E LA SICILIA RIMANE….A SECCO
Negli scorsi giorni il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha approvato 149 progetti presentati dalle varie Regioni per l’attribuzione di 1,6 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) destinati ad agricoltura e infrastrutture irrigue.
Sono stati approvati progetti un po’ in tutte le regioni, tranne una: la SICILIA.
La Regione aveva presentato 61 progetti, per un totale di 422 milioni di euro, ma il ministero non ne ha approvato….. nemmeno uno, perché nessuno rispettava tutti i criteri necessari.
Di questi 61 progetti presentati dall’assessorato regionale dell’Agricoltura della Sicilia nessuno è rientrato nella graduatoria che è stata pubblicata nel decreto del ministero.
Ventinove progetti non erano stati presi in considerazione fin dall’inizio; i restanti 32 sono stati bocciati perché non rispettavano i criteri indicati dal bando.
Non solo: nessun progetto siciliano è stato inserito nella “lista d’attesa” di quelli ammissibili ma non immediatamente finanziabili per esaurimento delle risorse, ma che potrebbero essere ripescati se si trovassero nuovi finanziamenti.
Un vero disastro !!!!
L’esclusione è molto grave, ed è arrivata tra l’altro al termine di un’estate in cui i problemi di irrigazione per il settore dell’agricoltura siciliana sono stati molto pesanti.
Antonino Scilla, assessore siciliano dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea ha reagito alla bocciatura accusando il governo centrale di “ostilità” nei confronti della Regione:
La realtà è diversa.
L’assessorato e i consorzi di bonifica non sono stati capaci di presentare dei progetti che rispettassero i 23 requisiti richiesti
Su questi requisiti erano tutti d’accordo compresa la Regione Siciliana che li ha votati e approvati nella Conferenza Stato-Regioni.
Ebbene, quei criteri in Sicilia non sono stati rispettati.
Il Ministero aveva coinvolto per la loro definizione tutti gli enti proponenti, cioè i Consorzi di bonifica, le Autorità di distretto, le Regioni e le Province autonome.
I requisiti sono stati addirittura approvati con due decreti ministeriali a giugno e luglio, e poi hanno incontrato l’ok della Conferenza Stato-Regioni.
Le istanze sono state inserite nella piattaforma telematica Dania, come deciso unanimemente dalle stesse Regioni.
Bene, pare che Sicilia nell’inserimento dei dati abbia sbagliato, tutto o quasi.
Che i consorzi di bonifica siciliani fossero dei carrozzoni clientelari era risaputo, ma che i loro burocrati e i loro dirigenti non fossero capaci di fare un progetto questa è nuova.
Quello che è accaduto, sostengono i funzionari del ministero, è che la Regione ha commesso una serie pesante di errori.
Ciò è confermato dal responsabile del Consorzio bonifica Sicilia Orientale «Sapevamo che i progetti inviati avevano un progettazione non adeguata.
Li abbiamo inviati perché in questi casi un tentativo si fa ma eravamo consapevoli che potessero essere messi da parte».
I consorzi di bonifica non possono nemmeno giustificare tale incapacità con la storiella della carenza di dirigenti , infatti recentemente i dirigenti erano aumentati in maniera vertiginosa.
I dirigenti in servizio all’atto di costituzione dei Consorzi di Bonifica nel 2017 erano 14.
Per effetto dell’articolo 8 del regolamento che disciplina l’organizzazione dei consorzi tale numero sarebbe dovuto diminuire a 7 nel corso del tempo.
E invece…….. sono stati nominati altri 19 dirigenti.
Cioè tali dirigenti invece di 7 sono diventati….33.
E i risultati si vedono.
COMPLIMENTI!!!!
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