Partiamo dai luoghi fisici quindi.
A San Donato Milanese, comune alla periferia di Milano, servito dalla linea gialla della metro del capoluogo, proprio all’uscita delle scale del capolinea abbiamo scoperto LA STAZIONE DELLE BICICLETTE, un’interessante realtà sull’uso della bici, ma non vi diciamo nulla perché vi invitiamo a visionare i 2 video che contengono un intervista.
httpv://www.youtube.com/watch?v=xNC5FPJ7VaA
httpv://www.youtube.com/watch?v=16Pq26k6qkU
Questo è il bike sharing, condivisione della bici tra più utenti nella stessa giornata.
Il sistema di bike sharing per la diffusione dell’uso della bici nelle città è diventato negli ultimi anni sempre più diffuso dalle piccole cittadine alle grandi metropoli sia europee che italiane.
Abbiamo effettuato uno studio un po approfondito per conoscere lo stato di questo servizio ad oggi e nella rete abbiamo trovato utili siti per comprendere il fenomeno e i vantaggi del bike sharing.
Di seguito si riportano dei link interessanti per comprendere dettagliatamente il mondo del bike sharing sotto diversi aspetti (popolarità, tecnologia, prezzi, analisi costi-benefici, strutture ricovero bici, ecc.).
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http://www.obisproject.com/palio/html.run?_Instance=obis
Europa e bike sharing: la situazione nelle città europee
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http://www.obisproject.com/palio/html.wmedia?_Instance=obis&_Connector=data&_ID=67&_CheckSum=2144834729
Analisi comparativa sul bike sharing nelle città italiane (in inglese ma facile, scritto da italiani)
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http://nuovamobilita.blogspot.com/2010/03/il-bike-sharing-in-italia-unistantanea.html
Bike sharing in Italia: i dati del 2010
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http://www.euromobility.org/CCBS/2009_MobilityTech/Interventi/Lorenzo_Bertuccio.pdf
Indagine conoscitiva sul bike sharing in Italia
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http://www.02blog.it/post/5725/ibikemi-liphone-per-il-bike-sharing-di-milano
Iphone e bike sharing: i bike me, applicazione iphone per scoprire la stazione più vicina di bike sharing
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http://www.comune.modena.it/depositobici/index.htm
Depositi protetti per bici: Modena
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http://www.bicimia.it/
“bicimia” sito su sistema di bike sharing diffuso in Italia
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http://www.bicincitta.com/
“bicincittà” sito su sistema di bike sharing diffuso in Italia
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http://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=15686
Medie città: Lecce bike sharing, 255.300 euro per realizzare 7 stazioni, colonnine, 70 biciclette + tessera elettronica
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http://www.outdoorblog.it/post/2650/il-bike-sharing-conquista-mezza-italia-asti-pronta-al-raddoppio
Asti raddoppia il suo bike sharing
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http://www.obisproject.com/palio/html.run?_Instance=obis&_PageID=200&_LngID=21&_CatID=1241&_countryCode=&_NewsID=36&_Index=2&pic=9&_CheckSum=-105140260
Gratis: “c’entro in bici” servizio di bike sharing del Comune di Senigallia che permette di utilizzare gratuitamente 68 biciclette comunali posizionate in 13 diversi punti
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http://www.bikemi.com/home/home.php?TU5fTE9DQUxJWkFDSU9ORVM%3D&MQ%3D%3D&aXQ%3D
La Capitale italiana del bike sharing: “bike me” a Milano, 1 milione di prelievi
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http://www.comune.bolzano.it/context.jsp?ID_LINK=1199&area=19&page=2
Medie città: noleggio bici nella città di Bolzano, 1 euro per le prime 6 ore!
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http://www.riminiambiente.it/aria/qualita/-attivita_servizi/pagina19.html
Piccole città: “Rimini in bici” bike sharing system
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http://www.roma-n-bike.com/
Grandi città: Roma bike sharing system
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http://www.ruotaliberabari.it/bike-sharing-terlizzi
Piccole città: Terlizzi bike sharing system
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http://bike-sharing.blogspot.com/2010/04/bike-sharing-cost-benefit-analysis.html
un analisi costi-benefici del bike sharing effettuato dall’amministrazione metropolitana di Washington dal quale si evince un bilancio positivo
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http://www.bixisystem.com/bixi_system/make_bike_easy
un sistema per la facile installazione di colonnine per bici (USA) e un video dimostrativo
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http://bike-sharing.blogspot.com/2010/03/tehrans-bike-house-shines-green.html
il comune di Teheran ha il bike sharing, 2 dollari all’anno e 6000 abbonati
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http://fremo.in/Default.aspx
pure Mumbai, India, ha il suo bike sharing
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Aveva ragione Piergiorgio Petruzzelli della Stazione delle Biciclette di San Donato Milanese, alla fine dell’intervista, non c’è bisogno di inventare nulla, ci sono tantissime esperienze ormai realizzate in diverse città, basta solo sceglierne una, e partire !!!
Ci auguriamo che il bike sharing affrontato con questo approccio “a 360°” possa essere di stimolo per i cittadini palermitani sempre più propensi all’uso della bici in città, per operatori privati interessati all’avvio e gestione del servizio, e anche per gli operatori delle società di Trasporto Pubblico e per i rappresentanti delle pubbliche amministrazioni comunali, provinciali e regionali affinché questo sistema possa essere realizzato a breve anche nelle nostre città siciliane.
Insieme alle diverse Greenways siciliane che saranno a breve realizzate (in quanto già ammesse a finanziamento dal PO FESR 2007-2013), l’avvio di sistemi di bike sharing nelle città piccole e grandi della Sicilia (soprattutto quelle turistiche) contribuirebbe a potenziare notevolmente la cultura dell’uso della bici, caratterizzando la nostra isola come territorio “compatibile” con l’uso di uno dei mezzi di trasporto più antichi e sostenibili mai esistiti.
Palermo per caratteristiche è una città che dovrebbe incentivare la mobilità ciclabile in tutti i modi. Se ci fosse la volontà politica si attuerebbero soluzioni di questo tipo ovunque, togliendo spazio alle auto per creare spazi ciclo pedonali che possano costituire una vera alternativa. Tra l’altro è dimostrato che si perde molto più tempo in macchina che usando la bici! Potremmo diventare la Copenhagen del sud! Questa città ha tante di quelle potenzialità che nessuno vuole sfruttare…
magari, magari! ma con l’amministrazione che ci troviamo al momento la città è troppo impegnata a risolvere i casini che questo incompetente di sindaco ha creato. prima comunque bisogna progettare zone a traffico limitato e una seria manutenzione delle piste ciclabili (con la creazione di nuovi percorsi), senza queste cose il bike sharing sarebbe un insuccesso annunciato
Ho usato questo servizio in due città, a Modena e a Benevento.
Devo dire che a Modena è davvero comodo, perchè la città è stata pensata e si è sviluppata pensando alle bici. Ci sono piste ciclabili anche per andare al cesso! (x intenderci)
Inoltre, non vorrei dire stupidaggini perchè è stato alle fine degli anni 90.
Però mi sembra di ricordare che a Modena nemmeno si pagasse il servizio. Bastava l’iscrizione! TUTTO UN ALTRO MONDO.
Per fortuna anche a Palermo le mentalità stanno cambiando.. ma consentitemi di dire che io la vedo ancora MOLTO dura!
finalmente!!!! io ho pensato già da tempo ad una sorta di “rete ciclabile” che, assieme al bike-sharing, rivoluzionerebbe la mobilità sostenibile della città. ho disegnato mappe e percorsi, mando qualcosa agli amministratori
L’estate scorsa sono stato a Siviglia e… sono rimasto sconvolto. 😐 I parcheggi per il bike sharing sono OVUNQUE!!! Enormi e sempre semivuoti (SEMI… qualche bici c’é sempre – VUOTI… la gente le usa). Il tutto condito dalla creazione di un mucchio di piste ciclabili.
Quanto a Palermo… a me farebbe sommamente piacere che si diffondesse il bike-sharing, ma… non prendetemi per disfattista, la colpa di questo mio dire è la mentalità palermitana. Non credete che le biciclette verrebbero trafugate nottetempo e rivendute dopo poco in via Divisi?
Dico questo per esperienze vissute. Il palermitano è capacissimo di far cascare le braccia a terra a qualsiasi persona civile!
@bloodflower
esistono dei veri e propri garage delle biciclette, dove vengono custodite con sicurezza senza che nessuno te le possa rubare. E’ solo questione di voler investire su un progetto, è sempre più economico di qualsiasi parcheggio sotterraneo o qualsiasi tangenziale.
Comunque l’intervista è illuminante, e ti fa capire come con poco si possano trovare soluzioni davvero efficaci. Avvalerci delle migliori esperienze europee e italiane è sicuramente la strada da seguire
le bici del BS sono tutte facilmente riconoscibili…rubarle è inutile perche sarebbero invendibili!!!!
Ottimo post! In effetti per diffondere l’uso della bici l’unica arma di persuasione che abbiamo è quella di argomentare (con la precisione e la ricchezza di informazioni di questo articolo) le buone pratiche sparse in giro per l’Europa.
Al contempo, io sono convinto che chi la bici l’ha già scelta come mezzo di mobilità consapevole debba fare lo sforrzo di moltiplicare le occasioni di racconto, mostrando tutti i benefici che si hanno nell’usare le due ruote (e i pedali) in una città NATA per questo. Da tempo il nostro blog affronta l’argomento della mobilità sostenibile su vari campi di attenzione, non ultimo quello del racconto, personale, di chi è diventato collezionista di chilometri. Per chi volesse fare un salto: http://www.parliamodicitta.org/p/diario-di-un-ciclista-urbano.html
Bisognerebbe andare a fare un paio di foto alle bici abbandonate lungo viale delle Scienze, zona edificio 19. Quelle stesse bici che avrebbero dovuto rivoluzionare la viabilità cittadina, grazie al bike sharing e che invece marciscono alle intemperie. Segno ineluttabile dello sperpero di denaro e della accidia di un’amministrazione che non è capace neppure di assicurare i servizi di base perché una città possa essere definita europea.
Potenzialità che zio Diego non ha idea di come sfruttare, basti vedere cosa ha combinato con la gestione dei fondi delle ex-municipalizzate. Noi siamo in un bel casino per ora. Che figura ci facciamo di fronte alle altre grandi, medie e piccole città?
C’è da dire anche che non se ne fa una buona campagna pubblicitaria.
Realizzano le piste ciclabili e solo 1 ciclista su 10 (che poi è una statistica puramente d’ottimismo) sa che esistono.
@Metropolitano
secondo me è questione di creare una RETE di piste ciclabili. Una pista ciclabile lungo mare ti va bene per un giretto domenicale. Qui invece bisogna lavorare per costruire una vera e propria rete di piste ciclabili che copra tutte le arterie più importanti della città, così da permettere al ciclista di utilizzare la bici come mezzo di trasporto alternativo, e non solo per uso “sportivo”. Dobbiamo far dire alla gente “ma in effetti mi conviene muovermi in bici!”. Al momento questa possibilità non c’è, perché mancano le piste. E’ solo questione di fare un buon lavoro sotto questo aspetto, e sono convinto che moltissimi palermitani col tempo potrebbero convincersi dell’idea che sia più conveniente e salutare utilizzare la bici. Se non lo capiranno peggio per loro! Ci sarà comunque gente che ne trarrà vantaggio. L’importante è fare un primo passo, e mostrare un impegno politico SERIO in tal direzione.
@Marcello Marinisi: io consiglierei di non usare l’esempio del servizio di bike sharing di viale delle scienze come rappresentativo. I limiti di quella esperienza erano sotto gli occhi di tutti, non fosse altro per il problema di dover andare a restituire la bici, una volta usata, di nuovo in viale delle scienze. Mancava cioè uno degli elementi base che invece rendono comodo il bike sharing ovvero la possibilità di spostarsi da un punto all’altro della città e di parcheggiare la bici utilizzando la rete di parcheggi del servizio.
Sarebbe fantastico se il BS si diffondesse nella nostra città.Del resto Palermo possiede tutte le caratteristiche per l’utilizzo della bici in quanto è una città pianeggiante e possiede un centro storico suggestivo.
ma anche a me ciò che mi lascia perplesso è la mentalità e la formamentis dei nostri concittadini.
esempio:ad un mio caro amico,che ritengo una persona intelligente,ho domandato cosa ne pensa di chi usa la bici..risposta:”sono pinnoloni”(scusate),però ha apprezzato l’uso della bici quando è stato a copenhagen..
esempio2:una collega mi ha raccontato che in un test a scuola il figlio ha risposto che non si recherebbe mai a scuola in bici perche verrebbe preso in giro..e tra l’altro è stata la risposta di quasi tutti i compagni.
questo per fare capire quale sia la considerazione del palermitano verso chi usa un mezzo alternativo alla macchina.
Molti altri mi hanno detto:la bici è per i “turchi” e per i “comunisti puzzoni”..
forse la strada è ancora lunga…
la prima foto del post mi fa pensare ad un giovane assessore, con tanto di cravatta e 24 ore, che per dare l’esempio alla cittadinanza, usa il bike sharing palermitano appena inaugurato per andare a lavorare.
@bloodflower: una bici particolare per forma e colore come quella della foto non se la possono fregare, perchè in via Divisi non se la comprerebbero, troppo compromettente !!!
beh, black, io l’avevo già capito da anni che con la macchina è difficile circolare senza intoppi quì. Peccato che molta gente ignora che esiste un mezzo antico ed ecologico al 100% e che a conti fatti la velocità media è superiore delle automobili ferme negli ingorghi. In effetti la rete di piste ciclabili è stata già proposta e sollecitata più volte dall’associazione PalermoCiclabile, ma so bene che non è colpa nostra se la rete ciclabile non è fitta e sviluppata come noi la vorremmo. Pensa che ancora devono trovare i fondi per risistemare quelle esistenti, rovinate dalle intemperie, dalla noncuranza e perfino dalle autmobili che le usano come parcheggi.
@Metropolitano
sono già a pezzi perché vengono progettate a cazzo di cane, senza protezioni adeguate. Le piste che sono state fatte sono semplicemente indegne. Non c’è lungimiranza. In ogni caso anche io ormai giro sempre a piedi, non mi vado a infilare quasi mai in centro in macchina. Se però potessi farlo in bici sarebbe meglio! Probabilmente in un’era post nucleare questa città verrà ricostruita e diventerà quel paradiso mancato che è sempre stato 😀
lol, magari venisse rifatta tutta ex-novo, ma siccome è “Città per la pace” credo che ciò non avverrà mai :D.
Le piste sono state fatte male, però alcuni ciclisti li vedo comunque pedalare nelle corsie, specie sulla piste di via Archirafi, Lincoln, Crispi fino a Giackery. Le altre mini-reti quella di via Libertà, Galileo Galilei e Lennon-Acquasanta sono meno sfruttate di quella costiera perchè mancano le protezioni contro la sosta selvaggia. Qualche volta che percorro quella pista ciclabile di fronte al Bar Ciro e OVS (Galileo Galilei) per motivi di visibilità o di calcolo errato dello spazio percorribile rimanente a volte sbatto sulle macchine posteggiate per non invadere la sede pedonale (perchè una parte del marciapiede serve ancora per i pedoni), rischiando di farmi male. Cioè nel senso che per frenare di colpo senza effetti collaterali (tipo rischiando investire i pedoni in quel tratto di sede promiscua che è stata ristretta dal parcheggiatore maleducato), ammortizzo l’urto e mi fermo di colpo battendo il piede sulle carrozzerie delle macchine parcheggiate. Il bello è che le bici non hanno assicurazione quindi anche se i proprietari in quel momento li incontro (non mi è ancora successo) e loro vogliono conto e ragione (ma non ce l’hanno), in ogni caso non pago eventuali danni prorpio perchè la bici non è coperta da assicurazione. 😀
Peggio per loro.
Chiaramente parlo dei danni alle macchine parcheggiate sul percorso ciclabile ristretto con le ruote anteriori o addirittura bloccato con tutto il mezzo.
una parziale pedonalizzazione del centro storico eliminerebbe il problema delle piste ciclabili, almeno in centro storico appunto.
Se pedonalizzassero diverse vie e piazze nelle 4 aree del centro, tagliate dagli assi V.Emanuele e Roma, si potrebbe realizzare una naturale rete ciclabile nel centro, posizionando le rastrelliere per il rilascio bici nelle piazze Bologni, S.Domenico, Borsa, Marina e porto di Palermo (per i turisti delle crociere).
Un servizio di bike sharing palermitano potrebbe partire così:
5 parcheggi almeno con rastrelliere e sistema elettronico di rilascio bici presidiato per il primo periodo e in estate per i turisti;
almeno 15 bici per parcheggio;
personale addetto agli abbonamenti e all’informazione nei 5 parcheggi soprattutto nei mesi estivi per i turisti;
sistema di abbonamento anche online con smart card prepagata per il ritiro bici;
sistema di manutenzione della bici e del sistema meccanico di sgancio efficace sin dal primo giorno;
pubblicità adeguata sui bus, cartellonistica, giornali, tv… e soprattutto al porto dove arrivano migliaia di turisti alla settimana per il giro diurno.
Solo con i turisti delle crociere da aprile a ottobre per sette mesi il bike sharing potrebbe essere un successo.
Basta una parziale pedonalizzazione del centro storico per dare un senso al bike sharing nel cuore della città.
secondo me la gente cambia bandiera molto velocemente… per esempio nell’esempio1 di rujiari81 un tipo totalmente non avvezzo all’uso della bici l’ha usata altrove, solo perchè lì è costume usarle..
Allo stesso modo di come in giro si vedono certi tascioni vestiti alla meno peggio con brillantini e magliette color evidenziatore, alla fabrizio corona x esempio, (ci vuole davvero coraggio, ma nessuno li prende in giro), basterebbe qualche esempio di qualche vips in bici per convincere tutti che non è da sfigati.
@Metropolitano:
Giusto per farti notare che nel caso un ciclista coinvolto in un incidente avesse torto, la mancanza di assicurazione significa soltanto che deve pagare di tasca propria.
Leggevo l’altro giorno il caso di un giovanissimo ciclista Padano che con una manovra incauta causò la morte di un’anziana ciclista, i cui genitori sono stati condannati a risarcire la famiglia dell’anziana 200 mila Euro:
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_maggio_7/ragazzino-bici-investe-anziana-famiglia-lastrico-1602974766174.shtml
Bellissimo ma realizzabile a Palermo???
Oramai da due anni sono un ciclista accanito. Per motivi di lavoro (arrivare sudato e non potermi docciare…) ho una bici elettrica, che uso ogni giorno e con somma soddisfazione…per altri trasferimento uso il car sharing…ho totalmente eliminato l’auto privata. Eppure…ogni giorno rischio di essere arrotato, le macchine mi suonano in continuazione, mi reputano un fastidio, addirittura la settimana scorsa un vigile mi ha chiesto assicurazione e libretto (non sto scherzando!) fino a quando ha chiamato la centrale per sapere come si doveva comportare…Credetemi continuo ad usare la bici solo perchè mentre la maggior parte della gente impreca chiusa in auto io passo avanti a tutti col vento nel viso, e perchè quando sento la gente che si lamenta del prezzo dell’assicurazione e della benzina…io me la rido alla grande…
Ma sono convinto che un servizio di bike sharing a Palermo non funzionerebbe…insomma…siamo seri, avete visto come sono ridotte le cosidette piste ciclabili? Avete visto in via Lincoln come sono invase da venditori di mobili (palermitani! Non prendiamocela con i cinesi che rispettano la pista…loro hanno una grande cultura ciclistica!), avete visto come sono invase dai cassonetti? Avete visto come la pista viene usata come parcheggio in via Galilei? Nella stessa via Galilei sono stato curnutiato da un tizio che passeggiava in quel poco che restava della pista e quando hli ho fatto notare che di pista trattavasi e non di marciapiede, mi ha guardato senza capire di cosa parlavo.
Ripeto…il bike sharing a Palermo non funzionerebbe. come non funziona il parcheggio del tribunale, come non funziona nulla nella nostra città. Evitiamo di sognare e andiamo un passo alla volta, che per il bike sharing di questo passo non ci basteranno neanche 30 anni!
Ciao! io aggiungerei http://www.bicing.cat/home/home.php, esempio di bike sharing a Barcellona, dalla quale siamo tornati 4gg fa!
@phrantsvotssa:
Il bike sharing a Palermo potrebbe tranquillamente funzionare da domani, basterebbe che a presidiare le strade ci mandassero l’esercito, non i vigili urbani …
@aledeniz:
ihihihihihihihih
(verissimo)
In realtà basterebbe qualche vigile urbano di una città come Milano. Avete visto come i vigili vengono rispettati? Una volta mio cognato (milanese) ha ignorato il fischietto e al cazziatone della vigilessa sapete cosa ha fatto lei? Le ha fatto fare una revisione della patente con un controllo obbligatorio dell’udito!!! E sapeva benissimo che si stava parlando di nulla, di una frase detta di troppo….intanto a Milano i vigili si fanno rispettare, mentre i nostr, lasciamo perdere, del resto con un comandante che parla di pax mafiose… Sapete quante volte ho detto ai vigili di viale Lazio (davanti l’anagrafe ci sono sempre…e quanto lavorano, sono tutti sudati…praticamente fanno un tranquillo e rilassato struscio) che la pista di via Galilei era intasata…mi hanno sempre detto che non è di loro competenza…addirittura una volta mi hanno risposto che è di competenza della PS…
aledeniz, riguardo quel problema di percorso io intendevo dire che da ciclista senza il portafoglio e senza l’assicurazione della bici non posso pagare neppure di tasca mia se per sbaglio vado ad accozzare contro un ostacolo fermo sulla pista (non un pedone), o che all’improvviso spunta perchè sta parcheggiando in maniera scorretta nel momento in cui si passa con la bici, più facilmente lungo i passi carrabili. I pedoni li evito, anche perchè ho la mia sede e non devo invadere quella dei pedoni. Se i pedoni camminano sulle mattonelle rosa suono la tromba della bici per avvisarli che sto percorrendo la sede ciclabile e nel contempo rallento.
Se c’è il veicolo parcheggiato sopra, prima controllo se non arrivano pedoni sulla sede pedonale e poi purtroppo costretto come sono per colpa del trasgressore, passo per un istante sul marciapiede parallelo. Quando ho toccato con il piede il veicolo (poi non so se gliel’ho ammaccato o gli ho scheggiato qualche faro mentre passavo, ma non devo preoccuparmi perchè non sono assicurato con la bici e non pagherei nulla anche se lo dovessi incontrare) l’ho fatto per non invadere il marciapiede e fermarmi di colpo con i freni + il piede per attutire l’urto con la macchina pur di evitare di investire i pedoni che non c’entrano niente e che stavano camminando in quel momento dove ho trovato l’ostacolo.
Anche se non c’è il rischio di colpirli perchè sono in movimento, alcuni camminano sulla sede ciclabile quando di spazio sul marciapiede cioè la sede pedonale ce n’è abbastanza. Quando il pedone sono io invece e devo attraversare per esempio l’incrocio Pacinotti/Giovanni Campolo, quello con i semafori a giallo lampeggiante per intenderci, controllo sia la strada che la pista, guardandoni da entrambi i lati se sulla strada arrivano macchine e analogamente sulla pista da entrambi i lati se sopraggiungono ciclisti, prima di andare sul marciapiede opposto. A volte capita che passa qualche ciclista, ma se quello sono io in prossimità degli snodi di attraversamento o degli scivoli rallento del tutto. Penso che anche gli altri ciclisti faranno così anche perchè si vede quando il tratto di pista ciclabile si interrompe all’altezza degli incroci.
@Lobo ero sarcastico, infatti.
@Metropolitano:
a parte il caso particolare che descrivi, quello che cercavo di farti notare è semplicemente il fatto che in generale se vieni coinvolto in un incidente, ed hai torto, se non hai l’assicurazione significa che devi pagare di tasca tua.
Che l’assicurazione sia o meno obbligatoria non ha importanza.
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