“ Palermo Today” ha cominciato a pubblicare le interviste ai vari candidati sindaci di Palermo. Il primo ad essere intervistato è stato Ciro Lomonte, presentato come “il sindaco indipendentista”.
Il suo slogan è “Palermitani svegliatevi, cambiamo insieme la storia”. Ciro Lomonte, architetto-indipendentista, propone una “cura radicale” per risolvere i problemi di Palermo ed è pronto a “ridisegnare la città”.
“Nel 2012 ho votato il Professore Orlando , come sindaco, e il Movimento Cinque Stelle al Consiglio comunale. Entrambi sono stati una delusione cocente, soprattutto i grillini” . “Ammiro molto Leoluca Orlando, lo seguo sin da quando ero studente universitario. Conosce Palermo come pochi, ma affronta i problemi in modo ideologico e strumentale. Questa sua amministrazione è stata deludente: ho visto un Orlando spento rispetto a quello che conoscevo e una Giunta, nel suo complesso, arrogante. Si sono fatti tanti provvedimenti di facciata, ma privi di sostanza”. Per esempio “Il centro storico è stato salvato nella sua forma ma non si è tenuto conto della vita dei cittadini, tant’è che sono esplose le contraddizioni della movida.” “ Noi Siciliani Liberi puntiamo ad un recupero del centro storico legato al rilancio delle attività commerciali e artigianali tradizionali “.
“La Ztl? Solo una tassa. La città va ridisegnata. I soldi pubblici non mancano: cominciamo dalle periferie, per poi passare alle zone residenziali e al centro storico. Dobbiamo trasformare i quartieri in piccole città, dove tutti i servizi siano raggiungibili a piedi nell’arco di 10 minuti”. Inoltre: “Come si fa a dire ai palermitani di rinunciare all’auto privata se l’Amat ha meno di 200 bus? Ne servirebbero almeno 600. Il tram oggi serve l’1% della popolazione. Eccetto la linea 1, i convogli delle altre linee viaggiano vuoti”. “Sui rifiuti bisogna estendere il ‘porta a porta’ in tutti i quartieri e favorire l’aumento della raccolta differenziata concedendo ai cittadini sgravi o incentivi”.”Qualcuno ha fatto dell’ironia quando ho dichiarato che i nostri condomini sono a rischio crolli. Finora siamo stati fortunati, ma serve una seria opera di prevenzione. Se non s’interviene sull’edilizia e sull’urbanistica non si riuscirà a risolvere nemmeno il problema della mobilità. La città va ridisegnata”.
La seconda candidata sindaco intervistata da “Palermo Today” è stata Nadia Spallitta. Il suo slogan è ‘cambiamo genere di politica’:
Dopo due mandati consecutivi a Sala delle Lapidi ha deciso di fare il grande salto.
I suoi detrattori l’hanno definita la “signora del no” in Consiglio, un’etichetta che lei rifiuta perché – afferma – “ho sempre fatto un’opposizione costruttiva”.
Vicepresidente uscente dell’assise cittadina, eletta da indipendente con Idv, non ha resistito molto nella maggioranza: a consiliatura in corso ha infatti abbandonato gli orlandiani diventando una spina nel fianco dell’amministrazione comunale. E’ stata una delle promotrici del ricorso al TAR contro la ZTL.
Si candida perché :” Credo che sia arrivato il momento di tentare con coraggio un cambiamento radicale della città rispetto ai sistemi di potere che l’hanno amministrata negli ultimi 40 anni”.
”Sono delusa dopo questi cinque anni: mi aspettavo un rilancio socio-economico, che nei fatti non c’è stato. Palermo è una delle ultime città d’Italia per qualità della vita e dei servizi: a dirlo non sono io, ma le statistiche. Tuttavia ho condiviso parte del percorso dell’amministrazione Orlando. Le pedonalizzazioni ad esempio sono state una cosa buona, anche se andavano accompagnate da più servizi. La designazione di Palermo a capitale italiana della cultura ci consegna un’immagine positiva all’esterno. Siamo capitale dei giovani, anche se ciò potrebbe apparire come una contraddizione alla luce dei dati sull’emigrazione giovanile”.” Questa Giunta ha collezionato vari flop: le questioni urbanistiche sono rimaste irrisolte e le periferie sono state marginali nelle scelte dell’amministrazione uscente. Non possiamo pensare che la città si possa limitare al centro”.
“In Aula, al di là dei ruoli dichiarati, succedono cose diverse. Strane. Non ho condiviso le scelte urbanistiche, alcune delle quali in prosecuzione di quanto tracciato dall’amministrazione Cammarata. E’ il caso dei Pruust, che sono stati delle vere e proprie varianti urbanistiche sotto mentite spoglie.
In generale, la Giunta Orlando non ha attuato in Consiglio il programma per cui è stata eletta. Per questo mi sono dissociata, ma sempre in modo costruttivo. Non ho mai fatto un’opposizione demolitoria”.
A proposito della sua battaglia contro la ZTL , Nadia Spallitta dichiara “”Partiamo da presupposto che la Ztl è un buon istituto e serve per contenere l’inquinamento laddove necessario. Sono inoltre del parere che debba essere un provvedimento partecipato, così non è stato. Dico di più: la decisione sulla Ztl non la doveva prendere il sindaco, ma il Consiglio sulla scorta di uno studio fatto da esperti. Così com’è si tratta solo di un provvedimento per fare cassa. La stessa amministrazione ha parlato di tassa occulta. Io quindi la eliminerei, ma un minuto dopo farei un aggiornamento del Piano urbano del traffico per calibrare la Ztl sulle reali necessità della città, contemperando le esigenze di tutte le categorie. Resto convinta che questa Ztl abbia contribuito al depauperamento del centro storico”. “Il problema vero è che mancano i servizi: non c’è un piano parcheggi serio e non ci sono autobus a sufficienza. Oggi l’Amat manda in strada 180 vetture, ne servirebbero almeno 700. Si sono sguarnite le periferie. La mobilità dei cittadini non viene garantita. La Ztl è diventata un provvedimento punitivo, proprio perché i cittadini non hanno la certezza di un buon servizio pubblico”.
“Sono convinta che la tutela della salute e delle nostre bellezze passi attraverso l’aumento delle aree verdi – ricordo che in Consiglio giace la mia proposta su villa Turrisi – e degli orti urbani. Nel mio programma è prevista la figura del ‘nonno agricoltore’, per fare in modo che certi saperi vengano trasmessi ai giovani. La cura e il rispetto dell’ambiente è fondamentale in una città dove le costruzioni hanno sforato l’indice massimo di consumo del suolo”.
“La candidatura di una donna può rappresentare un rottura culturale e democratica. Eccetto una breve parentesi di Elda Pucci, Palermo non ha avuto un sindaco donna”.“