Il Parco Cassarà sequestrato si, ma in via PREVENTIVA: adesso pressing sul Comune!

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E’ doveroso parlare ancora del Parco “Ninni Cassarà”, recentemente chiuso al pubblico per via del sequestro disposto dalla Procura della Repubblica, pur consci che questo argomento ci regalerà ulteriori vicende e colpi di scena.

Quello che forse nessuno di noi ha fatto sino ad adesso è cercare di capire quale sia la situazione reale dei fatti, a causa dell’ovvio sconforto per l’ennesima notizia triste. In questi giorni si sta assistendo ad un passaparola gigantesco sulla vicenda e vogliamo cercare di chiarire nei limiti del possibile la vicenda, evidentemente, in parte stravolta dal passaparola stesso.

Innanzitutto, partiamo col distinguere due momenti: quello dell’inaugurazione del Parco, avvenuta a Novembre 2011, in cui vennero ritrovate della tavole di amianto recintate dietro Villa Forni, le quali erano già predisposte alla rimozione, avvenuta qualche giorno dopo.  Il secondo momento invece è la chiusura del parco di qualche giorno fa, che nulla ha a che fare con il precedente avvenimento.

Ma andiamo ai giorni nostri.

Iniziamo dicendo che il Parco è stato sequestrato in via preventiva, il che significa che non vi è ancora alcuna certezza sulla reale diffusione in tutta l’area (circa 26 ettari) dell’amianto. Infatti, tale provvedimento è stato disposto in via preventiva appunto a seguito di alcuni ritrovamenti di frammenti di amianto. Pertanto, il Parco Cassarà potrebbe essere stracolmo di amianto sottoterra così come no.

Sembrerebbe che già qualche mese fa, gli operai stessi avessero segnalato e recintato una piccola porzione del parco, a seguito del rinvenimento di alcuni frammenti. Da li a poche settimane tale area è stata poi bonificata.

Si è spesso parlato di saggi e carotaggi già effettuati: in realtà ci sembra veramente improbabile che ciò sia avvenuto in tutto il parco, visto che fino a qualche giorno fa, a cancelli aperti, non sono state recintate aree nè avvistati tecnici incaricati per questa attività. Anche perchè, ripetiamo, il sequestro è preventivo. Per cui, sembra molto più percorribile la strada che vuole l’ASP (Azienda Sanitaria Provinciale) disporre controlli ulteriori prima di riaprire al pubblico l’area già bonificata, citata in precedenza.

Ma nel frattempo è arrivata la disposizione di sequestro, forse anche a seguito di altri frammenti ritrovati da ARPA.

Adesso il Comune sta componendo una squadra di tecnici che sarà incaricata di avviare delle analisi approfondite sull’intero perimetro e verificare lo status del terreno. E auspichiamo che tutto ciò avvenga nel più breve tempo possibile perchè, forse in pochi ci hanno riflettuto, nel frattempo NESSUNO può toccare il parco in nessun modo. Il rischio incombente, oltre all’amianto, è che i prati, gli arbusti e tutto ciò che è all’interno dell’area venga forzatamente abbandonato all’incuria per via di questo sequestro.

Proprio ieri però abbiamo notato con i nostri occhi che a Villa Forni vi era del personale, presumibilmente COIME, che accedeva tranquillamente ad uffici e strutture. Ci sorge un dubbio: ma se l’area è stata sequestrata per paventato pericolo di amianto polverizzato, come mai si permette agli operai di accedere in una zona potenzialmente pericolosa?

Insomma, ci sono diversi aspetti indefiniti che meriterebbero approfondimenti: dalla valutazione di pericolosità dei frammenti di amianto sottoterra tale da giustificare la chiusura dell’intero parco (e non delle aree interessate), all’indagine su chi ha lasciato lì quell’amianto.

Comunque sia, l’Amministrazione Comunale adesso ha il forte dovere di accelerare i tempi e fare subito chiarezza, con provvedimenti semplici ed efficaci. Perchè il rischio più grosso, qualora si evincesse la presenza soltanto circoscritta di amianto, è che il sequestro totale perpetuato causi ingenti danni a ciò che di buono si era costruito sino ad ora.

Ovviamente auspichiamo che si dia priorità alla salute delle persone, fermo restando che non sono tollerabili tempi lunghi canonici  in questo frangente.

 

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9 Thoughts to “Il Parco Cassarà sequestrato si, ma in via PREVENTIVA: adesso pressing sul Comune!”

  1. mars 76

    L’altro giorno sul gds c’era un articolo che riassumeva tutta la vicenda e si spiegava come i sagi fatti dall’Arpa su disposizione del magistrato, sono limitati all’area vicino a Villa Forni e vicino la zona giochi dei bambini. Dunque una porzione molto piccola del parco, eppure il magistrato non c’ha pensato due volte a sequestrare tutto il parco. Inoltre c’era un’intervista ad un ingegnere esperto di questioni ambientali dell’Univ di catania che spiegava come si sarebbero dovute fare le analisi sulla qualità dell’aria che è il vero discriminante e non solo sul sottosuolo, visto che la presenza di tracce di amianto lì è probabile che non causi alcun rischio per la salute, essendo appunto sotterrato da almeno 30 cm di terra (ci vorrebbe una tempesta di vento tipo uragano per sollevare il tutto).Chiaramente il magistrato non ha fatto fare le analisi sulla qualità dell’aria. D’altra parte che ne capisce lui? Se non erro è lo stesso pool di magistrati che ha sequestrato le Mura delle Cattive perchè c’erano le scritte spray sulle panchine e le luci rotte. Si capisce allora che tipo di provvedimenti vengono presi pur di fare scalpore.
    Relativamente poi alla presenza di personale a Villa Forni, il gds diceva che il comune ha chiesto un dissequestro temporaneo o solo un’autorizzazione, non saprei, per poter accedere alla villa e soprattutto per curare il verde appena piantato. L’assessore Barbera in particolare parlava degli alberelli donati da Yves Rocher che necessitano di cure maggiori. Magari si tratta di questo

  2. @mars76
    più che sequestro “per fare scalpore” mi sembra uno dei tanti sequestri dettati dalla paura di prendersi delle grosse responsabilità sulla vicenda, visto che di mezzo ci sono i tantissimi frequentatori del parco.
    Come dici tu, il magistrato giustamente non sarà preparato in materia, ma proprio per questo mi sarei aspettato forse degli accertamenti preventivi a campione su tutta l’area proprio per ottenere le giuste motivazioni per chiudere/non chiudere interamente il parco.

    Condivido il discorso sulla qualità dell’aria: visto che il rischio paventato è la polvere di amianto che quindi non può essere rilevata con il semplice sguardo dell’occhio umano, occorrevano già adesso ulteriori analisi sull’aria per scongiurare o meno questo pericolo.

    Il dissequestro temporaneo onestamente non lo concepisco in questo caso: se un’area è dichiarata potenzialmente pericolosa deve rimanere chiusa, senza che alcuna persona/operaio/impiegato possa rischiare la salute un solo secondo. Comunque sia, non credo che siano solo gli alberelli della Yves Rocher a necessitare di cure maggiori.

  3. mars 76

    Chiaramente tutto il parco necessita di manutenzione e l’assessore lo ha detto, ma chiaramente quelli appena piantati sono più “fragili”.
    Inoltre ha detto che la seconda tornata di piantumazioni è prevista per ottobre e spera che entro quella data tutto si risolva.

    Relativamente all’autorizzazione per gli operai, io invece sono d’accordo. Basta che questi si muniscano di mascherine come fanno gli operai addetti allo smaltimento dell’amianto. L’importante è che non si abbandoni il parco.

    Infine il magistrato avrebbe dovuto affidarsi ad un vero consulente, tipo questo ing Vagliasindi dell?università, citato dal gds e seguire passo passo le sue indicazioni, non decidere sulla base di paure, allarmismi o peggio voglia di fare scalpore e carriera.

    Comunque sia il comune sta preparando i suoi contro-accertamenti. In base a questi chiederà o meno il dissequestro di ampie porzioni del parco, se non di tutto. Vedremo.

  4. Fabion54

    Da quello che so, il Coime utilizza la zona di Villa Forni come deposito di mezzi e/o attrezzi, quindi è possibile che nonostante il sequestro gli operai sono “costretti” a recarsi lì per prendere o depositare gli attrezzi di cui hanno bisogno.

  5. Fulippo1

    Diciamo che in linea di massima, parlare al di fuori di ogni responsabilità, come questo ingegnere dell’università di Catania, è sempre molto più semplice.
    Magari sarà anche come dice lui, ma se sulla tua decisione grava la responsabilità per la salute di molta gente, qualche precauzione in più credo che l’avremmo presa tutti.

    Andrebbe comunque in ogni caso garantita la gestione e cura dell’intero parco, da parte degli operai con le dovute precauzioni.
    Questa secondo me sarebbe la primissima cosa da fare.

  6. mediomen

    Domanda: se gli operai che facevano manutenzione in pianta stabile nel parco, ora che non possono lavorarci che fanno? Stanno sempre seduti sul muretto ad aspettare che l’orologio arrivi al punto giusto. Perché non li mettono in cassa integrazione, e risparmiamo?

  7. mars 76

    Come vi avevo prospettato:
    Dal gds si apprende che il giudice che ha sequestrato l parco Cassarà ha fatto carriera
    E’ stato nominato coordinatore del pool misure di prevenzione

    Tutto quadra…

    Intanto il comune ha richiesto e ottenuto l’autorizzazione per degli accessi consentiti a operai e maestranze del coime per le opera di manutenzione del parco e per i carotaggi

  8. Orazio

    A conti fatti il parco Cassarà è l’ennesimo frutto velenoso dell’amministrazione Cammarata.

    C’è comunque da rabbrividire non solo per l’approssimazione con cui quella giunta ha disamministrato la città, ma soprattutto perché ormai viviamo su una terra avvelenata, ed è questo che mi sconforta, più che quel nano di cui finalmente Palermo si è liberata.

    Spero francamente che gli accertamenti si facciano presto e bene ma dissento dal tono dell’articolo, queste sono cose delicate e le pressioni sono solo deleterie. Del resto si gioca con la salute, mi pare.

    P.S.: su yutubbo c’è un video che mostra una ruspa che sposta, ovviamente danneggiandole, lastre di eternit, credo che prendersela con il comune (attuale) o come fa mars col magistrato (non capisco cos’è che quadra, uno chiude il parco e viene promosso per questo… boh, cu sti ciriveddi ca ci sunu in giru poi certo che grillo fa proseliti…) sia solo una cosa senza senso.

  9. @orazio:
    Nessuno se la sta prendendo con il Comune. L’articolo è stato scritto per chiarire la vicenda ai tanti che ancora la disconoscevano, visto che in giro ognuno racconta la sua versione.

    Detto questo, l’invito finale al Comune è quello di attivarsi sin da subito per chiarire la vicenda, visto che siamo tutti testimoni dei tempi biblici che occorrono quando un problema deve essere affrontato e risolto da una amministrazione pubblica. Ma nessuno ha detto che è colpa del sindaco o di chicchessia. C’è a rischio la salute di un intero parco.

    Sul discorso delicatezza: tutti ovviamente ci auguriamo che venga preservata la salute delle persone prima di tutto (è pure scritto in coda), per cui mi sembra strano che tu dissenta dal tono dell’articolo. Semplicemente ci sono dei risvolti della vicenda che andrebbero approfondite.

    Vorrei solo farti notare che mentre io, tu e tantissime altre persone passeggiavamo dentro il parco, il Coime aveva provveduto a recintare un’area e bonificarla dai frammenti di amianto, con la supervisione dell’assessorato all’ambiente, ASP e ARPA. Senza che uscisse una sola notizia su giornali e siti e senza interrompere la fruibilità del parco. Per cui potrebbe, ripeto POTREBBE, pure accadere che la chiusura preventiva sia ritenuta eccessiva e che bastava ripetere questo iter in altre porzioni dell’area.

    Ripeto, è tutto un SE. Ma partiamo dal fatto certo che ancora non c’è nulla di concreto, se non il ritrovamento di alcuni frammenti, poi bonificati. Non ci sono rilevamenti sulla qualità dell’aria per verificare la presenza di polvere di amianto (il vero pericolo per la salute!) nè carotaggi diffusi in tutta l’area.
    Proprio per questo l’auspicio dell’articolo è quello di accellerare le analisi.

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