Il 20 febbraio 2014 , un piccolo trafiletto del Giornale di Sicilia riportava la seguente notizia Palermo, sequestrato palazzo Geraci: commercianti sgomberati”
“Su disposizione dell’autorità giudiziaria i vigili urbani stamani hanno sequestrato a Palermo Palazzo Geraci di Ventimiglia perche è fatiscente e considerato a rischio crollo, sgomberando anche i negozi che si trovano nel piano stradale, in corso Vittorio Emanuele. I commercianti, senza alcun preavviso sono stati costretti ad abbandonare i locali, con la merce rimasta chiusa nei negozi”.
Il Palazzo Geraci di Ventimiglia non è un semplice palazzo pericolante, ma era la lussuosa dimora di una della famiglie più importanti e potenti della Sicilia, una di quelle famiglie che hanno fatto la storia della Sicilia. i Ventimiglia presero il nome dalla città ligure di Ventimiglia , ma nella realtà provenivano da Albenga, in cui deteneva la contea del Maro . Da qui, la denominazione di Ventimiglia del Maro. I Ventimiglia del Maro, arrivarono in Sicilia intorno al XIII secolo e in seguito si divisero in due rami principali:
a) quello dei conti-marchesi di Geraci ,principi di Castelbuono, poi principi del Sacro Romano Impero, di Belmonte, Grammonte, Scaletta, Belmontino, Valdina, Villadorata, Ventimiglia di Sicilia, Sant’Anna e Buonriposo.
b) e quello dei Conti del Bosco Ventimiglia, conti di Alcamo e Vicari, duchi di Misilmeri, baroni diPrizzi e Siculiana, cavalieri del Toson d’Oro, nonché principi di Cattolica.
Come potete capire era una delle famiglie più potenti di Sicilia, una di quelle famiglie che sono entrate nella storia della nostra isola. Per esempio, Francesco II Ventimiglia, vicario generale del regno di Sicilia, nel 1350 guidò un tentativo di rivolta contro i Chiaromonte, loro antichi nemici e allora i padroni di Palermo, ma il golpe fallì e i Ventimiglia si dovettero mettere in salvo. Nel 1353, mutato il quadro politico siciliano, Francesco venne reintegrato formalmente nella carica di camerario del regno, già appannaggio del padre. Francesco II fu inoltre nominato capitano e giustiziere a vita di Palermo e castellano della reggia normanna e del Castello a Mare, cioè in sostanza signore “perpetuo” della città, nonché capitano di Trapani e Salemi.
Ma torniamo a parlare del loro Palazzo del Cassaro. Dove sorge l’attuale palazzo c’era una casa cinquecentesca appartenente alla famiglia Lanza . Tale casa fu acquistata e ristrutturata ,in forme barocche, attorno al 1626 da don Pietro Balsamo principe di Roccafiorita, che inglobo la quattrocentesca chiesa di S. Biagio, che il principe provvide a ricostruire nella via ancora oggi chiamata di S. Biagio. Tale Chiesa non è più esistente
Alla fine del XVII secolo la proprietà del palazzo passò ai Ventimiglia di Geraci. Nell’ultimo ventennio del XVIII secolo, il palazzo per decisione di Giovanni Luigi Ventimiglia e Spinola, marchese di Geraci subì una profonda ristrutturazione e ampliamento. I lavori furono eseguiti dal famoso architetto Venanzio Marvuglia. Il palazzo aveva un’impianto straordinariamente vasto, con un lungo fronte sul Cassaro e lateralmente si estendeva lungo via San Biagio e via Montevergini, fino all’omonima piazzetta. Grazie al grande talento del Marvuglia, il palazzo divenne una delle più belle e prestigiose dimore signorili di Palermo. Possedeva all’interno dei meravigliosi giardini pensili con statue scolpite dal Ignazio Marabitti ed eleganti fontane. Al di sopra del palazzo le suore dell’antico monastero di Montevergini (non più esistente), con il permesso del principe realizzarono la loro loggia o “belvedere” sul Cassaro. Il palazzo nel 1860, con la morte dell’ultimo erede maschio del casato, don Giovanni Ventimiglia iniziò il suo lento declino e fu frazionato in più unità abitative. Successivamente parte del palazzo divenne proprietà del barone Francesco Cammarata che vi apportò notevoli trasformazioni. Fu sede in quegli anni di un circolo esclusivo “la Società del Nuovo Casino”. Nonostante il nome un po’ ambiguo, era un ritrovo della più alta società palermitana, con luoghi di lettura e sale da biliardo e da ballo. Durante il fascismo il palazzo fu ulteriormente frazionato e il piano terra fu adibito ad attività commerciali. Ma il colpo di grazia arrivo nel 1943 quando un’incursione aerea che aveva come bersaglio la vicina sede della Federazione del Fascio (Palazzo Riso), lo centrò in pieno sventrandolo letteralmente e riducendolo in un ammasso di macerie. Oggi il palazzo, un tempo orgogliosa dimora di una delle più potenti famiglie di Sicilia, è abbandonato all’incuria e destinato a crollare. Purtroppo Palazzo Ventimiglia Geraci ha seguito la sorte di tanti altri palazzi del centro storico. Francamente non sappiamo di chi sia la colpa , probabilmente il palazzo appartiene a privati poco sensibili alla storia e alla salvaguardia dei monumenti cittadini, però la nostra amministrazione comunale non ci sembra particolarmente impegnata a salvare questo pezzo della storia siciliana