Pubblichiamo la lettera di Salvatore Torregrossa, e che descrive l’aberrante vicenda del semaforo di via Casalini. Un provvedimento di riapertura discutibile, ma soprattutto un film a cui abbiamo già assistito: può davvero una tranvia mettere in ginocchio o far chiudere delle attività commerciali?
Il nuovo incrocio tra viale Leonardo da Vinci e via Casalini, venutosi a creare con la realizzazione del sistema tranviario, sta creando molti disagi agli automobilisti, ed è stato causa di discussione in questi ultimi mesi; ma mentre si discute e si prendono scelte sbagliate, i cittadini già in ginocchio per il traffico in città, devono imbattersi in nuove disavventure. Una soluzione ci sarebbe ed è stata messa in atto per un periodo di prova (dopo le lamentele dei cittadini) è stava andando molto bene.
Ma ad un tratto si è tornati allo stato iniziale con un ordinanza da parte del presidente della quinta circoscrizione. E i cittadini ? Entriamo nei particolari: Il semaforo funziona in 3 tempi, con attese di circa 2 minuti, che puntualmente si allungano anche a 10 minuti per le lunghe code che si formano. Dopo le lamentele dei cittadini è stato delimitato il tratto del tram e spento il semaforo, che funzionava solo a richiesta pedonale, quindi traffico molto scorrevole, l’ unica pecca che bisogna percorre un centinaio di metri con l’auto, per arrivare alla prossima uscita ed effettuale l’inversione, ma con tempi molto ridotti rispetto al semaforo attivo.
Ma quando sembra che tutto sia finito ecco che viene riaperto l’incrocio e riattivato il semaforo, grazie ad un’ ordinanza del presidente della Quinta Circoscrizione che chiede all’Ufficio Traffico “l’ apertura immediata del varco per collegare le due parti di via Casalini tra loro e per consentire un più rapido raggiungimento della borgata di passo di rigano a chi percorre il viale Leonardo da Vinci in direzione monte” e sostiene anche, che si stava mettendo a rischio l’intera borgata di Passo di Rigano svuotandola di fatto della visibilità della stessa e della sua attrattiva commerciale, in questa situazione ci vedo poco chiaro.
Mi sono trovato ad avere un dibattito sulla questione, con il presidente della Quinta sulla sua mia bacheca facebook, ma non ha risposto sui tempi di percorrenza per raggiungere la borgata e neppure del problema da lui evidenziato dei commercianti. Inoltre le soluzioni date sono dispendiose e pericolose, sono pronto a fare una petizione, specialmente tra i commercianti della zona, per capire realmente se hanno vissuto questo disagio. Prima vanno ascoltati i cittadini e dopo si agisce secondo criterio. Da sottolineare che questo è il primo semaforo che viene attivato, pensate quando verranno attivati gli altri 3.
Potrebbero almeno regolare i tempi del verde rispetto al traffico delle due vie… non serve un genio per capire che non possono avere la stessa durata.
Per ogni semaforo verde in via Casalini passano 3-4 auto 2 due scooter , mentre in v. Da Vinci ci sono già 200 auto in coda che aspettano.
Il verde di via L. Da Vinci dovrebbe durare almeno 3 volte di più rispetto a quello di via Casalini… tutti i semafori del mondo funzionano su questa logica.
La polizia municipale ha detto che solo la SIS gestisce quel semaforo e loro non possono fare nulla…. ma non sono i responsabili della viabilità di Palermo ????
ma prima non erano direttamente collegate le due vie, quindi adesso perchè vogliono che sia così? Perchè non ci si può adattare ai cambiamenti? Questi cittadini palermitani sono delle pecore con i paraocchi!
Ma infatti non capisco l’utilità di questo incrocio. Non potevano semplicemente creare dei varchi, regolati da semafori, sfalsati rispetto alle traverse? Lo stesso per via beato angelico, dove avrebbero potuto creare un varco più in basso, poco prima di via uditore! Invece chi proviene dalla zona di via bramante/de giorgi/telesino è costretto ad attraversare la rotonda! Bah.
Per 100 anni quel incrocio non é esistito e tutti a Borgo nuovo lavoravano. Prima non c’era quindi sono tutte cavolate