Una minaccia? Diremmo che quella nella foto è più una manifestazione di ignoranza manifesta.
Se non capite il significato di questo stupido graffito, ve lo spieghiamo subito: Retake Palermo, per chi ancora non lo conoscesse, è un gruppo di persone ammirevoli che volontariamente e a proprie spese, rimuove queste scritte con lo spray da alcuni luoghi pubblici come le pensiline del tram. A seguito dell’ennesima pulizia è spuntata questa apparente “minaccia”, opera di qualche stupido giovanotto a cui evidentemente è stata cancellata la sua “firma”.
Come dicono gli attivisti di Retake “Siamo alle minacce, ma va bene così … significa che siano sulla strada giusta!
Con questo post desideriamo ringraziare a nome di tutta la cittadinanza normale questi ragazzi che si spendono per uno spazio pubblico migliore e devono avere a che fare con questi livelli di ignoranza. Purtroppo la città offre anche questo.
Contestualmente ci soffermiamo sull’evoluzione di questo gruppo nel rapporto con la città. Partendo da un loro post:
In queste ultime 24 ore in decine ci avete chiesto di intervenire sullo scempio compiuto l’altra notte sul palchetto della musica del Foro italico. A tutti rispondiamo che purtroppo, al momento, Retake Palermo non può operare sui beni storici e architettonici. Siamo in attesa e speriamo di farlo quanto prima, di firmare un protocollo di intesa con la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali al fine di poter agire anche sui monumenti con l’assistenza di restauratori professionisti e con materiali idonei al tipo di superficie da ripulire.
Ci chiediamo: davvero si deve arrivare a questo, a protocolli di intesa con cittadini che arrivano a sostituirsi alle pubbliche amministrazioni? Posto che le difficoltà di un fenomeno del genere sono note a tutti, ma non c’è davvero una soluzione per salvaguardare almeno i principali simboli artistici della città?
Oltre al palchetto della musica, basti pensare a Piazza Ruggero Settimo e alla sua statua posta davanti il Teatro Politeama, perennemente vandalizzata dalla vernice e puntualmente ripulita con periodicità. Quanto è stato speso per le continue pulizie? Non siamo qui purtroppo a avanzare una proposta ma a stimolare il dibattito per convergere in soluzioni più durature e possibilmente definitive per fenomeni come questo.
Il senso civico purtroppo non si vende nei negozi.
E poi: che la cittadinanza si rivolga più a Retake Palermo che all’istituzione pubblica per questo genere di problemi, non è secondo voi un sintomo di qualcosa che non va come dovrebbe andare?
Ai miei occhi la grafia della scritta con spray arancione ha un proprio stile ed è di qualche writer che non ha niente a che fare con gli adolescenti che scrivono sulle fermate con i pennarelli neri
Questa è per me non una minaccia ma provocazione spiritosa e goliardica.
Comprendo le lamentele di questo gruppo, ma purtroppo … “scarabocchiare” sui muri non è un reato, per lo meno in Italia … quindi? questo genere di fenomeni continuerà ad esserci, compresi gli incivili che decidono di imbrattare anche i monumenti appartenenti al patrimonio artistico della città .. sanno di poterlo fare e di poter agire indisturbati .. non vedo quale possa essere la soluzione stando così le cose: che si fa, si piazzano telecamere ovunque per monitorare da ogni angolo ogni nostro singolo monumento? mi sembra assurdo ..
In realtà il reato esiste: è il 639 del codice penale. Chiunque, fuori dei casi preveduti dall’articolo 635, deturpa o imbratta cose mobili o immobili altrui è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a centotre euro (2).
Se il fatto è commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati si applica la pena della reclusione da uno a sei mesi o della multa da 300 a 1.000 euro. Se il fatto è commesso su cose di interesse storico o artistico, si applica la pena della reclusione da tre mesi a un anno e della multa da 1.000 a 3.000 euro
Poi purtroppo è anche vero che si tratta di un reato difficile da perseguire.
A parte la parentesi di eventi del genere ad opera di idioti, il mistero attualmente è come mai l’amministrazione ignori il fenomeno.
Voglio dire, con i macchinari giusti queste scritte, si eliminano con estrema facilità. La scusa del costo non sussiste, perché parliamo di poche migliaia di euro. Molte città, hanno un furgone attrezzato per questo tipo di lavori.
Basterebbe una sola squadra di 3-4 persone per tutta la città per contrastare in modo più che efficace il problema, essendo la rimozione delle scritte estremamente rapida da eseguire.
Così come si spazza per terra (senza entrare nel merito), si tagliano gli alberi e si puliscono i tombini questo assordante silenzio verso un problema di così facile risoluzione non è comprensibile.
Fra l’altro, sapere che la propria opera d’arte non durerà che poche ore potrebbe forse scoraggiare questi aspiranti raffaello.
… oppure qualche scritta era un messaggio per qualcuno…
E’ ovvio che sia necessario un protocollo d’intesa tra pubblico e privato che meritoriamente si sostituisce al pubblico stesso: pur essendo benintenzionati, si possono usare dei solventi non adatti al supporto, marmo, intonaco, gesso, metallo che potrebbero creare un danno irreparabile. Ovvio che la noncuranza del Comune su questa problematica è disarmante….