Allestiti già da qualche settimana i ponteggi sui prospetti di palazzo Corvino di Mezzojuso in via Divisi ad angolo con il vicolo Mezzojuso. L’ala sinistra, compreso il portale al centro sono ancora in attesa di essere coperti.
apprezzo tantissimo la tua competenza, l’interessamento e i reportage sull’arte e i palazzi storici del centro di palermo. quindi ti chiedo, visto che a quanto ho capito sei del settore, è assolutamente impensabile che un giorno a palermo vengano ricostruiti tutte/alcune delle opere barbaramente rase al suolo da totò u’ curtu and friends nei decenni precedenti? parlo dei palazzi liberty, dei tanti chioschetti, delle fontane, dei villini etc. alcuni esempi su tutti: villa Deliella, villa Cusenza, palazzo Barresi, il grazioso chioschetto delle palme, villa rutelli. avrebbe senso a distanza di 30-40 anni dalla loro scomparsa impegnarsi per una loro ricostruzione? invece di espropriare terreni per costruire centri commerciale non si potrebbe dedicare una grande area per ricostruire alcune di queste meraviglie, impiegando e dando lavoro ad architetti, artigiani e ingegneri palermitani?
Non ha senso già di per se, a livello teorico molti potrebbero pensare di linciarti per una proposta simile 😀 a maggior ragione se non è possibile ricostruire laddove sorgevano prima, un assoluto falso storico. No, così sarebbe una inutile forzatura, verrebbe fuori solo un parco divertimenti, e non possiamo neanche pensare realisticamente di demolire dei condomini abitati per ricostruire dei villini.
E parli con uno che non è contrario al “com’era e dov’era”.
Trovo sia però realizzabile una ricostruzione di Villa Deliella alle Croci, la cui area è ancora vuota e utilizzata come autolavaggio. Da sempre spero che qualcuno pensi di ricostruirla. Il ripristino nei mandamenti è molto usato, fuori da questi sembra quasi impensabile. E’ una strana situazione.
Comunque non sono del settore, in senso lavorativo, studio all’università in quest’ambito, ma al momento sono meno di nessuno XD
un parco divertimenti? e perchè no? oppure un parco storico. anzi un quartiere storico, una specie di museo all’aperto in cui le opere d’arte sono palazzi, ville e chioschi. una specie di foro imperiale romano diciamo.
Anch’io però sarei d’accordo con la ricostruzione di Villa Deliella alle Croci, e anche il chioschetto delle palme, e pure i due chioschetti a Piazza Bologni… In fondo si tratta di aree ad oggi vuote.
Poi penso pure a Villa Rutelli, Villa Cusenza, Palazzo Barresi, il Casino Belmonte etc..etc… e non mi capacito!
E’ chiaro che non si può ricostruire proprio tutto…però magari giusto qualcosina no?! 😉 Sarebbe emozionante e, oserei dire, commovente!
Comunque alla fine mi trovo sempre d’accordo con MAQVEDA: non mancano di certo cose autentiche da vedere a Palermo, fermo restando che, fosse per me, ricostruirei Villa Deliella anche domani!
Hai ragione, la stupidità umana non ha limiti, ma finchè si tratta di ripristinare nel luogo originale, se ne può parlare, ma costruire un quartiere a se, nuovo, con tutto ciò che è stato demolito, è una cosa terribile. A me non piacerebbe. Meglio a questo punto una foto d’epoca.
Un po’ come quando qui qualcuno ha detto che avrebbe voluto dei lampioni antichi sul lungomare del Foro Italico, proprio all’estremità della passeggiata. Per me è inconcepibile, voler dare una veste finto antica ad una cosa che non lo è mai stata, visto che come sappiamo il lungomare prima era molto più arretrato sarebbe un totale abominio, così come inventarsi un quartiere che non è mai esistito.
Capiamoci, anche a me piacerebbe l’idea di vedere dal vivo ciò che non c’è più, ma mi rendo conto che è un’idea un po’ troppo pazza, troppo alla Las Vegas. E Palermo non è Las Vegas.
credo che athon si riferisca a quella palazzina che presenta delle specie di arcate (uso un linguaggio un po vago) che sono state murate nel restauro, ma comunque si notano ancora piuttosto chiaramente…athon mi corregga se mi sbaglio 🙂
Anche io ho il sospetto si riferisca a palazzo Marassi. Ma perchè poi, è un bel restauro. Non sono state murate durante il restauro, ma prima, anzi il restauro le ha evidenziate, il loggiato è murato probabilmente da non meno di di tre secoli.
Premesso che mi piacerebbe vedere villa Deliella per la prima volta, probabilmente, ricostruire una villa in stile liberty al giorno d’oggi non sarebbe più possibile, forse anche tecnicamente.
Detto ciò penso sia fondamentale, come ribadito più volte e se non sbaglio esisteva un progetto del genere, costruire al posto della villa un museo dedicato a Palermo e al sacco, per mostrare quanti danni sono stati fatti in quegli anni alla città; per mostrare ai cittadini cos’era Palermo prima di quegli scempi. Il tutto, sono convinto, renderebbe molti palermitani, consci di quello che si aveva e di quello che si è perso. Un museo del genere probabilmente riuscirebbe a suscitare un sentimento di indignazione collettiva, e contemporaneamente (forse sono troppo ottimista) instaurare un pò di amore e rispetto in più per la propria città. Forse ci si potrebbe rendere conto, che nonostante quello che si è perso, Palermo resta comunque un gioiello da proteggere, e valorizzare. Molti cittadini, soprattutto ragazzi, che non conoscono questa triste storia di Palermo, potrebbero iniziare ad apprezzarla veramente ed in maniera propositiva, opponendosi a qualsiasi altra iniziativa futura volta a deturpare la propria città. Un museo ad futuram rei memoriam.
@arayaskiki anche io ricordo ill progetto di un museo, pensato in quel sito a memoria della villa Deliella.
Io la penso come voi sulla ricostruzione.
Riproporre dei falsi storici non avrebbe senso. In passato è stato fatto, i centri storici delle città tedesche ad esempio, sono un esempio di ricostruzione in stile, ma ricordiamoci che dietro ci stavano i bombardamenti che avevano raso al suolo il 99% del patrimonio e allora si ha un senso, ma qui a Palermo si deve pensare alla tutela di quello che è rimasto ed integrare il tutto con nuove architetture nuovi linguaggi.
Del resto il Liberty di Palermo a fine 800 debutto 900 costituiva un linguaggio nuovo, dove Palermo con i suoi architetti, Basile, su tutti, dettavano legge a livello internazionale e la fabbrica di mobili ed infissi poi… che magnificenza!!!!
Non sarebbe male immaginare uno spazio nuovo, che magari al Liberty si ispira, ma uno stile rivisto in chiave moderna, dove possa essere mostrata o quello che era la Palermo Liberty di inizio secolo. Solo così si potranno forgiare le coscienze ed alimentare l’orgoglio.
1) ricostruire proponendo un “finto antico” (falso storico) al posto di quanto è andato perduto è, a mio avviso, privo di senso (altra cosa è il recupero filologico/volumetrico di edifici storici non particolarmente pregiati);
2) trovo interessante l’idea di istituire un “luogo della memoria” (area ex Villa Deliella) o, più semplicemente, di apporre delle targhe (o simili), corredate di immagini e/o foto, in prossimità dei luoghi su cui insistevano preziosi edifici andati perduti per i più svariati motivi (nel caso di quelli rasi al suolo nel corso del “sacco di Palermo” ciò avrebbe anche un valore etico);
3) quanto a palazzo Ponza Marassi (Piazzetta Due Palme-Via Monteleone), mi pare che il restauro sia, tutto sommato, accettabile; vorrei capire, però, a quando risale il suo ultimo piano realizzato oltre la cimasa di coronamento (alias cornicione) che, “ad occhio e croce”, non pare proprio antichissimo.
Secondo me, una idea da prendere in considerazione, potrebbe essere quella di partire dai volumi e dalla forma della villa, come a ricordarne la presenza, e poi sviluppare un progetto completamente nuovo.
Ho sito un progetto presentato in ologramma alla fiera qui a Bruxelles, idea che invece potrebbe sviluppassi all’interno del percorso museale. @Pietro Bolenares Complimenti per la “cimasa”…
Io credo che Palermo deve aprirsi a nuove linee, architetture, conservando quello che c’è e andando oltre. L’ultima opera di rilievo architettonico sono le poste su via Roma del ventennio fascista…
@ing.giacomo Purtroppo hai pienamente ragione!!!! Le ultime grandi opere pubbliche degne del nome sono del ventennio. Poi si è solo intervenuto senza coraggio, lasciando spazio a tutti gli sciacalli di turno
PER @MAQVEDA
apprezzo tantissimo la tua competenza, l’interessamento e i reportage sull’arte e i palazzi storici del centro di palermo. quindi ti chiedo, visto che a quanto ho capito sei del settore, è assolutamente impensabile che un giorno a palermo vengano ricostruiti tutte/alcune delle opere barbaramente rase al suolo da totò u’ curtu and friends nei decenni precedenti? parlo dei palazzi liberty, dei tanti chioschetti, delle fontane, dei villini etc. alcuni esempi su tutti: villa Deliella, villa Cusenza, palazzo Barresi, il grazioso chioschetto delle palme, villa rutelli. avrebbe senso a distanza di 30-40 anni dalla loro scomparsa impegnarsi per una loro ricostruzione? invece di espropriare terreni per costruire centri commerciale non si potrebbe dedicare una grande area per ricostruire alcune di queste meraviglie, impiegando e dando lavoro ad architetti, artigiani e ingegneri palermitani?
Non ha senso già di per se, a livello teorico molti potrebbero pensare di linciarti per una proposta simile 😀 a maggior ragione se non è possibile ricostruire laddove sorgevano prima, un assoluto falso storico. No, così sarebbe una inutile forzatura, verrebbe fuori solo un parco divertimenti, e non possiamo neanche pensare realisticamente di demolire dei condomini abitati per ricostruire dei villini.
E parli con uno che non è contrario al “com’era e dov’era”.
Trovo sia però realizzabile una ricostruzione di Villa Deliella alle Croci, la cui area è ancora vuota e utilizzata come autolavaggio. Da sempre spero che qualcuno pensi di ricostruirla. Il ripristino nei mandamenti è molto usato, fuori da questi sembra quasi impensabile. E’ una strana situazione.
Comunque non sono del settore, in senso lavorativo, studio all’università in quest’ambito, ma al momento sono meno di nessuno XD
un parco divertimenti? e perchè no? oppure un parco storico. anzi un quartiere storico, una specie di museo all’aperto in cui le opere d’arte sono palazzi, ville e chioschi. una specie di foro imperiale romano diciamo.
Ma no, chi vorrebbe vedere mai un falso storico con tante cose autentiche che ci sono da vedere.
Anch’io però sarei d’accordo con la ricostruzione di Villa Deliella alle Croci, e anche il chioschetto delle palme, e pure i due chioschetti a Piazza Bologni… In fondo si tratta di aree ad oggi vuote.
Poi penso pure a Villa Rutelli, Villa Cusenza, Palazzo Barresi, il Casino Belmonte etc..etc… e non mi capacito!
E’ chiaro che non si può ricostruire proprio tutto…però magari giusto qualcosina no?! 😉 Sarebbe emozionante e, oserei dire, commovente!
Comunque alla fine mi trovo sempre d’accordo con MAQVEDA: non mancano di certo cose autentiche da vedere a Palermo, fermo restando che, fosse per me, ricostruirei Villa Deliella anche domani!
…e aggiungo che non posso vedere quella palazzina deturpata che si affaccia sulla Piazzetta Due Palme! Oh…era da tempo che aspettavo di dirlo! 🙂
ma queste fantastiche opere sono uscite fuori dalla storia a causa della sciagura umana, anzi dell’ignoranza e della cattiveria umana.
@Anthon, ma a quale ti riferisci? a piazzetta due Palme anzi sono quasi tutte restaurate.
@KINGDOM
Hai ragione, la stupidità umana non ha limiti, ma finchè si tratta di ripristinare nel luogo originale, se ne può parlare, ma costruire un quartiere a se, nuovo, con tutto ciò che è stato demolito, è una cosa terribile. A me non piacerebbe. Meglio a questo punto una foto d’epoca.
Un po’ come quando qui qualcuno ha detto che avrebbe voluto dei lampioni antichi sul lungomare del Foro Italico, proprio all’estremità della passeggiata. Per me è inconcepibile, voler dare una veste finto antica ad una cosa che non lo è mai stata, visto che come sappiamo il lungomare prima era molto più arretrato sarebbe un totale abominio, così come inventarsi un quartiere che non è mai esistito.
Capiamoci, anche a me piacerebbe l’idea di vedere dal vivo ciò che non c’è più, ma mi rendo conto che è un’idea un po’ troppo pazza, troppo alla Las Vegas. E Palermo non è Las Vegas.
credo che athon si riferisca a quella palazzina che presenta delle specie di arcate (uso un linguaggio un po vago) che sono state murate nel restauro, ma comunque si notano ancora piuttosto chiaramente…athon mi corregga se mi sbaglio 🙂
Anche io ho il sospetto si riferisca a palazzo Marassi. Ma perchè poi, è un bel restauro. Non sono state murate durante il restauro, ma prima, anzi il restauro le ha evidenziate, il loggiato è murato probabilmente da non meno di di tre secoli.
ahahahah la mia conoscenza paragonata alla tua maqueda è a tratti imbarazzante 😀
Premesso che mi piacerebbe vedere villa Deliella per la prima volta, probabilmente, ricostruire una villa in stile liberty al giorno d’oggi non sarebbe più possibile, forse anche tecnicamente.
Detto ciò penso sia fondamentale, come ribadito più volte e se non sbaglio esisteva un progetto del genere, costruire al posto della villa un museo dedicato a Palermo e al sacco, per mostrare quanti danni sono stati fatti in quegli anni alla città; per mostrare ai cittadini cos’era Palermo prima di quegli scempi. Il tutto, sono convinto, renderebbe molti palermitani, consci di quello che si aveva e di quello che si è perso. Un museo del genere probabilmente riuscirebbe a suscitare un sentimento di indignazione collettiva, e contemporaneamente (forse sono troppo ottimista) instaurare un pò di amore e rispetto in più per la propria città. Forse ci si potrebbe rendere conto, che nonostante quello che si è perso, Palermo resta comunque un gioiello da proteggere, e valorizzare. Molti cittadini, soprattutto ragazzi, che non conoscono questa triste storia di Palermo, potrebbero iniziare ad apprezzarla veramente ed in maniera propositiva, opponendosi a qualsiasi altra iniziativa futura volta a deturpare la propria città. Un museo ad futuram rei memoriam.
@arayaskiki anche io ricordo ill progetto di un museo, pensato in quel sito a memoria della villa Deliella.
Io la penso come voi sulla ricostruzione.
Riproporre dei falsi storici non avrebbe senso. In passato è stato fatto, i centri storici delle città tedesche ad esempio, sono un esempio di ricostruzione in stile, ma ricordiamoci che dietro ci stavano i bombardamenti che avevano raso al suolo il 99% del patrimonio e allora si ha un senso, ma qui a Palermo si deve pensare alla tutela di quello che è rimasto ed integrare il tutto con nuove architetture nuovi linguaggi.
Del resto il Liberty di Palermo a fine 800 debutto 900 costituiva un linguaggio nuovo, dove Palermo con i suoi architetti, Basile, su tutti, dettavano legge a livello internazionale e la fabbrica di mobili ed infissi poi… che magnificenza!!!!
Non sarebbe male immaginare uno spazio nuovo, che magari al Liberty si ispira, ma uno stile rivisto in chiave moderna, dove possa essere mostrata o quello che era la Palermo Liberty di inizio secolo. Solo così si potranno forgiare le coscienze ed alimentare l’orgoglio.
Sarò schematico:
1) ricostruire proponendo un “finto antico” (falso storico) al posto di quanto è andato perduto è, a mio avviso, privo di senso (altra cosa è il recupero filologico/volumetrico di edifici storici non particolarmente pregiati);
2) trovo interessante l’idea di istituire un “luogo della memoria” (area ex Villa Deliella) o, più semplicemente, di apporre delle targhe (o simili), corredate di immagini e/o foto, in prossimità dei luoghi su cui insistevano preziosi edifici andati perduti per i più svariati motivi (nel caso di quelli rasi al suolo nel corso del “sacco di Palermo” ciò avrebbe anche un valore etico);
3) quanto a palazzo Ponza Marassi (Piazzetta Due Palme-Via Monteleone), mi pare che il restauro sia, tutto sommato, accettabile; vorrei capire, però, a quando risale il suo ultimo piano realizzato oltre la cimasa di coronamento (alias cornicione) che, “ad occhio e croce”, non pare proprio antichissimo.
Secondo me, una idea da prendere in considerazione, potrebbe essere quella di partire dai volumi e dalla forma della villa, come a ricordarne la presenza, e poi sviluppare un progetto completamente nuovo.
Ho sito un progetto presentato in ologramma alla fiera qui a Bruxelles, idea che invece potrebbe sviluppassi all’interno del percorso museale. @Pietro Bolenares Complimenti per la “cimasa”…
Io credo che Palermo deve aprirsi a nuove linee, architetture, conservando quello che c’è e andando oltre. L’ultima opera di rilievo architettonico sono le poste su via Roma del ventennio fascista…
@ing.giacomo Purtroppo hai pienamente ragione!!!! Le ultime grandi opere pubbliche degne del nome sono del ventennio. Poi si è solo intervenuto senza coraggio, lasciando spazio a tutti gli sciacalli di turno