Si può essere al contempo capitale della cultura e della barbarie
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Assolutamente sì. Non sarà cultura ma è tradizione, e nulla si cambia da un anno all’altro, a maggior ragione abitudini così consolidate. L’importante è non desistere.
Io sono della provincia e ricordo con piacere le vampe e le “tavolate” di quando ero bambino. Oggi in provincia, purtroppo, non se ne vedono più. Evidentemente a Palermo la tradizione invece è ancora viva. Si tratta di tradizioni popolari e in quanto tali hanno una loro dignità culturale, che va difesa. È distorsivo e pregiudiziale parlare improvvisamente di “roghi”. Si chiamano “Vampe di san Giuseppe”, e lo sappiamo tutti. La barbarie non è intrinseca alle vampe in sé. Appartiene semmai a chi ritiene di poter fare le cose senza la ben che minima regola. La responsabilità è tuttavia anche delle autorità civili, che avrebbero il compito, a questo punto, di riconoscere il valore della tradizione e predisporre dunque regole da rispettare, con tanto di previe autorizzazioni e indicazioni circa i luoghi adatti. Tutto qua. Auspico che quanto accaduto serva da lezione per gli anni a venire.
anch’io sono a favore delle vampe. è una tradizione che sarebbe un peccato perdere.