LA PIZZERIA DEL FRATELLO DI PEPPINO IMPASTATO E’STATA INCENDIATA
A quanto sembra la pizzeria di Giovanni Impastato da fastidio, non solo ai mafiosi .
La notte dell’10 novembre è’ stata data alle fiamme la pizzeria di Giovanni Impastato , fratello di Peppino, , il militante di Democrazia proletaria ucciso dalla mafia nel 1978.
I danni si aggirano intorno ai 10 mila euro.
Il locale di recente era balzato agli “onori delle cronache” per un “esposto anonimo” che aveva fatto partire immediati controlli da parte del Comune di Carini.
Giovanni Impastato su questa vicenda ha dichiarato :”Abbiamo sempre pagato tutte le tasse al comune di Cinisi, che ci ha rilasciato la licenza. Invece, sembra che il territorio sia di competenza di Carini”.
Strano che dopo decine di anni il Comune di Carini ha scoperto che la pizzeria sorge sul suo territorio.
Certa informazione “libera” ha subito strumentalizzato la vicenda : “Sono state dette tante cose nei giorni scorsi dai giornali, alcune anche non vere – dice Impastato -. Avevo l’amianto e l’ho tolto, ma tutte queste carenze igienico-sanitarie non c’erano. Mancava un doppio bagno per i disabili, ce n’era già uno ma interno, invece doveva essere esterno e quindi abbiamo predisposto tutto. Fra una decina di giorni avremmo già potuto riaprire la prima parte del locale, Per la seconda avremmo probabilmente aspettato dopo Natale”
Ma a qualcuno ( forse l’anonimo delatore della lettera al Comune di Carini) non era d’accordo e così ha incendiato il locale.
Coincidenze stranissime , ribadisce Giovanni Impastato – questo rientra in un clima particolare. Qualcuno avrà pensato “a questo non lo dobbiamo fare riaprire… se non c’è riuscito lo Stato, ci pensiamo noi”.
P.S. Probabilmente le due vicende non sono collegate . L’intervento del Comune di Carini , è legittimo, se il locale non è a norma va chiuso. Certo fa riflettere come mai il Comune ha avuto bisogno di una “sollecitazione anonima” per intervenire e per scoprire che tale locale si trovava nel proprio territorio. Eppure tutti sapevano che da anni era stata aperta tale pizzeria che con il tempo era diventata una meta di tanti cittadini . Si vede che Peppino Impastato , anche da morto, continua a dare fastidio, non solo alla mafia.
Peppino Impastato viene assassinato nella notte dell ‘8 maggio 1978. Venne inscenato un attentato, ponendo una carica di tritolo sotto il suo corpo adagiato sui binari della ferrovia.
La stampa ,i carabinieri e la magistratura parlarono subito di un atto terroristico in cui l’attentatore sarebbe rimasto ucciso, poi di “ suicidio”. Il delitto passò quasi inosservato.
La matrice mafiosa del delitto venne individuata grazie all’attività del fratello Giovanni e della madre Felicia Bartolotta.
Ci vollero anni affinchè la verità venisse a galla. Infatti solo nel maggio del 1984 l’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, sulla base delle indicazioni del giudice Consigliere istruttore Rocco Chinnici ( che nel frattempo era stato assassinato nel luglio del 1983 ), emette una sentenza, firmata dal Consigliere Istruttore Antonino Caponnetto,( che aveva sostituto Chinnici dopo la sua morte), in cui si riconosceva la matrice mafiosa del delitto.
Alla vita di Peppino è stato dedicato il film “ i cento passi “ con la regia di Marco Tullio Giordana .