Il crollo del terrapieno d’ingresso al viadotto Scorciavacche emblema di controlli e garanzie inesistenti

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Il meridione e la Sicilia fanno parlar di se non solo per la nevicata eccezionale dei giorni scorsi, ma per un’opera infrastrutturale crollata a 10 giorni dalla sua inaugurazione. La notizia ha fatto (giustamente) il giro di tg nazionali e locali tanto da scomodare i vertici del governo italiano che, ovviamente,  hanno garantito la testa dei responsabili.

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foto ilgiornale.it

Parliamo del viadotto Scorciavacche, opera ricadente all’interno del progetto di ammodernamento e velocizzazione della Statale SS 121 (tratto Bolognetta – Bivio Manganaro). Annunciavamo l’inaugurazione qui. Il 23 Dicembre è stato inaugurato, pochi giorni dopo e’ franato il terrapieno del rilevato d’ingresso al viadotto.

A cascata, dal ministro Lupi all’Anas, sono piovute richieste di approfondimento ed è partita la caccia al colpevole, come è solito fare. All’Anas è stato chiesto di fare luce sulla vicenda e si è imbastita ADESSO una task force di monitoraggio sull’opera e sull’accaduto. Il problema, da quanto si legge, sarebbe riconducibile..

ad un cedimento del terreno di fondazione del corpo stradale con innesco di uno scivolamento verso valle di parte del rilevato, si tratta quindi di movimento di roto-traslazione. Nessuno dei sopracitati fenomeni, cedimento in fondazione e scivolamento verso valle, interessa le nuove opere costituite dai viadotti “Scorciavacche1” e “Scorciavacche2” (repubblica).

Il contraente generale, ovvero il raggruppamento di aziende che ha svolto i lavori, è sull’occhio del ciclone. Una di esse è la Tecnis S.p.a., aggiudicataria del progetto “Anello Ferroviario di Palermo”.

Mettiamo da parte un attimo l’accertamento ingegneristico, che seguirà ADESSO una procedura di verifica per individuare “un” colpevole, il quale pagherà per tutto e per tutti e sazierà la sete di “giustizia” collettiva… Nel frattempo parte dei 13 milioni di euro spesi per l’opera si sono dissolti nelle campagne innevate dell’entroterra. I lavori sulla rampa dovranno essere ripristinati.

Questo crollo, seppur parziale, fa il paio con quello avvento al viadotto Verdura dello scorso anno e con altri che si sono susseguiti in questi anni. Il tema pertanto è perennemente “hot” e risulta davvero difficile credere che si tratti soltanto di coincidenze o magie nere che gravano sul nostro territorio. In generale, crediamo che il sistema generale sia il vero colpevole, che ben si presta a gare d’appalto eccessivamente al ribasso (che poi sfociano in un depotenziamento di materiali e di risorse umane a volte drastico) e soprattutto all’esenzione quasi totale di controlli “in itinere”. Verticalizzando il discorso, anche a livello cittadino possiamo annoverare centinaia e centinaia di casi in cui i lavori stradali, ad esempio quelli di rifacimento del manto bituminoso, producono un risultato assolutamente pessimo e generano pericoli per pedoni e automobilisti. Ma una buca non è un crollo, si dirà.

Così fin quando qualcuno non ci lascia una gamba, fin quando non avviene quello che nessuno auspica, il problema non viene attenzionato, nè dalle amministrazioni nè da noi cittadini, che oltre a lamentarci della buca in quell’istante in cui ci rimbalziamo sopra, rimaniamo assuefatti e indifferenti al degrado che ci circonda . L’indignazione politica arriva puntuale a danno fatto e le richieste di monitoraggio della qualità dei lavori mosse da noi e da tanti altri cittadini rimangono parole al vento.

Nel nostro contesto, rinnoviamo ancora una volta la richiesta al Comune di Palermo di attivare un sistema di monitoraggio in itinere che consenta ai cittadini di segnalare lavori incompiuti o eseguiti male, e di poter aiutare il Comune stesso ad avviare procedure di verifica e di sanzione verso i responsabili.

L’amministrazione non può ritagliarsi il solo ruolo di garante “a posteriori”, perchè la collettività non ha bisogno del colpevole, ma delle opere regolari e sicure. Per cui meno indignazioni “ad orologeria” e più norme e sanzioni drastiche a chi, in malafede o no, abusa dei soldi e della pazienza dei contribuenti.

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9 Thoughts to “Il crollo del terrapieno d’ingresso al viadotto Scorciavacche emblema di controlli e garanzie inesistenti”

  1. tanzyn

    L’ingegnere responsabile dei lavori ha dichiarato che il viadotto non era ancora aperto al traffico in quanto deve prima essere completato l’intero progetto. Quindi i disagi agli automobilisti non sono aumentati a causa di questo cedimento; i famosi 13 milioni spesi invece non si sono dissolti, è palese che sarà la ditta appaltatrice a farsi totalmente carico delle riparazioni senza ulteriore esborso di denaro pubblico.
    Giusto per correttezza, fermo restando che è assurdo un ponte stradale durato 10 giorni senza neanche utilizzarlo.

  2. @tanzyn
    i 13 milioni spesi comunque “conterranno” uno spreco in termini di tempo e di disagi. Per cui anche se l’azienda appaltatrice, come spero, riparerà il tutto, avrà già causato un ritardo rispetto alla consegna del 23 Dicembre oltre che destato parecchie perplessità sulla propria professionalità e credibilità.
    Per non parlare del danno d’immagine recato al territorio, alle altre ditte del raggruppamento, etc. etc.

  3. Fabio Nicolosi

    Ricordo però che la consegna è avvenuto con parecchi mesi di anticipo sulla tabella di marcia, quindi adesso l’azienda aveva avuto tutto questa fretta nel concludere l’opera adesso si troverà con un’ulteriore data di consegna con la tempistica prevista…
    Il detto dice… “ La gatta frettolosa fa i gattini ciechi ”

  4. gkm

    Ci sono delle inesattezze: è crollata la rampa di accesso al ponte. Il viadotto è in piedi, e finora risulta che sia sano, nessun danno da 13 milioni di euro.

    Parole di oggi, il rifacimento della rampa prenderà alcune settimane – a meno che non si blocchi tutto per smanie di protagonismo o per far lucrare i soliti mafiosi e mazzettari.

  5. huge

    Ragazzi, verificate le notizie prima di prendere simili abbagli.

    Il viadotto non è affatto crollato. Non ha subito alcun danno.

    E’ franato parte del terrapieno del rilevato in ingresso al viadotto.
    Seppur grave, è cosa molto, ma molto diversa.

  6. Athon

    Giusto per completare le informazioni, aggiungo che la progettazione e la realizzazione dell’intero lotto in questione, sono stati condotti dalla Cooperativa Muratori & Cementisti (Cmc) di Ravenna (capofila del raggruppamento di imprese), dalla Tecnis, con sede legale a Tremestieri Etneo, e dal Consorzio Cooperative Costruzioni (Ccc) di Bologna.

    Va anche anticipato che l’appalto per la progettazione e la realizzazione del lotto che ricade in territorio agrigentino, detto “Della Valle dei Platani” (strada statale 189), lo scorso ottobre è stato aggiudicato ad un raggruppamento di impresa che sarà guidato dalla Italconsult di Roma.

  7. peppe2994

    Tutto questo polverone per nulla…
    Sono cose che possono succedere durante un work in progress. Non c’è motivo di gridare allo scandalo.

  8. Ringrazio voi utenti per i suggerimenti alla correzione di alcune parti dell’articolo, causati da una mia errata interpretazione di alcuni tecnicismi.
    L’articolo e’ stato corretto.

    @peppe2994
    non sono d’accordo. Non e’ normale che crolli un terrapieno di sostegno. Se ci fosse scappato il morto staremmo qui a parlare di altro.

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