Otto impiegati per un abbonamento e un ingresso: la prosperità dilaga alla piscina comunale

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Quante volte abbiamo sentito dire che il “Comune di Palermo” non ha le risorse necessarie per fare quello o quell’altro?

Fin quando ci riferiamo a risorse economiche, da più fronti le notizie ci inducono a credere a questa versione. Ma ci sono anche altre risorse, quelle umane, di cui probabilmente si parla poco e che meriterebbero più attenzioni. Partecipando a vari tavoli tecnici negli anni, ci siamo resi conto che svariati settori comunali spesso non arrivano a concludere o addirittura avviare delle attività a causa dell’enorme mole di lavoro e dell’esiguo numero di impiegati. Senza voler entrare nel tecnico della vicenda, racconto di seguito l’iter di iscrizione ad una struttura sportiva comunale, la piscina di viale Del Fante, per significare l’enorme spreco a cui assistiamo giornalmente in svariati uffici pubblici e per i quali spesso paghiamo le conseguenze con servizi carenti o assenti.


Come dicevo, decido di iscrivermi alla piscina comunale, dopo aver appreso alcune informazioni sull’apposito sito. Dando uno sguardo veloce, mi riprometto di porre tutta una serie di domande in loco, in quanto sul web latitano informazioni più dettagliate.

Arrivo alla struttura e vedo tre signori dietro un tavolo completamente vuoto di carte, penne, pc…. solo un timbro. Domando loro dove recarmi per fare l’abbonamento e con una gentilezza pari ad un orco, uno di loro mi indica con il dito una stanza in fondo senza nemmeno alzare lo sguardo dal cellulare che aveva in mano. Senza nemmeno ringraziare visti i toni, mi sposto in questa aula, piccola, completamente bianca nelle pareti con un solo calendario appeso. Entro e noto ben tre tavoli con altrettanti signori al di dietro. Anche queste scrivanie sono quasi totalmente vuote, tanto che mi domando se fosse l’ufficio giusto. Una delle signore ha in mano un cruciverba, mentre l’altra ride davanti lo schermo del suo cellulare.

Il terzo signore, colui che mi saluta, indossa ancora il giubbotto in pelle e mastica chewing gum in stile “splendido” come Fonzie di Happy Days. Quando mi convinco che quello non può essere un ufficio abbonamenti, il tizio mi chiede cosa devo fare. Spiego la mia richiesta e mi invita ad accomodarmi. Nel frattempo che da sotto la scrivania preleva un foglio da compilare, riguardo la stanza e percepisco la noia degli altri “impiegati” che cercano di occupare il tempo in qualsiasi modo.

Ad un tratto, proprio la collega della scrivania vicina, forse per rompere la monotonia della giornata, si rivolge al mio facente funzioni proponendosi per sbrigare la pratica al posto suo. Ma lui, tra una masticata e un’aggiustatina all’occhiale da sole che ha al di sopra dei capelli gellati, rifiuta e continua. In pochi minuti ho terminato tutto, compresa la foto nel tesserino pinzata da una spillatrice apparsa da sotto il tavolo. Mi spiega che per accedere devo pagare l’ingresso all’ufficio cassa.

Saluto, mi sposto e mentre transito nella zona scoperta vedo una signora vestita di tutto punto (minigonna, tacchi, perle e bracciali) che, appoggiata al muretto esterno parla e ride deliberatamente con altri due signori. Non ci faccio molto caso, se non fosse che arrivo all’ufficio cassa e non c’è nessuno a ricevermi. Mi giro, chiedo un pò, fin quando questa stessa donna incrocia il mio sguardo e forse capisce. Si alza, termina la frase con i suoi amici e lentamente viene verso di me.

Deve pagare?

Si, rispondo. Gira dietro la scrivania, prende il pos (si c’è il pos) e effettua il pagamento, mi saluta e si alza nuovamente. Nel frattempo in questo stanzino spoglio entra un’altra persona che va a sedere nell’altro tavolo senza una meglio specificata mansione e comincia a utilizzare il suo smartphone.

Esco, ritorno al punto di partenza, ovvero al banco con i tre signori dietro. Capisco che loro saranno quelli che mi consentiranno l’ingresso, e comprendo solo adesso l’utilità del timbro. In tre per timbrare l’ingresso agli utenti (manco fosse la metro di Tokyo). La noia anche qui regna sovrana, così come le chiacchiere private e animate dei funzionari. Cinque o sei fogli formato A4 sono attaccati al tavolo con un elegantissimo scotch da imballaggio e riportano avvisi vari su orari di apertura, deroghe e regole. Una bacheca degli avvisi non è prevista. Forse non c’era spazio nelle pareti ?

Finalmente entro e nuoto. Per tutto questo iter ho impiegato veramente poco tempo, ma ciò che ho visto mi è bastato per rappresentare questo “parcheggio di impiegati” degno della peggiore scena da mostrare ad uno studente o ad un disoccupato che ogni giorno si sbraccia per sostenere la propria famiglia. Stipendi evidentemente regalati per erogare un servizio infinitamente sovradimensionato.

Il prossimo sindaco dovrebbe dirci cosa vuole fare in termini di RI-ORGANIZZAZIONE delle risorse umane, perchè casi di spreco del genere, purtroppo, non sono isolati.

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32 Thoughts to “Otto impiegati per un abbonamento e un ingresso: la prosperità dilaga alla piscina comunale”

  1. Eh si, Giulio !!!
    Grazie per l’articolo.
    Non che sia una novità.
    E’ così un po’ d’ovunque, mi pare! Un eccesso di “risorse umane” ovunque. Io sono certo che se ci mettessimo uno di quegli immigrati che l’altro giorno con grande civiltà manifestavano educatamente al centro, per il permesso di soggiorno, ecco, uno qualsiasi di quegli ambulanti sarebbe più gentile, più educato e lavorerebbe meglio. Carenza di risorse; ma non scherziamo. Quanto prende il sindaco di questa città? Quanto il Presidente della Repubblica? … Vi pare normale?
    Ma poi … magari saranno anche brave persone … Ma ti pare che in ufficio pubblico si piò stare a masticare un chewingum? Una persona adulta? E allora cosa fa il dirigente? Deve insegnargli l’educazione? … Certo che non si può fare. E allora DRESS CODE per tutti! E che cavolo!
    Ma questa è una fesseria … Il fatto di avere sempre 3 persone a FAR NIENTE in ogni bancone è abbominevole!
    Ed è un totale modo di fare siciliano! …

  2. france

    Un altro esempio?… Oggi in Viale Michelangelo davanti ad un panificio , tra un po di traffico tra doppia e tripla fila anche un’auto dei vigili ferma ( in doppia fila) con Vigile al posto guida che attentamente segue il suo smartphone in curante di tutta l’illegalità attorno alla sua auto. Dimenticavo…
    a 10 metri sul marciapiedi con le cassette fino alla carreggiata un fruttivendolo davanti a questi Vigili molto vigili.

  3. Gentile utente,buonasera, mi.presento,sono la signora vestita di tutto punto ,non esiste possibilità di equivoco dal momento che sono ,nel pomeriggio,l’unica addetta all’utilizzo del Pos per i vostri pagamenti..Svolgo il mio servizio per 7 ore al giorno in quella minuscola stanzetta,dalla quale non mi.muovo quasi mai tranne che in rari momenti di scarsa affluenza.Come avrà avuto occasione di notare,visto il suo spiccato senso di osservazione, quella stanza è sprovvista persino di finestra e se, quando non c’è nessuno che debba pagare,raramente, possa sentire la necessità di prendere un po d’aria e scambiare due parole con i colleghi,ciò non vuol dire che debba essere descritta come una nullafacente in minigonna.Sul fatto che le risorse umane siano mal distribuite all’interno della pubblica istruzione, mi.trova perfettamente d’accordo,tanto è vero che io per prima ne faccio le spese non avendo spesso neppure la sostituzione per potere andare al.bagno, mentre tanta gente bivacca senza una mansione.La invito però ,se mi.permette,a non soffermarsi ad osservare tacchi e minigonna e ad essere più cauto nell’esprimere giudizi su gente che svolge il proprio lavoro in ambienti e con mezzi tutt’altro che consoni ,cercando di essere comunque gentile e disponibile.Più volte ho utilizzato il mio bancomat per consentire l’ingresso ad utenti che ne erano sprovvisti, e lo stesso hanno fatto altri colleghi.La invito a tornare a trovarci, presentarsi,e a rivolgere le sue lamentele a chi di dovere,mi.sembra più corretto.

    1. Vorrei complimentarmi per la risposta corretta e civile, Claudia!

      Mi inserisco pur non essendo direttamente interessato. Volevo solo spezzare una lancia per entrambi i punti di vista, che non si discostano in effetti. Una cosa che Lei, da come scrive, di sicuro ha già capito benissimo. Io credo che l’articolo sia nato dal fatto che a volte, davvero, trovare un ufficio vuoto e tanta gente a non far niente è frustrante. Dell’immobilismo siciliano fa parte anche il “non andare in direzione”, ma il rovescio della medaglia è che non ci si va anche per gentilezza, in un certo senso.

      Come dicevo nel mio commento precedente, io non penso si sia tutte cattive persone; al contrario. Ma il cittadino pensa: ma dannazione, va bene che non ci può essere un flusso costante di gente in attesa a un bancone, ma allora perché le biblioteche non stanno aperte anche fino a più tardi se c’è così tanto personale? (E sto prendendo un esempio a caso). Capiamo tutto; che non ci sono i soldi e tutto il resto. Ma l’ambiente in cui tutti noi siamo immersi, è così “tropicale” e “ristagnante” che ci sfinisce tutti e porta indubbiamente a tali idiosincrasie.

      Per esempio, ovvio che io non trovi nulla di male nel masticare un chewing-gum, ma ripeto che l’utilizzatore di un servizio a volte resta davvero con l’amaro in bocca perché in quel momento nota una cosa che in genere lascerebbe del tutto “inosservata”.

      Nessuno di noi credo sia immune. Siamo tutti cresciuti in questo ambiente e ne abbiamo incorporato i nostri difetti di società e anche con i nostri pregi. Come la gentilezza di fornire un bancomat a un cliente, o come una maestra che fa benissimo il proprio lavoro anche quando la scuole non le mette a disposizione i gessetti.

      Semplicemente, siamo un po’ tutti stanchi di questa immobilità.
      E ho sinceramente penso che lei capisca lo sfogo che non voleva essere malvagio, credo.

      Ad ogni modo, mi faccio da parte, e ribadisco personalmente che ho molto apprezzato la Sua risposta; civile e sensata,

      Buona serata a tutti
      P.

    2. Gent.le Claudia,
      intanto grazie per la risposta. Chiaramente la critica non è direttamente rivolta a Lei o ai colleghi, sebbene un servizio pubblico meriterebbe a mio avviso un pò di professionalità in più anche nei modi in cui ci si pone al pubblico (generalizzo, non mi rivolgo direttamente a lei). Ho raccontato la mia storia e sicuramente sarò stato più sfortunato. Altri amici e colleghi possono raccontarle ulteriori casi di “poca educazione” da parte di qualche addetto e funzionario.
      Detto questo, la mal distribuzione delle risorse umane attiene a chi dispone gli impiegati nei vari uffici e sui problemi che solleva (stanze senza finestre) trova tutta la mia solidarietà.
      La precisazione su tacchi e minigonna è una nota di colore per rendere l’articolo meno noioso, niente di personale. In generale, colga in questo racconto lo sfogo per una situazione generale che si è prospettata, e non un attacco alla persona.

      1. marcus

        Giulio… Opsss

        Ogni tanto bisogna fare marcia indietro

        Il testo era fazioso e provocatorio: “vedo una signora vestita di tutto punto (minigonna, tacchi, perle e bracciali) che, appoggiata al muretto esterno parla e ride deliberatamente con altri due signori.”

        Forse la signora non può indossare perle o gonna o bracciali ? O non ha facoltà di scherzare con dei colleghi come chiunque di noi può fare in un ufficio ? (il “deliberatamente” mi ha creato disagio). Circa i commenti di qualcuno sul dress code… beh posso solo sorridere visto che sono stati fatti sulla descrizione di un terzo e non sulla esperienza personale e che nulla ha a che fare con la professionalità e le capacità dell’impiegata.

        Direi che dopo le civili e puntuali precisazioni della sig.ra Claudia erano dovute delle scuse per gli apprezzamenti, dal mio punto di vista personali e faziosi, che nulla avevano a che fare con il problema, oggettivo e esistente, della mal distribuzione dei dipendenti pubblici

        IMHO

        1. Io trovo la risposta di Claudia sia stata molto civile. E soprattutto, una buona occasione di dialogo fra le due parti. Spero tutti noi la si viva come una buona occasione di crescita e coesione sociale. E grazie ancora a Claudia per l’educazione della risposta, così come a Giulio per lo sfogo che nasce, sono sicuro, in tutti noi. Non perché gli impiegati non abbiano diritto a un po’ di relax. Ci mancherebbe altro. Ma solo perché la cittadinanza è veramente stanca della canicola culturale italiana (NON colpa degli impiegati pubblici!). Non fosse stato così. Sono certo che Giulio nemmeno avrebbe fatto caso a queste cose e nemmeno avrebbe scritto un articolo del genere.

          1. marcus

            Pietro,

            In primo luogo proprio per la pacatezza e l’educazione della risposta, a fronte dell’aggressione verbale dell’autore dell’articolo (rileggendo quelle righe non posso non notare anche una vena maschilista) ritengo che sarebbero dovute delle scuse (alla persona, no all’istituzione che in quel momento rappresentava) da parte dell’autore nei confronti dell’impiegata
            Seconda cosa: tu sei un libero professionista e che debba leggere/scrivere su un blog alle 9.00, alle 10.00, alle 11.08 e alle 11.58 non deve fare scandalo. Ma io, come tanti altri qui sono un dipendente privato e nel momento in cui dedico del tempo al blog lo sto rubando all’azienda, magari utilizzando anche strumenti dell’azienda…. ergo: prima di guardare la pagliuzza nell’occhio del dipendente pubblico che parla e scherza con i colleghi in orario di lavoro, guarda la trave nel tuo occhio di dipendente privato che usa risorse (tempo/mezzi) dell’azienda per stare lì a pontificare dall’alto della tua tastiera…. Io lo sto ammettendo e per questo non mi sento di criticare gli impiegati pubblici che non fanno né più né meno quello che fanno tutti gli altri. Alzi la mano (informaticamente) chi qui può dire di non aver rubato tempo al proprio lavoro retribuito da altri per scrivere…

          2. :O
            Ma marcus …
            Io non ho affatto gridato allo scandalo e non sono un libero professionista. Sono solo in vacanza (non pagata) e per questo sto a leggere e scrivere qua … Io cercavo solo di spiegare che tutti siamo dalla stessa parte, impiegati e dirigenti, cittadini e lavoratori … cercavo solo di mediare ma non stavo difendendo assolutamente NESSUNO. Stavo difendendo TUTTI … Ma ovviamente, posso anche farmi i cavoli miei, ci mancherebbe. Davvero, non caisco questo punto primo e punto secondo nei miei confronti. Ma vabbé, fa niente! 🙂
            Buon pomeriggio comunque.

          3. marcus

            Pietro,
            rileggi bene gli orari per capire che RISPONDEVO A TE ma NON PARLAVO CON TE… (infatti avevo chiarito che non essendo tu un dipendente privato/pubblico potevi ben utilizzare il tuo tempo come volevi… ma qualcun altro no)

            Ribadisco: qui tutti a sindacare ma quasi nessuno pronto ad ammettere che alla fine il comportamento che abbiamo quotidianamente è lo stesso che critichiamo quando vediamo un impiegato pubblico…

          4. A, scusa. Pensavo di aver urtato qualcuno. Cosa che non mi piace. 🙂
            E’ che sto leggendo un po’ di cose complicate e mi fa male la capa. Scusa! 🙂
            E comunque sia, si: siamo tutti sulla stessa barca in effetti. Anche io come te, parlavo più o meno di questo.

    3. Orazio

      Gentile signora Civello

      forse non sa che molti, nella vita ed anche in questo blog, non appena sentono parlare di dipendente pubblico subiscono in automatico un corto circuito alle linee neuronali. Non ce l’abbia a male in maniera particolare quindi, ma porti alto – come ha fatto rispondendo – l’orgoglio di essere dipendente pubblico, di lavorare cioè per “servire” un interesse pubblico, quello stesso interesse pubblico che in tanti, tantissimi, fuori da quegli uffici, nemmeno sanno cosa sia perché nemmeno lo concepiscono.

      Tra i tanti aspetti di questo blog c’è pure quello di essere sfogatoio di pregiudizi quando non frustrazioni. Alcuni si divertono spesso ad impallinare chi è al lavoro, lei, i suoi colleghi in piscina, i vigili per strada, etc etc, qui ci sono vigili virtuali migliori dei vigili reali, assessori da tastiera che se li vede Obama li coopta alla Casa Bianca, sindaci per antonomasia dal salottino di casa ed esperti trasportisti tutti con dati alla mano ma non si sa quanto fondati.

      E’ il bello (forse) de web e (sempre forse) della democrazia. Si faccia una bella risata e buon lavoro.

  4. belfagor

    Ottimo articolo che descrive oggettivamente la situazione di molti uffici pubblici, non solo comunali. Al di là del caso specifico, il problema vero sono le risorse umane mal distribuite all’interno della pubblica istituzione e il livello quantitativo e qualitativo di tale personale. Vi sono uffici affollati di personale sfaccendato e altri che si reggono su poche persone oberati di lavoro. La cosa più logica sarebbe ridistribuire tale personale, ma qui entrano in gioco altri fattori che rendono” impossibile ” tale soluzione: i sindacati, dirigenti non all’altezza, la mancanza di qualifiche e la volontà politica dei vari amministratori. A questo si aggiunge la qualità di tale personale. Pochi di loro hanno vinto un concorso pubblico. In genere si tratta di precari , articolisti, dipendenti RESET, ecc. ecc. , spesso senza titolo di studio specifico. Perciò, molto personale, poco qualificato, demotivato , sindacalizzato e…. raccomandato. Se a questo aggiungiamo il livello dei vari dirigenti possiamo capire il perché dello sfascio della burocrazia nostrana.

  5. katet

    Penso che Giulio in questo articolo non dica niente di nuovo, o cmq niente che già tutti sappiamo. Ma dal mio modesto parere posso appurare che cmq ha risolto tutto in pochi minuti, senza nessun problema ed ha raggiunto il suo obiettivo, nonostante le difficoltà note e confermate dalla signora Claudia Civello.
    Magari si potrebbe pubblicare articoli in cui davvero i palermitani che si recano in qlcs altro ufficio comunale perdono giornate e giornate in fila e impiegati comunali che giocano al computer, e non mi sembra questo il caso.
    Capisco comunque la frustrazione di Giulio nel vedere magari ALCUNI (e non tutti) dipendenti non avere il giusto atteggiamento tipico di dipendenti comunali.

  6. friz

    ……al di la del caso specifico, e preferisco non entrare nel merito della questione relativa alla piscina comunale, di certo c’è un problema a Palermo legato all’utilizzo delle risorse umane….e qui sono d’accordo al 100% con Giulio Di Chiara. ……molti si chiedono se sia normale che una città con mille emergenze come PALERMO si possa permettere il lusso di non utilizzare al meglio il proprio personale….e la risposta è NO….. ed ovviamente mi vengono in mente gli ex gesip…. ma ci rendiamo conto che se la metà di loro fosse usata per costruire pannelli fotovoltaici da mettere nei tetti delle scuole e delle strutture pubbliche ora avremmo la città più “eco sostenibile” del mondo????…. …..e probabilmente le spese in elettricità sarebbero dimezzate…. …..ci rendiamo conto che un decimo degli ex gesip potrebbe costruire campetti di basket e calcetto in ogni quartiere??? …..ci rendiamo conto che se una parte degli ex gesip si dedicasse alla ristrutturazione del centro storico si potrebbero fare tante belle cose?
    ……purtroppo i sindaci finora eletti non hanno in alcun modo risolto il problema….anche perchè spesso vedono in quelle persone degli elettori da coccolare ed assecondare durante il periodo elettorale….. …..e dopo loro in certi casi vincono le elezioni, ma la restante parte dei cittadini viene danneggiata….

    1. katet

      Sappiamo tutti quale è il vero motivo, e l’hai detto tu alla fine. Sono voti e basta x l’80% di queste persone. Guai a dirgli di fare altro perché non daranno più voto, o minacciano, o si mettono in mezzo sindacati che minacciano a loro volta. Ormai è un circolo vizioso che penso non si possa più spezzare. E la prima parte del post penso sia soltanto un sogno. Palermo non cambierà mai, perché purtroppo nella storia della nostra città non ci sono stati mai amministratori onesti, e questo è un dato di fatto visto che Palermo possiede da decenni sempre gli stessi problemi.

      1. Buongiorno a tutti.
        Io penso tu abbia ragione, Katet. Ma solo in parte. Io penso che in realtà, la gran parte della gente non sia poi così male; anche se poi all’atto pratico molti di loro non han voglia di far niente. Molti palermitani sono del tutto IMMOTIVATI (cosa che, filosoficamente è anche saggezza, solo che spesso si esagera. Ed è questo che non va bene). Io penso che più della gente che ha portato voti, il problema sia nella dirigenza. Se la situazione sociopolitica cambiasse, io non escludo che persino quei posteggiatori-inventori del video dell’altra volta potrebbero fare la loro parte nella conduzione di una città civile. Il problema, è che il pesce puzza dalla testa. Ed è dalla testa che potrebbe venire uno stimolo al fare, al vivere in prospettiva del futuro e non solo a vegetare (senza offesa per le mie amate piante) …

        1. katet

          Siamo d’accordo che il pesce puzza sempre dalla testa, infatti se qualcuno si candidasse senza l’ “aiuto” già noto dei voti comprati andrebbe tutto meglio.
          Ricordiamoci sempre che ci governa è lo specchio della società, sono palermitani pure loro e siamo tutti d’accordo che forse solo il 30% dei palermitani è gente onesta.

          1. Beh, sapendo che potrebbe anche solo essere il 3%, io mi auguro che non sia nemmeno solo il 30% 😀
            Questa città sta sviluppando una notevole cultura della legalità. Piano piano, certo. Ma è camminando che si fa il cammino, scriveva Machado! 🙂

            Ovvio che sono lo specchio della società. E infatti, ogni popolo ha l’amministratore che si merita. Niente di scandaloso sotto al cielo. Tutto normale e previsto. Mentre sul candidarsi senza l’aiuto di qualcuno … Beh, questa la vedo dura! 😀 Ma, chi lo sa! 🙂

  7. Guai a parlare male degli impiegati pubblici: Si siddiano!
    Guai a dire che non fanno nulla: fanno questo e quello e sono pochi!
    Guai a dire che sono troppi e vanno licenziati: SEI PAZZO!! SCIO-PE-RO! SCIO-PE-RO! SCIO-PE-RO!
    Guai a dire che sono troppo privilegiati, specie rispetto al privato o precario: Fanno riunioni sindacali in orario di lavoro solo 4 volte al mese invece delle 5 previste.
    Ma sopratutto.. GUAI a pensare che un qualunque sindaco possa metterci mano: sono capaci si fare dimettere un sindaco che ha vinto con il 120% dei voti.

    1. Purtroppo sugli scioperi italiani hai totalmente ragione, Angelo. Sono assolutamente insopportabili e inutili. E questo benché io sia profondamente convinto della necessità di tutelare i lavoratori!
      E hai anche sulla capacità di far dimettere un sindaco. Eppure, un modo per VALORIZZARE il Capitale Umano si DEVE trovare (non usiamo l’espressione “risorse umane”. E’ un modo di dire vecchio e sbagliato. Le risorse si usano una volta, si bruciano e si esauriscono. Come un “cirino”, si accende e subito si spegne; e boh. La morte sua. Il CAPITALE, va curato e fatto crescere) … Lo capiranno le amministrazioni di questa città? E soprattutto, lo capirà il capitale in questione? … Mahhh! Chi lo sa?

      1. Quando un dipendente privato o un imprenditore stesso fanno il loro lavoro bene percepiscono nettamente che il loro sforzo è servito per fare progredire l’azienda. Quando lo fanno male, invece, sanno che rischiano di affondare insieme.
        Ma quando parliamo di dipendenti pubblici.. va bene, non facciamo di tutta l’erba un fascio.. quando fanno il loro lavoro bene percepiscono che hanno aiutato il cittadino davanti loro a vivere la vita o la loro attività meglio? Percepiscono che quando lo fanno male rischiano il licenziamento? Questo no di certo (“hannu u porcu rintra”).
        L’impiegato pubblico non ha percezione di quello che fa e di come possa profondamente incidere sul tessuto sociale. Ancora: non gliene importa nulla! Non importa nulla al loro dirigente! Non importa nulla su e su di loro. Anzi se fanno bene e svelti il loro lavoro, i colleghi si siddiano: troppo facile vedere quando qualcuno lavora bene contro chi fa molto poco e svogliatamente.
        Mio suocero e un amico tessevano le lodi di come in Germania funzioni tutto bene. Ma i tedeschi non sono marziani. I Lombardi o gli emiliani non sono marziani.
        … eppure, da palermitano, che vive a Palermo, manda i figli a scuola a Palermo e ha a che fare con la sanità e burocrazia locale la Germania, la Lombardia e l’Emilia Romagna sembrano distanti più di Marte e un tale gap è irrecuperabile.
        La merda è dovunque, in Germania, in Lombardia e in Emilia Romagna ma il livello base di civiltà è lungi da quello che la stragrande maggioranza di cittadini palermitani ha.

        1. Io sono ben d’accordo con te, Angelo.
          Eppure, vivendo all’estero, io penso che al contrario dell’Italia e della Sicilia, molti posti che sembrando splendere d’oro in realtà abbiano un “cuore nero”. La Sicilia, come che ne so l’Indonesia, magari sarà anche una montagna di merda, come hai detto tu. Ma io sono convinto che sotto a tutto quel materiale ci sia qualche pepita d’oro da scovare. Io penso, come de André, che dal letame nascano i fior.
          Secondo me, meglio di così, si può essere!
          Che la città ci riesca o no. Beh, dipende solo da lei! E faccio notare, da LEI. Entità quasi senziente. Società! Civitas.

        2. danyel

          Civiltà? Lei ha mai visitato Roma? … io ci sono stato di recente .. in questo momento Palermo è paradiso!

          1. E vabbé, Danyel … Non mi sembra una gran consolazione, sai? 😀
            Si. Per molti versi, Roma è infinitamente più terrona di Palermo. Idem per il profondo nord! 😀 Ma questo significa poco … 😀 E comunque, è sempre tutto relativo. Anche a Roma c’è gente educata e civile. Cos’ì come molti burini 😀

  8. rastan

    Ottimo articolo scritto come sempre con grande impegno da Giulio, vorrei però precisare che frequento da anni la piscina comunale e conosco bene la situazione, la signora è molto gentile e disponibile e probabilmente è tutto legato ad un problema di disorganizzazione della struttura, in quanto dall’ articolo sembrerebbe che sia sovradimensionata in termini di personale gestionale e invece parliamo di due piscine con misure olimpiche che dovrebbero bastare per una metropoli da quasi un milione di abitanti che vanno in panne un giorno si e uno no, piene di problemi organizzativi!!! Ci sono paesini in provincia che ne hanno una per 50000 abitanti, noi in rapporto dovremmo averne almeno 4 da due vasche ciascuna. La comunale è male organizzata, ed oltretutto in certe cose non è nemmeno “pubblica” visto che le societá sportive spesso dettano legge appropriandosi di corsie ad uso esclusivo avvertendo il pubblico con frasi tipo “mi scusi ma da questo momento le corsie 1,2,3, ecc. sono a nostro uso esclusivo(!?!?)”… al che ti viene di rispondere “private in una piscina pubblica?!? se lei necessita di una vasca privata se la costruisca magari in cordata con le altre societá private!”, ovviamente la conseguenza sono 260 persone che nuotano come dei derelitti in poche corsie rimaste, scontrandosi l’uno con l’altro o proponendo sorpassi tra i due sensi di marcia!!(anche il fatto che ognuno nuota come vuole senza controllo è tutto dire).. Ovviamente questa è solamente la punta di un iceberg che comprende giorni in cui centinaia di persone sono confinate in una delle due vasche perchè una non funziona o manca il personale per gestirla! Per cui, IMHO, il problema è legato ad una cattiva distribuzione del personale negli uffici pubblici più che ad un eccedenza, alcuni mi risponderanno che chi si occupa della ricezione del pubblico non può fare anche il bagnino perchè non ha le qualifiche, la risposta è che nelle cittá civili si “spinge” il personale a riqualificarsi per ottimizzare le posizioni carenti.

  9. medoro

    Eh sì, ci sarà un eccedenza di impiegati, ma in compenso a quanto pare difettano in bagnini, dato che qualche mese fa in un giorno di normale apertura al pubblico (ovviamente…), mi ci sono recato per la mia saltuaria nuotata e mi hanno risposto che la piscina era chiusa al pubblico perché “mancava” il bagnino… che fosse malato, in ferie o rapito dagli alieni non era dato sapere, ma qualunque fosse il motivo, hanno interrotto un servizio (non esageriamo eh..) pubblico senza preavviso (fosse la prima volta..) e senza un giustificato motivo, dato che, quando “manca” un impiegato pubblico dovrebbe essere prontamente sostituito da un altro in modo da non interrompere un servizio… ma questa “regola” sembra sconosciuta ai solerti gestori della piscina comunale.

    1. medoro

      Ho segnalato la cosa all’urp del comune ed al sindaco tramite email, minacciando appunto denunce, anche perché hanno avuto anche il coraggio di dirmi (il trittico di personaggi ben descritto dall’autore del post) che non si sapeva se anche l’indomani ci sarebbe stato lo stesso problema (quale? boh!), e li dovevo chiamare prima di andarci! Comunque l’indomani il bagnino c’era, altrimenti li avrei denunciati sul serio.

    2. rastan

      per questo dicevo che sarebbe logico riqualificare parte del personale in eccedenza verso altre mansioni, come ad esempio quella di bagnino, che attenzione anche lì è un lavoro dallo scarso stress, non parliamo di baywatch con gente travolta dalle onde infestate di squali un giorno si e uno pure, oltretutto presumo ci siano anche delle indennità superiori dovute alla maggiore responsabilità rispetto ad altre mansioni

  10. drigo

    La prossima volta chiama i Carabinieri.

  11. Non si può generalizzare, questo è vero, la macchina comunale è immensa e farraginosa, gli impiegati comunali hanno fra di loro anche origini molto diverse, ci sono gli impiegati storici, ci sono gli ex PIP, gli ex detenuti etc.. etc.. La formazione personale e culturale dei soggetti è davvero variegata, parliamoci chiaro, alcuni di loro rimessi nel mercato del lavoro non sarebbero assunti da nessuna azienda privata, nemmeno la più generosa. Ricordo un fantastico servizio di Stefania Petyx sul palazzetto dello sport abbandonato, trovò li dentro un tizio che sapeva parlare solo in dialetto che alla domande della giornalista rispondeva in modo pazzesco dicendo che a lui interessano solo 3 numeri, l’8, il 14 ed 27. Perchè? Alle 8 monta, alle 14 se ne va e u 27 si futte u stipendio (parole sue). Questo signore sicuramente è ancora al suo posto. Vorrei inoltre ricordare che chi lavora nel pubblico rappresenta durante l’orario del suo lavoro l’ente per cui lavora, ci si rivolge all’utenza sempre con rispetto e professionalità, chi risponde al telefono non deve dire PRONTO… PRONTO lo dici quando rispondi al telefono di casa tua, si risponde salutando e dicendo il nome del comune o dell’ufficio per il quale si sta rispondendo, questo è l’ABC del lavoro signori, in un’azienda privata è la normalità, in un ente pubblico chi controlla? Chi verifica la qualità? Non si è mai capito. Ogni tanto il Sig. Sindaco e i suoi dirigenti si divertissero a chiamare a sorpresa qualche centralino e si accorgeranno di quale è il livello. E’ chiaro che lo stesso discorso vale in tutti i settori pubblici ancor di più alla Regione Siciliana dove a parità di impiego gli stipendi e i benefit sono molto più alti…

    1. Già. L’esempio del telefono, in effetti … ha il suo senso …

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