IL RECUPERO DEL FIUME ORETO , PER ORA SOLO CHIACCHERE.
Pochi giorni fa , alla presenza dell’assessore regionale Toto Cordaro , si è svolta l’ennesima “audizione” per discutere di cosa fare del fiume Oreto,.
La seduta, tenutasi alla commissione Ambiente dell’Ars , ha visto la partecipazione , oltre che di politici e di amministratori dei comuni interessati, delle varie associazioni che da anni si battono per il recupero del Fiume Oreto che ,se valorizzato, potrebbe diventare una risorsa e un volano economico per Palermo,
In questa occasione è’ stato annunciato ,dalla deputata regionale Marianna Caronia, la presentazione di un disegno di legge ( DDL) per l’istituzione di un “parco locale intercomunale attorno al corso dell’Oreto”, in parole povere del Parco dell’Oreto.
Tale disegno di legge dovrebbe raccogliere le varie proposte avanzate negli anni dai diversi comitati civici che si sono interessati al problema.
Certamente è un atto importante ma……..
Infatti la stessa on. Caronia ha ammesso che è soltanto un primo passo che non può restare isolato, cioè siamo solo all’inizio..
L’approvazione di tale DDL, se e quando sarà approvato, dovrebbe diventare “uno strumento operativo che permetta di realizzare attività e progetti per attrarre i fondi comunitari destinati alle aree protette” .
In altre parole, se l’Europa non ci finanzia l’opera, niente Parco dell’Oreto.
Le associazioni e il comitato Salviamo l’Oreto che hanno partecipato alla riunione, pur esprimendo soddisfazione per il vertice non hanno nascosto le loro preoccupazioni
“Noi in questi mesi abbiamo lavorato, siamo arrivati a studiare delle soluzioni, non vorremmo che ci fosse un rallentamento – dice Salvo Bucchieri di Salviamo l’Oreto – Che l’Ars abbia posto la questione è certamente un passo avanti. L’importante è non bloccare tutto”.
Il timore è che la mancanza di fondi possa bloccare tutto,
Una soluzione potrebbe essere quella di piccoli interventi da finanziare di volta in volta. “I nostri esperti hanno proposto tecniche di ingegneria naturalistica per cui si creano delle anse lavorando sul cemento del letto del fiume – dice Bucchieri -, in modo che l’Oreto si espanda, mettendo la vegetazione giusta e aumentando così la capacità autodepurativa”.
“La costituzione del parco – riassume Bucchieri – è una delle nostre richieste, ma che deve andare in parallelo alla riqualificazione del fiume. Non vorremmo che si arenasse il tutto in attesa dei finanziamenti per la costituzione del parco che si attende da dieci anni”.
In parole povere, basterebbe non versare liquami e acque nere, pulirlo regolarmente e mettere la vegetazione giusta e il fiume , che ha la grande capacità di autodepurarsi, diventerebbe fruibile, cioè ci vorrebbe la volontà politica per recuperarlo..
P.S. Effettivamente tali preoccupazioni non sono infondate. Nonostante le varie riunioni il problema di fondo non è solo la mancanza di fondi.
Infatti la politica, nonostante le parole, non sembra particolarmente interessata.
Lo conferma l’intervento di Paolo Caracausi presidente della Terza commissione del consiglio comunale di Palermo:” Faccio un nuovo appello a tutti i cittadini affinché contribuiscano a far sì che il fiume arrivi al primo posto nella classifica del luoghi del cuore del FAI, il che potrebbe essere un ulteriore incentivo verso la riqualificazione”.
In altre parole. il recupero del Fiume Oreto non è ancora “ una priorità” per i nostri amministratori perciò c’è ancora bisogno che la politica sia “ulteriormente incentivata”.
COMPLIMENTI!!!
ok l’autodepurazione e la nuova vegetazione, ma il problema della fruibilità riguarda anche percorsi a piedi, accessi dalla città, fruibilità, abusi edilizi e fognature.
non mi sembra che ci si possa accontentare di piccole cose. serve un piano complessivo che intercetti anche le problematiche della costa sud e dei rapporti fra palermo e il suo entroterra, le sue montagne, i suoi boschi. il fiume deve diventare il collegamento naturale fra la conca d’oro e il mare. palermo deve risorgere dall’acqua, e quindi dal mare e dai fiumi.
nel nord europa i fiumi sono molto più grandi. se ci fate caso, i lungofiumi sono le strade più ambite.