MANIFESTA: UN ANNO DOPO
Il 2018 doveva essere un anno importante per il rilancio culturale ed economico di Palermo. Infatti la città è stata, o forse doveva essere, al centro delle attenzioni nazionali e internazionali grazie al riconoscimento di “ Capitale italiana della cultura” e alla presenza di ” Manifesta”.
Eppure di tali eventi sono rimaste poche tracce.
Un anno fa , precisamente il 16 giugno 2018, prendeva avvio a Palermo “ MANIFESTA” , la biennale europea di arte e cultura contemporanea “ nomade” ( cioè ogni due anni si svolge in una città diversa)
A guidarla c’era il direttore Roberto Albergoni che così la presentò:
“Manifesta si distingue da altre biennali internazionali perché riserva una specifica attenzione agli aspetti socio-politici . Crea una relazione con la città che la ospita e propone un progetto artistico che parte dalle opportunità che la città offre. Palermo ha presentato tematiche forti come le migrazioni e i cambiamenti climatici, che sono legate fra loro e che stanno animando un grande dibattito in tutto il mondo fra chi vuole costruire muri e chi invece no. Palermo e la Sicilia sono luoghi di migrazioni e coesistenze: in questa città l’integrazione avviene in modo istintivo e senza emarginazioni, tanto che i migranti vivono nel centro storico e non in periferia”.
L’impegno finanziario era notevole, 6,2 milioni di euro.
Tre milioni e mezzo li mise il Comune, mentre la restante parte arrivarono da sponsorizzazioni pubbliche e private messe insieme dalla Fondazione olandese , che gestisce tale evento.
Palermo si era candidata nel 2014 e la sua candidatura venne scelta : “per le sue complessità e per la sua capacità di essere un laboratorio”
Secondo gli organizzatori ,rispetto a città come Zurigo dove tutto è in ordine, il capoluogo siciliano è una terra da poter modellare.
Le aspettative erano molte , anche perché tale manifestazione prometteva il grande salto di Palermo negli scenari internazionali dell’arte contemporanea. Si aspettavamo migliaia di turisti e un impulso notevole alla cultura locale.
Purtroppo non è stato così .
Dati alla mano,la ricaduta economica e turistica è stata modesta
Per esempio, mentre la Biennale di Venezia fa in media 400 mila visitatori, a Zurigo Manifesta ne ha chiamati a raccolta 200 mila, a San Pietroburgo si era raggiunto il picco del milione, a Palermo si è parlato di 200 mila presenze ma nella realtà sono stati venduti complessivamente 37.839 biglietti e di questi solo 21.173 sono stati i visitatori italiani e stranieri.
Pur ammettendo che tutte le presenze italiane e straniere sono di turisti che si sono spostati esclusivamente per l’evento, considerando l’investimento del Comune ( 3,5 milioni) ogni turista ci è costato ben 188 euro .
Ma le manifestazioni culturali non devono, giustamente, essere valutate esclusivamente per i costi economici ma per il “ritorno” di immagine e per lo “stimolo” culturale .
Ma anche sotto questo aspetto il bilancio è stato modesto
Nessun artista cittadino è stato coinvolto nell’ organizzazione e lo spazio riservato loro è stato marginale: infatti sono stati “ relegati” nelle sessioni collaterali.
Eppure il livello dei molti artisti “internazionali” non era eccezionale.
Ma anche del resto è rimasto poco o nulla .. Basta fare un giro tra i tanti siti che nel 2018 erano stati riaperti proprio grazie alla biennale nomade d’arte contemporanea: per rendesi conto che quasi tutti quei siti sono tornati ad essere inaccessibili al pubblico o abbandonati e di quelle opere esposte non è rimasto niente
Il caso emblematico è il teatro Garibaldi che era stata la sede organizzativa della manifestazione .
Il direttore di Manifesta Roberto Albergoni, nei primi di agosto ha dichiarato :
«Per il Garibaldi abbiamo affrontando anche sacrifici personali, per tenerlo aperto, almeno fino al mese di dicembre . E dunque, finita la biennale, come fondazione non abbiamo la possibilità di fare alcunché.
Come cittadino condivido il rammarico sulla chiusura degli spazi al pubblico, e allo stesso tempo ho la sensazione che si stiano avviando processi virtuosi. Era un po’ naturale che ci fosse il momento di trauma, dopo la fine del 2018. Ma io sono abbastanza ottimista sul fatto che alcune energie e sinergie tra pubblico e privato possano mettere in piedi un rilancio. Occorre complessivamente, e questo lo dicevo prima della chiusura di Manifesta (dunque in tempi non sospetti), che non è solo il Comune che deve fare la propria parte ma che lo facciano tutti coloro che hanno manifestato interesse durante quel periodo di visibilità internazionale».
Il Direttore di “ Manifesta “ giustamente, nonostante tutto, rimane ottimista ma francamente il Comune non sembra pronto ad raccogliere tale eredità.
La giunta Orlando nel frattempo ha cambiato anche l’assessore di riferimento: non c’è più Andrea Cusumano, che aveva fortemente creduto sulle potenzialità di Manifesta, ma è arrivato al suo posto Adham Darawsha, che forse anche a causa della cronica assenza di soldi per arte e cultura , non ci è sembrato pronto a raccogliere tale sfida.
Ma MANIFESTA è stata più una risorsa o un’occasione mancata?
Purtroppo è stata l’ennesima occasione mancata.
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Oooooh poverina! Si consoli pure Manifesta perchè non è l’unica occasione mancata qui a Palermo.
Basta che tu guardi la realizzazione negli anni 90 di quell’autostrada urbana a 12 corsie, Viale Regione Siciliana, che divise Palermo in 2 e dove i genii colti e ben informati ci costruirono sottopassaggi non da isolato a isolato come nelle città normali ma da sparticarreggiata a sparticarreggiata creando dei sottopassaggi semi isolati, abbandonati a se stessi e per niente pratici per i pedoni che comunque devono sempre attraversare in superficie le corsia laterali.
E non dimenticare pure la pedonalizzazione di Piazza Vittorio Emanuele Orlando. Non capita spesso di realizzare nuove piazze, soprattutto nel centro storico. E che cosa hanno scelto di costruire i genii colti e ben informati per quella rara occasione che non si presentava da decenni?: quello che qualcuno ha chiamato “un banale coperchio per un parcheggio sotterraneo”.
E non parliamo delle occasioni mancate che potevano essere realizzate parallelamente a quel semi aborto che è risultato essere il Passante FS!
Ora conoscendo la mentalità di Palermo e come fa le cose, a cazzo per la precisione, tu belfagor credevi sinceramente che una serie di esposizioni d’arte moderna avrebbero restituito “un ritorno di immagine e uno stimolo culturale”? Dai! Ci vuoi fare credere che sei talmente ingenuo?
L’immagine di una città, quella seria belfagor, si crea solamente con l’architettura, l’urbanistica e la scultura pubblica e permanente in spazi aperti; non con esposizioni d’arte temporanee e in luoghi chiusi, non con retorica di alta qualità e non con parole vacuee e totalmente disconnesse come “Manifesta crea una relazione con la città che la ospita [ma davvero?] e propone un progetto artistico che parte dalle opportunità che la città offre [chissa quali]… Palermo ha presentato tematiche forti come le migrazioni e i cambiamenti climatici [che non ci appizzano niente uno con l’altro]”. Quindi caro belfagor non dovrebbe sorprenderti che Manifesta non ha potuto creare magicamente quel “ritorno di immagine” che Palermo necessita da decenni. Era come sperare di poter guarire un’ipofosfatasia con una modesta Aspirina. Semmai il ritorno di immagine che tu e i turisti potete ottenere, un anno dopo Manifesta, è per lo più un’immagine di una discarica urbana di rifiuti, grande 150 kilometri quadrati, a cielo aperto, intervallata da marciapiedi dissestati e da strade con asfalto che sembra essere stato bombardato qua e là, mentre l’unico “stimolo” che Palermo ti restituisce non è culturale ma olfattivo: il feto dei cassonetti traboccanti di munnizza e di sacchetti per la raccolta differenziata artisticamente poggiati sui marciapiedi e squarciati da piccioni, mosche ed api durante il giorno e da gatti, cani e topi durante la notte.
Detto questo tu puoi continuare a sperare in un futuro per Palermo migliore belfagor; tanto si sa che la speranza è l’ultima a morire.
In particolare, il parcheggio v.e.orlanfo ha rovinato l’architettura del tribunale, inondandola di terrazzini e scalette che ne riducono la monumentalità. Chiusa la piazza, la via Nicolò Turrisi è diventata un imbuto di traffico.
Pensavamo che fosse un’opera utile dato che è stato fatto in una piazza che porta l’omonimia di “Orlando” (anche se Vittorio Emanuele non era Leoluca); come mai ti lamenti ? Considera l’utilità dell’opera.
certamente utile come parcheggio, ma secondo me molto brutto.
Sì, considera l’utilità dell’opera. Il che è precisamente quello che avrebbero detto gli artisti ed architetti dei secoli precedenti che fino agli anni 50 hanno contribuito a creare l’immagine delle città Italiane conosciute in tutto il mondo.
Metropolitano, va cuiccati. Se è questo che ti hanno insegnato alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Palermo…
Non mi interessa
Primo, non era Università della facolta’ di ingegneria nel mio corso di studi.
Secondo. A me “va cuiccati” non lo hanno certo insegnato ad una facoltà, a meno che io avessi frequentato la facoltà di non rispondere. (LOL)
Era ovvio che fosse così … siamo a Palermo! Tutti pensavano ad una trasformazione della città dopo “Manifesta” o “Palermo capitale della cultura” .. illusi .. io lo dissi a suo tempo! E sono d’accordo con Palerma La Malata!
Direi anzi che la città è peggiorata … a Milano ho saputo che si continua a costruire grattacieli, qui invece abbiamo ancora le case sventrate della seconda guerra mondiale e del periodo borbonico; non solo: non abbiamo un PALASPORT degno di questo nome, anche l’IPPODROMO pare sia chiuso … non si sa se realizzeranno mai il PASSANTE FERROVIARIO … E vogliamo parlare delle STRADE?: sono in condizioni disastrose, neanche nel terzo mondo .. rotte, piene di buche, rattoppate alla meno peggio e senza SEGNALETICA ORIZZONTALE .. insomma, anarchia totale (il caso Viale Regione Siciliana è vergognoso) … potrei continuare all’infinito, ma mi fermo qui, è meglio .. Ho già parlato della questione rifiuti, spazzamento strade, etc .. e del fatto che i turisti rimangono inorriditi .. meglio fermarmi qui, è meglio!
Questa oggi è la Palermo del 2019 .. sotto gli occhi di tutti, del resto, nonostante Orlandino continui a prendere per i fondelli i cittadini, dando un’immagine della città che NON ESISTE! … C’è più turismo è vero, ma i turisti vengono, fotografano la spazzatura e i degrado e non ritornano più! Quindi, altro che Manifesta e capitale della cultura!
Ah .. e giusto per confermare:
https://www.palermotoday.it/cronaca/lettera-amat-rap-buche-strade.html
E’ da Ottobre che la segnaletica sul Viale Regione è assente. Tuttavia gli operatori in divisa sono sempre in agguato con gli autovelox mobili e quelli fissi. Gelarda (Lega) ha gia evidenziato in passato tutto questo, insieme al gruppo consiliare M5S, ossia le gravi carenze rispetto alle altre città d’Italia, a causa di un’amministrazione assente o totalmente indolente. Ma come hanno fatto i Palermitani a riconfermare questo buffone Renziano…
Da Ottobre degli anni 90 volevi dire, cioè da quando è stata realizzata!
Un’autostrada urbana lunga 12 km e con 12 corsie dovrebbe avere NOMI e NUMERI per ogni ingresso e per ogni uscita.
L’incapacità di vedere oltre il proprio naso e oltre il proprio interesse ha impedito agli genii colti e ben informati di considerare l’esistenza di automobilisti Siciliani non Palermitani, al resto degli Italiani e degli stranieri che devono percorrerla.
Diciamo che negli anni novanta non è stata completata quella sopraelevata per i veti di una parte della maggioranza. Troppi “no” hanno fatto male, fanno male, e sempre male faranno a questa città.
Ma per quanto riguarda la segnaletica orizzontale, fino al 2017 era visibile.
Tranquillo, tempo due/ tre anni e anche lui verrà spazzato via!
Ed è comunque troppo dover aspettare due anni.
eheheheheh lo so, lo so!