Progetti strategici di eccellenza gestiti troppo superficialmente
Le ricerche di personale qualificato della Fondazione Ri.MED.
Potrebbero essere davvero scarse, a parere di chi scrive, le performance di marketing e comunicazione del nuovo Centro per le Biotecnologie e la Ricerca Biomedica (CBRB) a Carini, a giudicare dalla scarsa qualità dei processi selettivi avviati dalla Fondazione Ri.MED in riferimento alle figure che avranno la responsabilità della pianificazione e realizzazione di tutte le azioni ed iniziative di marketing e comunicazione a supporto delle attività della Fondazione stessa.
Un tale centro, se la responsabilità del marketing e della comunicazione venisse affidata a risorse manageriali competenti, potrebbe avviare con successo anche un indotto di visitatori a vario scopo (scientifico/congressuale/professionale/istituzionale/accademico/etc eccetera…) molto utile allo sviluppo del territorio in quanto tale e in quanto destinazione turistica, e sicuramente sarebbe in grado di attarre tutti gli scienziati e le personalità e professionisti/ricercatori/ etc etc ogni e opportuna tipologia di stakeholders correlabile al contesto e alle future attività del centro, e rendere partecipativi e veri ambasciatori della destinazione, i soggetti pubblici e privati e i cittadini della comunità locale e tanto altro ancora in ambito internazionale (partnership, sinergie, eccetera).
Quindi, la mancanza di figure professionali appropriate nell’ambito di un simile progetto, è inaccettabile, perché essa mette a rischio per l’ennesima volta, le prospettive di sviluppo e performance del Centro di Carini, (considerando l’ingente capitale di 210 milioni di Euro che pare provenga da un finanziamento messo a disposizione dal governo per la sua realizzazione – almeno così si legge in internet a questo link.
Mi presento quale membro del Chartered Institute of Marketing (Berkshire –UK), attualmente Professore di Destination Management presso Master Post-graduate in “International Management della Gestione Congressuale e degli Eventi Turistici, eccetera” e una pluriennale esperienza ricoprendo incarichi di consulenza al top management, formazione e direzione delle funzioni marketing strategico e operativo, comunicazione/integrated marketing/brand/image/etc… communications, sales, eccetera, dove ho sviluppato strategie di marketing e comunicazione interna ed esterna, scelte strategiche di business, realizzato e implementato piani globali di marketing/comunicazioni integrate di marketing/branding internazionali/e-commerce/strategic digital/web marketing, progettato la brand & customer experience lanciato prodotti in nuovi mercati, scritto business plan, definito il posizionamento di mercato, e dato consulenza per nuove strategie commerciali, creato il vantaggio di canale, operando sia per start-up, che per business maturi.
Qui vi scrivo per condividere alcune considerazioni che ritengo mio dovere fare, dopo averle verificate di persona, partecipando fisicamente alla prova scritta organizzata dalla Fondazione Ri.MED per la selezione di un Responsabile Comunicazione e Marketing (Rif. ComMktg/13), che si occuperà (testuali parole) “di ideare, pianificare e realizzare tutte le azioni ed iniziative di marketing e comunicazione a supporto delle attività della Fondazione Ri.MED, garantendo coerenza nella comunicazione e nell’immagine verso l’interno e l’esterno della struttura”.
La mia partecipazione alla selezione è stata rivolta esclusivamente a monitorare il grado di efficienza della selezione indetta per una figura professionale che normalmente, è strategica e chiave per l’intero sviluppo della destinazione.
Come una sorta di “mistery job seeker” mi sono iscritto facendo finta di essere interessato alla posizione ricercata dall’avviso di selezione della Fondazione.
Innanzitutto la prima assurdità: tra i requisiti essenziali stranamente non si citano esplicitamente i titoli riferiti e più appropriati alla specifica posizione (ad esempio: Laurea in Marketing, o Economia e Commercio con specializzazione post-laurea/Master in Marketing/Comunicazione integrata di Marketing/International Management della destinazione, MBA, Laurea in Medicina/Biologia/Genetica/etc con Master in Marketing & Communications Management, etc…); piuttosto nell’avviso si cita esplicitamente addirittura la laurea in Psicologia o Scienze Politiche, Sociologia, e sempre con votazione non inferiore a 105/110. Mi chiedo come possa un manager con pluriennale esperienza e laurea specifica in ambiti del Marketing e Integrated Marketing Communications (ed anche inferiore a 105/110) essere ritenuto inferiore ad un laureato in psicologia con 110, per una posizione di Responsabile Comunicazione e Marketing. Misteri della fede!
Secondo: la dottoressa presente in aula e che si è presentata, se non erro, come la responsabile del processo di selezione, in aula ha comunicato che avevano chiamato a partecipare tutti i candidati che avevano presentato la domanda, senza avere ancora verificato se ne avessimo i requisiti, senza avere letto i curriculum. Boh!
Terzo: durante la prova scritta (dove ovviamente ho preferito scegliere di rispondere ai quesiti sbagliando volutamente il test), chiesi come si potesse pensare di chiedere ai candidati quali scelte di comunicazione adottare senza prima fornire un’analisi strategica esterna/interna e dei contesti del brand o comunque una presentazione dettagliata del caso aziendale/progetto e degli obiettivi strategici, eccetera eccetera. E la dottoressa in aula, accostandomi mi ha risposto superficialmente che potevo fare secondo quello che sapevo ed immaginare.
Quarto: inoltre, parecchi quesiti erano troppo elementari. Come si può pensare di inserire domande del tipo: “Che cos’è la mondana?…la troupe?…la audience?…la share?…l’inchiesta?” e non fare neanche una domanda veramente tecnica relativa a profile strategy, leve di comunicazione integrata, fasi di un piano di PR, aspetti specifici di un piano di marketing strategico e operativo e relazioni con la pianificazione della comunicazione, tattiche di implementazione di strategie di comunicazione integrata della corporate image, valutare la capacità di pianificazione e definizione dello stakeholder mix, eccetera, … Inaccettabile….
Quinto: nell’avviso di selezione si parla testualmente di una “posizione lavorativa a tempo parziale e determinato”, pur se si tratta di figure che avranno (sempre testualmente) la responsabilità della pianificazione (attività di breve-medio-lungo termine) e realizzazione (quindi a breve e medio periodo, soprattutto per quanto riguarda la verifica dei risultati prima dell’inaugurazione del centro e dopo, in fase di start-up e di sviluppo) di TUTTE le azioni ed iniziative di marketing e comunicazione a supporto delle attività della Fondazione stessa. Si pensi anche a cosa può fare un responsabile della comunicazione e marketing assunto come lavoratore a tempo parziale, in caso sia necessaria una azione di crisis management in un settore così delicato e strategico.
Sesto: pensate se si dovesse scoprire che la Fondazione Ri.MED stesse eseguendo gli altri attuali processi selettivi riferiti ad altre posizioni, anche scientifiche, alla stessa maniera di questa che vi sto raccontando.
Eccetera… la lista di considerazioni, come immaginerete, purtroppo, potrebbe continuare…. io mi fermo qui…
Angelo Arrigo
@danicrodo
la tua affermazione finale su tale Donata Sandri meriterebbe un approfondimento.
A cosa alludi di preciso?
Su google, a prima ricerca, non mi è balzato fuori nulla di che.
si infatti su google non è che si capisca molto delle referenze di questa donna
Indubbiamente il profilo che esce fuori da linkedin e’ alquanto scarno.
Sarebbe il caso di approfondire, e’ possibile che tale Donata Sandri magari non abbia semplicemente aggiornato il proprio profilo Linkedin?
Il legame gia’ esistente con la fondazione tuttavia non e’ un buon segno…
Va pero’ analizzata la modalita’ con cui questa selezione sia avvenuta, che induce a sospettare che ci sia qualcosa che non va dietro tutta la procedura.
Sicuramente quanto rilevato dal Prof. Arrigo e’ di una gravita’ eccezionale, ma non unica. Posso testimoniare di persona di aver preso parte a delle selezioni presso enti pubblici a dir poco scandalose, esattamente simili a questa, dove il livello dei candidati non vincenti era elevatissimo, a fronte di prove scritte e orali a dir poco semplici.
Che sia questa la prassi nella pubblica amministrazione non lo so, che ci sia un livellamento verso la mediocrità e’ emerso quantomeno alla selezione cui partecipai io (il colloquio tecnico credo sia durato 10 min, 7h circa ci sono passate con degli psicologi). Esattamente il contrario di quanto avviene nel resto del mondo…
Che vergogna! Questa è l’Italia di oggi, purtroppo! Cosa possiamo fare per evitare queste prese per i fondelli?
Lupus in fabula, eccomi qua, sono io “tale” Donata Sandri e anch’io a questo punto vorrei dire qualcosa.
Sig. Danicrodo, capisco la tua diffidenza, ma anche vedere sempre il marcio ovunque può trarre in inganno. Sì, io lavoro per la Fondazione Ri.MED dal dicembre del 2010, non è un segreto, nè uno scoop. avevo bisogno di un lavoro, ho partecipato alle selezioni per un posto in amministrazione e le ho vinte. avevo (e ho) uno stipendio ma fondamentalmente non è quello che volevo fare, non è il mio lavoro: io ho una laurea in Comunicazione, un PhD in Marketing del Turismo e un’esperienza pluriennale nell’ambito specifico (ufficio stampa, organizzazione eventi, account executive, etc.). Ho aspettato per 3 anni che si aprisse una posizione confacente al mio profilo, sperando – non ti nascondo – che la Fondazione magari avrebbe attivato un processo selettivo interno (sai, c’è tutta una letteratura in merito alle logiche sottese all’attivazione di processi di reclutamento interni: … si integrano con i sistemi di progressione di carriera … hanno l’obiettivo di conciliare le necessità aziendali con le aspirazioni del personale… sono considerate uno strumento di fidelizzazione del dipendente ….rispondono a logiche di economicità… etc.). Invece niente: selezioni esterne. Ho chiesto spiegazioni e mi è stato risposto che la volontà della Fondazione è quella di dare massima apertura e massima trasparenza. Mi hanno detto “se vuoi, puoi partecipare”. Dopo questa risposta sono perfino rimasta in dubbio sull’opportunità di partecipare o meno… Bene, ho partecipato, ho fatto i test e poi i colloqui e ho vinto. Come e perchè? Mah, non lo so, non conoscevo gli altri candidati, non ho visto le loro prove scritte e non ho assistito ai loro colloqui. Quello che posso dire con certezza è che non ho avuto aiuti, non ho avuto suggerimenti, non ho avuto diritto ad un punteggio aggiuntivo (come spesso accade nelle P.A.): niente di niente. Quindi, se hai da ridire sulle domande ai test, non è compito mio rispondere, visto che io me li sono trovati davanti tanto quanto te, ma non posso accettare che tu mi dia della volgare raccomandata! Per tua informazione io non sono parente di nessuno (tra l’altro sono nata e cresciuta a Bolzano e mi sono laureata a Siena, nessun “aggancio” con Palermo). Per tua ulteriore informazione, un’altra dipendente Ri.MED ha partecipato alle selezioni e non ha passato i test (questo per farti capire il grande “trattamento di favore” che abbiamo avuto noi interni!). E – sempre per tua informazione – per firmare il contratto come responsabile di comunicazione (posto part-time a tempo determinato) lascerò un posto full-time a tempo indeterminato (quello attuale), guadagnando anche meno. Ma lo farò, perchè sono felice di poter finalmente tornare ad occuparmi di comunicazione. E sono felice perchè, contro ogni previsione, ho vinto queste selezioni. Mi “mancano le competenze specifiche” perchè ho un profilo scarno su linkedin? Come fai ad essere così superficiale nei tuoi giudizi? Va bene che è un blog, ma dovresti riflettere sul fatto che dietro ad un “nome e cognome” c’è una persona vera, in carne ed ossa, che tu non conosci, ma che ha marito, figli, amici, colleghi, conoscenti e, non ultima, una dignità. E certo non merito quello che hai scritto.
Ancora una volta noi siciliani (e mi riferisco a “tale” Angelo Arrigo e a “tale” Danicrodo) abbiamo perso la occasione di stare zitti ed evitare di diffondere in giro il nostro provincialismo. Purtroppo, gentile Signora Sandri, la cultura del sospetto è una delle piaghe del meridione, che non ci farà mai fare quel salto di qualità di cui avremmo tanto bisogno. E dico questo senza voler tirare in ballo invece il sospetto che chi si vanta troppo dei suoi titoli e meriti forse farebbe prima meglio ad autoanalizzarsi, autocriticarsi, evitare di autocelebrarsi ed avere più rispetto per il prossimo.
continui nel suo lavoro, signora Sandri, continui a credere che anche in Sicilia si possono fare cose grandiose (come sembra essere questo progetto, per quel che si legge su Internet) ed ignori ulteriori commenti velenosi e dettati solo da meschina invidia.
@marco vincentini non vedo cosa c’entri l’autore dell’articolo, che si limita a fare considerazioni sui criteri di selezione utilizzati…e sinceramente, dopo aver letto tutto attentamente, non posso fare a meno di condividere quanto ha esposto.
Vorrei infine commentare la tua affermazione “purtroppo la cultura del sospetto è una delle piaghe del meridione” con un banale “chissà perché?!”.
La vita non è una piece teatrale, e rispondere efficacemente alle provocazioni non è facile senza un copione in mano.
Complimenti quindi a Donata per l’esercizio di stile e la gestione della crisi.
Guardando solo allo stile e all’efficacia con cui Donata ha gestito questa piccola crisi, sembra proprio che Rimed abbia messo in buone mani la sua comunicazione!
Al contrario, Arrigo, qualche difficoltà a leggere il tuo post l’ho avuta. Nonostante tu abbia dedicato un paragrafo a presentarti, la parola che mi è rimasta più impressa nella memoria è “eccetera/”:
Mi presento quale membro del Chartered Institute of Marketing (Berkshire –UK), attualmente Professore di Destination Management presso Master Post-graduate in “International Management della Gestione Congressuale e degli Eventi Turistici, eccetera” e una pluriennale esperienza ricoprendo incarichi di consulenza al top management, formazione e direzione delle funzioni marketing strategico e operativo, comunicazione/integrated marketing/brand/image/etc… communications, sales, eccetera, dove ho sviluppato strategie di marketing e comunicazione interna ed esterna, scelte strategiche di business, realizzato e implementato piani globali di marketing/comunicazioni integrate di marketing/branding internazionali/e-commerce/strategic digital/web marketing, progettato la brand & customer experience lanciato prodotti in nuovi mercati, scritto business plan, definito il posizionamento di mercato, e dato consulenza per nuove strategie commerciali, creato il vantaggio di canale, operando sia per start-up, che per business maturi.
Linkedin, comunque, NON È UN BLOG.
E io non sono un’esperta pluriennale in comunicazione!!
Probabilmente, questa domanda non c’era nel test.
Inoltre,non ho avuto nemmeno difficoltà a comprendere il paragrafo del sig.Arrigo.
A quanti di fronte ad un articolo di denuncia adducono la sindrome meridionale del sospetto, rispondo che più presunzioni gravi,precisi e concordanti fanno una prova di una mancata correttezza e trasparenza delle selezioni.
A questo punto che ben vengano i meridionali che non colgano l’occasione di stare zitti e omertosi.
Gentili signori,
ho partecipato alle ridicole selezioni Ri.Med, a mio avviso ideate da gente quanto mai lontana dal concetto di comunicazione, marketing, business, etc.
I test, se vogliamo essere gentili, erano banali, elementari, equivoci e in alcuni casi privi di logica.
Vogliamo parlare dei responsabili delle procedure?
Tra questi c’era il responsabile dell’amministrazione di Ri.MED, notoriamente un campione di comunicazione in un’azienda!!!!
Pure tu Donata…di certo sarai la migliore, avrai tutte le carte in regola, nessun dubbio sulle tue qualità, ma…consentimi, come la metti con il fatto che sei stata selezionata da gente che conosci da più di 4 anni! ovvero da tuoi colleghi.
Vuoi sostenere che di fronte a te i giudici erano imparziali?
I numeri sono numeri però, e tu hai ottenuto il massimo del punteggio. Penso proprio nel colloquio!
E, oltretutto, leggo che tu per il sogno della comunicazione decidi di lasciare una posizione full time e a tempo indeterminato per un part time a tempo determinato con uno stipendio minore!!!! Complimenti, se questa è la tua prima scelta…auguroni alla Fondazione!
P.S. e quando ti scade il contratto, ti faranno un’altra selezione? Faccelo sapere che ti facciamo compagnia!!!
Buon Lavoro