Palermo, 30 ottobre 2025 — Un uomo di circa 40 anni è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni dopo aver aggredito verbalmente e fisicamente due agenti della polizia municipale. Il motivo? Un semplice controllo: l’uomo circolava in monopattino senza casco, in violazione del codice della strada. Uno dei due è rimasto ferito durante l’aggressione. L’uomo è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni.
Esprimiamo piena solidarietà all’agente ferito, vittima di un gesto vile e ingiustificabile. Chi indossa una divisa per tutelare la sicurezza di tutti merita rispetto, non violenza. E Palermo deve dimostrarlo con i fatti, non solo con le parole.
Quello che potrebbe sembrare un episodio isolato è in realtà il sintomo di una crisi più profonda: la mobilità urbana a Palermo sta degenerando in anarchia. I monopattini, nati come soluzione sostenibile, ma anche i motorini elettrici illegali si stanno trasformando in strumenti di illegalità quotidiana. Marciapiedi invasi, corse contromano, zero rispetto per le regole — e ora anche aggressioni. E non parliamo di ragazzini: qui c’è un adulto che, invece di assumersi la responsabilità di una violazione, ha scelto la violenza.
Una città che non sa far rispettare le regole
La reazione violenta dell’uomo non è solo incivile: è indicativa di una cultura urbana dove il rispetto per l’autorità è evaporato. Se un controllo di routine scatena insulti e minacce, significa che la percezione dell’impunità è radicata.
Mobilità sostenibile non significa mobilità selvaggia
Palermo ha bisogno di una strategia chiara: più controlli, più sanzioni, ma anche più comunicazione e sensibilizzazione.
Serve una risposta collettiva
Questo episodio deve diventare un punto di svolta. Le associazioni, i cittadini, le istituzioni devono unirsi per chiedere:
- Controlli sistematici su monopattini e motorini elettrici fasulli.
- Campagne educative rivolte a tutte le fasce d’età.
- Sanzioni esemplari per chi mette a rischio la sicurezza pubblica.
Palermo non può permettersi di ignorare questi segnali. La mobilità urbana è un diritto, ma anche una responsabilità. E la responsabilità, oggi più che mai, va esercitata con fermezza.
