E’ allo studio della Cogest Italia, il progetto per la costruzione di un Polo Multifunzionale con una superfice totale di 361.311 mq a Partinico, nella S.S. 113 Partinico – Alcamo. Il Polo multifunzionale di Partinico è composto da 4 grandi strutture autonome e complementari: Lotto A – Centro Commerciale: 51.627 mq per 65 attività; Lotto B – Cittadella della moda: 21.520 mq per 68 attività; Lotto C – Alberghi e Convegni/Club House: 8.862 mq (2 alberghi) e 4.444 mq; Lotto D – Parco Commerciale: 11.983 mq (2 grandi superfici da 5.000 mq e 7.000 mq) inoltre, 5.900 mq dedicati alla ristorazione. Multisala da 7.000 mq (12 sale), Tempo libero e servizi: 4.600 mq. 4.863 posti auto. Da stabilire la data di apertura.
Dal progetto sembrerebbe un’opera ambiziosa e gradevole anche dal punto di vista estetico. Anche se sto cominciando a preoccuparmi per l’apertura di troppi centri commerciali in tempi così brevi e così vicini tra loro devo ammettere che questo cc potrebbe evitare un massiccio esodo degli abitanti di quelle zone verso i cc di Carini e Palermo.
Intanto vi segnalo che sono cominciati i lavori all’Outlet Sicilia di Agira,vicino lo svincolo autostradale PA-CT di Dittaino. La struttura commerciale sarà particolare perchè verrà riprodotta in piccolo una vera e propria città con tanto di piazza e viali. In Italia sono già diversi gli “outlet village”, personalmete conosco molto bene quella di Valmontone,vicino Roma, e vi assicuro che è veramente una cosa spettacolare.
Di seguito vi do il link del “Sicilia outlet village”
http://www.siciliaoutletvillage.it/be/main.php?page=fe_std&id_page=homepage&sezione_fe=sezione1
io invece conosco il Sardinia Outlet Village ed è la riproduzione di un villaggio mediterraneo, davvero splendido
Che opera ambiziosa!
Da 0 a 100 così velocemente, speriamo che non si grippi il motore.
Mi chiedo poi, che senzo abbia costruire un paese ex novo ne bel mezzo del nulla ricreando un falso “tipico paese siciliano”, quando il territorio è pieno di “tipici paesi siciliani” praticamente vuoti e destinati all’abbandono….
@ARCHIMEDE, Partinico conta 32.000 abitanti e vuole raccogliere tutti i clienti del trapanese.
Corretto, io mi riferivo all’outlet village nei pressi di Dittaino, non sono del tutto d’accordo alla nascita di questi luoghi dell’alienazione sociale, si basa tutto sul mondo della cartapesta, mentre decine di paesi autentici sono ormai vittime dell’abbandono.
Anche in merito a questo progetto per Partinico, hai notato su cosa si basa il progetto? Cosa si trova al centro dello spazio, non è una piazza, bensì un parcheggio, bello il render ma immaginati la qualità della vita in quell’isoletta verde rettangolare al centro… veramente il nostro destino è quello di vivere in delle aiuole spartitraffco ?
Chissà se poi “serve” veramente sto coso…
E per quanto ne so l’aggregazione sociale avviene dal fruttivendolo sotto casa o in chiesa.
concordo in pieno con Paco. Certo in linea d’aria è vicino a quello di Carini. Ma l’idea è appunto quella di attirare target di clientela dal lato trapanese.
servono a riciclare denaro. è la nuova moda dopo quella delle pale eoliche. si fregano le mani finchè non arriva qualche bell’avviso di garanzia e vengono sbattuti dentro. e a noi restano le colate di cemento
Ma perchè la Cogest Italia è mai stata al centro di scandali del genere? Già ha creato tre centri commerciali in Sicilia(a Milazzo, Catania e Siracusa). Credo che vogliano semplicemente conquistare l’ultimo grande bacino d’utenza dell’isola, così come le società che stanno costruendo centri commerciali in città.
Quoto in pieno Archimede e fabdel, basta, non se ne può più di questi centri commerciali, servono solo alle amministrazioni comunali per rinpinguare le casse vuote, questi mega centri non fanno altro che prendere i nostri soldi e portarli via, un giorno tutto questo sistema collasserà e migliaia di persone si troveranno col culo per terra.
non vi preoccupate, metteranno due pannelli solari sul tetto e quattro palme nel parcheggio, allora sarà un “progetto verde”.
w l’ecosostenibilità
bravo Salvatore, i centri commerciali servono a buttare fumo negli occhi affinche` i cittadini vengano distratti dai reali problemi di Palermo: Verde pubblico assente nelle periferie, infrastrutture, traffico e immondizia visto gli ultimi tempi
questo centro è stato ideato e verra finanziato in toto tramite soldi e fondi di dubbia liceità, con gran benedizione della mafia locale (che ha messo a disposizione i terreni già da anni)…ci sono grossi interessi occulti di un gruppo che è collegato a personaggi del calibro di dell’utri ed altri “benefattori”…cercate sul web, c’è un’inchiesta al proposito….ecco il link
http://www.vivicentro.org/come-si-costruisce-uno-shopping-center-di-walter-molino-vp33948.html
@Francesco1: scusami ma cosa c’entrano iniziative private quali possono essere la costruzione di un centro commerciale o di un outlet village con problematiche publiche quali il verde, le infrastrutture, il traffico e i rifiuti?
Come mai avete pubblicato l’articolo relativo al progetto di Partinico? Il progetto è vecchio di almeno un decennio. Ci sono novità degli ultimi giorni?
Lungi da me il pensiero che non servano strutture di questo tipo per assorbire le quote di mercato del commercio di massa, a mio parere servono per allegerire i problemi che quest’ultimo provocherebbe se effettuato in città.
Il mio post voleva fare riflettere sulla qualità di questi luoghi, sulle conseguenze che hanno sul territorio, e se non fosse più opportuno riutilizzare ciò che abbiamo (paesi quasi completamente spopolati) piuttosto che produrre nuova edilizia…
A prima vista – dalle immagini proposte – sembra più un’area cimiteriale che un polo multifunzionale. Veramente si pensa di realizzare un simile “mostro”? Trentasei ettari (oltre tre volte l’area dell’Orto Botanico di Palermo per intenderci) di cemento? I terreni su cui dovrebbe sorgere di chi sono? Attualmente sono verde agricolo? Quando sono stati resi edificabili? Quali e quanti interessi spingono alla costruzione del “polo” in questione?
Ho la nettisima impressione che adesso, dopo l’affare – per pochi! – dei parchi eolici, il nuovo “business” siano i centri commerciali (e simili). Davvero c’è chi crede che la modernizzazione della nostra Sicilia passi da infrastrutture di tal fatta? Una sorta di “panem et circenses” a pagamento (quantomeno nell’antica Roma gli spettacoli del circo erano gratuiti) che continua a manifestare manie di grandezza “straccione”: nessuna attenzione all’essenziale (verde e vivibilità urbana, trasporti pubblici, legalità…) e continui salti in avanti di cui l’esempio più eclatante è il ponte sullo stretto di Messina, inutile anche se avessimo una rete ferroviaria efficiente, figuriamoci con una Palermo-Catania che richiede cinque ore di percorrenza.
D’altronde la nostra Terra non è nuova a realizzazioni “eccentriche”: anche il meraviglioso Teatro Massimo di Palermo venne edificato quando la città non aveva ancora un moderno Ospedale Civico distruggendo, per altro, l’intero quartiere di S. Giuliano la cui barocca chiesa omonima era stata progettata da Paolo Amato. Il tutto perorato da “modernizzatori illuminati”.
Assolutamente risibile mi pare, infine, l’idea di realizzare finti paesi tipici (sic!), anziché puntare alla valorizzazione dei piccoli centri abitati “veri”così da fermare il loro spopolamento e conseguente declino. Le “americanate” lasciamole – per favore -agli americani!
d’accordo con fabdel e archimede.
paesi completamente spopolati, che cosi’ si spopolano ancora di piu’.
autostrade intasate.
concetto di spazio pubblico non piu’ legato alla ‘piazza’ vera, al cortile, al vicolo, alla strada, ma alla dimensione alienante dell’outlet.
fallimento dei piccoli esercizi.
creazione di un modello di sviluppo sbagliato, basato sul consumo e sugli sconti.
io dico: “u mircato piensacci,u caru accostacci”
I centri commerciali sono nati negli USA, dove essendoci periferie sterminate formate da casette unifamiliari era necessario concentrare tutti i negozi in un’unica area, ma qui in italia non servono ad un’emerita mazza, le amministrazioni comunali ci guadagnano sulla costruzione dei nuovi edifici, non sulla sistemazione dei centri storici, che sarebbe per loro nient’altro che una spesa.
il mafioso che ha un tot milioni da ripulire si autodenuncia (grazie allo scudo fiscale che viene ad uopo in soccorso del malaffare), spacciando il tot per evasione fiscale delle tasse, e trova poi l’imprenditore connivente pronto ad investirli. semplice no? e via di centri commerciali.. siii…. ancora, ancora sempre di piu!!!! :X
investiamo piuttosto nel recupero dei centri storici
@tasman sea: ma i centri commerciali sono investimenti privati! Che interesse avrebbe un privato a investire nel recupero del centro storico, a meno che non si parli di ristrutturare palazzine e vendere gli appartamenti?
Questo di Partinico, è un progetto molto “chiaccherato”, ci sono inchieste aperte dalla magistratura in merito, addirittura intercettazioni telefoniche, relative alla “Famiglia Fardazza Vitale” in cui si discute di questo “Affare”.I soci poi…….., come scrivevano gli stessi Molino e Vitale in un articolo su Diario, “Il Gruppo Policentro, composto da quattro societ (Policentro promozioni srl, Policentro progetti srl, Societ Immobiliari italiane ed estere, Cogest Italia spa), partecipato dalla vicentina Palladio finanziaria, attraverso Palladio partecipazioni. Palladio finanziaria controllata da Atene srl, cui fanno riferimento, con il 33,3 per cento ciascuno Efibanca spa (Gruppo Bipielle) e Veneto Banca scarl. Policentro conta in Italia sei centri commerciali (in Veneto, Piemonte, Lombardia e Umbria) pi? altri quattro in fase di realizzazione, di cui uno in Croazia. Nove sono invece i progetti allo studio, tra cui il centro di Partinico e uno a Belgrado. Che al presidente Lino Iemi piaccia fare affari all’estero non un segreto: lui stesso ha raccontato di aver lavorato e vissuto in Ecuador, dove pare conservi la residenza”.
Ora se le cose non accadono mai per caso a capo del gruppo Bipielle c’ Giampiero Fiorani, che sta tentando giudici permettendo e con la benedizione del Governatore di Bankitalia la scalata all’Antonveneta. Fiorani noto come uomo di fiducia e banchiere del nostro amato Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Quindi se uno pi? uno fa due, si capisce come mai i referenti di Policentro a Partinico siano stati soprattutto gli esponenti di Forza Italia.
Ah, non dimetichiamo, infine, che l’affaire Policentro al vaglio dei magistrati. Gi nelle dichiarazioni del pentito di mafia partinicese Michele Seidita se ne fa accenno mentre si attendono i risvolti delle cose che in merito ha dichiarato e dichiarer la boss pentita Giusy Vitale, rinneggata dai fratelli e dall’intera famiglia dei “Fardazza”.Insomma mi sembra che ci sarebbe da riflettere a lungo.
Come qualcuno ha gia’ sottolineato, esistono le concessioni edilizie per queste aree attualmente destinate all’agricoltura???
A chi appartengono i terreni?
Avete visto il film “I Cento Passi”?
Mi sembra la solita storia: distruggere l’ambiente con opere di dubbia utilita’ per far lucrare dei PORCI mafiosi che vivono nella zona…
Aereoporto inutile in posizione assurda (ci vuole un patentino di livello superiore perche’ un pilota possa atterrare da noi), autostrada sul mare (incredibile), ville abusive a ridosso della sabbia…cosa restera’ della provincia Palermitana?????????
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basta vedere il banner per capire che schifo è diventata Palermo, l’hinterland (e di questo passo anche l’intera provincia)
http://www.mobilitapalermo.org/mobpa/wp-content/themes/Anubis/images/headr.jpg
Le fertilissime e bellissime campagne di Partinico vengono inoltre, neanche tanto lentamente, devastate dall’edilizia spontanea -copyright on. salvatore cuffaro. Ho terreni in zona una volta circondati da uliveti, vigneti, frutteti, orti curatissimi, eredi di una millenaria tradizione agricola, oramai solo degradato mosaico di migliaia di villette, perlopiù ancora “grezze” e – naturalmente – abusive. Esempi di terreni di circa 1500 metri quadrati su cui sorgono 3 villini di circa 70metri l’uno, con ulteriore verande e parcheggi, contro lo 0,03% di di limite di costruzione per legge, pari a 45 metri cubi, cioè circa 20-25 metri quadrati al massimo per tutto il terreno, sono la normalità…Per non parlare delle centinaia di strutture di pilastri di 3-4 piani che si ergono come palazzoni di città in mezzo ai terreni, costruite negli anni ’80 ed abbandonate da allora alla distruzione del tempo…alla faccia di qualunque forma di rispetto paesaggistico e del territorio…
Per non parlare della marmellata velenifera che da decenni la distilleria Bertolino riversa sui fiumi ed i suoli, oltre che in mare, e dell’aria melefica di cui inonda l’abitato, grazie alla complicità di mafiosi, politici ed interessi privati di poche decine di cantine vinicole…
Purtroppo questo territorio è questo e tanto altro ancora…
Questo nuovo CC si incastona come diamante sull’anello d’oro, una ciliegina sulla torta con cui i delinquenti locali, regionali e nazionali festeggeranno la completa sottomissione e distruzione di un luogo ricco di storia e bellezze
Ma questo non è il famoso progetto della policentro? di cui si parla da anni anni………
cè stato qualche passo avanti nell’iter buorocratico?
Vi invito a leggere ( http://www.sanpaolo.org/fc/1003fc/1003fc52.htm) un articolo recentemente apparso sul notissimo settimanale cattolico Famiglia Crisitiana; un articolo non necessariamente condivisibile “in toto”, ma che offre – a mio personalissimo avviso, s’intende – più di qualche spunto di riflessione.
Ringrazio per l’attenzione.