CHIUDE IL TEATRO LELIO
A Palermo, l’ex città della cultura, non solo vengono bruciati i musei ma chiudono anche i teatri.
Dopo 30 anni, nonostante il grande impegno e la volontà di continuare a portare avanti l’attività, ha chiuso lo storico teatro Lelio.
Aperto nel 1990 ha funzionato fino al giugno del 2020 .
L’amara decisione, dopo i lunghi e difficili mesi della pandemia , è stata presa da Simona Pandolfo che ha portato avanti, tra tante difficoltà, l’attività teatrale ma non solo.
Negli ultimi mesi Simona Pandolfo ha tentato di salvare, almeno, l’esposizione museale che era stata voluta e allestita dal padre, Vincenzo Pandolfo, nel foyer del Teatro Lelio, che contava la presenza di pupi siciliani e carretti della Scuola di palermitana.
«Ci tenevo che questo allestimento avesse una sede di esposizione e valorizzazione, in vista della chiusura del teatro. Mi sono rivolta all’Assessorato alle “culture” del Comune di Palermo per avere un aiuto logistico ma, dopo alcune interlocuzioni, non ho avuto riscontri concreti per definire la cosa.”
“Con gioia, ma anche con un po’ di rammarico, oggi posso dire che ho realizzato questo progetto a Castelbuono dove, grazie alla disponibilità e alla fattività delle istituzioni locali ho potuto allestire, presso l’ex Convento di San Francesco, il “Museo dei pupi e del carretto di scuola palermitana Vincenzo Pandolfo”, in memoria di papà. Avrei voluto che questo patrimonio rimanesse a Palermo, ma non è stato possibile».
Come si vede l’assessore alle “ culture” del Comune di Palermo non era interessato alla……. cultura siciliana.
Ma l’amarezza di Simona Pandolfo fa riferimento anche al mancato supporto morale che pensava di ricevere dagli altri colleghi dei teatri in città.
«Non ho ricevuto neanche una telefonata da coloro che come noi appartengono alla FederTeatri, l’associazione che unisce i teatri privati a Palermo. La notizia della nostra mancata riapertura circola da mesi ma nessuno ha alzato il telefono per un messaggio di vicinanza».
In 30 anni di attività il teatro Lelio ha ospitato grandi nomi del teatro nazionale, Giorgio Albertazzi o Gianrico Tedeschi per citarne alcuni, ma anche prodotto diversi spettacoli
Il futuro del locale , che appartiene alla stessa famiglia Pandolfo, è ancora incerto
«Ho già ricevuto delle proposte per affittarlo sempre come teatro, proposte che al momento non sono andate in porto; in futuro vedrò come destinarlo, io spererei che rimanesse sempre un teatro».
Chiude così un altro luogo di cultura , abbandonato non solo dalle istituzioni ma anche dal “ mondo culturale” palermitano, sempre più impoverito e chiuso.
Diciamo che più che “l’assessore” è stato il Covid ad assestare il colpo finale a tante realtà teatrali già boccheggianti anche per mancanza di finanziamenti regionali (infatti la competenza a finanziare i teatri è della Regione Siciliana, come di certo saprai). Il Lelio già boccheggiava ed ora è defunto. “L’assessore” comunale è l’ultimo degli ultimi problemi. Io il Lelio lo frequentavo pagando, pure tu, vero? 🙂
Non mi sembra di aver scritto che il teatro Lelio chiude per colpa del Comune.
Ho solo riportato la dichiarazione di Simona Pandolfo :
“ Ho tentato di salvare, almeno, l’esposizione museale che era stata voluta e allestita da mio padre nel foyer del Teatro Lelio, che contava la presenza di pupi siciliani e carretti della Scuola di palermitana.
Ci tenevo che questo allestimento avesse una sede di esposizione e valorizzazione, in vista della chiusura del teatro. Mi sono rivolta all’Assessorato alle “culture” del Comune di Palermo per avere un aiuto logistico ma, dopo alcune interlocuzioni, non ho avuto riscontri concreti per definire la cosa. Avrei voluto che questo patrimonio rimanesse a Palermo, ma non è stato possibile”
E così il piccolo museo è “emigrato” a Castelbuono.
Ho solo fatto notare che l’assessore alle “culture” del comune di Palermo non è stato molto interessato alla salvaguardia del patrimonio culturale siciliano.
Che poi ormai Palermo si sta impoverendo , non solo economicamente ma anche culturalmente, è purtroppo un dato di fatto.
Noto però che a lavorare sono sempre le associazioni e gli attori vicini all’ attuale amministrazione comunale: sarà un caso?
P.S. Io quando vado al teatro i biglietti li pago e nessuno me li regala.
Ho rinunciato a farmi rimborsare l’ abbonamento/i al teatro “ Biondo” e “Massimo” per sostenerli economicamente , nonostante non ho condiviso le scelte “politiche” di certi spettacoli .