27 mar 2018
di belfagor
Prendendo spunto da un articolo di Davide Guarcello, pubblicatoil 3/12/2017 su "IlSicilia”, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sulla situazione di tre importanti opere pubbliche, finanziate e appaltate ma rimaste incompiute. Stiamo parlando del Sottopasso di via Perpignano, del Collettore fognario Sud-Orientale e del raddoppio del Ponte Corleone. Ma andiamo per ordine.
Si è sempre pensato che la responsabilità della mancata realizzazione di tali fondamentali opere fosse della ditta che si era aggiudicata tali opere, cioè la “CARIBONI strade e gallerie spa” di Rocca di Caprileone (Messina). Tale ditta era fallita e per tale motivo il Comune di Palermo era stato costretto a recidere i contratti. Ma, a quanto sembra, la situazione è diversa..
Infatti la ditta Cariboni non è fallita e ha chiesto al Comune di essere ….risarcita.
Può sembrare una provocazione ma per la Magistratura Civile non è così.
1) - SOTTOPASSO DI VIA PERPIGNANO
Il contratto per il “Sottopasso di via Perpignano”, fu stipulato dalla Giunta Cammarata il 19 marzo 2007 e i lavori consegnati alla Cariboni , che aveva vinto l’appalto, il 20 giugno 2007.
L’opera doveva essere realizzata in 270 giorni, cioè prima dell’estate 2008.
Invece, l’associazione temporanea di imprese, composta dalla “Cariboni” di Rocca di Caprileone (Messina) e dalla “MedImpresitscrl” di Salerno, non inizio mai i lavori.
Nel 2008 il Comune, di fronte a tale situazione, sciolse il contratto, dando il via a una lunga battaglia legale. E, incredibile ma vero, pare che la magistratura, con una sentenza “ salamonica”, non ha dato ragione esclusivamente al Comune, ma abbia riconosciuto danni e risarcimenti «ad entrambe le parti»
Nel 2007 per la realizzazione dell’opera erano stati stanziati dall’ Agensud circa 22 milioni di euro. Tali finanziamenti statali sono andati perduti visto che è passato oltre un decennio. Ma anche se fossero stati recuperati, l’opera non potrebbe essere realizzata perché oggi ce ne vorrebbero 34.
2)– COLLETTORE SUD ORIENTALE
Il Collettore emissario sud- Orientale avrebbe dovuto essere la “spina dorsale” del sistema fogniario di Palermo: attraversando tutta la città (7 km), dal’ Uditore ad Acqua dei Corsari, per consentire lo smaltimento di 70mila litri di reflui al secondo (acque miste, bianche e nere).
La storia di tale opera incompiuta è molto complessa. Inizia nel 1961 con la redazione del Piano generale della fognatura (con la 1ª tranche di lavori partita nel 1987 e conclusa nel 1993).
La 2ª tranche fu avviata il 16 maggio 2005, con l’appalto vinto dalla solita “Cariboni”.
Dopo una variante nel 2008, i lavori del Collettore si sono arenati. Attualmente l’opera è stata completata al 40%.
Il 7 maggio 2010 il Comune( sindaco Cammarata) rescisse il contratto «per ingiustificata inattività dell’impresa».
Restano così da ultimare 3,1 km di nuova conduttura, da piazza Camporeale a via del Vespro.
L’opera doveva costare 33,5 milioni di euro ( cifra che però è lievitata a 47,3 milioni) per cui basta fare una semplice sottrazione per rendersi conto che mancano quasi 14 milioni per completarla.
3)– RADDOPPIO DEL PONTE CORLEONE
Il contratto fu stipulato con la Cariboni il 19 marzo 2007. Qui la Cariboni iniziò i lavori, ma in un anno, realizzò solo il 15% dell’opera (sono state fatte solo le “spalle” del ponte sul lato del Baby Luna).
“A seguito di grave inadempimento contrattuale” , la Giunta Comunale ( sindaco Cammarata) deliberò la risoluzione del contratto il 30 maggio 2008.
Il 6 ottobre 2010, cioè dopo più di due anni, la Cariboni si fa viva e invia al Comune un atto di citazione in cui l’impresa chiedeva i danni poiché riteneva” illegittima” la risoluzione contrattuale. il Tribunale civile di Palermo, in I grado, ha rigettato tale richiesta e dispose una CTU per la quantificazione del danno patrimoniale subìto dal Comune.
Perciò l’iter giudiziario ancora non si è concluso e non si sa quando si arriverà a sentenza definitiva..
Il costo iniziale dell’opera era di 14 milioni di euro. Tali finanziamenti statali sono andati perduti visto che è passato più di un decennio. Ma anche se tali soldi fossero recuperati difficilmente l’opera potrebbe essere realizzata perché oggi per realizzarla ce ne vorrebbero almeno 21.
La struttura è vecchia e potenzialmente pericolosa, specialmente se si pensa che da quel ponte transitano ogni giorno centinaia di migliaia di automobil provenienti da Palermo e Provincia e rappresenta l’unico collegamento tra l’autostrada PA- CT e la PA- TP .
Attualmente l’’unico intervento del Comune e stato quello di mettere il limite di velocità a 30 Km/h, vietando pure il transito ai mezzi con peso per asse superiore a 11 tonnellate e il sorpasso ai mezzi pesanti da 3,5 tonnellate. Limiti e divieti che – in verità – nessuno rispetta e nessuno fa rispettare. È infatti quasi impossibile andare in auto a meno di 30 km/h in una tangenziale come viale Regione Siciliana o impedire il passaggio dei mezzi pesanti ( qual è l’alternativa ?). Qualche burlone pensa di mettere l’autovelox o di chiudere il ponte e dirottare tutto il traffico della Circonvallazione in ….Via Messina Marine.
Tutti ammettono la pericolosità del Ponte Corleone, ma negano il possibile rischio crollo L’assessore Arcuri ha dichiarato recentemente :"Pericoli? Se non ci fossero le condizioni di sicurezza minime sarebbe già stato chiuso".Peccato che l’ultima perizia tecnica, del 2005, sosteneva l’urgenza di una manutenzione straordinaria.
CONCLUSIONI: Nel dicembre 2016, l’allora Primo ministro Renzi e il sindaco Orlando hanno siglato il “Patto per Palermo” che prevedeva l'erogazione di 764 milioni per opere di miglioramento della città. Era certamente una importante e bella notizia.
Nella realtà i nuovi finanziamenti erano solo 322 milioni, il resto erano somme già stanziate e mai utilizzate dal Comune e che però solo in parte potevano essere recuperate. Ciò è molto importante per capire il pasticcio che si è verificato dopo.
Tali nuovi fondi non erano vincolanti e potevano perciò essere spesi dal Comune per quelle opere che si ritenevano prioritarie. Gran parte di questi nuovi finanziamenti il Comune li ha destinati alla realizzazione di nuove linee di Tram ( circa 98 milioni) e per un nuovo restauro del Teatro Massimo ( 22 milioni).
Solo 4 milioni (4.663.954,51 per la precisione) furono destinate al Sottopasso Perpignano, e 5,3 per il “Raddoppio del Ponte Corleone”, cifre chiaramente insufficienti.
Dall’assessorato comunale alle Infrastrutture giustificarono tali scelte con il fatto che tali cifre dovevano aggiungersi ai vecchi finanziamenti e proprio per questo si disse :«si attendono verifiche da Roma sui fondi ex Agensud». Cioè si sperava di recuperarli. Purtroppo ciò non è stato possibile. Lo stesso assessore Arcuri ha ammesso: “Abbiamo fatto un tentativo di recuperare le somme con il ministero delle Infrastrutture, ma il tentativo è andato a vuoto".
Il Comune pensò di dirottare le risorse stanziate dal “Patto per Palermo”per il Sottopasso di Via Perpignano per il raddoppio del Ponte Corleone ” che ha la priorità visto lo stato in cui versa oggi».
Ma tale strategia “alternativa” presenta un “piccolo problema”. Per il raddoppio del Ponte di Corleone ci vogliono 21 milioni , come pensa il Comune di completare tale opera con soli 9,8 milioni?
Inoltre, dirottando i fondi residui sul Ponte Corleone, appare evidente che il progetto del Sottopasso Perpignano viene accantonato definitivamente come probabilmente anche il Collettore Sud Orientale ( di cui il Comune non ha destinato nemmeno un centesimo di tali somme del “ Patto”.)
Ma c’è il rischio che nemmeno il raddoppio del Ponte di Corleone sarà possibile realizzarlo.
I fondi del “ Patto per Palermo” vengono erogati a condizione che vengano spesi entro Dicembre 2019. Dal 2016 a oggi il Comune di Palermo non ha fatto ancora nulla, perciò il rischio di perdere questi fondi (e quindi l’opera) è molto forte.
In un recente articolo pubblicato su“ Mobilita Palermo “ dal titolo emblematico :“ Il bando per il Ponte Corleone prossimo alla pubblicazione, ma è una corsa contro il tempo” si esprimevano fondate preoccupazione.
E che queste preoccupazioni non sono campate in aria lo dimostra il fatto che durante la seduta del Consiglio comunale del 13/03/2018 il consigliere di maggioranza, Sandro Terrani (capogruppo di Mov139) ha lanciato l’allarme "Apprendendo dello stato di gravità rispetto allo stato di degrado avanzato in cui versa il ponte Corleone….si chiede l'immediata convocazione in Aula dell'assessore per fare chiarezza sulla stabilità della struttura e lo stato di avanzamento degli interventi previsti".
Il 14/03/2014 l'assessore ai Lavori pubblici, Emilio Arcuri, convocato urgentemente a Sala delle lapidi, ha confermato ai consiglieri comunali che gli interventi sul Ponte di Corleone - che mostra evidenti segni di degrado- sono ancora al palo. "Non sono ancora stati fatti i calcoli", ha ammesso candidamente l'assessore.
Alla fine e’ sempre più probabile che, nonostante la “pioggia” di finanziamenti, statali e europei, nessuna di tali “grandi opere” sara’ realizzata e i 322 milioni del “ Patto per Palermo” faranno la fine di tutti gli altri finanziamenti passati.
COMPLIMENTI !!!!
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