Come ogni anno, si sprecano le classifiche sulla vivibilità delle città italiane.
Palermo ha già “collezionato” diverse brutte figure, ma il trend non sembra cambiare. Nella graduatoria pubblicata da AltroConsumo, il capoluogo siciliano è fanalino di coda, mentre Trento vince sulla dirimpettaia Bolzano.
Nel complesso si vive meglio nelle città di provincia che nei grandi centri. Torino è l’unica città con più di 500 mila abitanti a entrare nella top ten. Milano non brilla, ma supera Roma.
Per redigere questo dato è stato sottoposto un questionario ad un campione di popolazione di 5.865 persone, nei primi mesi del 2012.
Gli indicatori:
- servizi per la salute,
- lavoro e affari,
- ordine pubblico,
- mobilità e trasporti,
- pubblica amministrazione,
- casa,
- istruzione,
- cultura e sport,
- paesaggio urbano,
- shopping e servizi.
Le città del Sud sono fanalino di coda, in particolare quelle siciliane: Catania e Palermo sono rispettivamente al terzultimo e all’ultimo posto.
sono stato sia a Trento che Bolzano tanti anni fa. L’impressione che ebbi era che Bolzano fosse molto più avanti in termini di qualità della vita. A Bolzano respiri il clima della città austriaca, proprio perché vicina al confine. Trento invece è una città tipicamente italiana, con tutti i pro e contro. Su Palermo stendiamo un velo pietoso
Caro blackmorpheus, a Palermo siamo ancora lontani anni luce sulla comprensione del concetto di qualita’ della vita. E questo a causa della disinformazione e dell’isolamento che la Sicilia soffre.
Sebbene esistano mobilitapalermo e altri blog simili, moltissima gente non sa nemmeno cosa sia una pista ciclabile, cosa significhi pedonalizzazione, cosa significhi educazione civica, che danni alla salute provochino le discariche abusive, quanto sia pericoloso scaricare abusivamente a mare, quanto sia pericolo incendiare cassonetti etc. Se chiedi loro cosa sia la Diossina, ti risponderanno “chiiiie??” Non lo sanno perche’ ignorano, realmente. Tutto.
La gente vede nell’auto e nella sosta selvaggia il solo modo per andare in centro e fare shopping. E anche questo deriva da un ignoranza colossale.
Basta vedere il Palermitano altrove per capire che in fondo, basta istruirlo un poco, basta fornirgli un contesto decente, e cambia radicalmente. Perche’ e’ informato, viene istruito, e in parole povere, viene educato dal contesto.
Il punto e’ che la scuola, l’educazione, la cultura e in generale l’istruzione sono le uniche risorse che abbiamo per potere cambiare il corso di questa citta’. Una generazione e’ finita. La prossima non promette bene, ma si ci puo’ lavorare. I ragazzini delle scuole elementari sono il futuro…
Solo quando si capiranno i valori essenziali del vivere civile potremo parlare di qualita’ della vita a Palermo. Fino a quel momento, permettetemi di ripetere quello che ho scritto tante volte perche’ testimoniato dalla mia esperienza: Palermo e’ peggio di una qualunque citta’ del terzo mondo, che ci vogliate credere o meno!
Ripartiamo dal “palermitano”… questa città ha un bisogno esasperato di EDUCAZIONE CIVICA!
Per qualità della vita mica si intende solo l’ordine pubblico. Mi sembra che qualcuno qui stia sottovalutando gli altri indicatori. Il livello delle prestazioni sanitarie è efficiente? Cosa offre la città dal è punto di vista occupazionale? Il tessuto produttivo palermitano è in grado di dare risposta alle esigenze occupazionali dei giovani palermitani? Il trasporto pubblico funziona? La pubblica amministrazione è veloce? Assiste le imprese e i cittadini o non fa altro che creare ostacoli burocratici? Il livello dell’università qual’è? Quanti e quali eventi culturali ci sono in città durante l’anno? Sportivamente parlando che realtà ci sono a parte il calcio? La percentuale di differenziata qual’è? Quanti e quali strutture commerciali offre la città?
Ridurre tutto sempre al posteggio in doppia file e alla scarsa educazione civica dei palermitani mi sembra futile oltre che illusorio. Peraltro vi assicuro che nessuno nasce imparato altrove, ma viene educato e in caso contrario sanzionato dalle amministrazioni locali. Qui non c’è proprio capacità di amministrare una città e una regione.
Strano che tutte le persone di Trento che ho conosciuto (avendo vissuto 2 anni a Verona) erano felicissimi di essersene andate perchè è un mortorio…. certo hanno i servizi migliori d’Italia ma se poi devi cadere in depressione…..
@Calo’
non hai colto il senso dei commenti precedenti.
Non si analizzavano le singole componenti di cui parli tu come indicatori di qualita’ della vita, ma si utilizzavano solo come esempi di assenza di cultura civica, che comporta sistematicamente la scarsa vivibilita’ di un contesto comune.
Quello cui mi riferivo personalmente e’ un contesto culturale che impedisce proprio la fioritura di un sistema produttivo degno di tale nome.
Nessuno sottovaluta gli aspetti di cui parli, e se mi permetti, l’assenza totale di un tessuto produttivo in citta’ e’ dovuto soprattutto alla mancanza di una cultura del lavoro!
Quando si finanziano da decenni solo precariato, consulenze di amici e appalti mafiosi, lasciando soccombere la libera e spesso onesta attivita’ imprenditoriale, non puo’ che instaurarsi una mentalita’ in cui l’unica risorsa e’ proprio quello del posto pubblico.
Ecco perche’ io ritengo che l’assenza di produttivita’ derivi proprio da un problema culturale.
E la stessa cultura del posto fisso statale e’ quella che genera inefficienze nella pubblica amministrazione.
Palermo non ce la farà mai ad essere una città europea, mi dispiace doverlo dire, ma bisogna accettare questo dato di fatto perchè è un pò come sognare per tutta la vita di diventare medico o altro per fare piacere agli altri quando in realtà non se ne ha l’attitudine e la capacità.
@Matteo O.
Viceversa se non hai una sanità decente sei costretto ad andare via per operarti. Se ancora peggio non hai un posto di lavoro sei costretto ad andare via per lavorare e far mangiare i tuoi figli. In tutti i casi devi andare via. Non conosco Trento, ma mio padre da giovane è stato a Bolzano per viverci e ne conserva un bel ricordo, tant’è che ci ritornerebbe volentieri.
@Luca
La Cultura del posto fisso nella pubblica amministrazione nasce laddove si ostacola la crescita del tessuto produttivo locale. Non è altro che frutto di questo. A Palermo da questo punto di vista ci abbiamo messo tanto impegno devo dire(sic!)
@Calò
Hai ragione su tutto…io non volevo dire che è meglio Palermo. Solo che queste classifiche non possono non tenere conto del “piacere della vita” in una città. Non esiste solo il lavoro o i servizi….esiste anche il clima, la vicinanza al mare, la possibilità nei fine settimana di spostarsi facilmente ed arrivare in posti diversi, lo svago etc..
D’altronde non ho mai conosciuto un trentino (o in generale un italiano) che vuole vivere tutta la vita a trento, ma ho conosciuto tanti palermitani e non (come me) che vorrebbero vivere tutta la vita a Palermo.
Poi magari il senso di queste classifiche è far vedere quanto è efficiente la macchina comunale…ma chiamarlo “qualità della vita” mi sembra eccessivo.
@Calo’
Esatto, era quello che intendevo. E si finanzia proprio la NON produttivita’, a cominciare dalla Regione, che sta li’ con la sua autonomia proprio ad ostacolare la nascita di un contesto produttivo.
Se poi pensi ai 70 milioni per il precariato GESIP, piu’ i 10 recenti, o ai 693 annui che servono a mantenere un esercito di forestali (+28000), capisci come non esistera’ mai un contesto produttivo: tutti pensano che presto o tardi, il contrattino arrivera’ anche per loro. Chi sono quelli che si mettono in gioco? Quelli che vogliono scontrarsi con mafia, politica, burocrazia, inefficienza della macchina burocratica?
Matteo O.
Penso che il clima sia un criterio poco oggettivo. Non a tutti piace il sole e il mare. Mio fratello odia terribilmente il caldo di Palermo, del mare non iene frega assolutamente nulla. Ama piuttosto la serenità e tranquillità della città di provincia, i luoghi poco affollati. A me piace la vitalità delle medio grandi città come Palermo, Torino, Napoli, Roma, Genova, Firenze e Milano e il bel tempo. Sono gusti.
Luca
Sono perfettamente d’accordo. Anzi’ se ti interessa vai leggerti i rendiconti della corte dei conti sullo stato finanziario della nostra regione, c’è da piangere.
Ragazzi la cosa triste sta nel fatto che chiunque faccia le classifiche Palermo, così come Catania del resto e tutte le altre città siciliane, occupano sempre gli ultimi posti della classifica, al di la del fatto che ci possono essere dei fattori poco oggettivi per la valutazione (vedi il sole e il mare come diceva qualcuno), sta di fatto che gli elemento i oggettivi, mettono sempre davanti una realtà fatta di inefficienza e degrado, che poi è lo specchio delle nostre città.
Concordo con chi afferma che si debba partire dal basso, dalla formazione in tutti i sensi e forme, perché altrimenti ci ritroveremo tra 20 anni a guardare le solite classifiche, nelle quali saremo sempre gli ultimi e aggiungo a chi diceva che ci sta qualcuno che non lascerebbe mai Palermo, che di solito sono quelli che non sono mai usciti dalla città per vedere realmente le differenze, o gli attori protagonisti di questo scenario, di solito vanno in giro in SUV, o Smart senza indossare la cintura, ingellati e depilati, posteggiano sempre in doppia fila e vanno agli aperitivi ad ogni ora del giorno e della notte…. Dove li troveranno poi tutti sti’ soldi????
Quanti di voi sareste disposti a trasferirvi a Trento o Bolzano? Attenzione, non quanti lascerebbero Palermo ma quanti la lascerebbero per Trento o Bolzano. Io non lo farei neppure per tutto l’oro del mondo. Questo per dire che le classifiche lasciano il tempo che trovano. I problemi di Palermo ce li abbiamo quotidianamente sotto gli occhi e non servono queste stupide classifiche.
Io l’ho fatto per Bruxelles e sicuramente l’avrei fatto per Trento e Bolzano, li si parla anche la mia stessa lingua, qui sto apprendendo il francese per campare, quindi prima di bollare per stupide le classifiche, penso che si debba riflettere sui dati che danno e non fingere che non esistano i problemi, di “struzzi che mettono la testa nella sabbia ce ne stanno fin troppi”
Non so quanti lo fanno per Trento e Bolzano. So che ci sono moltissimi che lo hanno fatto per Modena, Bologna, Milano, Firenze, Novara, Torino, Alessandria, Brescia, Padova, Pisa, Roma, Verona, Parma, Cremona etc……
E’ vero, molti lo fanno, e molti altri lo faranno, magari un giorno spinto dalla necessità lo farò pure io. Però anche se Palermo non è una città vivibilissima, non è europea, è piena di persone che l’hanno ridotta così in questo povero stato, se potessi e se ne avessi la possibilità, ci vivrei per sempre, e sarebbe il posto in cui vorrei fare nascere i miei figli, e penso che molti di voi la pensano come me. Il punto è che l’orgoglio siciliano c’è, e quando si leggono queste classifiche brucia, anche se vere, bisogna rimboccarsi le maniche e resistere.
Ma come mai non sono stupito da questa classifica…….
Non vedo l’ora di laurearmi e lasciare questa fogna.
Comunque il problema qua,e non smetterò mai di dirlo,è solo uno,e cioè una certa tipologia di persone che noi tutti conosciamo benissimo.
Temoteo85, sono d’accordo con te. Io vivo a Novara ma ti assicuro che se ci fossero adeguate opportunità lavorative in Sicilia ci ritornerei. Non che a Novara si stia male, tutt’altro….
Purtroppo(per la Sicilia) il numero di siciliani da queste parti è destinato ad aumentare.
Sono in sintonia con chi sostiene che siamo lontani anni luce dal concetto di qualità della vita,non si puo certo dire che queste classifiche non siano veritiere,di contro critico con fermezza chi,con aria da snob dice di voler lasciare questa città, dimenticare e nascondere di essere palermitano.se la città e’ in queste condizioni la colpa e’ in parte da adebitare a questo atteggiamento.io sono dalla parte di chi denuncia ma propone ,sono dalla parte di mobilita’palermo un sito fatto da persone che amano questa nostra città ..invidio fortemente la civiltà delle città del nord ,ma amo il sud con i suoi innumerevoli difetti e cerco nel mio piccolo di contribuire a cambiare la città .sono orgoglioso di essere palermitano come lo era Falcone e Borsellino ,loro potevano mollare tutto salvarsi la vita invece hanno continuato nella loro lotta.f
A scanso di equivoci, io sono fiero di essere nato a Palermo, di essere cresciuto in Sicilia, di aver contribuito in minima parte anche a fare crescere la mia terra, è innegabile che sia a piccoli passi, qualcosa è cambiata dagli anni 70 e 80… Purtroppo pero’, l’indole palermitana è la causa dei suoi mali. Il rispetto della cosa pubblica se fosse lo stesso della proprietà privata, saremmo come in svizzera… Invece il sangue arabo che ci scorre nelle vene, ci fa pensare che la cosa di tutti è di nessuno, quindi possiamo farne e sfarne quello che vogliamo, e questo che non fa fare il vero salto di qualità alla nostra splendida regione, che se solo volessimo sarebbe davvero la California del Mediterraneo, con qualcosa in più’ della stessa California, perché li la storia non c’è l’hanno…
salve a tutti …!
I quartieri dormitorio sono un problema serio, il palermitano medio,che vive in zone disastrate ha gravi difficoltà di comunicazione, e di apprendimento. Un livello di negligenza che non ha eguali.
L’unica nota importante per il palermitano medio è:COME POSSO RIUSCIRE A NON FARE NULLA DURANTE LA GIORNATA E FOTTERE IL PROSSIMO???
COME POSSO RIUSCIRE A NON FARE NULLA DURANTE LA GIORNATA E FOTTERE IL PROSSIMO???
giusto! E’ questo il manifesto programmatico del sottoproletariato palermitano. Probabilmente vedo migliori prospettive nelle favelas di rio de janeiro più che in alcune zone di palermo. Dove c’è ignoranza crassa le speranze di sviluppo sono nulle…
mi chiedo di cosa siamo sorpresi? palermo da sempre è stata il fanalino di coda per moltissime cose,d altronde abbiamo messo noi certi individui a governare la 5 città italiana,e poi non parliamo di educazione civica di certi palermitani,qui tutto è possibile, anche di continuare a degradarla, oppure a scegliere le persone giuste per farla rifiorire, cambiando anche le abitudini di noi stessi cittadini.
Io mi sono fatto una personalissima teoria sul perché Palermo è ridotta così. A partire dall’amministrazione fino all’ultimo poveraccio che vive di stenti a Palermo manca il concetto di comunità e di bene comune. Io penso che bisognerebbe insegnare educazione civica sin dalle scuole elementari, cosa che purtroppo non si fa, per questo motivo si arriva all’età adulta con un’ignoranza cronica su tutto ciò che è civilità, bene comune e decoro. Ognuno pensa per se, pensa ad accumulare beni anche se il modo in cui lo fa danneggia tutti gli altri, senza capire che, di ritorno, danneggia anche se stesso. Non si capisce che le tasse non sono state inventate per vessarti, ma per creare un fondo economico che possa servire a sostenere e a migliorare l’ambiente in cui vivi e i servizi di cui puoi usufruire (poi che le tasse siano esagerate e spese malissimo è un altro paio di maniche). Il ristoratore pezzente che non ti fa lo scontrino risparmia qualche centesimo di tasse che, in qualche modo e seppur in infinitesima parte, poi saranno pagate da colui che gli sta pagando il conto. Questo il palermitano non lo capisce. Il buzzurro che posteggia in doppia fila o che invade le corsie d’emergenza blocca il traffico e fa sì che gli autobus rimangano bloccati con conseguenti ritardi e malcontenti. Questo il palermitano non lo capisce. Gli animaletti che calano in massa a Mondello lasciando la spiaggia sporca dei loro rifiuti fanno sì che i turisti abbiano un cattivo ricordo della città, non ci torneranno più, e il turismo muore. Poi però urlano che non c’è lavoro. Questo il palermitano non lo capisce. Potrei continuare ancora a lungo, ma mi fermo qui, il senso del discorso penso sia chiaro. Attuare un piano di repressione feroce contro queste categorie servirebbe a poco, perché siamo così abituati a pensare che sia “normale” lasciare l’auto dove vogliamo, non pagare le tasse, buttare la cartaccia a terra che verrebbe visto tutto come un atto vessatorio. Che fare?
Ci vuole un’impresa altro che educazione civica.
Ogni cosa viene presa come un’affronto personale. La raccolta differenziata,gli autovelox nelle zone dove si sono verificati spesso incidenti mortali,la riforma del ticket ecc…ecc…
E una battaglia persa sin dall’inizio perchè la gente,diciamolo pure,nell’ignoranza ci sguazza che è un piacere.
Cordialità.
Piero.