L’AMARO COMMIATO DELL’ EX COMANDANTE GABRIELE MARCHESE
L’ex comandante Gabriele Marchese dopo anni di onorato servizio va in pensione. Prima di lasciare il suo incarico ha voluto inviare una lettera di commiato dove non ha nascosto la sua amarezza.
“In un momento in cui è in gioco la vita umana, ogni considerazione sui fatti e sulla storia che ha contrassegnato la mia presenza nell’amministrazione assume rilevanza e significato diverso, per cui alcune cose che forse andrebbero dette non è neppure opportuno dirle.
Non posso tuttavia, pur essendo stato tentato di farlo,andare in pensione senza neppure salutare e ringraziare le tante persone con le quali ho avuto, a vario titolo, a che fare in questi lunghi 40 anni.
Saluto e ringrazio per primo l’attuale sindaco, per avermi consentito, per certi versi anche suo malgrado, di svolgere una carriera all’interno dell’amministrazione che mi ha visto partire dal ruolo di semplice allievo vigile urbano a vicesegretario generale dell’ente, massimo livello al quale può giungere un dirigente amministrativo all’interno del comune di Palermo.
Ringrazio questo Sindaco anche per aver lasciato comparire, senza mai smentirla, sulla stampa cittadina, la notizia che la revoca del mio incarico a comandante, dopo appena un anno e mezzo, e la mia nomina a vice segretario, era conseguenza del fatto che io non avessi fatto il mio dovere, non contravvenzionando a sufficienza coloro che abbandonavano i sacchetti d’immondizia nel territorio della città di Palermo e, sostanzialmente così facendo, avendo contribuito alla condizione di emergenza nella gestione dei rifiuti della città, sapendo peraltro che i dati in mio possesso smentivano palesemente tale affermazione .
Lo ringrazio anche per aver voluto far passare come normale riorganizzazione dell’ente tale repentina interruzione del contratto triennale in essere. Ma lo ringrazio soprattutto per non aver tenuto nel dovuto conto, nel porre in essere tale riorganizzazione, dell’innovazione tecnologica e operativa da me introdotta, oltre che nell’intero ente, all’interno del corpo di polizia municipale, nel breve periodo di un anno e mezzo circa, a fronte dei 5 anni precedenti nei quali l’immobilismo organizzativo e tecnico aveva regnato all’interno di tale struttura.
Lo ringrazio infine per non aver, in occasione della cosiddetta riorganizzazione, tenuto in debito conto che nel breve periodo nel quale ho svolto la mia funzione di comandante della polizia municipale ho provveduto allo sgombero, dopo circa 40 anni di occupazione abusiva, dello spazio cosiddetto campo nomadi; occupazione che era di fatto stata tollerata per un così lungo periodo di tempo senza che nessuno dei soggetti (altri dirigenti dell’amministrazione e/o comandanti) precedentemente incaricati fosse riuscito nell’intento.
Ringrazio tanto e saluto anche il vicesindaco Fabio Giambrone, che esattamente all’indomani della mia rimozione da comandante della polizia municipale si è precipitato, unitamente a una troupe della TV, a farsi riprendere insieme a colui che è subentrato a me nell’incarico mentre redarguiva coloro che buttavano rifiuti in viale regione Siciliana all’altezza del punto vendita di Leroy Merlin.
E’ fin troppo facile notare che nello stesso sito, a partire dall’indomani delle riprese effettuate, la situazione non è mutata.
Ringrazio e saluto l’ex sindaco Diego Cammarata che, appena insediato già nel 2001, nell’ambito di un provvedimento della stessa natura relativa alla riorganizzazione (allora tuttavia motivata dalla sostituzione del sindaco) decise di revocarmi l’incarico di responsabile dello Sportello Unico per le Attività Produttive, esattamente all’indomani della pubblicazione su una nota testata della stampa cittadina della notizia che, Gabriele Marchese definito in quel contesto “orlandiano di ferro” non sarebbe stato spostato dal vertice dello sportello unico.
Non posso tuttavia non ringraziarlo per il grande e signorile gesto che fece alla vigilia delle sue dimissioni da sindaco della città, con il quale riconobbe e chiese scusa a me del comportamento che molto spesso aveva tenuto nei miei confronti nel corso dei 10 anni di sua sindacatura. Ricordo che in tale circostanza ebbe a dirmi che io ero un ottimo dirigente, forse uno dei migliori che aveva il comune, e che nel periodo della sua amministrazione avevo risolto tanti problemi nei servizi sgangherati ai quali ero stato preposto, che però avevo un solo problema: i miei colleghi dirigenti, nel corso dei 10 anni, non avevano fatto altro che andare da lui è lamentarsi del dottore Marchese.
A questo punto non posso che ringraziare tutti i dirigenti miei colleghi, per l’amicizia così dimostrata e per le modalità con le quali mi hanno affiancato e sostenuto nello svolgimento della mia quotidiana attività, nell’arco dell’intero periodo in cui mi sono trovato a collaborare con loro per far si che all’interno della struttura comunale ed in tutti i servizi erogati verso i cittadini prevalessero e permangano le regole e i diritti e per migliorare la qualità dei servizi resi ai cittadini, scopo prioritario dell’Amministrazione Comunale e del mio operato.
Per ultimo ringrazio l’attuale segretario generale, che anche “nell’esercizio surrogatorio delle funzioni direttoriali” ha fatto sì che in me si rinsaldasse la convinzione dell’opportunità di confermare la scelta di accedere al pensionamento, utilizzando l’istituto della cosiddetta “quota 100 “.
Saluto e ringrazio dal profondo del cuore il nuovo assessore alla innovazione dott. Petralia, al quale chiedo scusa per aver mantenuto ferma la mia decisione di andare in pensione nonostante i suoi inviti a revocare la domanda a suo tempo fatta
.
Saluto e ringrazio tutti quei dipendenti comunali e dipendenti e dirigenti della Sispi che ho incrociato nella mia carriera, che mi hanno davvero sostenuto nel mio lavoro, che mi hanno sorretto nei momenti difficili, che mi sono stati amici e sempre comunque vicini, che mi hanno aiutato quando le scelte e le decisioni erano difficili da portare avanti, lavorando sempre e comunque insieme a me.
Ringrazio loro soprattutto perché hanno veramente compreso e messo costantemente in pratica il motto di Giovanni Falcone che dovrebbe essere parte della quotidianità professionale di ciascun dipendente comunale di Palermo:
“Per combattere la mafia basterebbe che ciascuno nel proprio lavoro facesse il proprio dovere, costi quel che costi “.
E’ insieme a loro, infatti, che ho lavorato per raggiungere risultati concreti per questa città, per quello che nonostante tutto è stato possibile fare.
A tutti, infine, chiedo scusa per il mio “malo carattere” da tutti conosciuto, da molti spesso sopportato, ma spero per tutti segno inequivocabile della volontà di lasciare in ciascuno un messaggio di forza e un segnale nella direzione della propria crescita professionale.