LA CRISI DELLA TECNIS E LA “GAFFE” DEL SINDACO
La TECNIS, l’ ex colosso delle costruzioni catanese fino al 2015, insieme alla SIKELIA, ha gestito tanti appalti in giro per la Sicilia.
Oggi l’azienda è in difficoltà : alcune inchieste giudiziarie, l’amministrazione straordinaria e la procedura di vendita , non solo hanno paralizzato l’azienda ma hanno bloccato i tanti appalti sparsi nell’Isola.
Tale procedura di vendita , tra l’altro, sta bloccando anche l’Anello Ferroviario di Palermo (Giachery-Politeama),
A Palermo già da quattro anni e mezzo automobilisti, residenti e commercianti sopportano i disagi dei cantieri infiniti. In via Emerico Amari . Giuseppe Raffa, portavoce dei residenti e commercianti della via ha dichiarato:
«Da quella fatidica data del 24/07/2014 in cui il Comune di Palermo consegnò l’opera a Tecnis il nostro disagio è stato spesso ignorato –ed oggi dopo 1.637 giorni (a fronte dei 1.095 previsti) ci troviamo a un quarto dei lavori, con più di 20 attività commerciali che hanno chiuso, con aree ormai libere da cantiere abbandonate a se stesse (e con marciapiedi riconsegnati in condizioni pietose) e con le aree attualmente cantierizzate assolutamente inattive e quindi inutilmente occupate. Auspichiamo che qualcuno si senta in obbligo di rispondere ai tanti cittadini che hanno sofferto per quello che ritenevano essere il superiore bene comune e si è ad oggi rivelato solo uno strumento di distruzione a fronte di un’opera che pare essere giunta solo al 25% di esecuzione».
Purtroppo tale genuino e condivisibile “grido di dolore “ di un cittadino che paga sulla sua pelle tale disastro , è stato strumentalizzato dai soliti “amministratori” locali e nazionali.
L’ associazione “Amari Cantieri” un mese fa aveva ricevuto le rassicurazioni del ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli che in 15 giorni tutto sarebbe stato risolto.
In una foto “storica” il ministro accarezza “paternamente” la testa di Giuseppe Raffa, peccato che tale carezza non ha sbloccato la situazione.
Anche il sindaco di Palermo è intervenuto , a modo suo, inviando un post , poco paterno, sui social network : «Governo del cambiamento o Governo del Cambia niente. Ma il ministro non dovevano risolvere tutto “in due settimane”?
Poi il nostro sindaco ha proseguito :
“Tutto questo è inaccettabile e non è più possibile che questa opera, che è certamente utile ed importante per la mobilità a Palermo, continui a restare una eterna incompiuta. Anche se è nata male sotto la giunta Cammarata, non possiamo lasciare che finisca male. Mi auguro che il Ministro Di Maio si muova, quantomeno per rispettare le promesse fatte dai suoi rappresentanti locali in campagna elettorale. Questo contratto è stato fatto male ai tempi di Cammarata, escludendo il Comune dalla possibilità di vigilanza e controllo”
Certamente tali parole sono condivisibili ma non risolvono il problema. Inoltre , come al solito, Orlando fa un po’ di confusione con le date.
In una lettera “aperta”, pubblicata da LIVESICILIA, l’ex sindaco Cammarata ha ricordato:
“Nessuno né tantomeno io, durante gli anni della mia amministrazione ha firmato alcun contratto con la Tecnis per l’anello ferroviario perché la stazione appaltante ed ente attuatore era RFI che naturalmente sottoscrisse il contratto.
Ma quello che è davvero sorprendente (non per me naturalmente) è che i lavori sono iniziati nel luglio del 2014. Chi ha gestito con atti deliberativi i rapporti per l’esecuzione dei lavori ed ha sottoscritto l’atto modificativo e integrativo del “contratto”?
Naturalmente Lui, Leoluca Orlando.
A confermare tali parole c’è l’intervento di Giuseppe Raffa che ha giustamente ricordato,” «Da quella fatidica data del 24/07/2014 in cui il Comune di Palermo consegnò l’opera a Tecnis….”
In parole povere il 24/07/2014 il sindaco era Leoluca Orlando !!!.
Come è possibile che Diego Cammarata abbia consegnato l’opera alla TECNIS , visto che non era sindaco da 2 anni?
Che Cammarata è stato il “male assoluto” possiamo anche essere d’accordo ma imputare a lui tutti i mali e le disfunzioni di questa città, ci sembra ingeneroso e poco veritiero.
Diamo a Orlando quello che è di Orlando.