La Palermo sotteranea: il rifugio antiaereo di Piazza Pretoria

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Esiste una Palermo sotteranea, sconosciuta a tanti. Un patrimonio storico che giace sotto ai nostri piedi, e che racconta la storia di questa città e di alcune sue vicissitudini storiche. Ci troviamo nel bunker antiaereo di Piazza Pretoria, costruito nel periodo pre-bellico e utilizzato durante la seconda guerra mondiale come rifugio dalle incursioni aeree alleate fra il 1942 e 1943.

L’Ass. Cannella assieme la troupe Rai in visita al rifugio

Il rifugio era composto da un impianto autonomo di illuminazione, bagno,  feritoie per la ventilazione dall’esterno, e poteva ospitare circa 200 persone, nelle sedute laterali  alle pareti

Il rifugio aveva 3 accessi su Piazza Pretoria: uno a fianco di ciascuna statua dei leoni (in quella di sinistra è più facile notare i lineamenti del vecchio ingresso), e un altro ingresso dalla scalinata della fontana.  Infine un ulteriore accesso dall’interno della portineria di Palazzo delle Aquile  (quello da cui è possibile accedere attualmente), ed un altro  tutt’ora murato all’iterno della sala di un gruppo consiliare.

Attualmente il rifugio nel suo complesso è ben mantenuto anche se necessita di una seria manutenzione per la messa in sicurezza (impianto luce, umidità, passamani).  Sarebbe opportuno il recupero del sito, di notevole importanza storica, a testimonianza del passato bellico della città. All’estero per esempio (Londra, Berlino) siti storici come questi vengono valorizzati e incorporati nel patrimonio storico ai fini turistici. Da non sottovalutare il recupero di altri rifugi antiaerei in zona, tutt’ora abbandonati al degrado.

Si ringrazia l’Arch. M. Salamone per la gentile visita all’interno del rifugio.

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9 Thoughts to “La Palermo sotteranea: il rifugio antiaereo di Piazza Pretoria”

  1. SalParadise

    Veramente interessante! Non sapevo che a Palermo esistessero ancora rifugi in buone condizioni. Sarebbe bello renderlo fruibile e magari organizzarci delle visite guidate!

  2. Prometeus

    Bell’articolo! Concordo pienamente sul valore storico e sulle potenzialità turistiche di questi siti bellici. Si potrebbe organizzare dei tour che raccontino la storia della Palermo bellica attraverso questi siti. Forse potrebbero essere altrettanto interessanti il fortino situato sulla strada provinciale 1 all’altezza del bivio Torretta-Montelepre e il bunker scoperto nell’area verde compresa tra viale Regione Siciliana e via Uditore.

  3. Gianfranco

    E bello sapere che gia a quei tempi sapevano che il fumo faceva male!!!!!!

  4. pepposki

    @gianfranco Non è che sapevano che il fumo facesse male, ma essendo luoghi chiusi e dove la ventilazione scarseggiava, non potevano permettersi di saturare l’aria con il fumo. In fondo non si sapeva mai quando si sarebbe usciti dai rifugi, i bombardamenti potevano durare da pochi minuti ad anche qualche ora.
    Molti dei rifugi antiaerei erano mal costruiti, infatti di bunker veri e propri ne esistevano pochissimi, in quanto l’Italia scese in fretta e furia in guerra e ,cosi come per gli armamenti, queste tipologie di strutture scarseggiavano. Si cercò di correre ai ripari “azzizzando” le cantine dei palazzi antichi, in quanto i mattoni spessi, che facevano da fondamenta, dovevano offrire garanzie di resistenza.Se non ricordo male il rifugio di piazza pretoria fa parte di questa classe di rifugi, un rifugio costruito appositamente invece doveva essere quello a piazza sett’angeli, Ma rovinosamente andò distrutto regalando la morte alle persone che vi si trovano dentro, durante il nefasto bombardamento del 9maggio del 43

  5. Metropolitano

    Il sotterraneo sembrava allagato, ma l’ombra sul pavimento ed il colore in basso del muro ha dato solo l’illusione, nelle prime foto.

  6. MAQVEDA

    Fantastico, non immaginavo fosse in condizioni così buone!
    Ma quando è stato visitabile? ancora mi sto mangiando le mani!!!
    Questi siti andrebbero immediatamente insieriti in circuiti turistici, sia per il loro valore storico, che la curiosità che comunque siti inusuali come questi creano.
    Non avevo mai fatto caso alla traccia dell’apertura sui gradini, e dire che da foto di quel periodo ero a conoscenza di quell’accesso 🙂

  7. Irexia

    Bello davvero!
    Si dovrebbero anche ripristinare le scritte sui muri dei palazzi con una freccia nera o blu con scritto in bianco “ricovero” che indicavano gli ingressi ai rifugi più vicini! Ne ho avvistate in un palazzo vicino piazza leoni, in una traversa di via volturno e un’altra in centro, ma non ricordo il nome della via.
    Potrebbero farsene dei musei della seconda guerra mondiale: a Malta sotto le mura della città di LaValletta ce n’è uno con cartine, mine di profondità recuperate, ricostruzione della stanza dalla quale venne seguito uno sbarco in Sicilia degli alleati… sicuramente ci sono tanti reperti, è un periodo storico talmente vicino a noi: divise, maschere antigas, manifesti elettorali del tempo… Ricordo cha andando a Ficuzza in un rifugio ora museo della fauna e della flora gestito, mi sembra, dalla Lipu, ho letto la scritta “silenzio il nemico ti ascolta!”

  8. moscerino

    condivido l’uso come museo, da far girare alle scolaresche, per far sapre che la guerra non è la risoluzione di niente e che alla fne nessuno a vinto se non la morte e la sofferenza

  9. guidonzolo

    8 euro all’ingresso come per quasi ogni cosa da vedere a Parigi, ricostruzione storica, invenzione storica di qualche vip rifugiato come avviene in ogni altro paese del mondo e il gioco è fatto.

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