La nota di Giovanni Callea, fra gli ideatori e promotori della petizione online su change per l’abbattimento di un muro perimetrale di Parco Uditore e in replica all’articolo riportato qui due giorni fa.
L’IDEA INZIALE DI PARCO UDITORE
Il sogno di Parco Uditore nel 2010 era che quest’area verde potesse essere un luogo della periferia laboratorio civico per tutta la città.
Le strutture interne luoghi di incontro, sale di lettura, ludoteche. E la vecchia casa patronale uno splendido asilo: il più bello della città. Per fare questo c’erano le energie, c’erano le competenze, c’erano i fondi: se tenete conto che la Regione Siciliana ha restituito nel dicembre 2016 1,5 miliardi di euro all’Europa di fondi non spesi.
IL TEMPO USURA OGNI SOGNO E SPERANZA
Sono passati ormai cinque anni dall’apertura, e con il tempo mi sono abituato a considerare normale che non sia stata prevista l’illuminazione, che il parco sia chiuso i giorni di festa perché giustamente i volontari si riposano, che non vi sia stato modo di sistemare i vialetti, che non esistano bagni pubblici, che l’area sgambamento cani sia impraticabile dopo la pioggia, che gli uffici spopolati della regione dentro l’area non siano diventati luoghi di aggregazione per i cittadini.
Sia chiaro, dobbiamo dire grazie ai ragazzi che hanno pulito e tenuto a posto il parco per come potevano. Però vorrei dire che in tutto il mondo questo è lavoro per le istituzioni, che hanno i mezzi, le risorse umane, e senza offesa per nessuno le competenze.
A mio parere il loro sostituirsi alle istituzioni è parte della causa dell’assenza delle stesse.
LA MIA CANDIDATURA
Io sono stato candidato nelle file del movimento 5 stelle alle elezioni regionali. Non sono un politico. Probabilmente non sarò mai più candidato. In questo percorso concluso il 5 novembre con la mia mancata elezione, ho incontrato altre persone, tante, molte aderenti al movimento 5 stelle, molte no, che come me sentivano l’esigenza di agire nella città. Per la prima volta in vita mia ho incontrato persone veramente interessate alla cosa pubblica, disposti a fare quella politica che mi pregio di praticare da anni e che è semplicemente agire nel tessuto urbano e sociale che abito; persone disposte ad incontrarsi per strada a tarda ora, o in posti prestati per l’occasione, per discutere di come migliorare il posto nel quale viviamo, facendo ciascuno la sua parte, senza ricerca di ribalte personali, ne di plausi, ne di ringraziamenti. Scoprire entusiasmo e voglia di cambiamento in altri mi ha restituito il mio entusiasmo e la mia voglia di cambiamento.
LE RAGIONI DELLA PETIZIONE
La petizione del muro nasce così, come esigenza condivisa di persone di gruppi diversi che per motivi diversi hanno chiaro il problema ed auspicano la sostituzione del muro con una cancellata. La petizione non è mia, ovvero non solo mia, appartiene a quanti l’hanno firmata con me ed a quanti vi si riconoscono. E cosi come il parco è stato aperto dalla volontà e dalle intenzioni di almeno 5000 persone. Quando il muro andrà giù cadrà ad opera della volontà delle migliaia di persone che vorranno farlo cadere. Firmando la petizione ma soprattutto agendo in quella direzione.
Se avessi voluto strumentalizzare a fini personali ed elettorali avrei potuto presentare questa petizione durante la campagna elettorale. E più polemica fossi riuscito a generare più visibilità e quindi voti avrei avuto. Ma probabilmente, il muro sarebbe rimasto li. Abbiamo aspettato pertanto che passassero le elezioni proprio per porci oltre la questione elettorale. La petizione nasce nel e dal quartiere, abbiamo raccolto la sensibilità e le richieste dei residenti, e prova ne è il fatto che in solo 2 giorni ha superato le 1000 sottoscrizioni e queste crescono ad un ritmo entusiasmante.
Tengo altresì a precisare che il movimento in quanto tale non ha una struttura politica, io non ho una tessera di un partito e finite le elezioni non ho alcun ruolo nel movimento, sono rispetto al Movimento 5 stelle come chiunque qualunque altro abbia diritto al voto: sono un potenziale elettore e nulla più. Non ho simboli da promuovere. Non ho nessuno a cui dare indicazioni politiche, nessuno da cui ricevere indicazioni politiche, se non il mio buon senso, esattamente come prima di candidarmi.
IL PARCO E LA COOPERATIVA.
Il parco è dei cittadini. L’idea originaria è che il parco fosse affidato ad una associazione di cittadini, e che fosse un luogo delle creatività e della partecipazione. Che si arrivasse alla gestione pubblica dell’area e che l’associazione aperta, trasparente e permeabile a qualunque forma di inclusione della cittadinanza si occupasse di attività all’interno del parco e della città. Il sogno politico era che il parco potesse essere un volano di entusiasmo e di cambiamento in città. Ed in gran parte lo fu. I volontari arrivavano a centinaia. Accettare che una cosa è di tutti, e che su questa tutti possono dire la propria ha però un controcampo negativo, ovvero che nessuno può comandare. Non esiste una dirigenza. Non esiste un capo. E questo purtroppo era, e forse è, presto per Palermo, e quella che poteva essere una straordinaria esperienza civica si è trasformata lentamente nella cooperativa sociale di quattro ragazzi di buona volontà.
LA PETIZIONE E LA COOPERATIVA
La petizione è una legittima richiesta di cittadini a chi possiede l’area: la Regione.
La Regione è l’unico soggetto in campo ad avere la competenza giuridica, la capacità finanziaria, l’interesse istituzionale a sostituire il muro con una cancellata. La Regione deve rispondere del suo operato ai cittadini per legge.
La cooperativa non è un interlocutore. Nella migliore delle ipotesi rappresenta se stessa. Non è una associazione aperta di cittadini, ma una cooperativa chiusa di lavoratori, e questo salto giuridico cambia in tutta evidenza i termini dell’interlocuzione. Per legge la cooperativa risponde a chi ne detiene il capitale. Non ai cittadini. Inoltre la cooperativa non ha le competenze amministrative, la disponibilità economica, ne interesse specifico alla sostituzione del muro con la cancellata. Altrimenti avrebbe già potuto adoperarsi in tal senso negli ultimi cinque anni. Cosa che non ha fatto. La cooperativa ha comunque l’opportunità di sostenere l’iniziativa che non ha altre finalità che andare incontro alle esigenze della cittadinanza e dei residenti.
Prima di avviare la petizione abbiamo chiesto un incontro con la cooperativa, per discutere di questione relative al parco. La disponibilità all’incontro è stata subordinata dalla cooperativa, nella persona della Signorina Marchione responsabile relazioni esterne, alla conoscenza di dettaglio degli argomenti dell’incontro, come avviene nelle grandi imprese del nord. Conosciuto il contenuto l’incontro non è stato concesso, rappresentando in modo vago l’intenzione di occuparsi della cosa. Una modalità che ha posto la cooperativa nel suo approccio al dialogo con il quartiere al di sopra e non accanto ai cittadini ed alle loro istanze.
IN CONCLUSIONE
Parco Uditore nasce come un processo di appropriazione del bene pubblico da parte dei cittadini. Nelle intenzioni iniziali doveva essere affidato ad una associazione di cittadini che fu creata e della quale ero socio fondatore, tra i soci fondatori c’erano alcuni (allora giovani) ragazzi, e qualche adulto. Gli adulti decidemmo di comune accordo di non assumere alcuna carica per evitare che la nostra esperienza ed il nostro carisma uniti al ruolo potessero trasformare il senso di quel processo da aperto e collettivo a chiuso: non ci fidammo di noi stessi ed affidammo a quel gruppo di giovani la speranza di un modo diverso di fare le cose in città. In corso d’opera, come nelle più classiche fattorie degli animali, l’associazione è stata sostituita da una cooperativa. E come nelle più classiche delle tradizioni orwelliane, il processo di gestione si è strutturato ripiegandosi su se stesso e dalle centinaia di volontari siamo giunti, per dichiarazione della stessa cooperativa su questo blog, a dieci lavoratori volontari.
E così, come in un quadro di Escher, la realtà si ribalta, e dei cittadini che legittimamente scrivono e sottoscrivono una petizione per chiedere l’abbattimento di un muro, quasi si ritrovano a dover giustificare la loro richiesta ad una cooperativa, che sulla carta dovrebbe gestire un bene pubblico in favore dei cittadini ed invece si trova a difendere, contro i cittadini stessi, un orrendo muro che nel nostro quartiere nessuno vuole, e del quale ancora nessuno è riuscito a spiegare l’utilità, atteso che Parco Uditore non custodisce più carburante, e che la seconda guerra mondiale nel resto d’Europa è finita. A Palermo invece, nel teatro dell’assurdo messo in scena quotidianamente, viene sconfessato il principio della petizione popolare da chi è nato con una petizione popolare, e sembra che per ogni cosa sia sempre necessario fare polemica ed aprire una guerra.
Se sono stati così chiusi nei tuoi confronti che, fino a prova contraria, sei stato il principale promotore di questa iniziativa, è segno che l’associazione inziale, ora cooperativa, davvero tentando di diventare qualcosa di completamente diverso. L’accostamento con “La fattoria degli animali” mi sembra azzaccatissimo…d’altro canto Orwell era un grande conoscitore dell’animo umano
Ciao Giovanni Callea… mi sembra che la battaglia che stai portando avanti sia meritevole… e mi auguro che per il bene di Palermo tu ti possa impegnare in futuro per altre battaglie e per altre petizioni ugualmente importanti… e mi auguro che non sarai il solo a farlo, ma che lo possano fare anche altri…
….non conosco quelli della cooperativa del parco uditore e quindi non sono sicuro che siano realmente paragonabili ai porci della Fattoria degli animali… anche perchè il loro “potere” è limitato…
….penso piuttosto che i nostri “cari”politici (i vari Cuffaro, Orlando, Lombardo ecc, ecc) sembrano la reincarnazione dei porci della Fattoria degli Animali di Orwell… e come i porci ovviamente non badano all’aspetto estetico delle cose…
Giovanni Callea mi auguro che farai altrettante battaglie per rendere più bello quel parco… che purtroppo ad oggi non molto curato da un punto di vista estetico… e spero che, se mai deciderai di riprovare a fare politica in futuro, tu possa spenderti per abbellire la nostra CARA Palermo… che mi sembra molto trascurata anche da un punto di vista estetico…
Grazie friz, tengo a precisare che il mio riferimento alla fattoria degli animali era più generico, ed in generale intendevo richiamare il ribaltamento del dato di realtà delle cose come ben descritto in quel romanzo. Per il resto io mi sto occupando di politica adesso, nel solo modo in cui si possa fare politica, cercando di cambiare il contesto attorno a me. Ed ovviamente qualunque aiutè sarà gradito, anche da parte della cooperativa, se decideranno di cambiare registro e prendere atto anche delle esigenze dei cittadini. Non ho in atto alcuna polemica personale con loro, ma finchè saranno da ostacolo alla sostituzione del muro ed all’aertura del secondo ingresso saranno parte del problema.
E’ allucinante la polemica sollevata dai lavoratori della cooperativa. Invece di accogliere la richiesta e dialogare si sono scagliati contro l’iniziativa etichettandola come strumentale. Io ho da sempre votato a sinistra (stanno firmando anche persone di destra) ma questa richiesta va oltre i colori politici e le bandiere, ci aspettavamo questa cancellata già dal 2012. A firmare questa petizione siamo i residenti del quartiere che realmente e semplicemente chiedono alla Regione l’abbattimento del muro in sostituzione di una più gradevole ed elegante cancellata così come nel resto del parco. Il quartiere e il parco ne guadagnerebbero tantissimo in bellezza!