LA TRAVAGLIATA STORIA DEL PIANO REGOLATORE DEL PORTO di PALERMO
E’ Stato sbloccato dopo 10 anni , grazie alla tenacia del Presidente dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti, il Piano regolatore del porto di Palermo, fermo a causa di un contenzioso con il Comune di Palermo.
In questi giorni tutti i giornali hanno dato tale importante notizia , sorvolando, stranamente, sui motivi di tale contenzioso.
Ci è sembrato giusto colmare tale lacuna informativa.
Proprio 10 anni fa, e precisamente 8 Luglio del 2008 venne presentato, in una calda e afosa giornata, il Prp cioè il nuovo Piano regolatore del porto.
Tale piano non era stato elaborato dal Comune ma dall’Ente Porto che ,di fronte al consueto immobilismo dell’amministrazione di Palazzo delle Aquile, ( Giunta Cammarata), decide di intervenire nominando una commissione, guidata dal Prof. Maurizio Carta che stilò il “Waterfrontpalermo: un manifesto-progetto per la nuova città creativa”.
Certamente si trattava di un lavoro molto ambizioso e di alta qualità, che non si limita a “progettare” il Waterfront ( cioè le coste e la parte della città di fronte al mare) ma affrontava l’annoso problema del rapporto della città con il suo mare e il futuro dei suoi porticcioli .
Alla presentazione del PRG il presidente dell’Ente Porto , Ing. Bevilacqua dichiarò:
” I lavori, alcuni dei quali già in corso, termineranno in tempi brevi, massimo dieci anni.”
Il progetto era incentrato sull’identificazione di Palermo come scalo turistico, affiancato dal porto di Termini Imerese per buona parte del traffico merci. Il piano prevedeva anche la creazione di un Parco archeologico urbano nel Castello a Mare, la costruzione di un porticciolo turistico a Sant’Erasmo, il recupero della Cala, mentre una parte dell’approdo Acquasanta veniva dedicato alla cantieristica minore.
Infine, il problema del traffico doveva essere risolto grazie alla costruzione di una galleria sotterranea “
“ L’integrazione della viabilità proposta dal nuovo PRP di Palermo con il sistema dell’accessibilità alla scala urbana prevede una nuova viabilità carrabile portuale legata al traffico commerciale, fortemente interconnessa con la viabilità esterna che, collegandosi direttamente tramite una galleria con la circonvallazione di Palermo, libererà la via Messina Marine e la via Francesco Crispi dai mezzi pesanti che oggi congestionano i principali accessi al porto”.
Per quanto riguarda i finanziamenti il Presidente Bevilacqua dichiarava :
” Cento milioni di euro sono già pronti per essere investiti.”.
Cioè , in poche parole, secondo il presidente dell’Autorità portuale, nel 2018 avremmo avuto un Porto finalmente degno di una città come Palermo
Che il Presidente dell’Ente Porto fosse troppo ottimista lo dimostra il fatto che dovranno passare ben 3 anni ( novembre 2011) prima che tale piano venisse approvato dal Consiglio Comunale .
Tutto a posto? Purtroppo no.
Per comprendere ciò che accade dopo dobbiamo fare un passo in dietro.
Nei lontani anni novanta, un decreto ministeriale aveva stabilito i limiti della costa palermitana sotto la gestione dell’Ente Porto. In tale decreto si stabiliva che i porticcioli dell’Acquasanta , Arenella e di Sant’Erasmo dovevano essere gestiti da tale ente
Leoluca Orlando, allora sindaco, decide di fare ricorso.
Finalmente dopo solo……11anni arriva la sentenza del Consiglio di Stato che accoglie tale ricorso rigettando i limiti della costa stabiliti dal ministero.
Di conseguenza i Porticcioli ritornano di competenza del Comune.
Saltavano così tutti i progetti avviati dall’Ente Porto soprattutto il Progetto del Porticciolo turistico di Sant’Erasmo Da tale decisione si salvarono solo il recupero della zona del Castello a mare e quello della Cala, i cui lavori erano ormai terminati
L’autorità portuale fa naturalmente ricorso
Nel 2012 viene rieletto sindaco, per la 4° volta, Leoluca Orlando Cascio.
Appena insediato, urgentemente , nel mese di giugno, fa revocare, dal nuovo consiglio comunale, il PRG approvato solo qualche mese prima dal vecchio consiglio.
Poco dopo però il TAR “revoca tale revoca” decisa dal Consiglio comunale perche metteva a rischio “l’avanzato stato del procedimento di approvazione di uno strumento complesso qual è il prg del porto e la conseguente perdita dei fondi europei ,senza essere supportato da adeguate e specifiche motivazioni”.
Ma la sentenza del TAR va oltre. Infatti restituiva la competenza dei porticcioli di Sant’Erasmo, Arenella e dell’Acquasanta all’Autorità portuale perché il “decreto ministeriale del 22 novembre 2005, che individua la circoscrizione territoriale dell’Autorità portuale, comprendendo anche i porticcioli dell’Acquasanta, dell’Arenella e di Sant’Erasmo,è ormai “inoppugnabile“.
Capito chiuso? Purtroppo no
Nel 2013 ,Il Consiglio superiore dei lavori pubblici approva il piano regolatore del porto di Palermo.
Ma il sindaco Leoluca Orlando non ci sta e punta il dito contro i vertici dell’Autorità portuale: scrive al premier Enrico Letta ( che però non risponde) affinché appuri se ci sono stati comportamenti irregolari nel corso dell’iter burocratico partito nel 2000.
Ormai siamo a un braccio di ferro,senza esclusioni di colpi, tra il Comune di Palermo e l’autorità portuale, una vera guerra.
Ufficialmente è una contesa per stabilire a chi spetti la titolarità sui porticcioli turisti di Sant’Erasmo, dell’Arenella e dell’Acquasanta, oltre al Castello a mare e il giardino del Foro italico ma forse il vero obiettivo è la poltrona dell’Ente Porto che Orlando vorrebbe avocare a se.
Il sindaco convoca una conferenza stampa e dichiara :”Contrariamente a quanto prevede la legge , il Consiglio comunale non si è mai pronunciato sui limiti territoriali della competenza dell’Autorità portuale. E’ stato defraudato di una sua prerogativa. Ho informato la Procura della Repubblica di Palermo della richiesta fatta al presidente Enrico Letta”.
Ma il sindaco Orlando non si limita alla conferenza stampa, ma fa approvato, dal consiglio comunale due delibere per far decadere il ricorso al Tar dell’Autorità Portuale sul Piano regolatore del porto e ridefinire i confini di competenza sui porticcioli, rimettendo così le mani sui porticcioli turistici e sul Castello a mare.
“Il Consiglio – sostienne Orlando – approvando queste due delibere si è riappropria di una prerogativa di cui era stato defraudato. Una cosa del genere non accadrà mai più”.
E perché il sindaco Orlando vuole revocare il PRP, che pure era considerato da tutti un ottimo piano?
Secondo lui ,l’approvazione del piano regolatore del porto è avvenuta senza il parere preventivo della Regione Siciliana, un passaggio previsto dalla legge.
”Il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici – aggiunge l’allora assessore comunale, Tullio Giuffrè – è stato fornito in mancanza della valutazione di impatto ambientale della Regione. indispensabile perché l’iter di approvazione sia completato”.
Cioè il sindaco non entra nel merito delle cose proposte nel PRP, anche perché non ha ( e non ha mai avuto) un piano alternativo, ma evidenzia alcune presunte anomalie dell’iter burocratico , e cioè “ manca il parere preventivo della Regione”.
Ma perché questa polemica virulenta. Cosa intende fare il Comune con i porticcioli turistici, tanto da volerne la gestione esclusiva? Mistero
CONCLUSIONE
Il 20 luglio 2018 cioè dopo 10 anni l’ANSA , in un comunicato annuncia “Sbloccato dopo 10 anni il Piano regolatore del porto di Palermo…… finalmente è stato superato il contenzioso con il Comune”
P.S. Sono passati 10 anni e oggi , per la seconda volta, viene approvato il PRG del Porto di Palermo. Il progetto è quello di 10 anni.
Perché abbiamo perso 10 anni?
sì questo è pazzesco