ZTL IL GRANDE FLOP
Che la Ztl sia presente in tutte le grandi città italiane , è un dato di fatto. Probabilmente è un provvedimento utile ma ha creato diversi problemi perché è stato adottato in maniera superficiale ,senza valutarne i “costi –benefici”
Che abbia creato ulteriori problemi al commercio in via Roma e nelle strade limitrofe è un fatto certo ( anche se la Via Roma era già in crisi ancor prima dell’entrata in vigore della ZTL). Che forse ha migliorato la situazione dell’inquinamento nel centro storico, probabile ( i dati sono controversi), anche se ha certamente aumentato l’inquinamento nelle zone limitrofe, escluse da tale provvedimento .Che è stato istituito senza creare parcheggi e potenziando i servizi pubblici ,è un dato certo
Ma quello che non sapevamo e che il principale motivo dell’istituzione della ZTL , cioè fare cassa per ripianare i costi del tram, non è stato raggiunto. Al numero modesto di automobilisti che hanno pagato e pagano il “pass” ( nettamente inferiore a quelli previsti ) si è aggiunto un altro dato : nonostante le migliaia di multe elevate il Comune non riesce ad incassarne neanche il 20%.
E’ quanto emerge dai dati (aggiornati a febbraio 2018) che la Sispi ha elaborato e fornito alla Ragioneria generale. Su un totale di 157.724 contravvenzioni elevate per circolazione in Ztl senza pass o autorizzazione e circolazione di veicoli inquinanti non ammessi, solo in 34.699 hanno regolarmente pagato
E così nelle casse del Comune anziché 12,8 milioni di euro sono entrati poco più di 2,4 milioni e cioè il 19,32% del valore delle infrazioni comminate agli automobilisti indisciplinati.
Nonostante ciò ,Marcello Susinno, consigliere di Sinistra Comune, è convinto che la Ztl sia “necessaria per ridurre lo smog”. Tanto che rilancia la proposta, lanciata dalla Prima circoscrizione, “di estendere nei weekend la fascia oraria della Ztl fino alle a notte inoltrata per ridurre l’inquinamento acustico e fronteggiare i disagi della movida. A quanto sembra il neo assessore alla “pedonalizzazione”, Giusto Catania, ci sta facendo un pensierino.
Come dire che l’AMAT è un flop perché ci sono una marea di portoghesi… ragionamento che non fa una piega… Belfagor, da dove l’hai copiato questo articolo partigiano?
TODARY Palermo
14/03/2019
“Multe a gogò, ma pochi pagano: dalla Ztl il Comune ne incassa solo il 19%”
Che non si tratta di una “ bufala” lo dimostrano le parole del consigliere Susinno di “ Sinistra Comune”: “Resta il dato, allarmante, delle pochissime multe incassate. “Solo il 3% dei sanzionati – conclude Susinno – ha fatto ricorso al Giudice di Pace o al Prefetto per non aver rinnovato il pass. E in tanti non hanno approfittato della riduzione del 30% per mettersi in regola, lasciando cadere nel vuoto le multe”.
P.S. Non so dove lei abbia letto che per il fatto che nessuno paga le multe bisogna abolire la ZTL. Voleva solo mettere in evidenza che il Comune di Palermo non è capace di far pagare le multe,
Purtroppo questa incapacità del comune non si limita solo alle multe ma anche ai vari tributi ( TARI in testa) . L’assessore Gentile denunciava che “ Il 91 per cento dei ristoranti in città nel 2016 non ha pagato la Tari, la tassa sui rifiuti. I bar, invece, nello stesso anno, sono risultati morosi per l’86 per cento” ( da Repubblica Pa 11/09/2019)
Forse per questo l’assessore Gentile non è stato confermato nella nuova giunta.
Perché quale articolo di belfagor non è partigiano?
Il termine “partigiano” viene spesso utilizzato in modo improprio e in senso dispregiativo.
Secondo il vocabolario “Treccani” partigiano e colui “ che parteggia, chi si schiera da una determinata parte, chi aderisce a un partito, sostenendone le idee, seguendone le direttive, per lo più con spirito fazioso e settario”.
Con tale termine dispregiativo ( e con altri termini come briganti e banditi) i nazi – fascisti definivano i tanti italiani che combattevano il loro regime . Perciò proprio per questo, durante la guerra di resistenza e nel dopo guerra , il termine “partigiano” fu rivalutato e usato con orgoglio dalle forze e dai partiti antifascisti .
Credo che nessuno di loro si sarebbe permesso di definire “partigiani” i seguaci e i nostalgici nazi- fascisti .
Per me è un onore che qualcuno consideri le mie idee “partigiane”. Ma francamente mi considero semplicemente un “uomo libero” .
Un uomo è libero è colui che non è schiavo delle sue idee e della propria appartenenza politica, cioè colui che ha la capacita di fare critica ed autocritica, e per tale motivo è una persona scomoda. La capacità di ricredersi, di cambiare idea, è propria degli uomini liberi.
Non è difendendo a tutti i costi qualsiasi stupidaggine della tua parte politica che si dimostra fedeltà ad un’idea o al capo.
Non è da uomini liberi appiattirsi su posizioni preconcette, negando, offendendo, censurando o argomentando (a volte con affermazioni che non rendono giustizia né all’intelletto di chi scrive, né a quello di chi legge) pur di arrivare a “criminalizzare” le idea dei tuoi “avversari” o semplicemente diverse dalle tue.
Chi sostiene “acriticamente” un regime, un credo politico e, ancor peggio, un governo o un amministrazione, non sono “partigiani” ma “Servi di partito”
Il termine “partigiano” viene spesso utilizzato in modo improprio e in senso dispregiativo.
Secondo il vocabolario “Treccani” partigiano e colui “ che parteggia, chi si schiera da una determinata parte, chi aderisce a un partito, sostenendone le idee, seguendone le direttive, per lo più con spirito fazioso e settario”.
Con tale termine dispregiativo ( e con altri termini come briganti e banditi) i nazi – fascisti definivano i tanti italiani che combattevano il loro regime . Perciò proprio per questo, durante la guerra di resistenza e nel dopo guerra , il termine “partigiano” fu rivalutato e usato con orgoglio dalle forze e dai partiti antifascisti .
Credo che nessuno di loro si sarebbe permesso di definire “partigiani” i seguaci e i nostalgici nazi- fascisti .
Per me è un onore che qualcuno consideri le mie idee “partigiane”. Ma francamente mi considero semplicemente un “uomo libero” .
Un uomo è libero è colui che non è schiavo delle sue idee e della propria appartenenza politica, cioè colui che ha la capacita di fare critica ed autocritica, e per tale motivo è una persona scomoda. La capacità di ricredersi, di cambiare idea, è propria degli uomini liberi.
Non è difendendo a tutti i costi qualsiasi stupidaggine della tua parte politica che si dimostra fedeltà ad un’idea o al capo.
Non è da uomini liberi appiattirsi su posizioni preconcette, negando, offendendo, censurando o argomentando (a volte con affermazioni che non rendono giustizia né all’intelletto di chi scrive, né a quello di chi legge) pur di arrivare a “criminalizzare” le idea dei tuoi “avversari” o semplicemente le tesi diverse dalle tue.
Chi sostiene “acriticamente” un regime, un credo politico e, ancor peggio, un governo o un amministrazione, non sono “partigiani” ma semplici “Servi di partito” .
Al giorno d’oggi sembra impossibile discutere su fatti e dati oggettivi e si dimentica il vero significato delle parole adoperate.
Un fatto riportato come tale diviene “partigiano”.
Il nobile termine “partigiano” viene adoperato in modo dispregiativo. Ciò è frutto del devastante influsso del ventennio berlusconiano che è passato come un uragano sulla società italiana.
A mio avviso l’articolo è stupido nella misura in cui individua la ragione della ZTL nella necessità di incassare, i soldi sono solo uno dei motivi. Articolo stupido. Non partigiano. Del resto basta una tastiera per fare il giornalista.