Al via il restauro del complesso di Santa Ninfa dei Crociferi

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A Palermo prende forma un intervento strategico per il recupero del patrimonio storico: la Chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi e l’ex Convento annesso saranno restaurati grazie a un’intesa tra l’Agenzia del Demanio e la Prefettura, in rappresentanza del Fondo Edifici di Culto (FEC).

L’accordo è stato firmato il 29 aprile 2025.

Un patrimonio storico da rigenerare

I due immobili si trovano nel cuore del centro storico, lungo via Maqueda, a pochi passi dai Quattro Canti.

Fino a oggi, la Chiesa e l’ex Convento di Santa Ninfa ai Crociferi erano gestiti da enti diversi, con percorsi separati.

Ora, grazie all’intesa, si avvia un progetto unitario per la riqualificazione dell’intero complesso, mettendo fine alla frammentazione amministrativa.

Sponsorizzazione tecnica: un’idea innovativa

Per realizzare l’intervento non si attingerà a fondi pubblici.

Si userà invece la formula della sponsorizzazione tecnica, prevista dal Codice dei Contratti Pubblici.

In pratica, attraverso un avviso pubblico, sarà selezionato uno sponsor tecnico.

Questo soggetto sosterrà economicamente i lavori in cambio della possibilità di promuoversi usando le superfici esterne degli edifici restaurati.

Un esempio virtuoso di partenariato pubblico-privato

Questo modello rappresenta un’alleanza tra istituzioni e privati a beneficio della collettività.

Permette di intervenire sul patrimonio culturale senza pesare sulle finanze pubbliche.

Al tempo stesso, offre visibilità qualificata agli sponsor, legandoli a un progetto di grande valore civico e culturale.

Rigenerazione urbana e identità collettiva

Il restauro rientra in un programma più ampio di rigenerazione urbana.

L’obiettivo è restituire alla città luoghi simbolici, riportandoli alla loro funzione culturale e sociale.

L’ex Convento dei Crociferi, in particolare, potrà tornare a vivere come spazio multifunzionale aperto alla comunità.

Foto: Agenzia del demanio

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2 Thoughts to “Al via il restauro del complesso di Santa Ninfa dei Crociferi”

  1. BELFAGOR

    Finalmente si inizia il recupero di questi due edifici, che dominano il lungo tratto della Via Maqueda, a pochi passi dai “Quattro Canti”.
    I due edifici sono state le prime costruzioni religiose costruite dopo l’apertura di via Maqueda ( avvenuta nel 1600).
    La costruzione della Chiesa di Santa Ninfa ai crociferi e della Casa professa dei camilliani fu avviata quasi contemporaneamente, dall’ architetto Giacomo Amato che, oltre che architetto, era soprattutto un religioso dell’Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, fondato da don Camillo de Lellis, detti Crociferi per via della grande croce rossa che avevano sulla tunica scura dei cappuccini.
    Ricordiamo che Giacomo Amato è stato il progettista di due delle chiese più belle e splendide di Palermo, Santa Teresa e Santa Maria della Pietà nel quartiere Kalsa ma nel progettare la chiesa del suo ordine fu molto austero e poco appariscente forse per rispettare le indicazioni del suo ordine. Lo stile manieristico richiamava le forme di analoghi palazzi del cinquecento romano ed era influenzato dalla controriforma cattolica.
    La costruzione fu avviata il 10 agosto 1601 con la cerimonia di posa della prima pietra, alla quale partecipò anche il fondatore dell’ordine religioso, Camillo de Lellis, ma fu completata solo nel 1750.
    Camillo de Lellis, per il suo grande impegno nella cura dei malati e nella creazione di nuovi ospedali , dopo la morte, fu nominato santo protettore degli infermieri, dei malati e degli ospedali.
    La realizzazione dell’opera fu incentivata dal Senato palermitano ma fu possibile soprattutto grazie a lasciti e generose donazioni di nobili famiglie palermitane (alcune ottennero cappelle all’interno del tempio) mosse dall’ammirazione per il caritatevole servizio di assistenza e conforto offerto a malati e moribondi da don Camillo e dai suoi Chierici regolari (Crociferi).
    P.S. Tutto bene però appare però poco chiaro la destinazione dell’ opera, dopo il recupero.
    Purtroppo di opere (chiese, conventi, palazzi, teatri ecc. ecc.) recuperate e lasciate poi abbandonate di nuovo al degrado, Palermo è piena.

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