LA SCANDALOSA VICENDA DEL VIADOTTO SCORCIAVACCHE
Il viadotto è , o forse dovremmo dire era, una delle opere più importanti della famigerata “ superstrada “121 , Palermo – Agrigento, meglio conosciuta come la “ grande incompiuta” o la strada degli scandali.
Era stato inaugurato il 23 dicembre 2014 ma il 30 dicembre cioè dopo soli 9 giorni , “crollo” miseramente.
L’Anas intervenne con uno scarno comunicato:
“Un anomalo cedimento del piano viabile della strada sopraelevata conosciuta come “Scorciavacche”. Metà carreggiata è sprofondata, mentre la restante parte presenta una profonda spaccatura”.
Il presidente dell’Anas Pietro Ciucci così commentò la notizia :
“E’ successo quello che non doveva succedere, accerteremo le responsabilità perché sicuramente c’è stato un errore nella fase di realizzazione e in quella di progettazione……..Il tratto di strada è stato aperto come prevedono le norme con certificato di agibilità rilasciato dal direttore dei lavori e da un collaudo provvisorio eseguito da ingegneri nominati dell’Anas. …… Al termine dell’inchiesta e sulla base dei suoi risultati l’Anas proporrà le necessarie azioni legali e procederà al recupero del danno subito, che allo stato attuale e da prime stime sembrerebbe quantificato in 200 mila euro, con un tempo di ripristino di poche settimane. Mi auguro che entro primavera il tratto verrà riaperto.”
Venuto a conoscenza dell’accaduto, l’allora presidente del Consiglio dei Ministri ,Matteo Renzi intervenne sui social con l’hashtag #finitalafesta:
“Viadotto Scorciavacche, Palermo. Inaugurato il 23 dic, crolla in 10 giorni. Ho chiesto a Anas nome responsabile. Pagherà tutto“.
Purtroppo l’ex primo ministro non aveva previsto “ l’efficienza” della Giustizia italiana .
Nonostante le responsabilità apparivano chiare ,l’indagine fu chiusa dalla Procura di Termini Imerese dopo ben 3 anni e cioè nel giugno del 2017.
Già durante l’udienza preliminare, però, gli avvocati degli imputati sollevarono un problema di competenza territoriale, sostenendo che la sede naturale del processo avrebbe dovuto essere Palermo, dove sarebbe stata firmata l’ordinanza per l’apertura del ponte, e non Termini, dove invece era avvenuto materialmente il crollo.
Il GUP respinse l’eccezione e rinviò 13 imputati a giudizio.
Il fascicolo, però, finì prima per errore alla sezione monocratica, poi venne assegnato ad una delle sezioni collegiali, che “ per equilibrare i carichi di lavoro “ decise di…… mandarla all’altra.
A gennaio dell’anno scorso, finalmente il processo inizia ma gli avvocati riproposero la questione della competenza territoriale e questa volta venne accolta
Perciò i giudici, decisero così di trasferire tutto…… a Palermo.
Fu necessario quindi ripartire da zero e fissare una nuova udienza preliminare, che effettivamente si è tenuta qualche mese fa davanti al GUP. Ma fu subito rinviata per….. un difetto di notifica.
Finalmente il processo è partito ma gli avvocati degli imputati hanno chiesto che sia affrontata di nuovo la ……questione territoriale.
Alcuni avvocati ritengono adesso che il processo sia inviato a…. Roma, perché lì ha sede l’ANAS mentre, per il pm di Palermo, il tribunale competente resta invece quello di Termini.
In parole povere , il processo , dopo 5 anni è iniziato a Palermo ma gli avvocati degli imputati, contrariamente a prima, ora sostengono che il processo deve essere svolto a Roma ma il PM ritiene che il tribunale competente resta invece quello di Termini.
Classico esempio di scaricabarile
Ma c’è un’altra “ stranezza”
Nell’udienza preliminare , in cui sono imputate 13 persone, tra cui l’ex presidente dell’Anas, si è costituita parte civile soltanto l’associazione “Codici”.
Né l’Anas, né il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, né la Regione ne la città metropolitana di Palermo si sono costituiti parte civile.
Sembra che a nessuno interessi sapere chi sono i responsabili e punirli.
Il sostituto procuratore che ha coordinato l’inchiesta, ha chiesto che venga investita la Suprema Corte, in modo da sciogliere tale nodo una volta per tutte.
Dalle indagini era emerso che il ponte sarebbe stato costruito su un terreno instabile e che sia l’Anas che la “Bolognetta scpa”, la società che realizzò i lavori, ne fossero perfettamente a conoscenza.
Per la Procura, gli imputati avrebbero accelerato i tempi solo per poter ottenere dei premi di produttività. Le accuse vanno dalla concussione al falso fino all’attentato alla sicurezza dei trasporti.
Ma, con il processo impantanato , la prescrizione è una certezza.
Infatti, dopo 5 anni , il processo non è ancora iniziato e difficilmente potrà essere concluso.
COMPLIMENTI !!!!
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