla mobilità.
Demandando un approfondimento più in avanti, chiediamo al Comune di condividere questi dati in formato open-data.
In un’ottica di trasparenza della comunicazione, gli open data assumono un ruolo importantissimo. Essi sono:
….tipologie di dati liberamente accessibili a tutti, privi di brevetti o altre forme di controllo che ne limitino la riproduzione e le cui restrizioni di copyright eventualmente si limitano ad obbligare di citare la fonte o al rilascio delle modifiche allo stesso modo. L’open data si richiama alla più ampia disciplina dell’open government, cioè una dottrina in base alla quale la pubblica amministrazione dovrebbe essere aperta ai cittadini, tanto in termini di trasparenza quanto di partecipazione diretta al processo decisionale, anche attraverso il ricorso alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione
Cosa significa nello specifico?
Intanto il Decreto Crescita 2.0, approvato dal consiglio dei Ministri, sancisce una serie di obblighi per l’attuazione dell’Agenda Digitale Italiana alle pubbliche amministrazioni, tra i quali quello dell’adozione degli open-data.
Da un documento pubblicato dal “Forum P.A.” si legge:
Ove non espresso diversamente tutti i dati in possesso della pubblica amministrazione si intendono rilasciati sotto licenza aperta.
Il che significa che i Comuni devono abbandonare la vecchia digitalizzazione e adottare QUESTA categoria di dati, aperta, condivisa, che risponde a precisi formati.
Inoltre si legge anche che:
Le attività di apertura e rilascio dei dati rientrano tra i parametri di valutazione delle performance dirigenziali.
Quindi, la pubblicazione di open data da parte dei Comuni funge da indicatore per la valutazione dei dirigenti stessi in seno alle amministrazioni locali. Immaginate se tutto ciò venisse applicato alla lettera, aumenterebbe anche l’efficienza amministrativa.
Sapete cosa hanno fatto a Roma per stimolare la PA ad utilizzare gli OpenDAta?
Un AppContest “Open Roma”, dove chiunque può presentare app per smartphone, senza limiti di età, cittadinanza, in maniera totalmente gratuita. Premio di 6.000€ per il vincitore.
Da una parte la Comunità Europea, dall’altra i cittadini. Le amministrazioni sono strette nella morsa e saranno costrette ad affrontare questa tematica imminente.
In Italia c’è fermento: http://www.datiopen.it/ e http://opendataday.it/sono due siti dove la comunità sta organizzando il primo OPEN DATA DAY, il prossimo 23 Febbraio, dove condividere idee, progetti e confrontarsi sull’argomento.
Open data significa avere un dato costante, completo e disaggregato consultabile facilmente in qualsiasi momento, utilizzando semplici interrogazioni al database, senza dover ricopiare dati parziali dai pdf pubblicati sporadicamente.
Aziende, associazioni, privati saranno i primi user di questa tipologia di dati che permetterebbe loro di possedere in qualsiasi momento informazioni dettagliate e aggiornate per le loro attività di ricerca e progettuali.
Auspichiamo che il Comune di Palermo costituisca un gruppo di lavoro interdisciplinare in seno ai propri dipendenti dedito a questa tipologia di informazione e condivisione. Condividere è sinonimo di trasparenza, di gran lunga superiore a quella decantata tante volte a parole in campagna elettorale.
Molto interessante
CORPO DI POLIZIA MUNICIPALE totale 1580 – Quanti stipendi! Ma dove sono? Cosa fanno? e non parliamo di altri……..
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