Così rinasce un quartiere (8)

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Superata la piazzetta della Vittoria allo Spasimo proseguiamo per via Santa Teresa per svoltare poi a sinistra nel vicolo Spadaro. Qui i recuperi sono davvero numerosi.

Vicolo Spadaro:



Via Savona:

via Nicolò Gervasi:

Ritorniamo in via Santa Teresa per dirigerci in piazza Kalsa, dove troneggia la mole barocca della chiesa di S. Teresa.

Venne realizzata su progetto di Giacomo Amato tra il 1686 e il 1706 e si rifà palesemente a modelli romani. Sopra l’imponente portale un tondo retto da angeli rappresentante la Sacra Famiglia (XVII secolo). Sul prospetto sulla via Santa Teresa possiamo notare il portale laterale proveniente dalla chiesa della Madonna delle Raccomandate che sorgeva in via Maqueda ad angolo con la perduta via dello Stazzone e che venne demolita nel 1924 per l’apertura della via Torino. (la foto è vecchia, ovviamente oggi i ponteggi non ci sono più, ma non ne avevo altre, scusate)

il portale provieniente dalla chiesa della Madonna delle Raccomandate in via Maqueda:

in una vecchia foto prima dell’intervento:

Sulla estrema sinistra (oltre l’ex convento), le mura di Santa Teresa dove sono in corso interventi di recupero (da notare i ponteggi sotto l’arco).

sulla destra della chiesa possiamo notare palazzo Cannese. Quasi completamente atterrato dalle bombe è oggi stato ripristinato insieme alla sua caratteristica serie di terrazzini angolari con maioliche colorate:

Proseguiamo per la via Torremuzza che prende il nome dal palazzo del principe Lancellotto Castello e Giglio di Torremuzza, archeologo ed erudito. Venne edificato nel 1755. Il prospetto venne profondamente rimaneggiato nella seconda metà dell’Ottocento e all’interno presenta ancora nei saloni gli originali affreschi neoclassici voluti dal proprietario.

superata la via Nicolò Gervasi (che abbiamo aggirato) possiamo osservare questa bellissima stecca di edifici compresi nell’isolato tra la via Torremuzza, via dei Nassaiuoli e la piazzetta della Pietà:

sul lato mare della strada incontiamo questo piccolo edificio recuperato seguito da questo altro piccolissimo cantiere nel Cortile del Noviziato

Subito dopo ecco il restaurato complesso del Noviziato dei Crociferi con la chiesa di San Mattia. L’inizio della realizzazione delle fabbriche risale al 1637, per volere della principessa di Roccafiorita che nelle intenzioni la voleva come proprio mausoleo. A partire dal 1686 subentra nella direzione del cantiere Giacomo Amato, che aggiunge alla chiesa a pianta centrica in fase di realizzazione la severa facciata (completamente differente dalle altre due realizzazioni dell’Amato sulla stessa strada, S. Teresa e S. Maria della Pietà) e la casa coventuale, questa presenta una facciata modulare, il complesso avrebbe quindi potuto essere ingrandito in qualsiasi momento, senza comunque sembrare incompleto. Interessantissimo e bizzarro lo scalone elicoidale che congiunge tra loro i piani. Un lanternino conclude in alto la grande cupola ellittica.

Le manomissioni e gli usi impropri (tra gli altri deposito di sacchi di plastica per la spazzatura) hanno portato il complesso ad uno stato di fortissimo degrado, a cui si è posto fine con i recentissimi restauri. Oggi è sede dell’Assessorato Comunale al centro storico.

La via Torremuzza con sullo sfondo la chiesa di S. Teresa

l’ultimo restauro in via Torremuzza è quello della dimora che fu del duca d’Angiò principe di Petrulla, con il bel prospetto settecentesco ornato da stucchi rococò e dal grosso stemma sopra il portale.

Purtroppo però a parte il prospetto principale e il cortile interno nient’altro è stato recuperato. I restanti prospetti infatti (compreso quello con le belle terrazze sul Foro Italico) non sono stati recuperati, probabilmente perchè sono finiti i fondi. Speriamo in un secondo momento.

Ieri:

oggi:

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20 Thoughts to “Così rinasce un quartiere (8)”

  1. tasman sea

    ottimo report.
    a palazzo petrulla c’è ancora il teatino “ditirammu”?

  2. Maq, solito reportage che farebbe invidia anche all’assessorato al Centro storico.

    S.Teresa, se curassero di più la piazza, sarebbe uno splendore autentico.

  3. Real

    @ tasman : come vedi il teatrino esiste ancora.
    DALLA SCATOLA SONO USCITE DUE BOLLE
    di e con Giacco Pojero e Nino Vetri
    Cosa Teatro
    Rassegna Ferakalsa
    Quando 9 dicembre 2010 Ore 21,15
    Dove Teatro Ditirammu / Via Torremuzza, n°6 – Palermo
    Prezzo € 8/5

  4. tasman sea

    @ real
    grazie.

  5. alext.91

    che bellezza! provate ad immaginarvi tutto il centro storico così! bellissimo….peccato che ci siano tutte queste macchine che rovinano il tutto!

  6. MAQVEDA

    @Portacarbone, hai proprio ragione, piazza Kalsa così com’è ora è proprio orribile. Non so per voi, ma per me le aiuole geometriche con i cespugli potati anch’essi geometricamente ai bordi sono quanto di più triste e scontato si possa realizzare, da ultima spiaggia.
    Fosse per me rivoluzionerei il tutto, allargando di fatto la piazza pedonale sino a Porta dei Greci (incluso il passo carraio di fatto già isola pedonale) eliminando la sede stradale che dalla via Cervello conduce a sotto la porta stessa, con aiuole dalle forme morbide, rotondeggianti e irregolari, prive di bordatura rialzata, magari con una grande fontana al centro (sarebbe sbagliato l’inserimento in una piazza storica?), con un nuovo lastricato magari tipo piazza politeama, e magari come viene fatto anche all’estero, giocare con materiali di varia consistenza e colore per creare disegni e forme particolari sulla pavimentazione. Tempo fa (erano presenti anche i ragazzi di Mobilita) allo Steri si tenne un convegno molto interessante, dove appunto venne mostrato il modo di trattare le pavimentazioni all’estero. Il professore paragonò l’utilizzo dell’asfalto in Francia a quello che in Italia faremmo del velluto (figuratevi).
    Per finire, al prato del Foro Italico, intorno l’area dedicata ai cani ci sono dei cespugli potati in varie forme, potrebbe prendersi lo spunto da lì. Eviterei piantumazioni ingombranti (magari solo qualche palma alta) per evitare di nascondere la chiesa e i palazzi intorno.

  7. fabdel

    “complimenti” vivissimi al senso del decoro di questa famigliola http://i54.tinypic.com/5bod9j.jpg è mai possibile che non esistano regolamenti che vietino simili sconcerie (per di più in palazzi di alta valenza storica)?

  8. fabdel

    immaginatevi se anche gli altri facessero la stessa cosa nelle restanti finestre. piu che un palazzo storico sembrerebbe un posto di accampati

  9. fabdel

    ovviamente mi riferivo non solo alla finestra ma anche al balcone (il bandone bianco e blu, no comment)

  10. tasman sea

    fabdel
    in altre occasioni sono stato d’accordo
    ma stavolta proprio no. non ce ne frega niente di avere il centro storico tutto tirato a lucido che non si muove una mosca. per me palermo come napoli sono uniche per quell’aria “popolare” che le contraddistingue. contrasti bellissimi, come questo della foto, sono il frutto di una stratificazione e di una capacità di reinventarsi della gente, e della città stessa-
    ben vengano le case popolari nel centro storico, i palazzi nobiliari restaurati e non lasciati vuoti, ma abitati da gente vera. non messi in mano agli speculatori e al cartello degli affittuari.
    vorrei che tu mi risopondessi.

  11. fabdel

    ma cosa vuol dire scusa, la gente vera deve ineluttabilmente portare degrado? avere comportamenti appropriati è così difficile? hai visto mai situazioni simili in città d’arte come venezia e firenze (ma anche a praga, vienna, etc)?

  12. tasman sea

    grazie per la risposta. continuiamo a discutere, perché non sono d’accordo col paragonare palermo a praga o a venezia. la bellezza di quelle città si basa su altre cose, che noi non abbiamo. città del nord, avvolte dalla nebbia, spettrali, o romantiche. palermo deve il suo fascino proprio al clima, alla gente affacciata ai balconi, alle tende, ai panni stesi e a quel misto di mediorientale ed europeo che altrove, se mai c’è stato, s’è perso.
    noi siamo mediterranei, c’entriamo più con tunisi che con i posti che dici tu.
    e vatti a fare un giro a tunisi o a damasco.

  13. tasman sea

    ti prego quindi di rispondermi. è un’ottimo spunto di riflessione.

  14. @tasman sea

    ti posso dire la mia a riguardo. E’ vero che Palermo deve parte del suo fascino anche al folklore locale, ma non sono completamente d’accordo che questo folklore si possa manifestare sulle facciate di palazzi storici. Tra l’altro credo che un regolamento a riguardo esista già. Per esempio, è vietato montare la ventola del condizionatore all’esterno della facciata…lo si può fare solo nella facciata che non da sulla strada. I palazzi storici devono mantenere un certo decoro. Una mia amica amica di Roma dice che a Napoli e Palermo è rimasta scioccata da tutti questi panni stesi fuori. Il centro storico deve mantenere una certa dignità dell’immagine. Se il turista cerca folklore, basta che attraversi il mercato Ballarò o la Vucciria, o gli infiniti vicoli e vicoletti per trovarne in abbondanza.

  15. e aggiungo anche che per evitare comportamenti del genere, basta multare il condominio anche una sola volta per far passare il vizio. Non è che ci voglia chissà quale fatica immane…è che il comune se ne frega

  16. MAQVEDA

    @blackmorpheus, sono daccordissimo con te. Vada per i mercati storici e i rioni più popolareschi, ma per quanto riguarda i palazzi di valenza storica e artistica (anche presenti nei mercati) certe regole dovrebbero essere rispettate, infatti quella tendina da fastidio anche a me. Se invece mi si parla di un palazzetto infilato in un qualsiasi vicolo posso anche trovare la cosa molto caratteristica, così come i panni stesi, che spesso sono la definizione perfetta di uno scorcio storico.

  17. tasman sea

    @bleckmorpheus, maqueda

    non si può paragonare la bruttura di un ventilatore al pittoresco e caratteristico dei panni stesi. danno colore, interrompono la leziosità di certi restauri fatti male. alcuni di noi si sono lamentati per delle facciate non proprio ortodosse al posto dei ruderi.
    ma se in quelle facciate fanno la loro comparsa dei panni stesi o dei vasi, delle tende, perché gridare allo scandalo?
    spero che non facciano rispettare mai questa legge. per me la multa va fatta a cammarata per avere fottuto questa città-

  18. tasman sea

    scusate, è la mia opinione.
    per uscire dal tunnel dobbiamo solo prendere coscienza di chi siamo, noi palermitani. e il nostro passato, le nostre usanze (compresa questa dei panni stesi) parlano di una città che h sempre mischiato il nobile col popolare.
    questa mi sembra la caratteristica più bella di palermo. vederla raffigurata in un contrastom come quello da voi deprecato mi riempie di piacere.

  19. MAQVEDA

    Punti di vista (a parte che per le piante non ci dovrebbero essere proprio problemi, ci macherebbe), preferisco un palazzo Torremuzza, come da foto, decoroso e nobile nel suo restauro, contrastante con le popolaresche trattorie del pesce che stanno proprio davanti, ma la tendina (non tanto i panni stesi, quelli mi piacciono in certi contesti) proprio no.

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