COMUNE DI PALERMO : AVVIATA LA PROCEDURA PER IL PRE-DISSESTO.
Il consiglio comunale di Palermo ha approvato la delibera con cui ha formalmente avviato la procedura di PRE-DISSESTO.
Che significa?
Il Comune, entro tre mesi , deve approvare un piano che rimetta in equilibrio il disastrato bilancio comunale cioè dovrà trovare tra gli 80 e i 90 milioni di euro l’anno da qui al 2031: in parole povere ,quasi un miliardo spalmati su dieci anni che ipotecheranno il futuro di questa città
Ciò significa aumentare al massimo le tasse e tagliare quei pochi servizi che il Comune ancora eroga( o fa finta di erogare).
Perché siamo arrivati a questo punto?
La causa principale è l’ incapacità del Comune a incassare le tasse e i crediti: per tale motivo è costretto a ricorrere alle anticipazioni di tesoreria (su cui si pagano gli interessi) e ad accantonare somme per evitare che i mancati introiti producano voragini nei conti.
Inoltre, l’ amministrazione comunale ha perso alcune cause milionarie , per esempio quella legata al fallimento dell’ AMIA e con l’ Immobiliare Strasburgo(canoni di affitto da corrispondere alla società per alcuni beni confiscati alla mafia).
La situazione è così grave che la logica avrebbe consigliato al Comune di dichiarare il fallimento, invece … si è deciso per il pre- dissesto, ossia una procedura che non comporta lo scioglimento e il commissariamento del Comune (come nel caso del dissesto) e che consente alla giunta e al consiglio comunale di poter approvare da soli un piano di riequilibrio.
La cosa è però più facile da dire che da fare.
Infatti la legge prevede procedure molto rigide: dopo l’approvazione della delibera, il Comune avrà circa tre mesi per far approvare un piano lacrime e sangue che con le elezioni alle porte difficilmente il Consiglio comunale voterà.
In questo caso la legge prevede in automatico la dichiarazione del dissesto, il che vorrebbe dire tasse al massimo, limiti ai mutui, conseguenze su spese e personale.
Per evitare che l’ amministrazione, come al solito, in questi 3 mesi non faccia niente, il consiglio comunale ha approvato anche una specie di cronoprogramma : entro una settimana il Ragioniere generale dovrà fornire dati precisi sui soldi da trovare, entro un mese il Direttore generale dovrà redigere una relazione per fare il punto sui lavori ed entro 45 giorni la giunta dovrà presentare al consiglio la bozza del piano.
Poi l’Aula avrà altri 45 giorni per dare il via libera definitivo.
Un impresa IMPOSSIBILE.
Perché il sindaco Orlando ha scelto questa soluzione?
Perché il pre-dissesto, nonostante le tante limitazioni, comporta due vantaggi: si tratta di una procedura, teoricamente, revocabile in qualsiasi momento (a differenza del dissesto) e consente di prendere tempo evitando l’onta del default.
Infatti la dichiarazione di fallimento avrebbe causato problemi per il sindaco e per i suoi assessori.
Si è preferito continuare con questo “accanimento terapeutico” nella speranza di arrivare fine alla fine del mandato e scaricare sulla nuova amministrazione l’onta del fallimento.
Anche perché Orlando ha una speranza : convincere il governo nazionale ad accollarsi i debiti.
Apparentemente è una mossa azzardata ma Orlando, che certamente è un politico di razza, ha una carta da giocare : secondo un recente sondaggio ( LIVE SICILIA) circa il 20% dei palermitani ritiene che abbia “governato bene”.
Si tratta di un piccolo tesoretto di voti personali che il sindaco certamente cercherà di utilizzare per convincere qualche forza di governo ad appoggiare tale richiesta .
Forse Orlando si salverà ma per la città il destino sembra ormai segnato.
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Siamo alla frutta!!!
Il ragioniere generale del Comune di Palermo Bohuslav Basile ha comunicato che il Comune, visto che si trova in Pre distesto , non potrà onorare i crediti altrui e i provvedimenti esecutivi di pagamento.
““Alla luce della delibera del consiglio comunale – scrive il ragioniere generale – come previsto dalla legge le procedure esecutive intraprese nei confronti dell’ente sono sospese dalla data di deliberazione di ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale fino alla data di approvazione o di diniego di approvazione del piano di riequilibrio pluriennale”.
Cioè il Comune non pagherà i propri debiti , i pignoramenti e i decreti ingiuntivi.