Il “genio di Palermo“ emigra a Venezia: ennesimo colpo per la cultura palermitana

Franco Scaldati, drammaturgo, poeta, regista teatrale e anche attore, è stato una delle voci più importanti della cultura palermitana di questi anni.

Certamente tutti ricordano una delle sue opera teatrali più belle e intense : “Il pozzo dei pazzi”

Quello che il sindaco Orlando  definì  “IL GENIO DI PALERMO” ,  è morto nel 2013 lasciando un immenso archivio cartaceo che però nessuno, a Palermo ha colpevolmente voluto .

Gli eredi, dopo aver  chiesto invano  al Comune  di custodirli degnamente , hanno deciso di donarli  alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia che li custodirà realizzando, tra l’altro, un archivio digitale.

Nella pagina Facebook  il figlio Giuseppe Scaldati  scrive :

Se è vero che quando un poeta muore le città diventano più povere, oggi Palermo diventa più povera che mai.. Come ormai sapete l’intero archivio sarà trasferito alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, ed è come se una parte di me va via per la seconda volta… Sono comunque contento di questa scelta, finalmente le opere di mio padre potranno essere valorizzate, studiate, restaurate, digitalizzate e quindi fruibili a chi ne fosse interessato.

 Ma in tutto questo Palermo dov’è? Le istituzioni dove sono? Dove sono state in questi 7 anni? Solo tante parole e mai niente di concreto… Palermo Città dell’accoglienza che non ha nemmeno saputo trattenere un SUO patrimonio così importante!“.

In  questi anni solo una voce, quella di Franco Maresco, ha più volte additato le istituzioni cittadine di noncuranza in merito, non riuscendo ad ottenere né uno spazio né una possibilità concreta per custodire a Palermo le opere di Scaldati.

E IL COMUNE ?

Mentre l’assessore “alle culture” tace, il sindaco Orlando ha risposto:

Ho considerato e considero Franco Scaldati un genio di Palermo : la scelta della Fondazione Cini è prestigiosa e al rammarico si unisce il riconoscimento non soltanto palermitano di un grande genio della città“.

Alla domanda  se  l’amministrazione avrebbe dovuto fare di più per evitare che il patrimonio artistico di Scaldati lasciasse Palermo il sindaco non ha dubbi:

Dobbiamo decidere se vogliamo che i nostri girino per il mondo e siano conosciuti o se vogliamo tenerli sotto casa. Apriamoci al mondo e consentiamo di far comprendere al mondo, non soltanto ai palermitani, che Franco Scaldati era orgogliosamente palermitano, era espressione delle radici ma aveva il diritto che qualcuno gli mettesse le ali. Andare alla Fondazione Cini è un modo per mettere le ali alle nostre radici“.

Una risposta  abile ma molto discutibile. Un modo per giustificare il grave immobilismo cronico di questa “amministrazione” che non sa valorizzare  il proprio patrimonio culturale.

La verità è che, con questa scelta di non scegliere, “Palermo diventa sempre  più povera”.

P.S: Da uomo “geniale “ Franco Scaldati in una sua opera teatrale del 1977  “ Cuniesci Arrinesci “  aveva previsto tutto questo .

Solo chi lascia questa città “ mortifera” ha la speranza di realizzarsi.

Scaldati non lo fece in vita, forse riuscirà a “realizzarsi”  da morto  a Venezia.

 

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