Specialmente in questi giorni con le città intossicate dallo smog e l’avvio della nuova configurazione della mobilità pubblica palermitana che prevede, oltre al trasporto su bus, anche il tram, il car sharing e il bike sharing, la mobilità sostenibile è al centro dell’attenzione.
Io penso che una riflessione debba essere fatta anche in merito alla possibilità di consentire ai cittadini di svolgere le proprie attività fondamentali, e quella lavorativa è una di esse, senza spostarsi dalla propria dimora.
Nulla di nuovo si tratta dell’ormai “adulto” telelavoro che in questi tempi sta assumendo una forma più “plastica” con il nome di smart – working, definito come “Approccio all’organizzazione del lavoro che mira a produrre maggiore efficienza ed efficacia nel raggiungimento dei risultati lavorativi attraverso una combinazione di flessibilità, autonomia e collaborazione, assieme con strumenti e ambienti lavorativi ottimizzanti per i collaboratori aziendali.”
Parecchi studi mostrano che la pratica di questa forma lavorativa applicata in percentuali importanti nei luoghi di lavoro si traduce in rilevanti benefici sulla mobilità cittadina e sull’ambiente.
Mi piacerebbe che Mobilita Palermo, che seguo fin dalla nascita, apra un dibattito in tal senso.
Spiace che l’argomento dello smart – working proposto non abbia trovato riscontro.
Nessun commento ha stimolato la discussione intorno a questo tema. Invece ritengo che l’argomento sia meritevole di essere conosciuto. Certo, nella nostra realtà palermitana è considerato un tema futurustico mentre altrove è già realtà. Una realtà che permette a migliaia di lavoratori di lavorare da casa propria organizzando il prorpio tempo, senza prendere auto, evitando i nervosismi del traffico mattiniero etc.
Però sembra che qualcosa si stia muovendo anche a Palermo. Infatti un articolo pubblicato nel Giornale di Sicilia di giorno 28/2/2016 titola “Palermo fra le città pilota del telelavoro di ultima generazione”.
saluti