Il cassonetto e la teoria delle finestre rotte

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I fenomeni cittadini sono tanti, alcuni curiosi (vi ricordate la pantera di Bellolampo?), altri veramente degradanti.

Nel primo caso vengono alimentati dalla diffusione e dal passaparola. Laddove però non arriva la comunicazione arriva l’emulazione,  e qui ci riferiamo alla seconda categoria. Degrado chiama degrado.

E’ il caso di questi cassonetti innovativi che capita di intercettare in città: si tratta di auto abbandonate o sequestrate che non sono state rimosse dagli organi di competenza. Il palermitano ha bisogno di trovare nuovi e creativi strumenti per sfogare il suo scarso senso civico, così un mozzicone, un sacchetto o un cartone vecchio ed anche le auto diventano pattumiere maleodoranti.

E’ abbastanza facile comprendere che chiunque passi davanti una situazione del genere, si senta in diritto di contribuire, perchè alla fine non sarà quel pacchetto di sigarette vuoto in più a cambiare le sorti del marciapiede. Ma proprio questo ragionamento porta una piccola discarica a diventare una grande discarica.

A tal proposito lanciamo una riflessione a partire da una teoria famosa, quella delle finestre rotte, che recita:

La teoria delle finestre rotte è una teoria criminologica sulla capacità del disordine urbano e del vandalismo di generare criminalità aggiuntiva e comportamenti anti-sociali. La teoria afferma che mantenere e controllare ambienti urbani reprimendo i piccoli reati, gli atti vandalici, la deturpazione dei luoghi, il bere in pubblico, la sosta selvaggia o l’evasione nel pagamento di parcheggi, mezzi pubblici o pedaggi, contribuisce a creare un clima di ordine e legalità e riduce il rischio di crimini più gravi.

Ad esempio l’esistenza di una finestra rotta (da cui il nome della teoria) potrebbe generare fenomeni di emulazione, portando qualcun altro a rompere un lampione o un idrante, dando così inizio a una spirale di degrado urbano e sociale[1]. La teoria fu introdotta nel 1982 in un articolo di scienze sociali di James Q. Wilson e George L. Kelling

Pensate che un ambiente urbano più decoroso e urbano inciderebbe positivamente sui nostri comportamenti?


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2 Thoughts to “Il cassonetto e la teoria delle finestre rotte”

  1. esulefelice

    Ovvio che degrado richiami degrado, cosi come l’ignoranza culturale e sociale ne è madre.
    Qualche tempo fa ho ricercato sul web qualcosa per capire come funzionasse e ho capito che basterebbe cambiare qualche norma per tentare almeno di risanare questa città, norme nazionali sia ben chiaro, norme a cui le amministrazioni locali dovrebbero attenersi, norme serie evitando paraventi simil da.spo. e potenziando anche temporaneamente i poteri di coercizione da parte degli organi competenti. Oggi se un veicolo viene abbandonato per strada in sosta tale da non creare intralcio vero e grave e non viene assicurato le norme danno priorità alla salvaguardia della proprietà che non al bene comune, ovvero se un veicolo circola attivamente senza assicurazione viene sequestrato e affidato comunque al proprietario mentre se un veicolo non assicurato in sosta e magari lercio, quindi agli occhi del mondo palesemente abbandonato, la polizia stradale deve prima, e con i tempi previsti per le notifiche, avere certezza che al proprietario di quel bene non interessi nulla, e poi procedere agli atti relativi alla demolizione. demolizione che ritengo abbia un costo, costo che riflettendo pesa sulle casse pubbliche, perchè mai il proprietario dovrebbe pagare una demolizione quando se ne frega magari non pagando sanzioni, tasse, etc.?

  2. byron

    Da anni nel condominio dove abito si fa la raccolta differenziata. E fioccano le multe se la stessa non viene effettuata secondo le regole (che per alcuni articoli sono piuttosto ballerine, circostanza che mi fa sorgere qualche dubbio sulla reale destinazione finale della stessa). A ogni modo, nel condominio di fronte al mio la differenziata non è mai partita e i cassonetti sono stracolmi; chiaro segno che nelle zone adiacenti a quelle in cui la differenziata non si fa si continua a non farla. Non pare che interessi a nessuno. E ancora, io, che la faccio la benedetta differenziata, pago una tariffa identica al mio vicino che non la fa, seppure entrambi godiamo gratis della sporcizia collettiva. Insomma, nessun incentivo a comportarsi bene e incentivi a fare il contrario. Per finire, laddove non esiste un servizio di portierato, o non esiste un condominio, la spazzatura differenziata viene abbandonata per strada, perché nel frattempo i cassonetti li hanno eliminati, Si tratta di un autentica follia, perché tra vento, animali randagi, ritardi nella raccolta, la spazzatura finisce fuori dai sacchi (spesso neanche chiusi) e quindi in strada. Da dove nessuno la raccoglie perché a quel punto la responsabilità è di qualcun altro. Ah, per la differenziata abbandonata in strada i vigili le multe non sanno a chi farle.
    La sciatteria e l’approssimazione e anche l’arroganza regnano sovrane. Eppure i correttivi sarebbero molti per niente dispendiosi per la collettività, basterebbe la voglia di fare che, come sempre, latita e tutti sappiamo perché.
    Insomma chi fa la differenziata o è un santo o un fesso. Propendo per la seconda.

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