Chi non demolisce paga: testo contro l’abusivismo edilizio passa alla Camera

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E’ di qualche giorno fa l’approvazione di un emendamento in Commissione Ambiente della Camera promosso dal Movimento 5 Stelle che introduce  una sanzione per coloro che non adempiono all’intimo di demolizione del proprio manufatto abusivo.

Il testo infatti prevede che qualora l’abusivo non demolisca il proprio manufatto entro 90 giorni dall’ordine di demolizione, questi debba pagare una sanzione da 2.000 a 20.000 euro e, qualora l’abuso sia realizzato in zona vincolata, soprattutto a livello idrogeologico, che questa sanzione sia comminata nella misura massima.

Si legge inoltre che: la sanzione prevista dall’emendamento  potrà essere reiterabile (ad esempio ogni anno) qualora persista la mancata demolizione e, ovviamente, la sua corresponsione non sana l’abuso.

Tutti gli eventuali introiti generati da questo provvedimento saranno destinati ai Comuni, pertanto potrebbe delinearsi la possibilità per essi di ricavare ingenti somme e rimpinguare le casse comunali. D’altro canto, per i trasgressori sarebbe la fine dell’Eldorado. Secondo quanto dichiara la promotrice dell’emendamento:

delinquere gli conveniva poiché le demolizioni si contano sulle dita di una mano e loro abitano in immobili per i quali non si paga nulla allo Stato e ai Comuni (né oneri concessori, né IRPEF, né TARSU), la nuova sanzione potrebbe spingerli concretamente all’autodemolizione, non per ritrovato spirito ambientalista, ma per non nuocere al proprio portafoglio.

Spesso ci ritroviamo a commentare provvedimenti poi mal gestiti o non attuati dalle amministrazioni. In questo emendamento sarebbero previste anche delle misure sanzionatorie per gli impiegati comunali “distratti” incaricati di infliggere le sanzioni per mancata demolizione.

Ci sembra un emendamento che prova a rompere i vecchi schemi e soprattutto punta a “toccare” le tasche della gente, notoriamente metodo vincente. Se quanto previsto venisse messo in atto, potrebbe prospettarsi un bel “polverone”, in termini di demolizioni e di proteste da parte dei diretti interessati. Di certo sarebbe anche un ottimo strumento che costringerebbe coloro che intendono acquistare un immobile a verificare la correttezza del manufatto prima dell’atto di vendita, favorendo così il mercato degli edifici a norma.

Guardando in casa nostra, pensiamo a cosa potrebbe succedere a Pizzo Sella, emblema della tematica. E’ anche vero che tale provvedimento dovrebbe essere legittimato da politiche coerenti di uso del territorio da parte delle amministrazioni e da un attento studio del territorio volto a individuare i casi più gravi e pericolosi di abusivismo.

demolizioni

Per curiosità, ho anche fatto una breve ricerca sui costi di demolizione di un manufatto, che vengono in genere calcolati a metro cubo. Per chi fosse curioso, può consultare questo link che riporta uno schema di una ditta edile.

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16 Thoughts to “Chi non demolisce paga: testo contro l’abusivismo edilizio passa alla Camera”

  1. punteruolorosso

    e una volta demolite le case, ci andrebbero piantati migliaia di alberi. potrebbe diventare una terrazza verde su mondello.

  2. fwn

    la foto ed il riferimento a Pizzo Sella sono fuori luogo, la Cassazione ha annullato la confisca degli immobili in questione più di due anni fa, riconoscendo la buona fede degli acquirenti http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/05/01/news/le_case_di_pizzo_sella_tornano_ai_residenti_la_cassazione_annulla_la_confisca-34247393/

  3. huge

    15 su 67 caro fwn. 15 su 67.
    Forse qualcuno era in buona fede. In tanti invece sono sicuro fossero ben consapevoli e se ne sono fregati.

  4. l.c.

    credo che non si possa fare di tutta l’erba un fascio. Come paragonare pizzo sella con le sue villone alla casetta che l’operaio si è costruito con fatica nel terreno circondato da case del paesello che però per il piano regolatore ( gestito dai mafiosi) deve restare verde agricolo ( alias ci deve crescere l’erba). Sarebbe più logico e anche alla lunga più redditizio per i comuni cercare di regolarizzare certe situazioni, valutando i contesti e le tipologie di zone, costringendo così la gente a pagare le tasse, ad allacciarsi alle fogne e a rendere più dignitosa la situazione delle campagne adiacenti i centri abitati dove le case fantasma sono migliaia. Ovviamente poi bisogna rafforzare i controlli preventivi sul territorio ed evitare che si arrivi all’abuso, anche perché poi questi abusi finiscono in qualche modo per non essere più tali e nel frattempo i comuni hanno perso soldi in tasse. Discorso a parte meritano le case sul mare o su territori a rischio.

  5. fwn

    l.c. io la penso in maniera diametralmente opposta. Se ti costruisci da solo una casa, anche se sei in una condizione che desta commozione, stai incontrovertibilmente commettendo un abuso e devi essere punito. Se acquisti in buona fede un immobile costruito da altri, anche un villone o un grattacielo, e poi vieni a scoprire che la costruzione era abusiva, devi essere tutelato

  6. huge

    Quindi se acquisto una bicicletta rubata a Ballarò, ma in buona fede pensando che di avere un onesto venditore difronte a me, devo essere tutelato? Non così limpida e lineare la questione. Certo, non si può mettere l’acquirente sullo stesso piano di chi l’abuso la commesso costruendo la casa illecitamente, ma non mi si venga a dire che in tanti casi chi acquista non lo faccia chiudendo non uno, ma entrambi gli occhi di fronte all’evidenza. Ora non so nel caso specifico di pizzo Sella, per cui non mi pronuncio. La mia è una considerazione generale.

    Comunque, tornando al tema dell’articolo, ben vengano nuove norme che riescano a dare più efficacia alla lotta all’abusivismo.

    Il vero problema è però, come sempre, la lunga burocrazia che ci ritroviamo. Quando si individua una costruzione totalmente abusiva, la procedura di demolizione dovrebbe essere immediata e automatica. Per bypassare l’immobilismo dei comuni, l’affiderei a un apposito ente che si occupi solo di quello, con uomini e mezzi a disposizione, che non dipende in alcun modo dai comuni, ma sia un ente a livello nazionale.

  7. @fwn
    Scusami, ma se acquisto una casa costruita da terzi, dovrebbe essere mia cura e premura verificare che abbia tutte le carte in regola.
    No?

  8. Mr.Head

    @Giulio Di Chiara: è il notaio a verificare che la casa sia in regola!

  9. Mr.Head

    @Giulio Di Chiara: Perché se tutto non è in regola il notaio non firma l’ atto di vendita.

  10. Michele79

    ok è stato accolto un emendamento su un disegno di legge….
    che poi verrà rimpallato al senato dove aggiungeranno una postilla …. del tipo “ogni singolo comune decide se applicare la legge guida o farsi un proprio regolamento in merito” e vissero per sempre abusivi e contenti nei proprio feudo di appartenenza. AMEN

  11. Athon

    Mi viene anche da pensare a tutta la costa sud palermitana, dal Foro Italiaco ad Aspra; un litorale che potrebbe tornate ad essere bellissimo se fosse eliminato tutto il degrado e il cemento che impedisce non soltanto la vista ma addirittura l’accesso al mare.

    Tra l’altro voglio ricordare come ai piedi del monte Catalfano, su quel pianoro proteso sul mare che negli ultimi 50 anni è stato preso d’assalto dalle seconde case, bisognerebbe anche avviare una campagna di scavi archeologici. Infatti interrata e soffocata dagli edifici c’è la Solunto arcaica (VIII/VII sec. a.C.), quella fenicia, chiamata Kfr, di cui riferisce Tucidide, ben più antica della città già riportata alla luce sulle alture del monte (IV sec. a.C.).

    Per chi fosse interessato, ecco il link di una recente pagina facebook: https://www.facebook.com/pages/DeRiva-Focus-sulla-costa-sud-palermitana/324053007772345?sk=timeline

  12. fwn

    L’acquisto in buona fede è provato nel caso in cui il notaio e/o il comune abbiano certificato più o meno esplicitamente la regolarità urbanistico/edilizia. Il caso di Pizzo Sella e tanti altri sono emblematici proprio perchè le norme sono molto complesse, le truffe sempre in agguato, e il povero acquirente a volte può IN BUONA FEDE incappare in un immobile che successivamente si rivelerà abusivo. A quel punto mica puoi togliere la casa alla gente. Diverso è il caso, ripeto, di chi prende cemento e cazzuola e si costruisce la casa da sè.. costui è da sanzionare poichè è di certo l’unico responsabile dell’illecito

  13. Athon

    …E riallacciandomi a ciò che scrive Punteruolorosso, il mio grande sogno consiste nel completo rimboschimento, nel tempo, di tutti i Monti che fanno da corona a Palermo.

    La Conca d’oro, almeno in parte, sarebbe ripristinata.

    Non credo sarebbe così difficile realizzare qualcosa del genere.

    Con un’adeguata campagna di sensibilizzazione, mobilitando associazioni ambientaliste, istituti scolastici nonché tutti gli abitanti di Palermo e provincia, 1.275.598 persone a cui si potrebbe chiedere di donare, su base volontaria, almeno un albero, i Monti di Palermo tornerebbero ad essere rigogliosi e verdi nel giro di pochi anni.

  14. peppe2994

    I monti pieni di alberi lasciamoli ai sogni. Basta un incendio (come avvenuto a Giugno per esempio) che tutto verrebbe distrutto.

    Comunque io ho avuto esperienze di compravendita case, ed il notaio controlla tutto di tutto. Non solo dal punto di vista edilizio, ma anche i background di venditore ed acquirente.
    Stando alla legge una casa abusiva (da un filo d’erba in più ad una costruita ex novo illegalmente) oppure non correttamente registrata al catasto (numero di interno invertito, spero non vi capiti mai) non può essere venduta.
    A che punto arrivino le truffe, il malaffare e la corruzione dei notai non lo so (immagino comunque alti livelli) quindi speriamo che la proposta passi.

  15. Mr.Head

    Cmq chi ha acquistato casa in quella zona non mi sembra tanto povera e per giunta tanto stupida da non sapere che l’ area e’ tutta abusiva.

  16. Athon

    peppe2994, davo per scontato che qualcuno avrebbe avuto qualcosa da ridire sull’idea di rimboschire i Monti di Palermo. Anzi, sapevo già con esattezza quale sarebbe stata l’obiezione.

    Perdonami ma questo genere di ragionamenti, così comune per alcuni palermitani, è per me inaccettabile. Affermare “non piantiamo alberi sulle montagne perchè tanto ci sono gli incendi” non è molto diverso dal dire “non apriamo negozi finchè non sarà definitivamente debellato il pizzo”.

    Vorrei ricordarti come nei boschi si possono creare gli spartifuoco. Tra l’altro la Sicilia conta 28.000 forestali.

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