Un passo avanti verso l’apertura del Parco marino intitolato a Libero Grassi ad Acqua dei Corsari. Al termine della pedalata organizzata dal Comitato del Parco, Mobilita Palermo, Palermo Ciclabile-Fiab, Addio Pizzo, si è registrata una positiva intesa fra l’assessore regionale al territorio e ambiente Toto Cordaro e quello comunale e alle coste, Sergio Marino.
Cordaro ha riferito che l’analisi di rischioambientale è stata eseguita e ne ha anticipato i risultati. “Sono presenti inquinanti in tracce trascurabili come piombo, arsenico – dice l’assessore Cordaro – si tratta di percentuali bassissime, pari a zero virgola e qualcosa. Tuttavia l’Arpa dovrà valutare se questi inquinanti sono di falda o provengono dal mare. Abbiamo inviato il responso a tutti gli enti interessati ed entro tre settimane si potrà fare la conferenza di servizi. In quella sede si valuterà se sarà necessaria una bonifica. Nell’ipotesi più rosea si potrà procedere poi all’affidamento del Parco al Comune che potrà progettare gli interventi con proprie finanze. Ma la Regione è pronta a intervenire in tal senso e ha a disposizione dei fondi”.
Presenti alla manifestazione Davide e Alice Grassi, figli dell’imprenditore ucciso da Cosa Nostra nel ’91 e l’ex procuratore aggiunto Leonardo Agueci che ha ribadito l’importanza di restituire il mare e questo tratto di costa ai palermitani, sottratto dalla mafia. “Non conoscevo questo luogo – ha detto il presidente della Fondazione Progetto Legalità – è magnifico e ha grandi potenzialità”. Il parco di Acqua dei Corsari si estende per quasi mille metri, all’altezza del Bar del Bivio, lungo via Messina Marine. Uno spazio immenso che ha suggestionato anche gli operatori culturali. All’incontro erano infatti presenti anche il teatro Biondo con il direttore Roberto Alajmo, il Teatro Massimo, con il direttore degli allestimenti scenici, Renzo Milan, il consigliere di amministrazione dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, Giulio Pirrotta. Chissà che non si possa inaugurare lo spazio fra un anno con lo spettacolo e la cultura.
quindi manca solo l’ultimo parere?
e poi lo vorrei veder pieno di alberi, vialetti, affacci panoramici.
vorrei che si potesse vedere dalla strada. abbattere dunque il muro che lo divide da questa.
poi andrebbe unito alla torre di acqua dei corsari, farne un unico parco.
tram e piste ciclabili per raggiungerlo. qualcuno dirà parcheggi. ok facciamo anche un parcheggio in via messina marine. ma l’importante sarà poterlo raggiungere con mezzi pubblici efficienti, non con gli autobus scassati che percorrono via messina marine. un parco andrebbe raggiunto non in macchina. se ci pensate, è un paradosso. consumare benzina per potere respirare un po’ di aria fresca. lasciate la macchina a casa.
Caro punteruolorosso, leggendo l’articolo, apparentemente “sembra” che la situazione si sta sboccando, ……..sembra. Infatti c’è un brano dell’articolo che temo metta fine alle speranze :”Nell’ipotesi più rosea si potrà procedere poi all’ affidamento del Parco al …….COMUNE che potrà progettare gli interventi con PROPRIE SPESE”.
Credo che questa frase mette fine, almeno per ora, all’ipotesi di riapertura in tempi rapidi.
“Sono presenti inquinanti in tracce trascurabili come piombo, arsenico – dice l’assessore Cordaro – si tratta di percentuali bassissime, pari a zero virgola e qualcosa. ”
Vuoi vedere che anche questo parco va a finire come il Parco Cassarà?
..se si va ai piedi del parco, sul mare, è possibile scorgere pezzi di maioliche antiche, frammenti di balconi in marmo..che via via affiorano dai detriti erosi dal mare.
Là sotto c’è la Palermo Liberty di via Notarbartolo-via Libertà…..si potrà mai essere totalmente fieri di questo parco?
Ottima osservazione. La risposta è certamente sì. Quel che è stato è stato e non si risolve di certo lasciando chiusa un’area della quale si potrebbe tranquillamente fruire.
C’è anche una spiaggia che è eccellente. Quando arriverà questa benedetta balneabilità è già tutto pronto per un rilancio senza davvero nessuna fatica.
Quel che è stato è stato…. non è, a mio avviso, proprio la frase giusta per fare i conti con il passato tragico della nostra città…E’ ovvio che l’area non vada lasciata chiusa ma riconvertita.
Ma se un giorno, si spera, cammineremo sopra un bel parco, dobbiamo essere consapevoli di quello che c’è là sotto. Un cimitero, a tutti gli effetti..
Stupisce che in tutti i post sul parco di acqua dei corsari non se ne faccia cenno.
I palermitani ( la maggioranza) nemmeno lo sa…così come non sa cosa c’era in Piazza Croci…ma almeno lì c’è un dibattito in corso su cosa fare del sito.
Il sacco ha distrutto città e ..come conseguenza, la costa sud.
La spiaggia di cui parli sono gli sfabbricidi del sacco sbriciolati e spalmati su una costa che una volta era fatta di scogli come l’Addaura. Perchè, ad esempio, non pensare di recuperarne una parte rimuovendoli?
ottima idea. rimuovere la terra e riportare alla luce gli scogli. si potrebbe fare in molti punti. quanto ai mammelloni, vanno terrazzati e trasformati in luoghi panoramici. ce n’è diversi lungo la costa.
IL TRISTE DESTINO DEL PARCO “LIBERO GRASSI”
La storia del parco di Acqua dei Corsari, intitolato a Libero Grassi , è emblematica del livello di “sensibilizzazione” dei nostri “ amministratori” comunali.
La vicenda parte da lontano: fino agli anni cinquanta la borgata di Acqua dei Corsari conservava la sua attrattività grazie ai numerosi e frequentatissimi lidi balneari e ristoranti.
Ma nel lontano 1959 qualcuno decise che quella zona doveva essere distrutta e degradata.
Palermo venne sventrata da 4.000 licenze edilizie concesse in poche ore dall’allora assessore Vito Ciancimino nella giunta del Sindaco Salvo Lima.
Coloro che persero le case furono “deportati” in grandi palazzoni popolari , senza servizi e senza un minimo di socialità.
La zona di Acqua dei Corsari, nonostante le proteste dei cittadini , divenne la principale discarica di gran parte dei sfabbricidi e del terreno degli sbancamenti e fu poi abbandonata al degrado ed all’incuria da parte delle Istituzioni.
Diventò perciò una discarica a cielo aperto, una ‘terra di nessuno’, senza alcun rispetto delle regole e di tutela del territorio.
Durante gli anni successivi, con la complicità delle Istituzioni, furono riversati su questa area altre centinaia di migliaia di metri cubi di nuovo materiale fino alla realizzazione di una piccola collinetta ,alta circa venti metri ed estesa per 11 ettari , visibile da quasi tutta la città, chiamata con il termine tecnico di “mammellone”.
L’area abbandonata fu preda del degrado ambientale: il mare erose lentamente la collinetta artificiale portando grandi quantità di terra sui fondali della costa, inquinandola e distruggendo o compromettendo molte forme di vita.
Finalmente nel 2005, la giunta Cammarata decise l’inizio dei lavori urgenti per mettere in sicurezza l’area.
Furono effettuati interventi utili per fermare l’erosione della costa congiuntamente a un progetto di architettura del paesaggio che porto alla realizzazione di un teatro all’aperto, sentieri e sistemazione a verde con centinaia di alberi e piante. I lavori si conclusero nel 2008 .
Tutto bene?
Purtroppo NO.
Contrariamente ad ogni logica, alla realizzazione delle opere non è seguita la pubblica fruibilità dell’area.
Perché?
La Regione e il Comune cominciarono a rimpallarsi le responsabilità su chi doveva occuparsi dell’ opera , inoltre cominciarono a circolare delle strane notizie : cioè qualcuno sospettava la presenza di amianto e di metalli pesanti nel terreno.
Il risultato di queste voci, non confermate, convinse le “ autorità” ad abbandonare l’ area al suo destino.
I 400 alberi piantati, decine di palme nane e centinaia di arbusti, furono lasciati senza cura e sono morti quasi tutti .
Lo stesso è successo alle realizzazioni tecniche: l’impianto idrico, la rete di irrigazione e i pluviali per lo smaltimento delle acque, subirono atti di vandalismo e saccheggio . Oggi sono distrutti.
Nel 2013 la giunta Orlando decise di intitolare l’ area a Libero Grassi, l’ imprenditore ucciso dalla mafia nel 1991.
Finalmente!!!
Ma stranamente , subito dopo, ritornarono le voci di “inquinamento” a bloccare tutto.
Ma c’ è veramente questo “inquinamento”?
Nel 2018 l’ assessore regionale Totò Cordaro dichiarò : “Sono presenti inquinanti in tracce trascurabili come piombo, arsenico . Si tratta di percentuali bassissime, pari a zero virgola e qualcosa.
Il Comune di Palermo, nonostante i dati e tali rassicurazioni , stranamente “ ammise ufficialmente”, sempre nel 2018, che :“ E’ stata effettivamente verificata la presenza di agenti inquinanti” e quindi approvò un progetto di fattibilità da 11 milioni di euro, ottenuti col bando regionale “PO FESR Sicilia 2014-2020
Che fine hanno fatto questi finanziamenti?
C’ è veramente questo “inquinamento”?
MISTERO.
Nella realtà, come al solito, oltre che intitolare l’ area, il Comune non fece ……NIENTE!!!!
Oggi il “parco”, totalmente privo di recinzioni, è un luogo senza regole all’interno del quale delinquenti e incivili abbandonano , oltre che rifiuti di ogni tipo , anche carcasse di automobili: in parole povere il parco “ Libero Grassi” è diventato…..un depositi di auto rubate o rottamate( sob!!!).
COMPLIMENTI!!!!!
P.S. Speriamo che la nuova giunta non segua l’esempio di quelle precedenti.
Purtroppo i segnali sono poco incoraggianti.
In continuità con la vecchia “amministrazione” ,il recupero della costa sud, per i nuovi amministratori comunali, non sembra essere una priorità.
Eppure ,nonostante l’abbandono e il degrado ambientale, la zona offre uno dei panorami più belli della città, con una visuale sul golfo che spazia da Monte Pellegrino a Capo Zafferano.
@belfagor, e che dire del cassarà?