Caro Staff di Mobilitapalermo, chi scrive è un affezionato lettore di questo blog che, con proprio compiacimento, ha avuto l’onore di constatare come, nel tempo, esso si sia arricchito di contenuti stesi da diverse penne, tutte accomunate dall’amore per questa Città. E questo è anche il leitmotiv del mio intervento. E’, infatti, l’estremo amore che nutro per il luogo in cui vivo che, oggi, non mi permette più di assistere impotente al suo sfacelo. Con le mie parole, vorrei dare corpo al grido di dolore che si leva dai vicoli di Palermo che, come una bestia in catene, langue sotto il peso di una pluricinquantennale incuria.
Non voglio scrivere l’ennesimo contributo a commento dell’ormai tristemente noto crollo di piazza Garraffello (non GarrafAello!), benché non possa celare come l’idea di scrivere abbia attraversato la mia mente proprio a seguito di tale tragedia.
Infatti, credo che di tragedia possa ben parlarsi, benché nessuna persona (per fortuna!) sia stata travolta dal crollo.
La Vucciria rappresenta il cuore della nostra città. Un cuore che, sempre più affaticato, non ha comunque smesso di battere, anche dopo esser stato dilaniato dalle bombe della II guerra mondiale. A testimonianza di ciò, basti ricordare come la Vucciria sia stata scelta come luogo di sperimentazione artistica, non solo da Uwe Jaentsch (le cui opere, a dirla tutta, avrebbero potuto essere preservate, senza prendere a pretesto il crollo e/o la tutela dell’ordine pubblico, sic!) ma anche, ad esempio, da Pantaleone e Giordano, che qui vi hanno aperto una galleria d’esposizione.
Dopo una estenuante resistenza, però, le balate della Vucciria minacciano di essere asciugate da una coltre di polvere e calcinacci, depositata da questo (annunciato) crollo e da quelli che verranno, sotto l’occhio disinteressato di una pletora di amministrazioni criminali, arraffone e imbavagliate dal cappio del clientelismo.
Voglio, però, regalare il beneficio del dubbio all’Amministrazione Orlando. Perché due anni e mezzo sono pochi per salvare la città. Perché davvero le nostre casse sono vuote. Perché, soprattutto, quella della mancanza di denaro non è una scusa imperitura. Prima o poi il suo effetto protettivo si esaurirà.
Allo stesso tempo, per favore, non mi si parli di interventi lampo, da una/due settimane! La Vucciria ha bisogno di interventi strutturali permanenti. Di un’operazione di riqualificazione meditata, che sappia preservare quanto, primi fra tutti, gli spagnoli ci hanno lasciato, senza nel contempo rinunciare a RINNOVARE.
E come la Vucciria, il Capo, Ballarò, Porta Nuova, i palazzi di via Maqueda, il Teatro Politeama, i giardini della Zisa, Villa Giulia, la Cubula! Simboli di cultura degradata.
Palermo ha già subito una violenza durante gli anni del Sacco.
Lì hanno abbattuto per lucrare.
Oggi una violenza ancora più preoccupante sembra materializzarsi all’orizzonte. L’incuria rischia di privarci delle bellezze ultime che ci rimangono. A memoria di tempo in cui Palermo è stata eletta a sede dei sollazzi regi, prima, e a Capitale di un Regno, poi.
In alcuni casi, peraltro, basterebbe davvero poco per ripartire. Anche solo assicurare un’adeguata illuminazione ai quattro canti e alla Martorana. La notte può fare i monumenti ancora più belli!
Pertanto, rivolgo un vero e proprio appello all’attuale Amministrazione: prenda le distanze, non solo a parole, dalle precedenti Amministrazioni e renda a questa Città il merito e la dignità che le spetta. Lo deve a Palermo, alla sua Storia e alla sua antica bellezza.
http://livesicilia.it/2014/02/12/vucciria-il-piano-della-bazzi-case-popolari-e-spazi-aperti_443422/
Io onestamente, non sono proprio favorevole al piano che è stato presentato per il recupero della vucciria, alle case popolari concentrate tutte in centro, ma anzi sono per decentrarle assolutamente, e cercare di dislocarle in tutto il territorio cittadino.
Molto meglio creare alloggi, e strutture turistiche, o comunque anche cedere o addidrittura ristrutturare e poi rivendere a privati gli allogi, si farebbe cassa, e si ripopolerebbe il quartiere.
bisogna rivalutare rivalutare e rivalutare tutto, dalle strade alle balate, alle facciate, alle botteghe, ma sopratutto allo stile di vita che attanaglia ormai la maggior parte dei quartieri del centro storico e che è arrivato ad un livello troppo basso.
@Filippo1, hai sicuramente ragione, ma nel valutare la situazione bisogna vivere l’area, dove per vivere intendo la quotidianità, sciorinare la biancheria, parcheggiare l’auto, acquistare il pane, riposare in tranquillità, portare i bimbi a scuola, aree attrezzate per i giochi ludici e per gli anziani, insomma ridimensionare il tutto alla misura essere umano di qualunque età … ma sono sicuro che l’architettura dell’apparire prenderà il sopravvento
Concordo con Fulippo1. Sono un assurdita case popolari in centro. Il comune e chi lo gestisce è come al solito inetto e incapace. Aumentare la popolazione residente al centro vuol dire congestionare ancora di più il centro con parcheggi fantasiosi e traffico dei residenti che rientrano verso le loro case. Il centro storico non è più adatto alle esigenze di centro residenziale non ci sono gli spazi. Il centro storico deve diventare centro d’incontro culturale (musei, spazi per eventi artistici..ecc.), turistico, intrattenimento, galleria commerciale con cinema e attività commerciali (tutto ovviamente facendo un piano urbanistico e facendo rispettare le regole) e ovviamente bisogna che sia chiuso al traffico (spostando zone residenziali e grandi uffici e centri direzionali in altre zone sarebbe tutto più semplice). Nel centro storico si dovrebbe arrivare solo in Bus. bicicletta e tram particolari, belli da vedere, come design sarebbero belli quelli di San Francisco:
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/9c/11_Cable_Car_on_Powell_St_crop,_SF,_CA,_jjron_25.03.2012.jpg
Per gli edifici ormai irrecuperabili sono favorevole alla demolizione e costruzione di nuovi edifici con stile, disegnati da architetti bravi e con fantasia. Io non vedo niente di male in un mix tra antico e moderno (ovviamente bello, non mi riferisco di certo all’architettura dei “moderni” quartieri di Palermo :D)
Si parlava di bombardamenti che hanno lasciato il segno. Ricordiamo che Berlino nel ’45 alla fine della guerra era messa peggio di Palermo in fatto di bombardamenti, distruzione..ecc. Ma con dignita e volontà si sono ripresi bene. I bombardamenti subiti non giustificano nel 2014 edifici vecchi o ruderi. C’è stato per recuperare e/o ricostruire
Ho detto cose ovvie e normali per una città normale le cose che dovrebebro essere ovvie a Palermo non lo sono 🙂
*C’è stato molto tempo per recuperare e/o ricostruire
@moscerino , esatto, infatti per stile di vita intendevo proprio quello.
Lo stile di vita quotidiano, che tra problemi vari in quelle zone è sceso, come dicevo prima molto in basso. Ma non bisogna mai sottovalutare secondo me il grado di bellezza “esteriore”, anch’essa facente parte delle condizioni che aumentano la qualità della vita e della vivibilità.
certo case popolari no, con la scusa del sovrappopolamento del centro storico, però invece espropriare case e venderle alla cosiddetta gente della “Palermo bene” sarebbe conveniente…che assurdità!!
case popolari solo in periferia…ma sì i problemi lontano dagli occhi…lontano dal cuore…che squallore sentire queste proposte!!!
@fulippo, gomez
le case popolari vanno fatte alla vucciria, a ballarò, e al capo, non in periferia. le esperienze di quartieri dormitorio ci hanno insegnato che la relegazione di sacche meno abbienti fuori dal centro non fa che aumentare l’emarginazione e scomporre il tessuto sociale del centro storico, che è variegato e ha una forte componente popolare.
sono contrario alla mesealizzazione della vucciria, e delle speculazioni immobiliari.
la palermo bene può comprare i palazzi nobiliari del cassaro o di via maqueda, o in viale strasburgo, se preferisce.
abbiamo già dato col sacco degli anni 60-70-80.
adeso bisogna ripopolare il centro storico far rinascere i mercati.
per quanto riguarda la concentrazione, ha un nome: densità. i migliori urbanisti la considerano un vantaggio. e vi faccio notare che il centro storico è sottopopolato, col 30% di case vuote. non solo per i crolli, ma anche per aver mandato tutti a vivere allo zen.
al diavolo i centri storici vuoti, cari, e in mano ai fighetti. viva la palermo autentica
@punteruolorosso
Non ho mai detto di creare nuovi quartieri popolari dormitorio in periferia. Bisognerebbe al contrario recuperare il degrado esistente. Con centri direzionali, attività commerciali e produttive e nuovi residenti si riporterebbero l’attenzione alle periferie dimenticate e collegamenti migliori con mezzi pubblici e si spera occupazione decentrata perchè il centro non è in grado di gestire enormi flussi di lavoratori (basta vedere la congestione attuale dove ci sono uffici pubblici). Se vedi nel mio precedente post ho condannato l’archittetura speculativa di tutte le periferie (anche quelle ricche)..Quindi non sono certo a favore di una speculazione edilizia.
il centro storico si è sviluppato nei secoli in cui non esistevano automobili e la popolazione in generale era meno numerosa. Sei vuoi il centro storico autentico allora non ci devono essere automobili. Quelle strade storiche, i vicoli non nascono per farci passare le automobili. Se vuoi essere coerente quanto parli di centro storico autentico allora ci devi andare a piedi.
In Italia (non solo Palermo) senza generalizzare abbiamo paura del cambiamento (e sottolineo di nuovo che io per moderno non mi riferisco ai brutti e recenti quartieri cittadini)..siamo sempre troppo ancorati al passato. Ovviamente i bei palazzi artistici dovrebbero essere recuperati e restaurati ma e ovvio che nei secoli (metti anche le guerre) non può rimanere sempre tutto invariato, ma si può costruire anche qualcosa di moderno e bello. Dicono che gli inglesi sono troppo conservatori (almeno loro hanno un senso civico), ma anche in Italia non si scherza… 😀
@gomez
appunto, niente macchine nel centro storico, che ha vocazione commerciale (nel senso del negozio, del mercato sotto casa, da raggiungere a piedi) e residenziale (popolare e non). tutti a piedi come una volta, o magari in tram.
i centri direzionali di cui parli necessitano di posteggi, e quindi vanno fatti fuori dal centro storico.
semplicemente non sono d’accordo con la speculazione immobiliare ai danni degli attuali residenti.
un buon esempio di edilizia popolare è al capo. i catoi sono stati recuperati in modo molto carino, e adesso sono abitati da gente poco abbiente, ma che sa vivere in modo civile e non ha perso il contatto col quartiere in cui è nata.