I VARCHI DELLA ZTL NON SONO IN REGOLA
Una sentenza di un giudice di pace di Cosenza rischia di azzerare tutte le multe della Ztl anche a Palermo.
Il giudice calabrese ha annullato una multa perché la distanza tra i cartelli e le telecamere deve essere di almeno 80 metri.
Immediatamente alcune associazioni di cittadini hanno chiesto di verificare tali distanze anche a Palermo.
Da un primo esame sembra che gran parte dei varchi si trovano tra 60 a 25 metri dai cartelli .
Particolarmente critica è la situazione dei varchi di Corso Vittorio Emanuele , via Cavour. e di via Lincoln.
Il problema esiste soprattutto per i cittadini non palermitani o per i turisti che non conoscendo tale provvedimento si trovano all’ improvviso un cartello che ti avvisa della presenza delle Ztl. Spesso non si ha il tempo per frenare o cambiare strada.
Tra il segnale stradale e il varco ci dovrebbe essere un margine di spazio minimo per consentire la “retromarcia” per l’automobilista.
Esiste una distanza minima tra cartello Ztl e telecamera?
Secondo il codice della strada la segnaletica dalla Ztl deve essere posta ad almeno 80 metri dalla telecamera di ingresso della zona a traffico veicolare limitato. E ciò perché tale distanza minima, indicata dal regolamento di attuazione al Codice della strada,, serve a consentire al conducente di cambiare direzione al veicolo senza mettere in pericolo sé stesso e gli altri utenti della strada.
Risultato: sono nulle le multe elevate nei casi in cui l’ente locale non abbia rispettato questo spazio minimo.
Per onestà intellettuale bisogna dire che il caso di Cosenza è un caso particolare..
L’amministrazione comunale ha trasformato, dall’ oggi al domani, una zona che, per anni,è stata sempre libera al traffico, in una ZTL con tanto di cartelli e di telecamere. L’installazione di tali cartelli irregolari e di tali telecamere è stato fatto senza informare adeguatamente i cittadini.
D’un tratto i cosentini si sono trovati a far i conti con un divieto inaspettato .
Risultato: in molti hanno frenato solo davanti all’ inequivocabile cartello. Ma troppo tardi: le telecamere erano piantate a ridosso della segnaletica, “immortalando” così le targhe dei malcapitati.
In parole povere una volgare “furbata” per fare cassa.
Sotto questo aspetto l’automobilista palermitano difficilmente potrebbe dichiarare di non essere stato “ informato in tempo”. Chiaramente per un turista , un eventuale ricorso, avrebbe ottime possibilità di essere accolto da un giudice di Pace.
Ma la sentenza di Cosenza affronta un altro spinoso tema
La scritta” varco attiva” è illegittima
Il giudice cosentino , nella sua sentenza, si è soffermato sulla non corretta comunicazione all’utenza stradale:.
In parole povere non è abbastanza chiara la dicitura «Varco attivo» riportata sul display del dispositivo di rilevamento automatico..
Un automobilista potrebbe pensare che il varco può essere attraversato tranquillamente mentre tale dicitura indica invece che sono “attivi” gli strumenti di rilevamento elettronico; dunque, chi passa viene multato.
Tant’è che questa estate lo stesso Ministero ha imposto di cambiare la dizione “varco attivo” con “Ztl attiva” cioè la scritta “varco attivo” è diventata illegittima.
Su questo aspetto sarebbe possibile un ricorso e il giudice di pace . considerando anche che la distanza minima dei cartelli non è rispettata, probabilmente annullerebbe la multa…
P.S. per evitare una valanga di ricorsi, con pesanti ricadute sulle anemiche casse comunali basterebbe “adeguarsi “ alla legge , perciò cambiando la dicitura dei display e installando i cartelli almeno a 80 metri di distanza dalle telecamere..
Per il Comune di Palermo è un impresa possibile ?