Cgil: l’ economia palermitana in caduta libera “Industria ferma, ogni anno 10mila emigrati”
E stata presentata alla Cgil Palermo il Focus socio economico sulla provincia di Palermo, un’indagine economica sul mercato del lavoro che mostra i dati della crisi di questi otto anni (2008-2016) vissuta da Palermo e dalla sua provincia.
“Una situazione in caduta libera. Da Palermo partono ogni anno 10 mila persone, emigra no verso il Nord e all’estero non solo i giovani più capaci ma anche gli operai specializzati del manifatturiero”, denuncia il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo.
“Sommando i disoccupati con gli inattivi, nella fascia 15-64 anni, raggiungiamo la cifra di 521 mila persone che a vario titolo sono fuori dai processi produttivi – dichiara Beppe Citarrella, presidente del Cerdfos, che ha presentato il rapporto redatto con la collaborazione di Roberto Foderà, docente universitario di Statistica economica alla Lumsa, Giuseppe Nobile, responsabile ufficio statistico della Regione siciliana e Michele Libro, ricercatore – Questo dato rappresenta il 44 per cento della popolazione totale “
“E’ la fotografia della crisi, di una economia asfittica dove il manifatturiero è fermo. Palermo si presenta sempre più terziarizzata e i nostri dati confermano la flessione delle imprese attive che operano in provincia di Palermo – aggiunge Enzo Campo – Si registra una perdita di 3.781 imprese nel periodo 2009-2016. In particolare, l’agricoltura perde 3.095 imprese, il manifatturiero 1.138, le costruzioni 1.099 e il commercio 1.254. A Palermo perdiamo 13 mila addetti delle costruzioni, l’ex spina dorsale della città. Oggi il lavoro è rappresentato dai call center”.
“La nostra attenzione – aggiunge il segretario Cgil Palermo – è rivolta in particolare ai 414 mila inattivi, un dato sotto il quale si nasconde la nostra Lapa economy, rappresentata dagli ambulanti e da tutti quei lavori informali e posti di lavoro senza salari e senza diritti”
Inoltre si registra una flessione di 3 punti del tasso di natalità, passato da 12,4 a 9,4 per mille e un lieve aumento del tasso di mortalità passato da 9,1 a 9,7 per mille. “Ne viene fuori – aggiunge Citarrella – un aspetto interessante, che si sta verificando in tutte le province: una forte accelerata dell’indice di vecchiaia che a Palermo è aumentato, nel periodo preso in esame, da 108,2 a 132,6.