L’utente Irexia ci invia questo articolo:
Torniamo a parlare dell’aiuola di via Palinuro a Mondello, dove è stata installata un’oasi “verde” completamente sostenibile con un prato erboso sintetico, una yucca e 4 oleandri.
Molti, me compresa, criticammo duramente quell’intervento.
Un famoso vivaio aveva creato un’aiuola con poche piante e tanto prato sintetico.
Sembrava un campo da calcetto.
Pochi l’apprezzarono, confrontandola con il nulla di prima o con le aiuole abbandonate in altre zone. Credevano che non ci fossero alternative.
Dopo un paio d’anni, vicchio65 aveva ragione.
Aveva scommesso che il vento avrebbe distrutto il telo, che sarebbero cresciute le erbacce e che le piante sarebbero seccate.
Sono tornata a controllare e ho visto che aveva azzeccato.
Vicino alla barca decorativa, il telo si è sollevato, mostrando il suo fondo nero. Le pietre sono quasi invisibili, coperte da erbacce che invadono anche il marciapiede.
Le infestanti sono cresciute anche tra il telo e i tronchi delle piante. Ho trovato anche rifiuti: bottiglie, fazzoletti e sacchetti.
La plastica nasconde l’incuria
L’aiuola oggi è un simbolo di degrado e abbandono.
La scelta del manto artificiale fu giustificata per risparmiare acqua, presentata come una soluzione sostenibile. Ma la verità è un’altra.
Invece di una soluzione che richiedesse poche cure, l’idea era di non curarla affatto. Il prato sintetico nasconde il disinteresse e la totale assenza di manutenzione.
Un’estate torrida e il bisogno di natura
Questa è un’estate rovente, con temperature che superano i 40°. Le città sono isole di calore, invivibili. Dobbiamo depavimentare, decementificare e rimettere la terra.
La terra drena l’acqua, evitando gli allagamenti, un problema comune a Mondello in inverno. Dobbiamo piantare alberi che creino ombra e frescura.
Accanto all’aiuola c’è un altro grande spazio, arido e secco. In una regione dove gli incendi dolosi sono frequenti, lasciare questi terreni incolti è un pericolo.
La zona richiede un intervento di rinverdimento naturale.
Servono piante della flora mediterranea, come ulivi, mandorli, melograni e agrumi. E poi gelsomini, lavanda, alloro, menta, rosmarino, timo e salvia.
Queste piante creerebbero una vera oasi naturale. Schermerebbero il terreno, raffreddando l’aria e mitigando le isole di calore.
Creerebbero un microclima più vivibile e farebbero risparmiare energia per i condizionatori. È un’occasione da non perdere.
è così. alla lista di irexia aggiungerei la carissa (gelsomino d’africa), piccolo arbusto dai fiori profumati simil-gelsomino resistente alla siccità. e ancora: mirto, palma nana, alloro e il troppo abusato oleandro. come alberi, il fico è resistentissimo, così come l’alloro. Il corbezzolo, “albero d’italia”, è bellissimo, si ambienta benissimo e ha bisogno di pochissima acqua. gli unici agrumi resistenti alla siccità sono gli aranci amari, da preferire a limoni e altri tipi di aranci. l’ulivo è un albero che si ambienta ovunque, non ha bisogno di acqua e ama i terreni poveri.
aggiungerei qualche pomelia.
ecco, l’aiuola è fatta. via il prato sintetico, si faccia fare non ai cosiddetti esperti, ma alla gente che ne capisce qualcosa di piante.
La pianta top per il contesto palermitano non è stata ancora nominata: Aloe barbadensis Miller (nota come Aloe vera). Pianta succulenta e a metabolismo CAM, ideale per il lagnuso palermitano. Fa persino dei fantastici fiori gialli. Il tutto solo con la poca acqua piovana.
Anche l’Aloe arborescens andrebbe bene, ma è meno bella e i fiori sono rossi. Quest’ultima aloe si trova in tutti gli spazi verdi siciliani, escluso Palermo ovviamente.
In ogni caso non cambia nulla, anche senza la buffonata sintetica e con piante curate il palermitano andrebbe a sporcare. È nella sua antropologia.
@the villains of palermo, ok l’aloe vera, ma se messa in piena terra tende a formare delle ceppaie inestricabili e spinose, la preferirei in vaso. altre piante meno belle ma ugualmente resistenti sono le jucche e le noline, alberi a zampa di elefante piuttosto abusati e totalmente sprovvisti di ombra. sempre sul genere sudafrica c’è anche la dracena, che fa un bell’ombrello e che è quindi da preferire. la strelizia, il cosiddetto fiore del paradiso. ad ogni modo preferisco le mediterranee, troppo esotismo rischia di risultare volgare favorisce l’importazione di parassiti tropicali privi di antagonisti e quindi terribili (vedasi il famigerato punteruolo rosso).
il carrubo è un ottimo esempio di albero mediterraneo resistente alla siccità. anche il leccio e il bagolaro lo sono.
insomma, da preferire sono sempre le piante che fanno ombra, che resistono alla siccità e che si ammalano meno facilmente (flora mediterranea).
@ punteruolorosso
Hai compreso perfettamente come la mia visione di quella zona brulla e abbandonata contempli piante ombrellifere per creare frescura e contrastare le isole di calore.
Il leccio non lo vedrei in una zona così vicina al mare, ma più nell’entroterra.
Condivido la passione per la flora mediterranea a cui aggiungerei anche cespugli di lantana (con la variante di fiori rosso/giallo, come il Comune e la Regione ci vestirei tutta la città) e di plumbago.
@irexia, certamente la lantana fa la sua porca figura, nelle aiuole cittadine fu introdotta dal commissario guglielmo serio, non so se ti ricordi di questo personaggio. Subentrò a uno degli stanchi mandati di orlando e si fissò con le lantane. le prime spuntarono nella rotonda di piazza tredici vittime, nello spartitraffico di fronte alla caserma della guardia di finanza e in alcuni giardini cittadini. questi arbusti fiorivano che era una meraviglia, sembravano i fuochi d’artificio del festino, e in città l’entusiasmo per le lantane esplose a tal punto che le vasche del foro italico (versione nino rota) ne furono riempite, e ancora oggi sono lì, praticamente indistruttibili. resistono alla salsedine e alla siccità, vanno solo potate.
l’unico problema delle lantane è che ce ne sono troppe. ne esiste anche la versione delicatissima, strisciante e di colore lillà, giallo o bianco. ne ho viste perfino a dusseldorf.
Un prato finto anzichè uno vero…
una distesa di plastica anzichè tante belle piante ornamentali… etc etc etc
Si risparmia l’acqua…..
ma quante inesattezze in un solo articolo…?
L’acqua non c’è proprio, non esiste nelle vicinanze nessun attacco pubblico da cui poter prendere l’acqua per le piante. L’unico punto acqua vicino è quello dalla scuola che però chiaramente soffre di stagionalità.
Perchè non potessero essere piantumate altre piante (a parte quelle già piantate)? intanto perchè con una piccola tanica si riesce a soddisfare alle esigenze. e la cosa più importante è che lì (sotto passa il ferro di cavallo per chi non lo sapesse) da oltre 100 anni crescono le canne (vedi terreno limitrofo che è stato lasciato “naturale), quindi nessuna essenza arborea si sarebbe potuto installare.
Premetto che la soluzione non mi è mai piaciuta ma dopo aver parlato con i tecnici ed esperti….
Il pietrisco, il telo pacciamante ed infine il prato sintetico furono installati per dare decoro a questa aiuola. Le condizioni di vento dello scorso inverno però non hanno aiutato, adesso si sta cercando di risistemarlo ma ci vogliono forze fisiche che vanno al di là di pigiare dei tasti su una tastiera…. per cui chi volontariamente volesse prestare la sua opera può contattare la Pro Loco di Mondello.
Ho notato con molto stupore che nei supermercati diciamo intelligenti non c e spazio x alberi o verde vedi euro spin san Lorenzo oppure MD via scalea non esiste un albero questi sono superrnercati “sostenibili ed intelligenti” mi chiedo ma perché non obbligare tramite il comune di piantare una decina di alberi in questi supermercati di cacca. Senza alberi sono proprio desolanti ed intelligenti?? Direi zero
Caro Gigi,
nessuno è lieto di avere ragione, ma lo sponsor di allora, che è del mestiere, certamente avrebbe potuto individuare una realizzazione che necessitasse di poca acqua o manutenzione. Ci sono piante grasse, anche infestanti, che fanno la loro figura. Ma anche il fico d’india o anche le stesse canne possono creare ambientazioni interessanti e con meno necessità di cura.
Il destino di quell’aiuola era purtroppo segnato…anche perchè lo sponsor non si sa che fine abbia fatto…
Ben venga l’attività della Pro Loco; nulla questio. Ma non si può nascondere che oggi ci troviamo con una aiuola che, forse, era meglio prima!!
p.s.
sono sempre vicchio65. Chi sa perchè, non posso più loggarmi con la mail principale.
Avevo chiesto lumi agli amministratori…ma niente 🙁