Rinascono lo stand Florio e il Faro di Capo Gallo

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Proseguono le attività di recupero delle strutture costiere siciliane di proprietà dello Stato, immobili situati in contesti paesaggistici unici e affascinanti che possono rinascere ospitando nuove funzioni ed attività, creando così concrete opportunità di sviluppo per l’economia locale. Ieri, all’interno dello Stand Florio di Palermo, il Direttore Generale dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi e il Sindaco Leoluca Orlando, insieme al Soprintendente dei Beni Culturali Lina Bellanca e all‘Amministratore Unico della «Stand Florio Unipersonale s.r.l. » Fabio Vajana, hanno presentato il restauro di questo edificio, costruito nel 1905 su progetto di Ernesto Basile.

I lavori di riqualificazione, iniziati nel dicembre 2017, sono stati completati per la sala principale dello Stand Florio, la cosiddetta «Tavernetta del Tiro», dove ieri si è tenuta la presentazione del progetto. Nel corso dell’anno proseguiranno gli interventi per portare a termine il recupero completo dell’edificio e della sua area esterna.
Affacciato sul lungomare meridionale di Palermo e per molti anni inutilizzato e oggetto di attività e occupazioni abusive, lo Stand Florio, a restauro concluso, sarà un contemporary hub, con un caffè letterario e una sala lettura nell’edificio principale. Il primo piano sarà adibito ad area espositiva temporanea, utilizzabile anche per set fotografici e piccoli eventi. Nel giardino storico ospiterà un’arena per 300 posti e spazi per mostre temporanee, fiere e presentazioni.
L’edificio secondario sarà invece dedicato alla ristorazione e alle cucine.

Il percorso di riqualificazione di questa splendida struttura, caratterizzata da una connotazione architettonica moresca, s’inserisce nell’ambito del progetto Valore Paese-FARI, l’iniziativa dell’Agenzia del Demanio e Difesa Servizi SpA, arrivata alla terza edizione, che promuove la rinascita delle strutture costiere italiane attraverso progetti di recupero e valorizzazione in partneship con i privati. Lo Stand Florio, inserito nel bando 2016, è stato aggiudicato per 50 anni alla «Servizi Italia s.r.l.» che ha costituito la società di scopo «Stand Florio Unipersonale s.r.l.» per la gestione e pagherà un canone annuo di 14.400 euro, a fronte di un investimento complessivo di 600.000 euro.

“La Sicilia è la protagonista assoluta del progetto Valore Paese – Fari: l’Agenzia del Demanio ha già assegnato 8 strutture che sono in corso di riqualificazione – dichiara Roberto Reggi, il Direttore dell’Agenzia del Demanio – Lo Stand Florio rappresenta un importante pezzo di storia di Palermo e dopo anni di abbandono, oggi è quasi pronto per tornare ad essere un luogo d’incontro e di socialità con spazi dedicati alla lettura, alla cultura e all’arte. Il suo recupero sarà uno spunto importante per ispirare altre operazione di rigenerazione su tutto il lungomare. Per l’Agenzia del Demanio – continua Reggi – è una grande soddisfazione riuscire a realizzare iniziative di riuso che abbiano un impatto reale sulla quotidianità dei cittadini e, come in questo caso, che siano capaci di accrescere la straordinaria ricchezza di questo posto. Operazioni possibili grazie anche alla collaborazione degli enti locali che governano il territorio: non a caso più tardi saremo, sempre con la Città di Palermo, al Faro di Capo Gallo per formalizzare la concessione del bene all’amministrazione comunale, che lo prenderà in gestione per valorizzarlo e renderlo nuovamente fruibile.”

La concessione del Faro di Capo Gallo alla Città di Palermo avrà una durata di 19 anni ed è finalizzata ad affidare la struttura, in passato alloggio dei faristi, al Comune che ne avvierà il recupero occupandosi anche del consolidamento del costone roccioso circostante, per renderlo nuovamente accessibile. Il progetto del Comune prevede di trasformare il Faro in centro di accoglienza e di educazione ambientale permanente, con un piccolo centro acquariologico e un osservatorio marino locale per l’avvio di percorsi didattici ed iniziative legate alla gestione dell’Area Marina Protetta.

“Due luoghi simbolo del rapporto tra Palermo e il suo mare – sottolinea il Sindaco Leoluca Orlando – due luoghi simbolo del rapporto che troppo a lungo Palermo ha dimenticato e ha negato con una delle sue risorse principali. Oggi grazie alla collaborazione con il Demanio parte un percorso importante che restituirà ai cittadini e alla comunità questi spazi. Che questo avvenga nell’anno di Palermo capitale della cultura non è un caso perché cultura e anche riscoperta del nostro patrimonio, è anche cultura del mare e della sua tutela, è anche cultura della valorizzazione dei nostri beni che possonodivenire volano di nuova socialità e nuovo sviluppo”.

La scheda della riqualificazione del faro di Capo Gallo:

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La scheda della riqualificazione dello stand Florio:

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18 Thoughts to “Rinascono lo stand Florio e il Faro di Capo Gallo”

  1. belfagor

    Tutto bene? Purtroppo no.
    Il 9/06/18 il consigliere comunale di maggioranza ,Paolo Caracausi ( Mov.139) ha denunciato lo stato d’abbandono dell’area che circonda lo Stand Florio : ““Non è pensabile che lo sforzo dei privati per il recupero di un bene demaniale, progettato dal Basile, venga mandato all’aria dall’inerzia del Comune . E’ necessario curare il verde, potare gli alberi, rimuovere i rifiuti e intervenire sull’occupazione abusiva di spazi pubblici, come per esempio l’annesso Solarium, così come in altri punti della zona. In via Messina Marine ci sono numerosi ristoranti, meta di tantissimi palermitani, e anche gli alberghi San Paolo Palace e Villa D’Amato: una porzione di città che merita attenzione e decoro”.

    1. punteruolorosso

      giusto pretendere che vengano liberati gli spazi adicenti e creato un giardino. è assolutamente necessario liberare la vista del mare abbattendo il muro e le altre strutture abusive. che questo stand diventi un esempio di recupero per tutta la costa sud. dicono che si aspetta ancora il pudm per potere fare anche queste altre cose. il vicino ex deposito locomotive, oggi museo del mare, non ha la vista sul mare. a palermo succede che i monumenti o le strutture recuperate di fronte al mare devono essere chiuse da muri e rese estranee all’elemento paesaggistico. che ci si trovi di fronte al mare o in una periferia industriale, la differenza non si nota. e invece è l’elemento naturale ciò su cui bisognerebbe porre l’accento. è quello a fare la differenza. il recupero architettonico da solo non basta. la bellezza di palermo, e dell’italia in genere, è nella combinazione fra arte e natura. mare, montagne e architettura. questo è l’italia. chi vorrebbe un paese in cui la bellezza è esclusiva di pochi e viene rinchiusa da cancelli, muri e metal detector, non ha capito niente dell’italia.

  2. peppe2994

    Bello, sicuramente un grande passo avanti, MA visto che il sindaco era presene spero che qualche giornalista gli abbia chiesto cosa intenda fare LUI per il recupero della costa sud.
    Facile fotografare lo Stand Florio terminato come se nulla fosse, senza neanche accennare a ciò che circonda questa bella struttura.

    Soprassediamo sul lato sinistro dove vivono gli abusivi, ma almeno il lato destro fino all’ex stabilimento balneare dovrebbe essere recuperato con priorità assoluta. Capannoni diroccati, rimessa di rottami e discarica abusiva su terreno pubblico. Questo è lo stato dell’area, ed è del tutto inaccettabile.
    Servirebbe poi un bando per il recupero e l’assegnazione dell’ex stabilimento balneare.

    Se ci spostiamo ancora la situazione peggiora. Ci sono delle casette abitate e tante baracche di proprietà privata.
    Idealmente andrebbero espropriate ed abbattute, ma parliamo del nulla, perché concretamente Orlando fino ad ora per la costa Sud ha fatto ZERO.

    1. punteruolorosso

      più aventi c’è un edificio di inizio novecento sotto al livello della strada, in cui vivono degli abusivi. sarebbe bello recuperare anche quello.
      certo, a destra e a sinistra dello stand ci sono solo depositi, discariche e case abusive. un vero schifo

      1. peppe2994

        Esatto, era uno stabilimento balneare. Se la costa torna fruibile e tolgono il divieto, se l’amministrazione comunale si da una svegliata sarà tutt’altro che difficile darla in concessione.

        1. punteruolorosso

          potrebbe essere inserito nel piano delle concessioni e tornare a diventare uno stabilimento, darebbe lavoro a un sacco di persone. il pudm prevede un incremento sulla costa sud, e una riduzione su quella nord. quel tratto di lungomare è molto bello. andrebbe rinaturalizzato, riportando la lina di costa dov’era in origine.

      2. belfagor

        Concordo pienamente con te e con l’amico Peppe..
        Non vorrei sbagliarmi ma l’edificio dopo lo Stand Florio, sotto il livello della strada ,dovrebbe essere l’ex agrumaria Corleonese che ormai da anni è abbandonato e lasciato al totale degrado. Un’altra occasione mancata dai nostri amministratori pubblici che si fanno belli con i soldi dei privati.
        P.S. Vorrei approfittare dell’occasione per denunciare lo stato del guard rail del marciapiede del Ponte di mare. L’attuale situazione di tale guard rail lo rende assolutamente insicuro e inutile per la sua originaria funzione. Inoltre il marciapiede è estremamente ridotto e tra l’altro la vegetazione ( anomala? ) rende il passaggio dei pedoni ( tra cui molti turisti del vicino Hotel San Paolo) poco agevole. Eppure qualche “genio “ vorrebbe installarci una….. pista ciclabile.

        1. punteruolorosso

          il tratto sant’erasmo-ponte di mare è un disastro. davanti alle case di sant’erasmo c’è una distesa di asfalto senza segnaletica, in cui convergono le auto e i tir di via tiro a segno, lincoln, foro italico, via messina marine. non c’è nulla che possa fermare il disordine e l’inciviltà di questo incrocio. la mia fissazione del sottopassaggio o del tunnel sul foro italico vorrebbe risolvere anche il problema di sant’erasmo. il tunnel potrebbe partire prima di via ponte di mare, o prima di sant’erasmo, consentendo di pedonalizzare la borgata e tutto il foro italico. passerebbe poi sotto la cala e si unirebbe al sottopassaggio di piazza tredici vittime. quest’opera potrebbe essere ancora più utile se collegata alla circonvallazione da due ulteriori strade a nord e a sud.
          in mancanza di una soluzione così drastica, occorre ridimensionare l’asfalto di sant’erasmo, magari portando la linea di costa più vicina alle case. prima si diceva: più spazio per le auto, meno traffico. adesso invece è di moda ridurre lo spazio delle auto proprio per ridurre il traffico. lo stesso principio vale per i grandi stradoni di periferia, in cui è giusto far passare il tram per evitare doppie file e costringere le auto a proseguire.

          1. belfagor

            La tua idea è certamente interessante però….. . Tu credi che un amministrazione che non è in grado di sostituire 100metri di guard rai e di mettere un semaforo o una semplice rotatoria tra l’incrocio di Via Tiro a Segno e il Foro Italico è in grado di progettare tale opera ? Francamente o seri dubbi.
            Tra l’altro tale tratto è molto pericoloso e molti automobilisti e motociclisti affrontano tale curva a tutta velocità. Anche qui basterebbe dei dissuasori per rendere la strada più sicura. Ma purtroppo stiamo parlando di… fantascienza.
            Vorrei ricordati che tale strada , con l’inizio dei lavori di “ messa in sicurezza” del Ponte Corleone ,è l’unica strada alternativa alla Circonvallazione.

          2. punteruolorosso

            @belfagor, una rotatoria sarebbe bella. ridurrebbe l’asfalto in favore di una superficie verde. ci si potrebbero piantare degli alberi, la velocità dei mezzi verrebbe ridotta. certo, il sottopassaggio sarebbe l’ideale. non mi piace neanche il parcheggio per pullman fra il foro italico e la villa a mare, subito dopo sant’erasmo. c’è grande consumo di suolo in un’area, quella compresa fra il centro storico e il mare, che dovrebbe essere un’armonia di arte e paesaggio. e invece è un parcheggio di bus e camion come qualsiasi stradone di periferia.
            questo riguarda tutta la costa sud, ma in particolare il foro italico. non è possibile che la sovrintendenza s’indigni per un chiosco di bibite accanto al nautoscopio, accusato di nascondere le facciate dell’aristocrazia palermitana. lo stesso ente non sembra accorgersi dei tir e delle macchine che nascondono tutto e rappresentano un pericolo per chi dal centro storico volesse andare a vedere il mare. ecco perché chiedere la pedonalizzazione di ampie fasce di lungomare. e visto che c’è il porto, in traffico venga messo in tunnel. a proposito di porto: c’erano progetti per renderlo veramente aperto, abbattendo i muri e regalando la vista sul mare. un luogo in cui andare a passeggiare.
            niente di tutto questo è stato fatto, nonostante l’investimento di quasi un miliardo di euro.
            solo alla cala è stato fatto qualcosa, senza per questo rosolvere il problema dell’attraversamento, oggi garantito dai fili scoperti di un semaforo a richiesta.

  3. Athon

    Bellissimo. È certamente un passo in avanti ma è ancora presto per rivendicare meriti. Il recupero di quell’area si concretizzerà solo quando anche l’adiacente “ex istituto di puericultura” verrà
    interessato da lavori simili e, soprattutto, quando le casupole e i muretti che la soffocano verranno abbattuti. Il recupero di molte zone di Palermo non può avvenire se non per mezzo delle ruspe.

  4. Templare

    Cosa intenda fare per il recupero della Costa Sud? Probabilmente un approdo per i pochissimi che scappano dalla guerra e per i tantissimi che senza diritto arrivano ad ingrossare le fila dei nuovi schiavi, fonte di guadagno per tutta una galassia ideologicamente a sinistra, ma col portafoglio fermamente a destra, mediaticamente rappresentati dalle sapienti firme di Repubblica.

    Ecco, invece che il più volte promesso acquario sarà più facile vedere lì l’Aquarius.

    p.s. fortunatamente Orlando e il suo cerchio magico già a Villabate o a Torretta non contano ASSOLUTAMENTE NULLA.

    1. Orazio

      “fonte di guadagno per tutta una galassia ideologicamente a sinistra, ma col portafoglio fermamente a destra”

      Templare, al di là delle opinioni che possono coincidere in tutto o in parte o per nulla, questo slogan o barzelletta che dir si voglia non ti rende né merito né onore.

      Gli imprenditori o i datori di lavoro sono ideologicamente a sinistra come categoria?

      Tutti noi di fronte all’irresponsabilità che oggi dilaga dalla tastiera al reale avremmo l’obbligo di fare uno sforzo di responsabilità invece di dire cose a caso, ad effetto e ad mentulam.

    2. Orazio

      Ti rispondo qui perchè lì non funzione.

      Le ONG sono col cuore a sinistra perché vanno a salvare gente che altrimenti rischia di annegare? Vuoi dire che l’indifferenza, il cinismo ed il benaltrismo sono di destra? Credo che non siano queste le linee distintive tra sinistra e destra (chiamarli taxi è un’altra barzelletta che serve ad alzare cortine fumogene). Pure da destra si può essere propensi a salvare la gente, poi bisogna vedere che destra…

      Sulle cooperative che rubano io ricordo che lo scandalo del CARA di Mineo vede protagonisti Castiglione (leader del NCD, nuovo centrodestra) e personaggi che, seguendo la filiera, portano dritti a Buzzi, braccio destro di Carminati, gente attigua agli ambienti ex o post fascisti, anche se qualche personaggio come Odevaine era ben visto dalla sinistra. Mangiatoia immonda, ne convengo.

      Quanto alla sinistrosità del democristiano Presidente, dovresti notare che il democristiano Fanfani, tipico esempio di equilibrio, al confronto sarebbe stato un rivoluzionario. Ho sorriso di cuore leggendoti sul punto.

      Quella dei confini poi: chiunque abbia la voglia di voler capire arriva facilmente a distinguere il concetto di confine quale divisione tra stati e quello di confine quale barriera tra le genti, barriera che a te personalmente nessuno ha posto quando sei andato in GB.

      Il papa ed il clero di sinistra… boh? L’ho sentita dire a certi integralisti cattolici che quando parlano fuori delle loro conventicole la gente si da di gomito… la Chiesa è universale direi e da sempre ha ricompreso istanze conservatrici e istanze progressiste.

      Infine non credo in genere nella filantropia ma credo nella sincera propensione ad eliminare le disuguaglianze. Soros: non so parlarne, non lo conosco e non credo che aprire wikipedia contribuisca a farmelo conoscere.

      Gli stiamo tritando le palle a tutti… 🙂

      1. Templare

        Vediamo se funziona. Troppo lungo e complicato risponderti sulle ONG, ma basta guardare i tracciati satellitari per vedere che stazionano sempre nella stessa zona di mare ed aspettano che gli scafisti gli portino la “merce”. La gente si salva non facendola partire, non facendogli svuotare l’Africa, ma investendo nelle loro Nazioni, costruendo le infrastrutture minime con la lira forza lavoro e facendoli studiare creando, nel tempo, una classe dirigente locale. Invece li facciamo arrivare in Europa pe4 non offrire loro niente. Ah no, gli offriamo di raccogliere pomodori a 2 euro l’ora.

        Le cooperative non rubano, a parte certi casi, ma sono parte del business dell’accoglienza ed hanno tutti gli interessi a fare entrare quanti più disperati possibili.

        Quanto ai confini, il paragone con la mia situazione è, permettimelo, ridicolo e tipico di un certo pensiero, io sono andato in GB pagandomi i biglietti, presentando un passaporto e, soprattutto sono andato a lavorare. Pago le tasse fino all’ultimo pound, mio figlio lavora e studia alla Cardiff University e se proprio la vogliamo dire tutta l’unico benefit che ho chiesto è la marriage allowance, ovvero ho una allowance sulla income tax più alta perchè mia moglie ha reddito minore del mio. Mai chiesti benefit per casa e tutta la galassia di possibilità che viene offerta. Paragone improponibile.

        Non pretendo di convincerti, siamo chiaramente su posizioni opposte, credo che il tempo darà ragione a chi la pensa come me, ma mi fa specie che chi si professa di sinistra non arrivi a capire che svuotare un continente dai suoi popoli e portare milioni di persone a fare nulla (perché lavoro in Italia non ce n’è nemmeno per noi Italiani) o peggio ancora a farsi sfruttare, non è altro che una forma diversa di schiavismo.

  5. friz

    …..complimenti ancora una volta ai privati in questione, hanno fatto un bel lavoro… questa è la dimostrazione che dove non arriva il comune di Palermo (imbalsamato e privo di idee) arrivano i privati…
    Sarebbe bello vedere ugualmente rinascere l’intera zona di via Messina Marine e Brancaccio, ma il problema è che in teoria se ne dovrebbe occupare il comune di Palermo… e questo è un problema serio, perchè da decenni ha già dimostrato di non essere all’altezza…

  6. belfagor

    Il consigliere Caracausi ha giustamente denunciato l’assenza del Comune :“Non è pensabile che lo sforzo dei privati per il recupero di un bene demaniale, progettato dal Basile, venga mandato all’aria dall’inerzia del Comune
    Non basta presenziare a questa ” pre inaugurazione” , come fa il sindaco, per avere la coscienza a posto, o dichiarare : ” Oggi grazie alla collaborazione con il Demanio parte un percorso importante che restituirà ai cittadini e alla comunità questi spazi.” facendo intendere che il Comune ha avuto un ruolo attivo e propositivo.
    Il Comune purtroppo è il grande assente. Solo grazie ai privati, con i loro soldi, lo Stand Florio sta rinascendo ( sarà aperto al pubblico a settembre). In pochi mesi i privati hanno fatto ciò che le varie amministrazioni pubbliche non hanno fatto in anni d’inerzia
    Il 6/06/16 su “Mobilita PALERMO” fu pubblicato un articolo dal titolo “Lo Stand Florio, un monumento abbandonato che nessuno vuole” In tale articolo si denunciava il fatto che nessuno era interessato a tale storico monumento:”Ma nonostante il sequestro, nulla si è fatto per recuperare l’edificio e la zona circostante. Come capita spesso su questo edificio da decenni è in atto il classico gioco dello scaricabarile. In sostanza, l’edificio sarebbe di proprietà della Capitaneria di porto che vorrebbe cederlo alla Regione o al Comune, ma a quanto sembra tali enti non sono particolarmente interessati all’acquisizione.”
    Come si vede, l’ente pubblico ( poco importa se Comune o Regione) non era interessato allo Stand Florio . Ora tutti si presentano a vantare meriti che non hanno.

  7. danyel

    Adesso dovrebbe partire il recupero dell’intera zona di via Messina Marine … che stando alle parole di Orlandino doveva diventare la nuova Mondello .. l’ennesima (tra le tante) promessa non mantenuta? Mi sa proprio di si .. considerato anche il degrado e la sporcizia in cui versa questa povera “capitale della cultura” che è Palermo!

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