I rifiuti un problema o una soluzione?

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In questi giorni la nostra città sta affrontando un serio problema di igiene e di rifiuti. I rifiuti a Palermo, in Sicilia, ma in generale in tutto il meridione sono considerati un problema. Un problema raccoglierli, un problema gestirli ed un problema smaltirli. In molti paesi invece i rifiuti sono una fonte di guadagno, creano posti di lavoro e muovono l’economia. L’azienda municipalizzata nostrana al momento si trova quasi al collasso economico e non riesce a reperire liquidità per proseguire il proprio lavoro, anche perché non considera i rifiuti come una possibile risorsa.

La produzione di materiale da riciclaggio frutta, come anche la stessa AMIA ha ammesso, utili, vendendo le materie prime alle aziende specializzate nel recupero del materiale. Ma potrebbe creare utili non solo all’azienda, è infatti possibile sfruttare la cosa per far guadagnare, o risparmiare, l’intera comunità. Una possibile soluzione è, infatti, quella di creare dei centri di raccolta di quartiere/circoscrizione nei quali la gente comune può portare quello che raccoglie ed avere in cambio del denaro o buoni.

Ci sono esempi estremamente incoraggianti che vengono dall’estero, negli Stati Uniti, per esempio, su ogni lattina è inciso il valore in denaro della stessa lattina da vuota. Questo ha creato intere squadre di cittadini che vagano per la città in cerca di lattine, certamente non si tratta di grosse cifre però è sicuramente un grandissimo incentivo. Altro interessante esempio viene dalla Germania, dove alcuni supermercati hanno sui propri prodotti 2 prezzi, uno è il prezzo del prodotto in se, l’altro è il prezzo del prodotto senza la sua confezione. In pratica il prodotto verrà acquistato a prezzo pieno, successivamente si tornerà al supermercato con la bottiglia/scatola vuota, un macchinario provvederà a pesarla ed a rilasciare uno scontrino spendibile all’interno dello stesso supermercato. Sarà poi il supermercato che provvederà alla vendita della materia prima. Doppia convenienza per il supermercato che propone prezzi più bassi ed allo stesso tempo induce i clienti a tornare per portare i vuoti.

Considerate i risvolti  che tale situazione può portare alla città, durante le grosse manifestazioni (concerti e fiere in primis) al termine si trova di tutto, pottiglie, lattine, carta, tutta per terra. In questo modo invece troveremmo persone che raccolgono buona parte di quanto gettato a terra (bottiglie di vetro e di plastica, alluminio). I locali pubblici attualmente poco si preoccupano di riciclare perchè costa tempo ed attenzione, in quesl caso farebbero molta attenzione poiché si creerebbero un’altra piccola fonte di reddito.

Considerati anche gli esuberi dell’AMIA sarebbe abbastanza facile trovare il personale per la gestione di questi centri di raccolta. Non servirebbero neanche frossi investimenti per crearli, visto che principalmente si tratterebbe di bilance e di magazzini di stoccaggio. I piccoli investimenti iniziali verrebbero subito colmati dal reddito creato dalla vendita del materiale alle aziende specializzate.

Ricordiamo che la lista delle materie prime riciclabili è lunga, ecco le principali:

  • legno
  • vetro
  • carta e cartone
  • tessuti
  • pneumatici
  • alluminio
  • acciaio
  • materie plastiche
  • frazione organica
  • il Tetra Pak

Eliminando tutte queste materie prima dai rifiuti organici sarebbe anche più facile il lavoro degli addetti alla raccolta dell’immondizia e si ridurrebbe di molto la quantità di materiale inviato alla discarica di Bellolampo che ha molti problemi.

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24 Thoughts to “I rifiuti un problema o una soluzione?”

  1. massimo

    Il comune di Palermo è bravissimo a prendere le tasse da noi cittadini, ma quando si tratta di fornire un servizio alla comunità e come se non esistesse. Sono anni che ci sono i contenitori per la raccolta differenziata, anche se pochi, e che si vocifera che vengono comunque portati in discarica insieme ai rifiuti indifferenziati. Vogliono far diventare “Palermo capitale dell’euromediterraneo”….. …. forse in termini di arretratezza dato che facciamo solo il 4% di differenziata (detto dai telegiornali).
    Credo che prima di sensibilizzare la cittadinanza sul tema dei rifiuti ed in particolare sulla raccolta differenziata, bisognerebbe sensibilizzare questi pseudo-amministratori che, a mio parere, stanno a palazzo delle aquile solamente per scaldare le poltrone e portarsi lo stipendio che, ricordiamolo sempre, paghiamo noi.

  2. Federico II

    Massimo, ma quando mai il comune di Palermo è sempre stato bravo a prendere le tasse da noi cittadini? La tarsu viene pagata da circa il 29% dei palermitani e questa cirfra è destinata a diminuire. Forse è anche per questo che l’Amia non riesce a tirare avanti, oltre agli sprechi e hai servizi costosi che non riesce ad offrire.

  3. IoGomesio

    tante volte ho visto documentari su centri di riciclaggio; in tutti questi documentari, sono CERTO di aver visto degli stabili veri e propri al cui interno si svolgevano tutte le operazioni di riciclaggio (come una fabbrica vera e propria). Non me ne intendo molto, ma credo che sia ovunque così, ove si voglia fare del riciclaggio, giusto? Bene, ammettendo che la risposta sia “sì”, voglio chiedervi una cosa: a Palermo esistono centri di questo tipo? Perchè dal tipo di risposta dipenderà tutta una serie di conclusioni diverse e opposte. A me sinceramente non pare di aver visto nulla del genere, né di averne sentito parlare: credo proprio che l’unico luogo che abbia a che fare con la munnizza a Palermo (oltre alla città stessa, devo amaramente ammettere) è LA DISCARICA DI BELLOLAMPO. Partendo da questo presupposto, i cassonetti per la raccolta differenziata che cosa ci stanno a fare? Mi volete far credere che i rifiuti riciclabili vengono raccolti, selezionati e venduti nelle altre regioni d’Italia o addirittura all’estero? io non credo.

  4. massimo

    correggo…. a prendere le tasse dai cittadini onesti. Purtroppo molta gente lavora in nero e risulta nullatenente…. quindi non paga nulla. Mali antichi che nessuno vuole risolvere…..

  5. Federico II

    Gomesio, esistono i centri di cui parli a Palermo, anche se qualcuno(per motivi a me sconosciuti) non funzionano.

  6. IoGomesio

    Federico II, e dove sono? esiste un sito internet di questi centri?

  7. massimo

    Non credo proprio, nel sito internet dell’AMIA c’è l’elenco delle sedi dell’azienda….. ma non delle strutture di cui essa è dotata. Credo che per fare chiarezza bisognerebbe contattare qualcuno dell’azienda.

  8. Rispondo un pò a tutti: quando ci recammo dai vertici Amia per consegnare le domande raccolte da tutti voi (circa 60) alle quali ci era stata promessa una risposta, parlammo qualche minuto con la vicepresidente.

    In merito alla differenziata, ci disse che Palermo dispone di questi centri di raccolta e smistamento, tanto che cercammo di concordare un modo per visitarli e fotografarli, così da informarci e informare i cittadini.

    Ci disse però che PAlermo non dispone di un centro raccolta dei rifiuti umidi. Questa mancanza abbassava di molto il dato percentuale della raccolta differenziata palermitana rispetto alle altre città.

  9. gerry69

    Uno su tutti a Partanna Mondello. Credo sia uno dei più grandi della Sicilia. Mai entrato in funzione malgrado siano orami più di 2 anni che è stato completato.

  10. IoGomesio

    non capisco neanche perchè siano così stupidi da non fare funzionare queste strutture. qualcuno potrebbe rispondermi che ci sono magari interessi mafiosi: bene, questi individui (nel caso in cui ciò fosse vero) sono così stupidi da non sapere approfittare dell’enorme sgubbo che potrebbero ricavare, gestendo un centro di riciclaggio

  11. Lele

    un esempio lampante non lontano da palermo è Licata/AG. sparsi nella città ci sono dei centri mobili dove l’utente si reca munito di tessera magnetica e consegna, dopo apposita pesatura, plastica, vetro, ecc. Inoltre, gli esercizi commerciali si possono recare direttamente nel centro smistamento. La tessera consente in base al peso della differenziata consegnata di far abbassare il costo annuo della fattura. gli operatori durante il gg. visitano i negozi per la raccolta del cartone consigliando di attaccarlo e custodirlo in appositi contenitori per evitare che il vento possa spostarli per strada. tutto ciò consente di far lavorare molte persone ed avere una città pulita. consiglio di visitarla

  12. r302

    Questa di Licata non la sapevo proprio. Ho appena letto che a Burgio si attua la raccolta differenziata porta a porta, adesso apprendo con molto piacere che la città di Licata si è dotata di un sistema finalmente all’altezza di un paese civile. Speriamo che questo sistema si affermi e si diffonda in tutte le altre città siciliane e di leggere presto su questo blog buone notizie in merito.

  13. IoGomesio

    se è per questo anche a capaci/carini/isola delle femmine si fa la raccolta differenziata porta a porta

  14. Metropolitano

    Comunque sia se non realizzano il termovalorizzatore (questo non prima di due anni sicuro) oppure non aprono un’altra vasca per tentare di guadagnare tempo visto che fra un anno e mezzo circa la discarica è satura, l’emergenza rifiuti stavolta non sarà un problema solo di bilancio AMIA. I problemi quindi diventeranno due.

  15. gerry69

    Speriamo che il termovalorizzatore non si faccia mai. Questi impianti sprigionano, tra le altre cose, diossina. Non dimentichiamo che sarebbe fatto sopra le nostre teste e non in zone isolate e disperse della Sicilia.
    La raccolta differenziata è l’unica speranza!! Coscienzosa e valorizzata con un guadagno per tutti….

  16. Roberto1

    Il ciclo di recupero dei rifiuti riciclati spesso viene fatto da aziende private esterne rispetto a quelle che si occupano della raccolta. Ad esempio la carta e il cartone vengono recuperate da COMIECO (che in realtà è un consorzio). Le uniche azioni che dovrebbe fare l’AMIA sono quelle di favorire la differenziazione dei rifiuti da parte dei cittadini e vendere i materiali alle aziende che si occupano di riciclo. Tempo fa ho visto su Rai 3 un servizio che parlava dei rifiuti in Campania e, tra le altre cose, si è anche parlato di un’azienda di Carini che riciclava i rifiuti ma che non riusciva a lavorare per assenza di “materie prime”. ASSURDO.

  17. Roberto1

    L’impianto AMIA di Partanna Mondello non dovrebbe servire a recuperare i materiali riciclati ma dovrebbe trattarsi di un impianto di “compostaggio”: al suo interno dovrebbero essere separati i rifiuti e “compostati” in modo da essere pronti per essere venduti alle aziende che si occupano di recupero dei rifiuti.

  18. gerry, i termovalorizzatori moderni non sprigionano diossina, sono forniti di parecchi filtri e sottoposti a controlli periodici, ovunque hanno portato solo benefici.

  19. @ gerry, ti consiglio di leggere come funziona un inceneritore moderno e gli studi sulla diossina: http://it.wikipedia.org/wiki/Inceneritore

  20. huge

    @Paco, io non sarei così sicuro che un inceneritore non possa costituire un pericolo per la salute. Come riportato proprio nell’articolo di wikipedia di cui hai messo il link, sono stati fatti diversi studi per cercare di capire se ci fosse o meno una correlazione tra determinate patologie e la presenza di un termovalorizzatore e i risultati sono molto contrastanti. Per alcuni si riscontra un aumento di tumori e altre malattie, per altri non ci sono variazioni significative dai dati normali. Purtroppo spesso non si sa neanche se è possibile o meno fare affidamento sui risultati ottenuti. E’ facile manipolare convenientemente i risultati in funzione di chi ti ha commissionato lo studio.
    Certo è che impianti del genere li hanno le verdissime Austria e Svizzera. In Austria è stato costruito addirittura dentro Vienna (tra l’altro è anche un edificio architettonicamente interessante).
    Penso che al momento sia impossibile essere certi in una direzione o nell’altra. Il punto è, secondo me, se accettare o meno quest’incertezza, visto che dati conclusivi per molti anni sarà difficile averli.

    Il problema più grosso, secondo me, è però quanto ci si può fidare di chi realizza l’impianto. Se tutto fosse fatto nel più stretto rispetto delle leggi e delle varie normative, probabilmente potremmo stare tranquilli. Purtroppo gli interessi economici per certa gente vengono sempre prima, soprattutto nelle regioni del sud dove la criminalità organizzata è sempre pronta a metterci lo zampino. Materiali scadenti per la costruzione, controlli inesistenti, incenerimento di sostanze altamente pericoloso (vedi materiali radiottivi), ecc… sono tutti rischi altamente probabili.

    Alla luce di tutto ciò, sinceramente non so se essere d’accordo o meno con la realizzazione di questo genere d’impianti. Certo è che in qualche modo il problema dei rifiuti va risolto e non si può sicuramente risolvere standosene per sempre a filosofeggiare sui massimi sistemi.

  21. Considera che il progetto è stato approvato dalla commissione europea che vigilerà costantemente sulla costruzione. Anche per questo motivo sono sicurissimo che verranno seguite tutte le leggi con raziocinio. In ogni caso non siamo più negli anni 80 quando certe cose potevano passare sott’occhio, adesso c’è molta più attenzione su tutto.

    Per quanto riguarda gli studi dimostrano che la quantità di diossina extra assorbita dal corpo è inferiore all’1%, praticamente una quantità irrisoria e la maggior parte della diossina viene assorbita dal cibo, non dall’aria.

    In ogni caso favorevole o no c’è poca scelta. Come hai sottolineato anche le nazioni in cui si fa oltre il 50% del differenziato necessitano di inceneritori per il resto. Quindi è utopistico pensare che si possa risolvere il problema solo con il differenziato, già arrivare al 50% è utopistico anche con tutti gli incentivi economici possibili ed immaginabili, figuriamoci il fatidico 0 waste previsto per il 2020 in California. Pura utopia.

    Ecco i dati sul trattamento dei rifiuti in Austria: Austria -> riciclo: 60%, inceneritori: 10%, discarica: 30%, altro non specificato: 1%

  22. gerry69

    Volevo consigliare un film che calza bene: Gomorra!!!
    Stando in fiducia alla qualità costruttiva dell’impianto (completamente a norma)…. ma esistono anche le deroghe, vorrei cercare di capire come funziona o meglio come si muovono gli ingranaggi di un termovalorizzatore.
    I termovalorizzatori normalmente sono gestiti da enti terzi, quindi non dal comune. Come oggi la discarica di Bellolampo che non è gestita direttamente dal comune di Palermo (almeno così credo).
    La società di gestione ha tutto l’interesse a: bruciare –> generare energia –> venderla–>fare cassa. La raccolta differenziata a quel punto sarebbe ostacolata in quanto più materiale arriva in discarica più soldi si fanno.
    Altra cosa: visto che c’è l’interesse a bruciare che fine faranno gli anni di accumulo delle vasche di Bellolampo? Verranno bruciate anch’esse? Come una sorta di “bonifica”? Avere la materia prima a portata di mano… senza costi di trasporto…
    Io mi pongo queste domande perchè a prescindere dai controlli (da vedere) sulla costruzione la cosa importante sono i controlli sulla gestione di un impianto che se non fatto funzionare con certe regole può essere dannoso per la salute dei cittadini… visto che l’avremo sopra la testa…
    Altra domanda che mi sono posto in questi giorni: Ma quanto recupero di materie prime si potrebbe fare nella discarica di Bellolampo? Secondo me una montagna…..

  23. gerry69

    Su wikipedia trovo la situazione in Italia:
    In Italia l’incenerimento dei rifiuti è una modalità di smaltimento minoritaria, ma comunque nella media dei paesi europei (si vedano i quantitativi trattati indicati nella tabella a lato), anche a causa dei dubbi che permangono sulla nocività delle emissioni nel lungo periodo e delle conseguenti resistenze della popolazione: la maggior parte dei circa 3,5 milioni di tonnellate di combustibile da rifiuti italiani viene incenerita in impianti del Nord, e il totale nazionale ammonta a circa il 12% sul totale dei rifiuti solidi urbani.

    A Brescia, in prossimità della città, c’è uno dei termovalorizzatori più grandi d’Europa (ca. 750 000 tonnellate l’anno: il triplo di quello di Vienna) che soddisfa da solo circa un terzo del fabbisogno di calore dell’intera città (1100 GWh/anno).
    Il termovalorizzatore di Brescia, nonostante sia stato coinvolto in due violazioni di direttive europee, delle quali una a livello nazionale riguardante il CIP 6, sfociate anche in una condanna da parte dell’Unione Europea[9], nell’ottobre 2006 è stato proclamato «migliore impianto del mondo» dal WTERT (Waste-to-Energy Research and Technology Council), una associazione formata da tecnici, scienziati ed industrie di tutto il mondo.

    Da notare che la produzione di RSU della provincia di Brescia è minore della capacità dell’impianto, per cui per far funzionare a pieno regime i forni devono essere reperite circa 200 000 tonnellate l’anno di rifiuti di altra provenienza e/o tipologia.

    A Trezzo sull’Adda, in provincia di Milano, c’è uno dei più moderni termovalorizzatori in esercizio in Europa. Nel resto del settentrione sono diffusi principalmente piccoli impianti a scarso livello tecnologico con basso rendimento, per i quali sono necessari dei rammodernamenti (come a Desio, Valmadrera e Cremona).

    Tuttavia, anche impianti ristrutturati ed “adeguati” di recente, presentano a volte emissioni fuori norma: nel gennaio 2008 l’inceneritore di Terni (ristrutturato nel 1998) è stato posto sotto sequestro in quanto i gestori (la società ASM), avrebbero nascosto emissioni gassose e nelle acque di scarico pesantemente fuori norma con alte concentrazioni di mercurio, cadmio, diossine, acido cloridrico. Sarebbero inoltre stati bruciati in più occasioni persino rifiuti radioattivi di origine ospedaliera e non solo.

    A Colleferro è stato posto sotto sequestro l’impianto, mentre l’impianto di Brindisi è stato chiuso in seguito ad un filone che vedeva oggetto di inchiesta la manomissione dei sistemi di controllo delle emissioni. Per lo stesso motivo è stato fermato l’inceneritore del Pollino (o di Falascaia) a Pietrasanta.

    In Italia la gestione dei rifiuti è più problematica e và differenziandosi da regione a regione. L’infiltrazione della criminalità e traffici illeciti come la cattiva gestione della cosa pubblica rende difficile la gestione del problema rifiuti in alcune regioni meno “virtuose”. Gli interessi sono tali da aver impedito qualunque soluzione diversa dalle discariche mal gestite e poco controllate: quindi sia la raccolta differenziata che il ripiego sugli inceneritori sono a tutt’oggi a livelli marginali e la stessa realizzazione di discariche a norma ha presentato problemi. Tale precaria situazione ha portato a numerose emergenze sul fronte smaltimento dei rifiuti specialmente in Campania.

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