Quando a Palermo si costruivano le automobili

Pochi sanno che a Palermo , nei primi del 900 vi erano ben due “fabbriche” di automobili, l’APIS e l’AUDAX. Francamente più che di due fabbriche erano due piccole aziende artigianali che a un certo momento pensarono di costruire auto. L’APIS, come fabbrica di automobili, ebbe breve vita, producendo in tutto una decina di esemplari; ne miglior successo ebbe l’altra fabbrica di vetture palermitana, l’AUDAX di Vincenzo Pellerito. L’insuccesso dei due marchi fu certo favorito anche dal gusto “esterofilo” dei ricchi e nobili palermitani,a cui tali automobili erano principalmente rivolte,  che preferivano scegliere modelli “stranieri”, che spesso erano meno affidabili .

Certamente la più interessante di tali esperienze fu l’ APIS  fondata dal Commendatore Eugenio Oliveri. Era una figura di primo piano nel panorama politico – industriale palermitano . Senatore del Regno, tre volte sindaco di Palermo e  presidente della Cassa di Risparmio. Aveva tutte le caratteristiche per diventare “L’Agnelli palermitano”.  Nel 1903  rilevò uno stabilimento di “costruzioni meccaniche con fonderia” dal cavaliere Pietro Corsi, lasciandogli però l’incarico di direttore tecnico. La fabbrica era specializzata nella costruzione di “caldaie a vapore, macchine di estrazione, macchine motrici, pompe elettriche, motori idraulici, presse idrauliche, motori a gas”,  A queste attività si aggiunse anche la costruzione  di “vetture elettriche da 4 a 10 hp, vetture a benzina da 5 a 10 hp con motori a 1, 2, 4 e 8 cilindri, con o senza leva di velocità per marcia indietro, trasmissione cardan ed a catena, raffreddamento a ventilatore ( proprio brevetto ), munite di tutti i perfezionamenti finora scoperti, automobili a vapore da 25 a 50 hp”.

Teoricamente e tecnicamente, almeno sulla carta,   aveva  tutte le basi per affermarsi ma purtroppo tale esperienza ebbe vita breve producendo in  tutto una decina di esemplari di automobili. Ma per quei tempi era un successo.  Per esempio la FIAT, fondata qualche anno prima (1899), il suo primo modello fu prodotto in soli  8 esemplari.  Francamente non sappiamo perché il Commendatore Oliveri rinunciò a tale avventura. Aveva sia la disponibilità economica ( era presidente della Cassa di Risparmio), che la forza politica ( era Senatore del regno  e sindaco di Palermo). Inoltre in quei tempi alcuni politici utilizzavano i loro incarichi per dare lavoro e sviluppare l’economia del proprio territorio e non solo per arricchirsi, sistemare i fedelissimi e i parenti e accumulare incarichi.

L‘ azienda. che aveva rilevato e che sapientemente aveva lasciato gestire al vecchio proprietario, aveva anche le competenze tecniche e non si limitava solo all’ assemblaggio di pezzi. Infatti progettava e realizzava tali pezzi ( possedeva una fonderia è un rudimentale “centro studi” ,che aveva brevettato un sistema di raffreddamento a ventilatore). Esteticamente l’auto che fabbricarono non era certamente brutta, anzi. Rimane un mistero sul perché tale esperienza , che ripeto aveva tutte le condizioni per affermarsi , non riuscì . 

Fu un vero peccato !.

Nè miglior successo ebbe l’altra fabbrica di vetture palermitana, l’AUDAX di Vincenzo Pellerito che aveva sede in Via Malfitano.  In questo caso le notizie sono scarne. Si sa solo che da tale officina uscirono solo 5 automobili.

Ci sarebbe stato anche un terzo “costruttore” ,l’industriale Savatteri che costruì un prototipo che però  fece una brutta fine.  Infatti finì nella bottega di un rigattiere in Via Calderai.

Da questo elenco stranamente mancano i Florio,  i più grandi industriali di Palermo, che erano dei grandi appassionati di auto e di gare  automobilistiche ( ricordiamo che Vincenzo Florio junior fu il promotore della ” TARGA FLORIO” la prima gara automobilistica del mondo), ma sembra che anche loro si fecero costruire un prototipo di automobile. In una vecchia foto, dell’estate 1902 ,è ritratto Ignazio Florio junior ( fratello maggiore di Vincenzo) con il figlioletto “baby boy”, a bordo di una “quattro cilindri”. Si legge nella didascalia che l’auto era di “recente fabbricazione , in uno degli stabilimenti palermitani dei Florio”.

P.S. A cavallo tra 800 e il 900 Palermo ebbe un grande sviluppo economico Erano i tempi dei Florio, ma non solo. Palermo attirava imprenditori italiani ( i Florio erano originari della Calabria ) e stranieri . La nascita di questo embrione di “industria automobilistica” ne è la dimostrazione. Oggi a Palermo economicamente c’è il deserto. Le industrie e gli imprenditori, attivi fino a qualche decennio fa, non ci sono più e anche l’industria turistica è in crisi ( basta vedere gli hotel e gli alberghi che sono stati chiusi in questi ultimi anni) . Gli economisti, i sociologi e i politici  definiscono questo periodo “ decrescita felice” cioè dobbiamo diventare “meno ricchi” per permettere ai paesi poveri di svilupparsi e diventare “più ricchi”. Peccato che qualche cosa non ha funzionato.

“Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene”

 

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3 Thoughts to “Quando a Palermo si costruivano le automobili”

  1. friz

    Articolo interessantissimo…. finale tristemente perfetto… tristemente perchè purtroppo descrive una realtà presente non certamente esaltante….
    Come fare ripartire l’economia a Palermo e in Sicilia?
    A mio avviso si dovrebbe puntare su due tre tipi di “industrie”:
    1) …quella turistica… e in questo caso occorre investire sul BELLO… in altre parole bisogna rendere più bella la città (e l’intera Sicilia) per attrarre turisti…. ed ovviamente occorre renderla anche più moderna e veloce… perchè nel mondo contemporaneo c’è una GRANDE richiesta di velocità… nessuno vuole più perdere tempo con mezzi di trasporto lenti e antiquati….
    2) Occorre che la politica incoraggi la creazione di “industrie” legate ad internet e alla settima arte (il cinema)… infatti l’industria cinematografica è quella che smuove più danaro al mondo… anche più di internet…
    3) Occorre che la Sicilia punti sull’alta velocità e che abbassi i costi dei trasporti per rilanciare l’industria tradizionale… e in particolare, per abbassare i costi dei trasporti sarebbe bene cercare di creare almeno un GRANDE porto internazionale in Sicilia…infatti il costo del trasporto marittimo delle merci è abbastanza basso…. e presumo che se verrà eletto Musumeci una porto simile verrebbe fatto nel catanese… ma speriamo che Musumeci si ricordi anche del palermitano… del resto sarebbe giusto creare almeno due grandi porti in Sicilia… se verrà eletto Musumeci, voglio sperare che sarà meglio di Lombardo… e non ci vuole molto…

    P.S. …non so chi sarà il prossimo presidente della Reg. Sicilia… ma speriamo che avrà a cuore l’intera isola e non solo una sua parte…. e ovviamente…. che vinca il migliore… non ci può andare sempre male…
    P.S2 ….ovviamente per rilanciare l’economia occorre cambiare classe politica….. ed occorre eliminare in maniera radicale il pizzo…

    1. punteruolorosso

      d’accordo su tutto. il grande porto potrebbe essere termini imerese. non senza aver rimodulato quello di palermo per i soli passeggeri, elim inando un bel po’ di colmata e riavvicinando il mare alla città. guarda le foto dell’anteguerra. via crispi (via borgo) è lambita dal mare. così dovrebbe tornare. adesso l’area portuale è un inferno di camion, la città neanche si vede. è lontana ma viene annunciata da questo grande caos che di bello non ha niente. i silos andrebbero abbattuti, le gru riconvertite, il molo trapezoidale riportato alla linea di costa del castello a mare. il grande porto di cui parli non può essere palermo.

      1. friz

        …anche io condivido quanto hai scritto… di solito la costa è il punto di forza delle città di mare, infatti di solito la costa è la parte che attrae più turisti…. però Palermo anche sotto questo punto di vista è un’eccezione, infatti, eccetto Mondello e Sferracavallo, la costa palermitana non ha una grande forza attrattiva…. in quest’ottica è fondamentale valorizzare il Foro Italico, la Cala…. fino al Porto…. e qui apro una parentesi…
        …in tanti, giustamente, sostengono che sia fondamentale spostare il traffico merci a Termini Imerese (e sono d’accordo!), e lasciare le navi da crociera su Palermo… ma la mia ipotesi, tanto per cambiare, è ancora più estrema… anche io sarei favorevole ad ampliare il porto di Termini e trasformarlo in un grande porto internazionale, ma allo stesso tempo se dipendesse da me sposterei le navi da crociera in prossimità dell’areoporto Falcone Borsellino…. e se c’è qualche legge o regolamento che lo impedisce cercherei di cambiare quella legge o regolamento…. …..e in quel modo i turisti potrebbero usare il passante ferroviario per raggiungere la città….
        E perchè fare una cosa simile?
        Per ridisegnare TOTALMENTE l’area del porto… rendendola balneabile e gradevole alla vista, perchè attualmente non è nessuna delle due cose… ma ovviamente per fare un’opera simile occorre avere un forte potere politico ed è necessaria anche una grande volontà di rilanciare la città… e inoltre occorre anche almeno un architetto in gamba… non necessariamente famoso, ma necessariamente in gamba… e necessariamente non raccomandato da nessuno…. 🙂
        ….queste cosa che a Palermo potrebbero sembrare follia, da Napoli in su sarebbero in grado di farle…

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