FABRIZIO FERRANDELLI : IL SOPRAVVISSUTO ALL’ORLANDISMO
Fabrizio Ferrandelli ha rilasciato una lunga intervista a Palermo Today. Ho cercato, nei limiti del possibile ,di riassumerla sottolineando i passi più significativi
Il giovane “pasionario” di sinistra non c’è più, è diventato il candidato sindaco di una coalizione di forze politiche di “centro- destre”. Stavolta Ferrandelli – che si definisce un “sopravvissuto all’orlandismo” – ci riprova, convinto che “in città serva una svolta” “Nel 2012 i palermitani avevano bisogno di essere rassicurati e Orlando davanti aveva un gruppo di giovani (Costa, Aricò, Caronia, oltre Ferrandelli, ndr)”. Adesso è arrivata la resa dei conti. “
“Lavoro e attività sociali sono i pilastri fondamentali per il rilancio di Palermo. Non possiamo più permettere che ogni anno vadano via 5 mila giovani…….La città sta sprofondando in un grave livello di povertà, altra priorità quindi è aiutare concretamente gli ultimi, chi è rimasto indietro e vive situazioni di disagio sociale”.
Se dovesse diventare sindaco, nei primi 100 giorni:
” Farei una ricognizione degli uffici comunali, applicando il principio della rotazione di dirigenti e funzionari.”
Che voto dà alla Giunta del Professore?
“Insufficiente”.
-“Alla Giunta -1, non pervenuta. In questi anni non c’è stata un’amministrazione, ma un uomo solo al comando. Altro che squadra… Ho scoperto di recente i nomi di alcuni assessori. Più che assessori sono stati dei buoni segretari. L’unico che si è distinto è stato Catania, ma chiedete ai palermitani cosa pensano del suo lavoro… “
-“Al sindaco do 4: è stanco, lascia un Comune in condizioni finanziarie prossime al default. Lo dice la Corte dei conti nella sua relazione del gennaio 2017, rilevando parametri sulla ‘sanità’ del bilancio vicini al disastro. Per non parlare della grave incapacità nella riscossione dei tributi. Nel bilancio di previsione sono state gonfiate certe entrate: ci sono 120 milioni in più tra multe, lotta all’evasione e permessi di edificazione che difficilmente verranno riscossi”.
“Una recente indagine di Save the Children dice che Palermo ha livelli altissimi di povertà educativa. In alcuni quartieri la dispersione scolastica arriva al 40%. La legalità bisogna praticarla, più che professarla “
Non tutto quello che ha fatto Orlando in questi ultimi 5 anni è da buttare via.
“Il riconoscimento dell’Unesco al percorso arabo-normanno è un fatto importante. A onor del vero, va ricordato il lavoro svolto dal precedente governo regionale e l’attivismo dell’ex assessore Gaetano Armao. Orlando se l’è ritrovato addosso il percorso arabo-normanno “ “Anche io se dovessi diventare sindaco, troverò dei provvedimenti avviati: non ha senso fare terra bruciata di tutto, ecco perché porterò avanti quelle politiche che reputo convincenti e aggiusterò il tiro su quelle meno convincenti”.
La Mobilità
“Fallimentari sono state anche le politiche sulla mobilità nelle periferie, dove ci sono stati tagli consistenti di autobus. Si dirà ‘oggi c’è il tram’, ma a che prezzo?
“Credo che sia possibile immaginare altre pedonalizzazioni, ma sempre di concerto con residenti e commercianti. Voglio però lanciare un messaggio: Palermo non è solo via Libertà, ci sono anche le periferie, che hanno stessi diritti in termini di qualità di vita. Proprio sulle periferie l’amministrazione Orlando ha fatto flop.”
Secondo un’indagine Ixè, commissionata da PalermoToday, il 65% dei palermitani “boccia” l’amministrazione uscente. Tuttavia Orlando risulta il candidato che riscuote più fiducia e che meglio saprebbe risolvere i singoli problemi. Cosa significa per lei?
“Il 65% è un dato significativo. La fiducia non è sulla capacità di governare, ma sulla persona. Oggi non credo che il sindaco lo sappia fare, in questi anni si è ammalato di solitudine ed ha perso sprint”.
“Io vengo dal mondo del volontariato e del sociale. Nel 2007 sono stato eletto in una delle liste collegate ad Orlando. La storia del delfino non esiste. Mi sono trovato all’interno di quel mondo. Dal 2007 al 2012 Orlando è sparito dalla città, mentre io ho fatto il mio percorso. La spaccatura in termini di visione si è palesata alle primarie, quando Orlando ha appoggiato la Borsellino. Io ho formato un gruppo dirigente che poi mi ha spinto a candidarmi: si tratta di quegli attivisti e quei consiglieri di circoscrizione ora candidati nella lista dei Coraggiosi. Orlando invece contrappone una visione padronale di partiti e coalizioni; io invece parto dal territorio e dalla partecipazione. Il fatto che lui abbia detto che i prossimi saranno cinque anni di primarie significa che il monarca – neanche troppo costituzionale – cercherà l’erede al trono.”
E qui manda un pesante siluro al sindaco Orlando
“Siamo di fronte a una dinastia che si trasmette elitariamente la gestione del Comune. Quando ero capogruppo in Consiglio comunale litigammo fortemente più volte, come nel caso della riqualificazione della Cala. Lui per dogma era contro il presidente dell’Autorità portuale Nino Bevilacqua e non voleva che votassimo la delibera. Gli ho risposto che io ero all’opposizione dell’amministrazione comunale e non della città. Man mano che ho conosciuto Orlando me ne sono distaccato”.
Cos’è cambiato dal Ferrandelli “pasionario” di sinistra al Ferrandelli sostenuto da Cuffaro e Miccichè, dopo il breve intermezzo con Lumia, Cracolici e Crocetta?
“Si tratta di una semplificazione che non dà dignità a quanto accaduto. La legalità l’ho praticata togliendo i bambini dalla strada e non staccando parcelle all’interno di associazioni antimafia (stoccata a Forello, ndr). All’interno delle istituzioni ho maturato il mio percorso. ……Perse le elezioni comunali sono tornato a fare il bancario. Alle regionali mi è stato chiesto di candidarmi e l’ho fatto da indipendente nel Pd, poi ho preso la tessera. Ho sostenuto con convinzione Crocetta, non rinunciando mai alla mia indipendenza. Quando le cose non andavano come stabilito dal programma di governo, ho lanciato un diktat al Pd. La rotta però non è cambiata e mi sono dimesso da deputato regionale rinunciando a 12mila euro al mese e al vitalizio …….. Ho lanciato la mia candidatura al di fuori dei partiti ed ho deciso di mettere in discussione la mia appartenenza. Ho così aperto la mia proposta politica a tutte le forze popolari e progressiste. Frattanto l’Ars ha cambiato la legge elettorale ripristinando il voto di trascinamento e abbassando dal 50 al 40% la soglia per essere eletti al primo turno. Insomma, si sono cambiate le regole del gioco. Così mi sono dovuto attrezzare per vincere. Chi mi potevo trovare accanto in queste elezioni? Tutti quelli che sono all’opposizione di Crocetta, che ora è con Orlando, e tutti quelli all’opposizione di Orlando, tranne il Pd che in una notte ha cambiato idea”.
“A differenza di Orlando che ha camuffato le alleanze sotto mentite spoglie, io ho evidenziato nomi e cognomi. A trasversalità siamo messi bene entrambi. Ricordo che Orlando è sostenuto da Alfano, Vicari, Misuraca, Cardinale, Mimmo Russo, Lentini… Ai palermitani dico che continuerò a essere libero e indipendente, non sarò condizionabile”.
Orlando evoca spesso la palude… Crede che si tratti di un cliché funzionale alla sua campagna elettorale o c’è una dose di sincerità in quello che dice?
“Non sono quanto la sincerità applicata ad Orlando sia commensurabile. Nel 2012 aveva detto che non avrebbe mai più fatto il sindaco… Quando tutto è mafia, niente è mafia. Ciò è molto pericoloso. Io appartengo ad un’altra cultura, quella dei fatti circostanziati. Sono cresciuto nei movimenti antimafia, quella dei fatti, e come Sciascia mi guardo bene dai professionisti dell’antimafia. Non accetto lezioni di legalità da nessuno. Ho combattuto la palude della Gesap, presieduta da un orlandiano, quando ero deputato. Ho avuto uno scontro fortissimo con Helg. L’ho fatto convocando il Cda di Gesap in commissione Antimafia e presentando un esposto in Procura. Lui dov’era? Sono abituato ad una legalità praticata e non ad un’antimafia decantata. Screditando l’avversario si rischia di isolarlo e farlo diventare facile bersaglio. Il tema non è la palude, ma saperla attraversare senza prendere la malaria. Evocare la palude è sinonimo di paura. La verità è che Orlando non vuole parlare di contenuti”.
In principio furono le accuse del pentito Tantillo, recentemente l’invito di Forello a fare un passo indietro e l’inquietudine di Orlando per un candidato indagato per voto di scambio politico-mafioso. Teme che l’indagine a suo carico possa essere una spada di Damocle?
“No, altrimenti mi sarei ritirato. Davanti all’autorità giudiziaria non mi sono avvalso della facoltà di non rispondere. Con il cuore libero da qualsiasi dubbio ho collaborato con i magistrati . Vorrei ricordare che l’avviso di garanzia non è una condanna. Ho la coscienza a posto, con la massima trasparenza ho fornito tutti i documenti in mio possesso. Aspetto con serenità l’esito delle indagini. Chi mi attacca è in cerca di visibilità. Forello sta in un movimento pieno d’indagati ed anche lui stesso è stato oggetto d’indagini, perché non si è ritirato?
mediocre