Il prato e il monumento dedicato a Giuseppe Tommasi di Lampedusa

Qualche amico ha scritto, lamentandosi, che da anni nella nostra città non vengono inaugurati monumenti ai nostri concittadini che hanno reso grande la città e la nostra terra.
Ciò non è del tutto vero. Per esempio a Giuseppe Tommasi di Lampedusa  è stato  dedicato , oltre che  la villa del Foro Italico anche un  “bel cippo di pietra di Billemi”.  Tale cippo o forse sarebbe più corretto chiamarlo “pietrone” gli è stato  dedicato, “in pompa magna”, martedì 6 maggio 2014  dal  Sindaco Leoluca Orlando.
Tale “monumento” è  posto sul prato del Foro Italico di fronte alla Via Alloro, contornato da tre “meravigliosi alberelli”, un po’ spelacchiati per la verità.
Alla manifestazione erano presenti anche l’allora assessore alla cultura Francesco Giambrone, e gli assessori Agnese Ciulla e Francesco Maria Raimondi e il vice sindaco Emilio Arcuri.
Per arrivare a questo momento c’è voluto un iter molto lungo e complesso  che ha richiesto….decine di anni.
La prima determina , durante la sindacatura Orlando; si perse nei meandri  “dell’efficientissima macchina burocratica di Palazzo delle Aquile”.
Una seconda determina  si blocco perché l’assessore alla cultura della Giunta Cammarata ammise sconsolato che non c’erano …….” I quattrini per la targa”.
Dopo di ciò intervenne la Regione Sicilia, presidente Raffaele Lombardo, che stanziò 5000 euro. Purtroppo di tali soldi si sono perse le traccia. Finalmente si sono mossi alcuni cittadini, per sollecitare la conclusione della “difficilissima operazione” . Prima di tutto si è individuato un masso di Billemi” che poteva servire per “l’occasione”, poi alcuni operai del COIME hanno provveduto alla collocazione del pesante cippo , inoltre si sono trovati i soldi per collocare, sotto il cippo , una targa.
Tutto a posto? Ma nemmeno per sogno.  Qualcuno ha ricordato che il prato del Foro Italico era già stato  intitolato, sempre dallo stesso sindaco Orlando”Giardino delle Nazioni Unite” a ricordo del vertice ONU contro la criminalità transnazionale del dicembre 2000. Francamente non sò come hanno risolto il problema della “doppia intitolazione”.
Ho raccontato tale vicenda per spiegare come è difficile inaugurare un prato, un’aiuola , una targa o innalzare un monumento  nella nostra città.
Per cui accontentiamoci dei monumenti che abbiamo ereditato dai nostri avi e cerchiamo di salvaguardarli.

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9 Thoughts to “Il prato e il monumento dedicato a Giuseppe Tommasi di Lampedusa”

  1. Domenico Matranga

    Per favore correggete TOMMASI in TOMASI o il principe si rivolta nella tomba.

    1. belfagor

      La ringrazio , signor Domenico Matranga, per avermi corretto. Però non credo che il principe si rivolterà nella tomba per questo. Dedicargli un brutto “pietrone” di autore ignoto, per un monumento, mi sembra che sia più grave, oppure dedicargli un prato già “intitolato” precedentemente dallo stesso sindaco, dimostra una certa “superficialità”. Certo con l’ età comprendiamo che la “memoria a lungo termine” può fare qualche scherzo , ma è grave che nessuno di quegli assessori che lo contornavano, alcuni dei quali presenti alla “prima” inaugurazione”, non lo hanno fatto notare . Salvo che la “rimozione della memoria” sia un problema congenito a questa giunta.

  2. belfagor

    Nell’articolo, oltre che sbagliare il cognome del grande scrittore , ho erroneamente scritto che il “monumento” era contornato da tre “meravigliosi alberelli”. Nella realtà di tali “meravigliosi alberelli” uno è “misteriosamente ” scomparso, un altro è “seccato”. L’alberello superstite francamente è talmente rachitico che dubitiamo possa sopravvivere .
    P.S. Ma perché il Comune non si riprende il “pietrone”. Quando finalmente Palermo sarà amministrata da una giunta sensibile all’arte potremmo dedicare al grande scrittore del ” Il gattopardo” un” vero” monumento.

    1. friz

      Pienamente d’accordo… questa giunta ci ha fatto ritornare all’età della pietra… magari a Sciascia (altro grandissimo scrittore siciliano) dedicherebbero una clava…

      1. belfagor

        Caro Friz, non credo proprio che il nostro sindaco , che fino ad ora non ha avuto il tempo di dedicare una via o semplicemente una trazzera, anche piccola e periferica, al grande scrittore Leonardo Sciascia, gli inagurerebbe un “monumento”. Ti ricordo che Sciascia aveva una concezione fortemente garantista e avversa ai processi mediatici e sommari, in netto contrasto con la” cultura del sospetto” del nostro sindaco. Tra l’altro i rapporti tra i due non furono mai “teneri”. Orlando fu protagonista di una polemica scatenata contro Elvira Sellerio, colpevole di aver ricevuto contributi dalla regione siciliana per la diffusione della cultura “sciasciana. In quella occasione sostenne che “Il sospetto è l’anticamera della verità” ( ti inviterei a leggere l’ottimo articolo di Marco Pannella del 28 gennaio 1993 dal titolo “Ma il sospetto è l’anticamera di verità sospette”. Come vedi, altro che clava gli dedicherebbe il nostro sindaco

        1. friz

          Buongiorno Belfagor! Non sapevo di questo scontro tra il Grandissimo Sciascia e Orlando… certo che ce ne vuole di coraggio ad attaccare la MERAVIGLIOSA Elvira Sellerio e l’Immortale Leonardo Sciascia… e non aggiungo altro… per oggi…

        2. Orazio

          Gentile belfagor

          Il giudizio su persone e fatti non può essere avulso dalla contestualizzazione degli stessi nel periodo storico di riferimento.

          Sciascia con il suo articolo sui “professionisti dell’antimafia” si distinse a quel tempo tra quelli che – consapevolmente o più probabilmente inconsapevolmente – fece terra bruciata attorno a Paolo Borsellino. E si scagliò anche contro Orlando, il suo problema era Orlando, non erano Lima e Ciancimino.

          Non puoi parlare di professionisti dell’antimafia mentre l’antimafia nasceva in un’epoca in cui ancora ufficialmente la mafia “non esisteva” ma “esistevano i mafiosi”. Nonpuoi attaccare Orlano e non Lima e Ciancimino.

          Sciascia era un intellettuale si, ma in chiaro-scuro, quella sua intuizione avrebbe avuto un senso oggi, ma a quel tempo non se ne percepiva l’opportunità poiché la mafia sparava e faceva esplodere e nonostante tutto il problema di Sciascia era l’antimafia. Purtroppo mentre Sciascia predicava e chiariva chi saltò in aria? Guarda un pò Borsellino…

          E ciò mentre la gente si “beava” coi suoi romanzetti di mafia di cui si ricordano – guarda un pò – le parti in cui si sciorinavano esempi di cultura mafiosa e dei suoi modi di dire spacciati per cultura.

          I comunisti a mio avviso sbagliarono – e di grosso – a metterselo dentro (sebbene da esterno).
          Sciascia da siciliano vero e di quei tempi subiva il fascino della mafia ed odiava l’antimafia.

          Ma meglio su questo stendere un velo, immenso.

          Quanto a Sellerio… basta qui. Ok sono palermitani famosi si…

          Infine qui c’è qualcuno che non sa, non sapeva, ma sentenzia su tutto. Ma non sei tu amico 🙂

          P.S.: anche la “cultura del sospetto” va contestualizzata ma forse tu – spero – non hai vissuto quegli anni. Spero perchè ti auguro di essere abbastanza giovane.

          1. belfagor

            Gentile signor Orazio, prima di tutto la ringrazio per le sue garbate annotazioni. Se Lei ,e soprattutto la redazione di “mobilita Palermo”, me lo permette, vorrei risponderle. Prima di tutto, se Lei ha letto ciò che ho scritto, non ho mai parlato della famosa polemica dei “Professionisti dell’antimafia” ( polemica , un po’ strumentale, nata dopo un articolo di Sciascia pubblicato sul “Corriere della Sera” il 10 Gennaio 1987, proprio 30 anni fa). Anch’io rimasi stupito da questa affermazione e non la condivisi. Probabilmente Leonardo Sciascia, come i grandi scrittori, percepiva come il nascente movimento antimafia, aveva alcuni “germi” pericolosi che, se non isolati. potevano degenerare. Purtroppo i fatti recenti gli hanno dato ragione. Ho semplicemente sostenuto che il nostro sindaco e lo scrittore Leonardo Sciascia, avevano due diversi modi di vedere le cose. Sciascia aveva una concezione fortemente garantista e avversa ai processi mediatici e sommari, in netto contrasto con la” cultura del sospetto” che fu teorizzata dal nostro sindaco durante una trasmissione televisiva con la famosa frase “il sospetto è l’anticamera della verità”. Per tale motivo, ho spiegato all’amico “Friz”,che difficilmente il nostro sindaco avrebbe dedicato una via o un monumento allo scrittore Leonardo Sciascia . ( a proposito, da quanto tempo nella nostra città non si inaugura un “vero “ monumento). Sulla “grandezza” di Sciascia sarà il tempo a decidere . Sulla polemica tra Orlando e Elvira Sellerio, saranno i libri e i tanti scrittori che Lei ha pubblicato che parlano per Lei, mentre di Orlando aspetto ancora di leggere i suoi “famosi” libri scritti in tedesco. Per quanto riguarda, gentile signor Orazio; la sua affermazione “Sciascia da siciliano vero e di quei tempi subiva il fascino della mafia ed odiava l’antimafia.” è una affermazione che non condivido, ma giustamente è semplicemente il giudizio di una “persona che non sa, non sapeva …ma vuole ragionare con la propria testa”

  3. friz

    ….Orazio, definire, come hai fatto tu, i romanzi di Sciascia come dei romanzetti mi fa accapponare la pelle… dire, come hai fatto tu, che Sciascia potesse simpatizzare per la Mafia ed i mafiosi è assurdo…. e tra l’altro ti consiglio di non dirle mai certe cose davanti ai discendenti di Sciascia perchè rischi la querela… e ringraziando Dio ti sei autocensurato quando stavi per parlare della Sellerio… Ma siamo sicuri che sono io che non conosco la storia di quest’isola e delle persone che meglio l’hanno rappresentata?
    ….Orazio, fatti la tua campagna elettorale in favore di Orlando con tranquillità e serenità, ma evita di infangare il nome di Leonardo Sciascia… please…. perchè sul fatto che Sciascia fosse contro la Mafia non ci sono dubbi….
    P.S ….Borsellino è stato un mito… pienamente d’accordo… e lo è stato anche Falcone… due uomini straordinari….due siciliani DOC…. e non aggiungo altro…. ma potrei…..

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