Al di là delle simpatie o antipatie politiche , credo che il consiglio di Matteo Renzi in sé sia giusto. Alcuni lamentosi cronici potrebbero trarne beneficio.
«Non cedete mai alla cultura del piagnisteo, basta con la cultura dei no e della rassegnazione, piaccia o no il futuro appartiene a chi ci crede e non a chi si rassegna. Io voglio chiedervi un aiuto, vi chiedo di remare tutti dalla stessa parte anziché continuare a sottolineare le cose che non vanno».
renzi fa molta antipatia e molte sue scelte sono discutibili. il lavoro sull’immagine serve solo alla politica, ma i fatti veri, come i soldi che riceverà la sicilia, contano eccome.
Non si cada però nell’errore di inquadrare questi soldi come “regalini generosi” da parte del Governo centrale. Va infatti ricordato che la Corte Costituzionale, con la sentenza n.207 del 9 luglio 2014 (assieme ad altre emesse in precedenza), ha riconosciuto nettamente ed in modo inequivocabile come la Regione Siciliana abbia subito, nei decenni, incommensurabili depauperamenti di risorse finanziarie da parte di uno Stato che ha illegittimamente trattenuto somme che sarebbero dovute restare in Sicilia. Da qui il credito di circa 5 miliardi di euro che la Sicilia vanta. Poi Rosario Crocetta, a titolo personale, ha firmato il contestatissimo accordo che, con un colpo di spugna, ha cancellato l’enorme debito dello Stato, rinunciando al contenzioso per incassare la cifra irrisoria di 500 milioni di euro. Molti hanno sollevato dubbi sulla validità di questo accordo perchè Crocetta non ha consultato l’Ars. Ha fatto tutto a titolo personale ma a nome di un’intera regione. Proprio lo scorso 21 aprile i deputati dell’Ars, in modo trasversale, hanno presentato una mozione che impone di tornare a discutere la questione, perchè al momento poggio su un fondamento di illegittimità.
A ciò si aggiungono gli “scippi” ai danni della Sicilia dei fondi UE del Pac (Piano di Azione e Coesione) nel 2014 e nel 2015. Molti inoltre ignorano ( e non ci crederebbero mai) che la Sicilia è la regione che paga il più alto contributo al risanamento dello finanza pubblica (1,2 miliardi l’anno, più di ogni altra regione).
Infine bisogna tenr presente una cosa: da quando nel 2013 la Regione Siciliana ha finalmente “osato” chiedere il rispetto della Costituzione italiana e dello Statuto, trovando una Corte Costituzionale che non ha potuto evitare di dare ragione alla Sicilia, è stata fatta partire una poderosa campagna mass-mediatica, col contributo del giornalismo di caratura nazionale (capolista il Corriere della Sera), di certi solotti televisivi e purtroppo anche di qualche siciliano (vedi Buttafuoco, Pif, Fava e Ferandelli), fatta di sommarie invettive contro l’Autonomia Siciliana, volta a presentare lo Statuto come la causa dei mali dell’Universo, per arrivare un giorno all’abolizione dell’Autonomia. Giusto per dare un’idea di ciò che a livello nazionale si tenta di portare avanti, si cerchino gli articoli in cui l’ “inviato da Roma”, Alessandro Baccei, sostiene la tesi strampalata che per “risolvere i problemi” della Sicilia bisognerebbe abolire l’art. 37 dello Statuto, che per chi non lo sapesse è quello che impone che le tasse pagate dai siciliani restino nelle casse della Regione.
grazie. d’altro canto ci sono gli aritcoli di giornale che parlano di miliardi restituiti a roma e all’europa per progetti non realizzati. soldi non spesi. quella del patto con renzi è un’occasione per non farsi scappare i soldi e le opere
il discorso è bello, forse troppo bello. Il rapporto tra stato e regione è un rapporto malato da 70 anni e le cose che non vanno si devono far notare…sempre. Adesso arriveranno questi soldi ed è sempre una bella notizia ma per arrivare a fare quello che gloriosamente annuncia Renzi (come altri 100 prima di lui) cioè assottigliare il divario tra il sud e il nord del paese, lo stato dovrebbe investire al sud una cifra inimmaginabile (riducendola al nord) che non era sostenibile nemmeno con la lira figuriamoci adesso con l’euro su cui non abbiamo alcuna sovranità. Questi 300-400 milioni contano, certo, ma sono briciole, e dovranno comunque tornare allo stato in qualche modo. Tutte queste cose, come anche quelle descritte da Athon (a cui aggiungo la tesi del prof. Costa che sostiene che siano 10 i miliardi che lo stato sottrae indebitamente ogni anno alla Sicilia) , vanno dette fino alla nausea, non è un piagnisteo, è esattamente l’opposto.
Aledesign, sono d’accordo. La questione che riguarda il rapporto Stato-Regione Siciliana va esplicitata fino alla nausea. In questo caso non si tratta affatto di piagnisteo, semmai del legittimo diritto di ristabilire la verità delle cose di contro ad un’inaccettabile ingiustizia storica e mass mediatica che la Sicilia, curnuta e bastuniata, cioè defraudata e per di più presentata come una sorta di parassita dell’Italia, continua tuttora a subire. Per fortuna noto che, da qualche anno, sempre più siciliani acquistano consapevolezza sullo stato delle cose.