INDAGATI IL SINDACO E ALTRI 23 FRA EX ASSESSORI E DIRIGENTI :”FALSI NEI BILANCI COMUNALI”.
Da REPUBBLICA 20 /10 /21
L’avviso di chiusura dell’inchiesta è stato notificato dalla Guardia di finanza. Il primo cittadino non commenta, in attesa di parlare con l’autorità giudiziaria.
“Falso materiale commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico”, questa l’accusa contestata dalla procura di Palermo al sindaco Leoluca Orlando e a 23 fra ex assessori, dirigenti e capi area comunali. Hanno ricevuto un avviso di conclusione delle indagini: secondo la ricostruzione dei finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, falsi sarebbero i numeri delle entrate e delle uscite inserite nei bilanci degli anni 2016, 2017, 2018 e 2019. Il primo cittadino, interpellato da Repubblica, non commenta, in attesa di parlare con l’autorità giudiziaria.
Le indagini dei sostituti procuratori Andrea Fusco, Giulia Beux e del procuratore aggiunto Sergio Demontis contestano irregolarità in diversi settori: dall’ufficio del condono edilizio a quello dei tributi, dalle risorse patrimoniali alle politiche abitative.
Hanno scritto i magistrati nel provvedimento: “I pubblici ufficiali sottoscrivevano e inviavano all’ufficio Ragioneria generale delle schede di previsione di entrate sovrastimate (tenuto conto dei dati – a loro noti – degli effettivi accertamenti delle entrate nelle annualità precedenti (…) così inducendo in errore il consiglio comunale di Palermo sulla verità dell’atto, determinandolo ad adottare la deliberazione con la quale veniva approvato il bilancio di previsione”.
L’ INDAGINE
Un capitolo delle accuse riguarda i bilanci di previsione, un altro i rendiconti di gestione. Sotto accusa anche una direttiva del sindaco, del 18 giugno 2018: un altro falso contestato al primo cittadino, “per avere in un atto pubblico facente fede fino a querela di falso quale la direttiva del 18 giugno 2018, protocollo numero 911925, esposto dati falsi ed in particolare riportato crediti da riconoscere/transigere del Comune verso le società partecipate inferiori rispetto a quelle reali”.
Si fa riferimento ai debiti del Comune verso l’Amat: sarebbero stati “quantificati falsamente in soli 197 mila euro, per l’anno 2016, a fronte di crediti della società privi di impegni di spesa pari a 8 milioni 890 mila euro”. Altre cifre sono contestate nel 2018.
Le indagini della Guardia di finanza muovono l’accusa di falso anche nell’attestazione dei debiti del Comune di Palermo nei confronti della Rap per l’anno 2016.
Ancora un contestazione ad Orlando riguarda le certificazioni sui pareggi di bilancio: sarebbe stato indicato “un saldo finale tra entrate e spese per l’anno 2016 pari a +55 milioni di euro (…) a fronte di un saldo reale negativo per meno 35 milioni di euro (…) celando il mancato rispetto del pareggio di bilancio da parte del Comune”. Irregolarità riscontrata pure nel 2017 (sarebbe stato segnato un saldo finale fra entrate e spese pari a + 122 milioni di euro (…) a fronte di un inferiore saldo reale di non oltre più 52 milioni di euro”.
Adesso gli indagati hanno trenta giorni di tempo per presentare memorie a difesa o essere ascoltati dai pm, prima di un’eventuale richiesta di rinvio a giudizio:
Cosa pensa l’ assessore Giusto Catania di questo scandalo dei bilanci truccati?.
“Il Comune di Palermo si doveva indebitare di più, casomai, perché ha una grande capacità di indebitamento e il debito non è il male assoluto, ma una semplice modalità Keynesiana della spesa pubblica”.
Secondo l’assessore Catania il Comune …….doveva indebitarsi di più ( sob!!!!)
L’assessore Catania, che non è attualmente sotto inchiesta, non prende le distanze dal suo sindaco ma: “ condivide e sposa il fine politico di questa amministrazione.”
Appare evidente che con questi “amministratori” il fallimento è inevitabile.