MA CHE FINE FANNO I SOLDI DELLE MULTE ?
Sembra una domanda banale, ma nella realtà l’argomento è complesso e non sempre “ trasparente”.
I Comuni possono utilizzare il 50% di tali somme per ripianare i debiti del bilancio comunale mentre sono obbligati a reinvestire la metà di quanto incassato per migliorare la sicurezza stradale seguendo una ripartizione piuttosto rigida:
almeno un quarto della quota deve essere destinata alla segnaletica stradale, mentre un altro 25% va “al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale” (acquisto di mezzi, attrezzature etc). Ciò che resta, nella realtà molto poco, può essere speso per “finalità connesse al miglioramento della sicurezza stradale”, tra cui sistemazione del manto stradale, interventi per la sicurezza, manutenzione ecc. ecc.
Nella realtà l’obbligo non è stato mai rispettato in pieno: basti pensare che su oltre 8 mila comuni, solo 300 hanno risposto in merito al Parlamento (chiaramente il Comune di Palermo non è tra questi)
Cosa cambierà con il nuovo codice della strada , appena sarà approvato ?.
Con le nuove regole i comuni saranno liberi di spendere come meglio credono la quota del 50% che per legge sono tenuti a reinvestire.
Cioè un Comune potrebbe, teoricamente, spendere tutti i soldi delle multe per la sistemazione e la manutenzione del manto stradale.
Francamente abbiamo qualche dubbio che ciò avverrà infatti potrebbero spenderli per altri scopi, che nulla hanno a che vedere con la sicurezza stradale .
Ma se i soldi delle multe fatte dai Comuni , almeno teoricamente, con le vecchie norme devono essere spesi, per il 50%, per migliorare la sicurezza stradale, quelli invece fatti da funzionari, ufficiali ed agenti dello Stato invece finiscono interamente nelle casse dello Stato.
E come li spende lo Stato?
Qui il discorso diventa ancora più po’ vago. Infatti una parte di tali multe dovrebbe essere destinata a “studi ricerche e propaganda ai fini della sicurezza stradale”; un’altra fetta viene spesa “per l’assistenza e previdenza del personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia penitenziaria e del Corpo forestale dello Stato” ( cioè per pagare le pensioni).
Un’altra parte del denaro finisce poi nelle disponibilità del Ministero dei Trasporti e del Ministero dell’Istruzione che li usa per “favorire l’impegno della scuola pubblica e privata nell’insegnamento dell’educazione stradale e per l’organizzazione dei corsi per conseguire il certificato di idoneità alla conduzione dei ciclomotori”.
Chiaramente per questi fondi non esiste una ripartizione rigida e perciò lo Stato li può spendere come meglio crede .
P.S. Come si vede, nonostante le leggi c’è poca chiarezza e soprattutto poco controllo. Non solo i Comuni ma anche lo Stato è un po’ reticenti sull’ argomento. Visto che si tratta di soldi dei cittadini ( anche se indisciplinati) sarebbe giusto che la destinazioni di tali soldi dovrebbero essere trasparente .