La recente emergenza alla tribuna stampa dello stadio Barbera, resa inagibile da gravi infiltrazioni d’acqua che hanno allagato circa 40 postazioni e messo a rischio i collegamenti elettrici, rappresenta soltanto l’ennesimo capitolo di una lunga e irrisolta diatriba tra il Palermo Calcio e il Comune di Palermo.
Le criticità strutturali dell’impianto, già note da tempo, si estendono ben oltre la tribuna stampa, coinvolgendo praticamente ogni settore dello stadio e minando la sicurezza e la funzionalità complessiva della struttura.
Un quadro di degrado pervasivo
Non sono soltanto le postazioni dei giornalisti a essere compromesse: scale, camminamenti e aree coperte dell’impianto soffrono di infiltrazioni d’acqua costanti, con il cemento armato che presenta ferri arrugginiti e affioranti, un segnale preoccupante di degrado strutturale. Ogni angolo dello stadio diventa un pericolo a cielo aperto, soprattutto durante condizioni meteo avverse, quando anche la semplice fruizione dell’impianto si trasforma in un’esperienza rischiosa per tifosi, operatori e cronisti.

La scadenza del certificato di agibilità
A questa situazione già critica si aggiunge una scadenza imminente: il 31 marzo il certificato di agibilità statica dell’impianto dovrà essere rinnovato. Per raggiungere questo obiettivo, però, sono necessari interventi strutturali di rilievo che il Comune, attuale proprietario dello stadio, non sembra essere in grado di finanziare né di programmare in tempi utili.
Alcuni lavori sono stati già realizzati dalla società CFG e hanno riguardato la sostituzione delle torri faro e dell’impianto elettrico, impianti idrici e ad alcuni bagni. L’ammontare di questi interventi superano abbondantemente il canone annuale che la società dovrebbe versare al Comune di Palermo per la concessione dell’impianto. Le piogge di questi giorni hanno nel frattempo causato nuove criticità, come ai nuovissimi skybox.
La messa in sicurezza richiederà una somma prossima ai 3 milioni di euro. Tuttavia, il Comune non dispone delle risorse né della capacità organizzativa per affrontare queste sfide, dunque il rischio concreto è che la struttura rimanga in una condizione di progressivo abbandono se non si decide adesso cosa fare e come.
Le amministrazioni hanno dimostrato “il nulla”
Questa situazione non è isolata, ma rientra in un contesto più ampio di decenni di gestione fallimentare delle infrastrutture sportive cittadine, che hanno trasformato luoghi simbolo dello sport palermitano in monumenti all’incuria. La piscina comunale, il palasport di Fondo Patti, il Diamante sono solo alcuni esempi emblematici.
E ora, anche il Barbera rischia di aggiungersi a questa lista nera, nonostante la sua importanza come simbolo calcistico e luogo di aggregazione per la città.
In questo scenario desolante, Palermo ha un’opportunità più unica che rara: affidare la gestione del suo impianto sportivo più importante a un privato affidabile e solido come il City Football Club, società proprietaria del Palermo Calcio. Questo soggetto ha già dimostrato capacità gestionale e disponibilità a investire risorse proprie per la riqualificazione dello stadio, come testimoniano gli interventi già effettuati.

La politica non fallisca ancora
Tuttavia, come spesso accade, la politica locale rischia di trasformare questa opportunità in un disastro epocale. Interessi di quartiere, resistenze burocratiche e incertezze amministrative stanno mettendo a repentaglio una soluzione concreta per uno dei simboli della città.
Il Comune di Palermo deve prendere una decisione chiara: lasciare che il privato intervenga laddove la politica ha dimostrato di fallire. Lo sport a Palermo è stato storicamente una piaga, tra promesse non mantenute, inefficienze e abbandono delle infrastrutture.
È arrivato il momento di cambiare rotta, abbandonando retaggi di cattiva amministrazione e adottando una visione moderna e pragmatica che garantisca al Barbera e alla città di Palermo un futuro degno della sua storia e delle sue ambizioni sportive.
Consegnare lo stadio al City Football Club potrebbe rappresentare una svolta decisiva, un’occasione per rilanciare non solo l’impianto, ma anche l’immagine di Palermo come città capace di valorizzare le proprie eccellenze. La giunta comunale e i consiglieri devono agire con responsabilità e coraggio, evitando di diventare complici di un disastro annunciato.
Servono 80 a nidi concessione (mondello, spiaggia pubblica per quanti anni è stata concessa? ) o anche più, per investire 100 ml di euro e fare del barbera un gioiello coperto da 60 mila posti per ospitare grandissime competizioni e finali. Se in futuro sarà Palermo da Champions non è affatto esagerato basta pensare sempre in piccolo, si fa uno stadio per un secolo…ragioniamo non sul presente o il passato, ma sul futuro, e sulle prospettive di sviluppo di una possibile metropoli calcistica. Abbiamo anche più abitanti di Manchester…
Chiedete purei dove sono finiti i milioni di euro arrivati dal Coni e dal Credito Sportivo per il rifacimento del Palasport di via dell’Olimpo.
Gli impianti sportivi palermitani sono centri di potere politici per collocare amici.
Non dovete pensare che il privato sia la panacea di tutti i mali. Il privato farà solo i propri interessi. Pensare che ristrutturi a proprie spese un’opera di cui ha solo la concessione è da ingenui. La sfrutterà al massimo e poi la restituirà messa peggio di prima.
STADIO “ RENZO BARBERA” : NON LASCIATELO GESTIRE AL COMUNE
Lo stadio “ Renzo Barbera” si trova in una situazione particolare che certamente non favorisce la sua manutenzione, ordinaria e straordinaria: la struttura infatti appartiene al Comune ma si trova in un parco, quello della Favorita, di proprietà della Regione, dove esistono dei vincoli paesaggistici e urbanistici molto stretti.
La struttura, chiamata originariamente “ stadio del Littorio, fu inaugurata nel lontano1932 ma nella realtà fu completata nel 1948.
Negli anni è stato sottoposto a diverse “ristrutturazioni”, ma la più importante e significativa è stata quella per i mondiali di calcio del 1990.
Ricordiamo che del 1990 lo stadio della Favorita “cadeva letteralmente a pezzi”: nel maggio 1982 si era sviluppato un incendio doloso che aveva danneggiato parte della struttura, compromettendo l’agibilità del complesso.
Approfittando dei mondiali lo stadio venne ristrutturato ed ampliato, con l’aggiunta dell’anello superiore, in ….meno di 2 anni !!!
Ecco perché appare pretestuosa l’ esclusione dello stadio di Palermo per i mondiali del 2032 visto che nel sud sono stati scelti solo 3 stadi su 10 ( Bari , Napoli e Cagliari) e il nuovo stadio di Cagliari non è stato…..ancora completato.
Appare evidente che la nostra politica, da tale esclusione, ne esce …..ridicolarizzata
Il fatto che, pur trovandoci a sette anni dalla manifestazione, il Barbera non sia in elenco la dice lunga sul livello di considerazione e di fiducia che la politica nazionale ha nei confronti dei nostri “amministratori” : sfiducia pienamente meritata.
Figuratevi che alcuni consiglieri comunali dell’ opposizione attaccarono la nuova amministrazione per questa esclusione accusandola di …..immobilismo ( chi sa chi aveva amministrato la città in questi ultimi 10 anni? ).
Ma anche i nuovi “amministratori” non hanno scherzato : per esempio l’ ex assessora comunale allo sport, definì lo stadio Barbera “un cadavere” e tale esclusione …. “uno stimolo per fare meglio” ( sob!!!!!).
L’ ex assessora non aveva capito che non si parlava solo di riammodernare i dieci stadi, ma anche di dotarli delle necessarie infrastrutture di contorno. Cioè di una pioggia di miliardi che verranno stanziati per l’occasione, a favore delle città sedi degli Europei.
Per esempio, solo per rimanere a Palermo, con riferimento a “Italia ’90”, oltre alla ristrutturazione dell’allora stadio della Favorita, in città vennero realizzate opere quali il velodromo dello ZEN, il prolungamento di viale Croce Rossa, la sistemazione dell’attuale piazza Giovanni Paolo II di fronte lo stadio, la linea metropolitana Palermo-Notarbartolo-Giachery, via Lanza di Scalea, il raddoppio di via Monte Pellegrino e il ponte di via Autonomia Siciliana .
In parole povere gran parte delle opere pubbliche realizzate in questi 30 anni si sono fatte grazie ai miliardi dei mondiali del 1990.
Se questi sono gli assessori non ci meravigliamo che tutti gli impianti sportivi della città sono….”dei cadaveri”.
P.S. La politica comunale( e regionale) non è in grado di gestire lo stadio, e non solo . Ha ragione l’ articolo quando sottolinea che “In questo scenario desolante, Palermo ha un’opportunità più unica che rara: affidare la gestione del suo impianto sportivo più importante a un privato affidabile e solido come il City Football Club”.
@Byron
“Non dovete pensare che il privato sia la panacea di tutti i mali. Il privato farà solo i propri interessi. Pensare che ristrutturi a proprie spese un’opera di cui ha solo la concessione è da ingenui. La sfrutterà al massimo e poi la restituirà messa peggio di prima.”
Vedi altre soluzioni? Le amministrazioni comunali Palermo in prima fila non sono ingrado di gestire gli impianti sportivi.
E’ certo che il privato farà i propri interessi, non sono benefattori ma di sicuro gestiscono gli impianti meglio di quanto sappia fare il comune.
Per lo stadio Barbera il comune dovrebbe dare in gestione i diritti di suolo per 99 anni, nel cedere questi diritti dovrebbe mettere dei paletti ben precisi evitando magari cubature di cemento inutili.